QUEL “RISTORO” ACCANTO ALLA CAPPELLA DI VITALETA, UNO DEI LUOGHI PIU’ ICONICI E FOTOGRAFATI DELLA VALDORCIA

lunedì 20th, settembre 2021 / 16:33
QUEL “RISTORO” ACCANTO ALLA CAPPELLA DI VITALETA, UNO DEI LUOGHI PIU’ ICONICI E FOTOGRAFATI DELLA VALDORCIA
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SAN QUIRICO D’ORCIA –  Sette anni fa, su queste stese colonne, segnalavamo quello ci sembrava un “ecomostriciattolo” piazzato nel cuore della celebratissima Valdorcia, patrimonio dell’Unesco: un baretto estivo a pochi metri dalla Rocca di Ghino di Tacco a Radicofani. Comprensibilissima l’appetibilità, anche commerciale, di certi luoghi e quindi la corsa a piazzarci una bandierina, per lucrare sulla bellezza del luogo stesso e sulla pubblicità gratuita derivante da milioni di fotografie postate sui social e anche su un flusso turistico, magari non oceanico, ma continuo. Però trattandosi di luoghi celebrati e… delicati, per di più in mezzo ad una zona che è Patrimonio dell’Umanità, ci vuole (e ci vorrebbe) misura, cautela, attenzione massima, perché ogni superfetazione, ogni intervento esterno, anche di dimensioni ridotte, può rivelarsi inesorabilmente un pugno in un occhio, una cosa che rischia di trasformare un luogo magico in una cartolina di bassa qualità, di quelle fatte apposta per turisti distratti e caciaroni. O anche solo più attenti alle gioie del palato che a quelle della vista e dell’anima… 

Quando qualche giorno fa abbiamo visto la fotografia postata su Facebook di un bar (o ristoro) posto a fianco della chiesina di Vitaleta, uno dei luoghi “iconici” della Toscana, abbiamo pensato ad una delle tante fake news che popolano il web. Ad un fotomontaggio, ad una provocazione. No. Tutto vero. A pochi metri dalla famosissima e celebratissima  chiesina di Vitaleta, quella isolata tra i cipressi, fotografata all’alba, al tramonto, in pieno sole, con la neve, con le nubi che minacciano pioggia e con il fieno appena tagliato, c’è un vecchio podere, che attualmente è in ristrutturazione, ma già in quell’edificio è sorto un “Ristoro” dove si può fare un aperitivo, una merenda, con tavoli all’aperto… Petraltro segnalato con un cartello piazzato proprio sul vecchio pozzo che si trova tra la Chiesa e l’edificio. 

Nicoletta Innocenti, pasionaria ecologista, animatrice di tante battaglie (da quella sulla Quercia delle Checche, a quella sulla centrale geotermica in Val di Paglia) e sentinella attenta sull’ecosistema Valdorcia, promotrice di gruppi e associazioni tematiche, ha documentato il tutto con foto che ha postato su Fb.

L’intervento sembra in effetti non eccessivamente invasivo, ma invasivo sì. E comunque troppo vicino ad un luogo “iconico” che rappresenta una delle immagini simbolo della Valdorcia, della provincia di Siena, della Toscana. Quindi non è tanto il sito commerciale in sé, ma la sua ubicazione che stona. E che cozza, come il baretto accanto alla Rocca di Ghino a Radicofani (non sappiamo se ci sia ancora), con la bellezza e la magìa di quella chiesina in mezzo ai cipressi, nella vastità dolce e struggente del paesaggio della Valdorcia.

La domanda che sorge spontanea, come direbbe Lubrano, è “ma proprio lì?”. Chiaro che un bar o punto “ristoro” è un invito in più ad andarci, alla chiesina di Vitaleta. E in effetti già in questi primi giorni un certo flusso c’è stato. Per curiosità e per godere del luogo e allo stesso tempo di un bicchiere di vino rosso, magari con una fetta di pecorino di Pienza…  E’ però un invito alla “commercializzazione/mercificazione” di un luogo simbolo, della bellezza, della storia, del paesaggio

La chiesina di Vitaleta non è una pieve romanica come ce ne sono tante – alcune bellissime – in Valdorcia e nelle terre di Siena, è una cappella di campagna, probabilmente risalente al periodo rinascimentale, ma distrutta da un terremoto e poi totalmente ridisegnata e ricostruita alla fine dell’800 dall’architetto Giuseppe Partini, ispirandosi a modelli cinquecenteschi.

E’ di proprietà privata e questo non è un dettaglio di poco conto. Recentissimamente è stata di nuovo restaurata a cura della proprietà e il restauro ha riportato la cappella al disegno originale del 1884. Quello del podere antistante, come dicevamo, non è ancora terminato. 

Dalla Cappella di Vitaleta proviene una statua della Madonna attribuita ad Andrea Della Robbia, acquisita a Firenze nel ‘500 e custodita dal 1870 in una chiesa di San Quirico d’Orcia. La cappella si trova infatti nel Comune di San Quirico, su una strada sterrata che porta a Pienza.  L’edificio religioso si presenta ad aula unica, con la facciata principale rivestita in pietra di Rapolano, che si caratterizza per un piccolo rosone che si apre al di sopra del portale con architrave.

Il luogo è di una bellezza struggente. Non a caso viene utilizzato anche per particolari eventi, tipo concerti, reading, incontri letterari. Ora diventerà anche un luogo di… merende. Il che, con tutto il rispetto per chi ha investito dei soldi e ci ha visto il business, suona come una musica stonata e stridente.  Come quando la banda del paese abituata alle marcette attacca un’aria d’opera… Meglio lasciar perdere.

m.l.

 

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