CHIUSI CALCIO, LA COMMISSIONE COMUNALE: “I CONTI PRESENTATI DALLA POLISPORTIVA NON CI CONVINCONO”

giovedì 02nd, luglio 2020 / 13:01
CHIUSI CALCIO, LA COMMISSIONE COMUNALE: “I CONTI PRESENTATI DALLA POLISPORTIVA NON CI CONVINCONO”
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CHIUSI – Sulla vicenda del calcio chiusino e sulla possibile fusione tra le due società Polisportiva e Asd Città di Chiusi, la Nazione di questa mattina riporta una intervista alla presidente della Commissione comunale che si sta occupando della cosa, con una serie di audizioni. Ma che finora non ha cavato un ragno dal buco. La presidente Daniela Masci conferma che il “niet” è venuto dalla Polisportiva che “ha fatto sapere di poter essere in grado di farcela da sola”. Per il resto, cioè su come uscire dall’impasse, però Masci dice poco o nulla. O meglio una cosa la dice. E’ una frase abbastanza sibillina, che fa capire lo stato delle cose: “Chiunque riceve un contributo pubblico deve dimostrare come lo ha speso. Nel caso specifico parliamo di 15.00 euro annui per la gestione dell’impianto sportivo. Abbiamo esaminato i rendiconti, perché le società calcistiche a questo livello non hanno obbligo di bilanci. Non siamo pienamente convinti”. Eccolo il nocciolo della questione. La commissione non è convinta dei conti che la società Polisportiva ha presentato. Non è un “nocciolo di ciliegia”. E’ un po’ più grosso.

Va detto che il Comune oltre ai 15 mila euro annui citati versa alla Polisportiva anche altri 5.000 euro come contributo per l’uso del campo da parte degli Autarchici (tutte le partite casalinghe più un allenamento a settimana). In sostanza è un contributo agli Autarchici, che finisce nelle casse della Polisportiva come “affitto del campo”. Quanto alla soluzione per il futuro, Daniela Masci si limita a dire che come presidente della Commissione presenterà una dettagliata relazione al Consiglio Comunale, che poi deciderà…

Ma se le parti non sono d’accordo, il matrimonio o meglio il menage a troi, come previsto dalla bozza di Statuto presentato dal Comune, con l’ente locale direttamente presente nel Cda della nuova società unitaria, non si fa.  Un altro nodo, che su queste colonne abbiamo sempre evidenziato, è rappresentato dalla categoria da cui ripartire. La Polisportiva non vorrebbe perdere il diritto di giocare in Promozione e vorrebbe fare la Promozione anche la prossima stagione. Con l’iscrizione che però va fatta entro il 10 luglio.

Forse il Comune non si strapperebbe i capelli se la ripartenza, con la nuova società, dovesse avvenire dalla Seconda categoria (quella degli Autarchici). Ma per l’immagine del calcio chiusino, per il blasone e la stria che questo ha nel territorio, per il fatto che il Chiusi è un punto di riferimento anche nel settore giovanile, una ipotesi del genere sarebbe una colpo duro, durissimo. Se non una vera e propria catastrofe.  Perché il Chiusi perderebbe di appeal a vantaggio di altre società limitrofe (la Pievese, la nuova Castiglione del Lago…).

La politica – dato che il Comune ha speso soldi per il campo e paga un contributo annuo, che è per la gestione del campo, ma anche per la funzione sociale che la Polisportiva svolge facendo giocare centinaia di bambini e ragazzi – ha fatto bene a intervenire e a cercare di trovare una soluzione più avanzata e più gestibile rispetto a quella attuale, ricucendo anche vecchi strappi e vecchie ferite, ma al momento si è però impantanata. Ed è anche inutile dire – perché è evidente – che il rapporto finora molto stretto, quasi di contiguità, tra il Comune e la società calcistica principale, adesso appare piuttosto incrinato.  Le parole sono importati. E sulla vicenda  sono volate anche parole pesanti. Toni aspri.

Pare che le diplomazie dei vari soggetti in campo siano ancora al lavoro, sottotraccia, per capire almeno se esistano margini di manovra. I tempi sono strettissimi. L’impressione è che per la prossima stagione tutto rimarrà com’è e se va bene se ne riparlerà in vista di quella successiva.

Anche eventuali passi indietro o di lato degli attuali dirigenti delle due società, per far posto a forze fresche, motivate e senza ruggini pregresse, forze più disposte a ragionare in termini diversi, non possono avvenire nell’arco di un mattino… serve tempo. E serve che il campo sia sgombro dalle scorie, ma anche dalla situazioni debitorie accumulate negli anni. Quantomeno che il quadro sia chiaro. Oggi purtroppo non lo è. E ad oggi, 2 luglio, non è chiaro nemmeno se e come le due società ripartiranno nei rispettivi campionati, anche in relazione alle norme, restrizioni e protocolli anti covid. Un bel rebus. Che però non riguarda solo il pallone e l’aspetto tecnico. Riguarda la gestione di un impianto sportivo importante, l’immagine, la storia me il costume della città, la possibilità di fare sport per centinaia di ragazzi, riguarda l’integrazione italiani-stranieri, e alla fine riguarda anche la qualità della vita, perché le partite della domenica allo stadio sono svago, passione, divertimento…

Se adesso il pallone è sgonfio, Chiusi lo deve rigonfiare se proprio non riesce a metterne in campo uno nuovo di zecca, pulito, lucido colorato di bianco e di rosso.

 

Nella foto: la presidente della Commissione comunale Daniela Masci, con l’assessore allo sport, Sara Marchini e il sindaco Bettollini.

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