IN DISCOTECA CON PISTOLA E COLTELLO, DUE QUINDICENNI DENUNCIATI A CASTIGLIONE DEL LAGO… GLI ADOLESCENTI E LA MODA DI ANDARE IN GIRO ARMATI

CASTIGLIONE DEL LAGO – La notizia è che una pattuglia di carabinieri è intervenuta, a seguito di segnalazione da pate degli addetti alla sicurezza, in una nota discoteca di Castiglione del Lago, a tarda notte. E l’intervento ha portato alla denuncia di due ragazzini di 16 e 15 anni. I due minori, sono stati trovati in possesso, uno (il 16enne), di una pistola “scacciacani”, marca Bruni, mod.84 senza il tappo rosso e l’altro di un coltello a serramanico con lama di 7 cm di cui aveva tentato di disfarsi. Senza riuscirci. Un coltello e una pistola. In mano a due adolescenti non ancora maggiorenni. A tarda notte. Che ci fanno due minorenni con un’arma da fuoco e con un coltello a serramanico, in discoteca?
E’ normale che dei ragazzini vadano in giro con certi oggetti? A cosa dovevano servire? dove li hanno trovati o acquistati?
No, che non è normale. Non lo è per niente. Non è normale che degli adolescenti si facciano le canne o assumano sostanze stupefacenti (e lo fanno con molta facilità e quasi ovunque), ma che vadano in discoteca armati è peggio. Forse non ci vanno solo in discoteca con il coltello e la pistola in tasca. Magari ci vanno pure a scuola o all’allenamento di calcio o pallavolo…
Al termine delle operazioni di controllo da parte dei Carabinieri, la pistola “scacciacani” e il coltello a serramanico sono stati sottoposti a sequestro e i due giovani sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni dell’Umbria di Perugia per porto di armi od oggetti atti ad offendere, e sono stati affidati alle rispettive famiglie. Chissà se le rispettive famiglie sapevano di quegli oggettini, se avevano mai avuto sentore che i figli andassero in giro armati a 15 e 16 anni…
Il fatto è successo a Castiglione del Lago. Non in una periferia degradata e incontrollata di una metropoli. Anche questo deve far riflettere. E’ di pochi giorni fa, era il 29 dicembre, la notizia di un ragazzo ucciso a coltellate davanti ad una discoteca a Campi Bisenzio, vicino a Firenze. E due giorni fa un ragazzo è stato fermato perché al funerale della vittima ha avuto un alterco con un coetaneo e ha estratto un coltello…
Questa di andare in giro armati sta diventando una moda. E non c’entra niente il clima da “anni di piombo” evocato da alcuni media, quando molti andavano in giro con chiavi inglesi, spranghe e anche con la P38… All’epoca era in atto uno scontro politico feroce tra opposti estremismi, ma c’erano anche le stragi di matrice fascista nelle piazze, nelle stazioni, sui treni, poi arrivò anche il terrorismo brigatista che gambizzava o uccideva giornalisti, politici, magistrati, sindacalisti… Oggi con la pistola o il coltello in tasca i ragazzini ci vano alle scuole medie. E non certo per ragioni politiche.
Due giorni afa a Bressanone in alto Adige un ragazzo è stato aggredito e pestato, con l’intento di ucciderlo, da un “branco” di coetanei che lo hanno insultato come “sporco italiano”. E’ successo ad una festa dei maturandi. Il “branco” era costituito da ragazzi di lingua tedesca che ancora non hanno evidentemente digerito il fatto che l’Alto Adige faccia parte dell’Italia e loro gli italiani proprio non li sopportano. In questo caso, come in molti altri, l’immigrazione non c’entra niente. C’entra invece la cultura dell’intolleranza, del razzismo, la rabbia mai sopita di chi si sente razza superiore e con il vento di destra che soffia in tutta Europa – e non solo – si sente in diritto di rialzare marcare il territorio, di rialzare la testa di sdoganare la violenza come tratto distintivo. Il ragazzo ucciso a campi Bisenzio era di origini marocchine, ma parlava fiorentino; il ragazzo pestato a sangue a Bressanone invece parla come Sinner. Che è di quelle parti, ed è italiano, anche se le tasse le paga a Montecarlo.
C’entra tanto quanto si parla a casa con i propri figli, di cosa si parla e come se ne parla. Al di là di qualche eccezione, razzismo, sessismo, omofobia, cultura della violenza, nascono in casa o in casa non si fa abbastanza per contrastare queste cose. Paradossalmente la cosa che più inquieta in quanto scritto nell’articolo è il fatto che i ragazzi siano stati riaffidati alle famiglie.
e infatti nell’articolo su questa precisa circostanza c’è un punto interrogativo…
Direttore,solo per curiosità, I due ragazzi erano italiani,italiani ?
Solo per curiosità !
Direttore,la tua risposta è stata più che esaustiva !
essendo minorenni la Procura non ha diramato particolari sull’identità dei due ragazzi, né la nazionalità o l’origine. Ma che differenza fa?
La differenza,caro direttore,la fate voi giornalisti ! Con i vostri modi per tacere sulle cose che riguardano gli immigrati i clandestini e gli italiani di seconda generazioni che orgogliosamente gridano di non sentirsi italiani !
La differenza sta nel fatto che già abbiamo i nostri che combinano i guai per emulare le bande di figli di immigrati clandestini !!
Il problema non è che sono stranieri, ma che sono delinquenti, ancorché “emergenti”. Ma sarebbe sciocco negare che certe etnie sono più propense di altre a girare col coltello.