CHI GLIELO SPIEGA AI POLIZIANI CHE IL LEGGENDARIO FONDATORE DI MONTEPULCIANO ERA UN… CHIUSINO?
MONTEPULCIANO dal 10 luglio scorso è esposta al Museo Civico-Pinacoteca Crociani di Montepulciano un frammento di un’opera di Andrea Sansovino, artista importante del ‘500 che la realizzò – pare – proprio per suggellare e celebrare le origini etrusche della città e anche per dare lustro e pedigree al governo di Firenze, cui Montepulciano era legata, pur essendo in terra senese. I Medici volevano in qualche modo dimostrare di essere i degni eredi degli antichi avi etruschi e lo facevano attraverso gli artisti di corte, un po’ come fece Virgilio per Roma con l’Eneide…
L’opera è infatti la testa del mitico Porsenna, frammento, appunto di una statua in terracotta dipinta ad imitazione del bronzo, alta almento tre metri andata perduta però, pochi anni dopo la sua realizzazione.
Dopo 500 anni la testa torna visibile al pubblico, in modo permamente nella sezione poliziana del Museo Civico, riallestita e inaugurata la settimana scorsa in pompa magna. Come è giusto che sia, data la bellezza e l’importanza dell’opera (e anche del museo). “Questa nuova acquisizione – ha detto nel’occasione il Sindaco di Montepulciano Michele Angiolini – ha un valore inestimabile per il Museo Civico, che aggiunge ai suoi tesori un’opera di grande pregio, ma anche simbolico per la città, che ritrova un aspetto della propria storia”.
Sia il primo citttadino che l’assessore alla cultura Lara Pieri, sui social hanno parlato di Porsenna come del “leggendario fondatore della città”. Che Montepulciano, come tutte e città e paesi della zona abbia origini etrusche è indubbio e certificato da ritrovamenti. Tutto il territorio che va appunto dal colle poliziano fino al Lago Trasimeno e ai confini di Perugia da un lato e fino al Monte Amiata e ai confini di Orvieto dall’altro facevano parte della lucumonia di Chiusi. Una della città stato della Dodecapoli etrusca, la città più potente dell’Etruria interna. E della stessa dodecapoli pare che Porsenna fosse il capo riconosciuto.
Non a caso il Sansovino, nel ‘500, scelse Porsenna per celebrare le origini di Montepulciano, città Medicea per eccellenza: perché la figura del potentissimo lucumone che giunse ad assediare Roma (e se non fosse stato per Orazio Coclite, chissà come sarebbe finita…), monarca assoluto e “tiranno” di un vasto territorio, ben si attagliava alle mire assolutiste dei Medici e a legittimare il loro dominio su Firenze e su tutta la Toscana.
E questo è stato sottolineato all’inuagurazione anche dagli studiosi intervenuti Alessandro Ricceri, Carolina Taddei, Giulio Paolucci, Giovanni Cipriani. L’esposizione si inquadra nelle celebrazioni del quarantennale del “Progetto Etruschi” che vide mostre, eventi ed esposizioni a Chiusi e in tutte le città etrusche nel 1985.
Certo sarà dura per il sindaco Angiolini e per l’assessora Lara Pieri spiegare ai poliziani che “il leggendario fondatore della città di Montepulciano” era un … chiusino.
Tra l’altro, ai tempi di Andrea Sansovino Chiusi era orgogliosamente baluardo della Repubblica di Siena e si difese dall’assedio deciso da Cosimo I Medici alleato del papa, della Spagna e del Sacro Romano Impero di Carlo V e diede una feroce lezione agli assedianti, partiti proprio dal contado di Montepulciano… Ma questa è un’altra storia.
M.L.










Le leggende sull’assedio di Roma si accavallano e quelle che sono pervenute fino a noi di attendibilità forse ne hanno proprio poca, anche perchè Orazio Coclite da solo e con un solo occhio non si capisce come abbia fatto a fermare un esercito anche su di una strettoia come forse era il ponte Sublicio a quei tempi. Se poi aggiungiamo la favola di Muzio Scevola che punì il proprio braccio mettendolo sopra il braciere -il bracio che aveva fallito il colpo che voleva infierire su ” Porsenna re di Chiusi nell’Etruria” essendo riuscito a penetrare nell’accampamento etrusco di notte – non si sa come fosse scampato poi alla cattura…Codeste sono tutte novelline arrivate fino ad oggi, qualcuna certamente con un fondo di verità ma parecchie frutto anche della fantasia popolare usata per tenere soggiogata la gente facendo affiorare in essa sentimenti di ammirazione per la saga di quelli che venivano poi considerati eroi. Orazio Coclite che tanti hanno dato per affogato dopo il suo tuffo nel Tevere avendo l’armatura di ferro che rivestiva il suo corpo ed altri che lo danno che avesse raggiunto la riva e poi celebrato dalla comunità e dalla plebe romana, forse dopo aver fronteggiato da solo un esercito avrà avuto – essendo cieco da un occhio- qualche visione stravolta che lo fece tuffare nel fiume credendo che la sponda fosse più vicina ? Chissà, ma di certo ai nostri tempi dove tante notizie sono usate per essere appioppate ed applicate dal comparto mediatico a situazioni mai certamente potute appurare nonostante la storia, io credo che talvolta occorrerebbe andarci sopra con i piedi di piombo e non esprimere certezze. forse sarebbe meglio non dare adito a scontri campanilistici che oggi non hanno più senso se non quello di riempire le pagine del web e lasciare tutto che possa travalicare nella leggenda, sfumata,misteriosa…ed alla fine anche più bella ed interessante che quella di esprimere certezze su cose avvenute più di 2500 anni anni or sono….Vi ricordate a tal proposito di un fatto molto più recente che fece epoca e che ha suscitato il riso di tutto il globo terra acqueo ? Le teste di Modigliani ripescate sul canale di Livorno ? A tal proposito vi ricordate l’esperta cosa rispose all’interlocutore che la intervistava con aria di saccenza e superiorità intellettuale rivolta a chi metteva in dubbio l’autenticità di quelle opere ? : ”parafrasando Dante, non ti curar di lor ma guarda e passa”. Dopo qualche ora lei stessa mi sembra se ben ricordo che fu ricoverata alla neuro in preda ad un delirio quando intervistarono i ragazzi che avevano fabbricato col trapano le teste poi gettate nel canale …. E’ stata una delle più belle storie delle ultime decadi il sentire quei ragazzi dire in televisione all’intervistatore : ” Deh, oh budello ma che ca’… dici, quella testa e’ s’è fatta noi col Black and Decker”….” queste sono le storie,talvolta purtroppo molto rare che fanno vedere come parecchie delle favole che vengono raccontate sono frutto di cervelli distorti dove dietro c’è solo apparenza ed interpretazione fine a se stessa o finalizzata solo all’apparenza mediatica. Ed oggi- con l’intelligenza artificiale a parte – spesso è la ”demenza artificiale” che prende piede e si espande coinvolgendo tutti. Forse ancora non abbiamo del tutto capito in quale specie di mondo stiamo vivendo e quali siano le forze che lo dominano finalizzate a produrre la credibilità.Una nvolta esisteva la ”teoria del dubbio” molto più intellettualmente proficua e critica sulle cose , oggi esiste la fabbrica delle certezze e di questo passo si afferma la volontà di chi manovra la conoscenza, o misconoscenza che dir si voglia….
La storia la scrivono sempre i vincitori e spesso le figure dei nemici vengono ingigantite e mitizzate proprio per dimostrare la propria forza e suggellare il nuovo potere che li ha battuti… Gli storici romani, così come cercarono di darsi un’origine nobile, con l’Eneide di Virgilio, allo stesso modo mitizzarono Porsenna e la sua grandezza, per dimostrare che loro avevano sconfitto e sottomesso non un condottiero qualsiasi, ma un lucumone potentissimo… E’ come una squadra di calcio che batte il Real Madrid, non la Cremonese… La statua di Porsenna la cui testa è esposta a Montepulciano serviva ai Medici per darsi un pedigree, attingendo all’epopea degli avi etruschi. Quello che è mancato all’inaugurazione (almeno da parte delle autorità poliziane) è il riferimento al fatto che Porsenna era il lucumone di Chiusi e Chiusi era la città dominante mentre Montepulciano, nella migliore delle ipotesi era contado, “agro chiusino”… Con i Medici e il Granducato di Toscana Montepulciano ha preso campo e Chiusi ha perso terreno, ma ciò è successo 2.000 anni dopo Porsenna….
Molto vero quello che dici ed infatti è così, ma mi chiedo a che valga oggi il confronto quando in pratica si vorrebbe affermare che quando Chiusi era in auge gli altri erano contado ? Secondo me,al di là di una constatazione PURAMENTE STORICA sarebe errato e fuorviante dare a tale condizione un senso campanilistico di priorità in tutti e due i casi, sia da parte di Chiusi chè di Montepulciano, dal momento che si dice che le autorità non ne abbiano parlato. Dopo 2500 anni che senso avrebbe tale specie di diatriba ? Forse l’immagine di una nobile e vecchia signora ingioiellata contrapposta ad una giovane e vitale donzella ? La realtà è quella che oggi vediamo la donzella e ne apprezziamo le qualità e la bellezza mentre c’è una vecchia megera che una volta era la direttrice del compound che sogna i tempi ormai andati e che non ritorneranno più. E noi viviamo tale realtà procurata dagli uomini che via via nel tempo hanno procurato tale situazione osservando che il ”Gerovital” che avevano pensato di applicare ha prodotto più rughe chè invece pelle soffice e morbida,facendo avvicinare il tempo che la banda suoni il ”de profundis”, mentre dall’altra parte la giovinetta- checchè se ne dica- danza con le vesti al vento essendo grandemente apprezzata dagli spettatori.La realtà questa è, e tutti dobbiamo prenderne atto.
Sì, la città di Chiusi in epoca etrusca era non solo potente, ma anche molto grande e controllava un territorio ancora più vasto, la Chiusi che conosciamo oggi forse era solo l’Acropoli… ma tutte le colline (non la valle che era percorsa dal Clanis) erano “contado” in senso agricolo e produttivo, ma anche nel senso di luoghi di insediamento per ville patrizie (vedi il recente ritrovamento di Castiglione del Lago) templi e santuari (Chianciano, San Casciano), terme e “stazioni di posta” (Acquaviva) necropoli (Villastrada, la Foce e Città della Pieve)… L’articolo qui sopra in sostanza è semplicemente una battuta a margine di un evento rilevante. Ma è anche per dire che quando si racconta una storia o si prende a prestito (o a pretesto) è comunque bene raccontarla tutta e per intero. Sempre.
Talvolta penso alla tomba di Porsenna e mi chiedo se sia stata storia vera o leggenda. Varrone scrisse che dalla tomba di Porsenna si potevano vedere i due laghi: quello di Chiusi ed il Trasimeno ma chissà se poi la cosa corrispondesse al vero.Certo, se fosse scoperta in territorio Chiusino o di Castiglione del Lago, con i tempi che corrono assisteremmo ad una rincorsa a comperar terreni limitrofi per edificarci strutture turistiche,alberghi e via dicendo e sarebbe la cura per la rivitalizzazione di Chiusi, ma comunque il territorio correrebbe rischi di deturpazione non controllata perchè parallelamente alla cultura oggi si sviluppa non tanto ”la via della seta” ma ”la via del soldo” e se diamo un occhio non solo a Chiusi ma anche ai paesi limitrofi al trasimento in 40 anni ci accorgiamo la colata di cemento che è avvenuta alla quale ormai ci abbiamo fatto l’occhio al punto tale che per noi è diventata cosa normale. nelle lastre fotografiche del mio babbo c’è un esempio concreto quando si visualizzi la pianura intorno a Magione dalla sommità del paese con lo sguardo rivolto in direzione di Perugia. Esisteva negli anni 50-60 uno spazio non dico vuoto ma quasi, oggi è un intricato dedalo di colate cementizie per le quali ancora oggi parecchi nostri politici dediti alla concezione dello sviluppo ripercorrerebbero le stesse orme dei loro predecessori. I guai non insegnano nulla. C’è un bel detto di un signore Arabo della famiglia reale, un collezionista di opere d’arte il Prof. Nasser Al Khalili che ha scritto sul sito del proprio museo la seguente frase: ” La più grande arma di distruzione di massa è l’ignoranza e se l’ignoranza è il problema la soluzione deve essere l’educazione”….parole condivise da tutti queste ma vane per i nostri politici oggi dovunque rivolgiamo lo sguardo. Forse ai tempi di Porsenna la vita era certamente più corta e limitata, ma la qualità di essa probabilmente migliore se non altro per l’armonia che vigeva negli umani verso la natura che li circondava.
Di sicuro Varrone scrisse e magnificò il mausoleo di Porsenna per magnificare la potenza di Roma che alla fine lo neutralizzò. Esiste? è mai esistito il mausoleo “sub urbe Clusio”? Mah… a quest’ora forse sarebbe stato trovato. C’è chi ha ipotizzato che potesse essere quello che oggi è l’ipogeo di Poggio Gaiella (tra Chiusi e il lago), altri ipotizzarono che potesse trovarsi sulla antica strada per Sarteano… Di ipotesi ne sono state fatte parecchie ma nessuna ha trovato riscontri benché minimi… Per cui rimane il mito e rimane la leggenda di quella chioccia con 5 mila pulcini doro che scatenò (per un paio di secoli) una specie di “corsa all’oro” di studiosi, appassionati, avventurieri e tombaroli d’ogni risma che hanno trovato di tutto, ma neanche un pulcino smarrito e neanche un mattone del famoso masoleo di cui parlano gli storici romani…
Comunque vedi che le cose lasciate a mezz’aria stimolano la fantasia e sulla fantasia si costruiscono altre fantasie. Per quanto riguarda il Mausoleo di Porsenna chissà se qualcuno nel tempo (perchè si parla di secoli e secoli, in pratica circa 2500 anni )ed in 2500 ani di cose ne accadono ma spesso sono travisate od anche profanate e le sue tracce se ci fossero state si sono perse durante l’alternarsi delle stagioni, delle piogge e dei movimenti che l’acqua fà fare alle colline,spianandole nei secoli e disperdendole.Ma c’è anche di più ed è il fatto che le generazioni che si tramandano tali notizie dove poco è stato scritto in documenti fra l’altro poco anche attendibili che sono arrivati fino a noi credo che occora immaginare come fossero le comunicazioni due millenni e più fa, dove non esistevano strade e sentieri, quest’ultimi appena tracciati e percorsi da viandanti che ignoravano la storia dei luoghi dove transitavano la cui economia era solo di sussistenza. La maggioranza delle popolazioni versavano in tale stato tranne chi li dominava con la forza ed era organizzato ma questo non voleva dire che esistesse una conoscenza storica che si tramandava poichè i documenti non esistevano per la maggior parte delle genti ed era tutto basato su di una trasmissione orale fra le generazioni.E’ troppo poco questo per ipotizzare il Mausoleo con la chioccia ed i 5 mila pulcini d’oro ed a parecchi piace- perchè no – navigare col cervello.Il guaio è anche coloro che li stiano a sentire pensando a quali idee si possano formare e ne vengano fatte emanazioni verso gli altri. Al di là di tutto comunque qualche novello Carter o Belzoni che invece dell’Egitto si prendano cura della zona del Trasimeno è auspicabile che ci fossero, ma tutto tace e siccome per fare tali ricerche ci voglioni i soldi ed il proverbio dice che ”senza lilleri non si lallera” e che l’italia di cultura potrebbe vivere,a me sembra che Porsenna ed Arunte per adesso possano dormire sonni tranquilli perchè nell’Ade e nella Palude Stigia nessuno si avventura e se ci fosse qualcuno che lo facesse sarebbe subito rimandato indietro dalle Erinni che appollaiate fra gli alberi che crescono nell’acqua fra il Pesce d’Oro ed il dopolavoro Da Gino a chi si inoltra in quelle nebbie, fanno sentire il loro stridulo verso che recita: ” fate come il Baglioni e levatevi dai co…. perchè qui non c’è nessuno di coloro che cercate…e se per caso ci fosse qualcuno rispettatelo e lasciatelo dormire in pace… perchè se per caso lo riportaste alla luce questo luogo diventerebbe un inferno di cemento, di macchine e di hotels.Come l’Overtourism di Venezia o di Firenze e se pensaste che quella possa essere vita vi sbagliate di certo”. Detto dalle Erinni è lecito pensare che sarebbe bene non contraddirle…..