IL NOSTRO 25 APRILE E IL NOSTRO CORDOGLIO PER PAPA FRANCESCO

martedì 22nd, aprile 2025 / 18:56
IL NOSTRO 25 APRILE E IL NOSTRO CORDOGLIO PER PAPA FRANCESCO
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CHIUSI – Fra tre giorni sarà il 25 aprile. Quest’anno ricorrenza tonda: sono infatti passati esattamente 80 anni dal 25 aprile 1945, data dell’insurrezione di Milano e della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Mussolini in realtà fu fucilato insieme all’amante Claretta Petacci e ad altri gerarchi il 28 aprile, dopo esser stato intercetatto mentre tentava la fuga, vestito da soldato tedesco, con una colonna germanica in ritirata verso la Svizzera, nei pressi del lago di Como. Ma l’Italia era ormai liberata, grazie agli alleati anglo-americani (ma con loro c’erano anche francesi, canadesi, sudafricani, marocchini, indiani…) e grazie anche ai partigiani che combatterono sulle montagne e dentro le città, in alcuni casi liberandole prima che gli Alleati arrivassero.

Il 25 aprile è la giornata e dunque la festa fondativa della Repubblica democratica e antifascista nata dalla Resistenza.

Come Primapagina abbiamo sempre partecipato alle celebrazioni. Abbiamo anche, in varie occasioni, cercato di portare un contributo ad esse con scritti, iniziative e spettacoli. L’anno scorso, in occasione dell’80esimo anniversario della liberazione del territorio a cavallo tra Toscana e Umbria, avvenuta un anno prima rispetto a nord Italia, mettemmo in scena “Lo straniero. Il polacco deve morire”, che è il racconto in forma di reading teatralizzato con accompagnamento musicale di una storia partigiana dolorosa e controversa, una “guerra nella guerra” interna alla Brigata Si.Mar che operava sulle pendici del Monte Cetona, tra Chiusi, Sarteano e la Valdorcia.

Ebbene quest’anno, dopo una ventina di repliche, la sera del 24 aprile, “Lo Straniero” sarà in scena a Novate milanese, nell’hinterland del capoluogo lombardo. E farlo alla vigilia della più importante e imponente delle manifestazioni che in tutta Italia si terranno il 25 aprile, quella di Milano, è per noi un onore e motivo di orgoglio. La piece è stata già rappresentata 5-6 volte a Milano e dintorni, perché l’attore-voce narrante Alessandro Lanzani e il musicista Dario Perini sono entrambi milanesi, ma farlo la sera della vigilia del 25 aprile è qualcosa di più. E da Novate, saremo comunque idealmente insieme ai sindaci, ai rappresentanti dell’Anpi, ai cittadini che anche quest’anno saranno nelle piazze a celebrare la Liberazione nel nostro territorio: a Chiusi, a Chianciano, a Città della Pieve, Castiglione del Lago, Sarteano, Cetona…

E’ una bella cosa che il manifesto per tutte le manifestazioni del 25 aprile 2025 in provincia di Siena sia stato realizzato dagli studenti e studentesse di una scuola locale, per la precisione l’Istituto di Istruzione SuperioreValdichiana e, per essere ancora più precisi, dalla classe IV dell’indirizzo di Grafica, e dalle studentesse Martina Tuda, Sofia Poggiani e Carlotta Crestini, che hanno voluto sottolineare con una immagine simbolo, il contributo delle donne alla lotta di Liberazione e hanno vinto un apposito contest tra le scuole della provincia.

E’ importante che anche le nuove e nuovissime generazioni elaborino pensieri e opere che tengono viva la memoria. In tempi in cui la guerra sembra essere tornata una opzione possibile, in cui molti politici e intellettuali (scrittori, giornalisti, cantanti) sembrano piegarsi all’ineluttabilità del ricorso alle armi e al riarmo come strumento di “difesa” dei propri valori, ricordare i disastri materiali, morali, umani che le guerre causano può aiutare a capire, a non cadere nella facili trappole del bellicismo e della retorica nazional sovranista. E’ bello sapere che ragazzi e ragazze di 17 anni hanno lavorato, coi loro insegnanti, per elaborare un manifesto per il 25 aprile e non per la festa di Halloween.

Questi giorni, in prossimità del 25 aprile, sono anche giorni di lutto per la morte del Papa, Jorge Mario Bergoglio, il papa figlio di emigranti piemontesi, venuto dalla “fine del mondo”, dall’Argentina dove la sua famiglia andò a cercare fortuna come oggi fanno milioni di poveri cristi che sbarcano sulle nostre coste, per fuggire da guerre, carestie, persecuzioni, da una vita agra. Un papa amato e stimato dagli ultimi, dai diseredati a cui ha dato spesso voce e dignità, amato e stimato anche dai non credenti e da tutti coloro che si battono per la pace, perché fino all’ultimo istante della sua vita ha parlato forte e chiaro contro il riarmo, contro il bellicismo, contro la follia della guerra, contro i muri, gli steccati, i respingimenti, contro chi “abbaia ai confini degli altri”.

Molti in queste ore piangeranno lacrime sincere, altre invece saranno lacrime di coccodrillo, fasulle come una moneta da 3 euro. Chi sta lavorando per il riarmo, per la guerra ad oltranza, sia in Ucraina che in Medio Oriente, chi non riesce a pronunciare la parola genocidio e definisce i morti civili, anche i bambini, a Gaza come una “fatalità”, non sopportava Papa Francesco e quella sua insistenza pacifista, qualcuno ha dato anche a lui del putiniano e dell’antisemita, del pacifinto e adesso farà finta di piangere contrito, sperando che arrivi un Papa più allineato e coperto sulle posizioni di Ursula Von der Leyen e soci. Noi speriamo di no. Con tutto il cuore.

Ci è piaciuto e ci piace poco anche il tentativo di silenziare le celebrazioni del 25 Aprile, con la scusa del lutto nazionale per papa Bergoglio. Il richiamo alla sobrietà fatto dal Governo Meloni, che il 25 aprile lo vede come il fumo negli occhi, non può esere rivolto a chi celebra la Liberazione. Suona quasi come un insulto.

Buon 25 aprile. Viva l’Italia democratica, antifascista e pacifista.

 

 

 

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