CONCORSOPOLI: L’INCHIESTA CHE DECAPITO’ REGIONE E PD IN UMBRIA. CONDANNE IN PRIMO GRADO PER MARINI, BOCCI E BARBERINI

LA EX GOVERNATRICE ASSOLTA PERO’ DALL’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
PERUGIA – Ricordate l’inchiesta Concorsopoli nella sanità che travolse i vertici dela Regione del Partito Democratico in Umbria e spianò la strada alla destra nel 2019? Il processo di Primo grado si è concluso ieri con una serie di condanne. Due anni a Catiuscia Marini ex presidente della Regione Umbria, 2 anni e 7 mesi a Giampierto Bocci ex segretario regionale del Pd ed ex sottosegretario agli Interni, 3 anni all’ex assessore regionale alla sanità Barberini. L’ex governatrice Marini è stata assolta dall’accusa di associazione a delinquere. Bocci e Barberini invece sono stati condannati anche per questo reato, nonostante la Pubblica Accusa avesse chiesto anche per loro l’assoluzione. Condanna ad un anno anche per l’ex direttore amministrativo Valorosi (assolto per l’associazione a delinquere). Un anno, nove mesi e 10 giorni per l’ex direttore della sanità regionale, Walter Orlandi, assente alla lettura del dispositivo. L’ex direttore generale dell’ospedale, Emilio Duca, la cui posizione è stata stralciata durante il processo per impedimenti legati a motivi di salute, il processo verrà celebrato in separata sede. Condannati anche Eleonora Capini (1 anno e 4 mesi), Marco Cotone (9 mesi e 10 giorni), Potito D’Errico (2 mesi), Rosa Maria Franconi (1 anno e 4 mesi), Patrizia Mecocci (1 anno e 4 mesi), Mario Pierotti ( 1 anno 9 mesi e 10 giorni), Domenico Riocci (2 mesi), Alessandro Sdoga (1 anno e 4 mesi), Antonio Tamagnini (1 anno), Simonetta Tesoro (1 anno e 4 mesi), Elisabetta Ceccarelli (1 anno e 4 mesi), Patrizia Borghesi (2 anni), Mauro Faleburle (1 anno e 4 mesi), Massimo Lenti (1 anno e 4 mesi), Antonio Tullio (10 mesi) e Alvaro Mirabassi (1 anno e 4 mesi). Assolti Andrea Casciari, Pasquale Coreno, Giuseppina Fontana, Vito Aldo Peduto, Milena Tomassini e Tiziana Ceccucci. Non luogo a procedere per Brando Fanelli e restituzione degli atti alla procura per “ulteriore corso del procedimento” per Maria Cristina Conte per la nullità della richiesta di rinvio a giudizio.
L’ex segretario umbro dem, Gianpiero Bocci ha definito la sentenza sentenza “surreale”. La ex governatrice, Catiuscia Marini, ha così commentato il verdetto di primo grado: “Considero molto importante che si è fatta definitivamente chiarezza di non aver mai promosso in questa regione un’associazione a delinquere e di non averne mai fatto parte ai danni del servizio sanitario regionale, questo lo considero un risultato importante. Al tempo stesso rimangono in piedi alcuni reati tipici del pubblico amministratore, tra cui l’abuso d’ufficio e sono serena per il secondo grado, il mio avvocato saprà far valere le mie ragioni come fatto in primo grado per l’associazione. Il mio è stato un lavoro a difesa del Servizio sanitario pubblico, a tutela dei servizi e della capacità di innovazione e ogni mio comportamento è stato improntato ad assicurare quell’accesso al servizio pubblico regionale che vedo pesantemente messo in discussione in questo momento. Sentenza inaspettata? I concorsi in abuso d’ufficio e di falso sono tipici reati che talvolta, quando proprio si vuole mettere in mezzo un amministratore pubblico si usa, sono abbastanza serena e non è un caso che ci sia una grande discussione anche nel Paese e in Parlamento nel ridefinire questa tipologia di reato”.
Per l’ex presidente della Regione insomma la comdanna c’è, ma si ridimensiona la portata del reato. Per Bocci e Barberin resta invece in piedi la contestazione dell’associazione a delinquere, che è l’accusa più grave, quella che di fatto ipotizza l’esistenza di un “sistema” irregolare nella gestione dei concorsi nella sanità pubblica. Ma siamo solo al primo round.
Come da copione, pene estremamente miti che non comporteranno nemmeno un giorno col sole a scacchi. Sull’ accusa decaduta di associazione a delinquere, in perfetta analogia con il processo per i fatti di Bibbiano, mai come in simili circostanze calza a pennello la famosa massima di Piercamillo Davigo : “Un innocente è un colpevole che l’ ha fatta franca”.
La massima di Davigo è una aberrazione rispetto al pensiero giuridico liberale e una cazzata colossale in senso lato, soprattutto in un paese dove vige la presunzione di innocenza fino a prova contraria e fino al terzo grado di giudizio. Personalmente, per formazione culturale e politica comunista, ho paura dei giustizialisti quanto dei corrotti e malversatori. Forse un tantino di più dei giustizialisti, anche quando si dichiarano rivoluzionari…
Sulla presunzione di innocenza meglio che non mi esprimo. Ma al di là di questo, mi sarei aspettato una risposta diversa, del tipo ” Allora parliamo delle tante assoluzioni di Berlusconi”.
Caro Marco, in questo regime ”liberale” vengono dipinti i giustizialisti usati come peso per contrapporli politicamente quando dall’una o dall’altra parte si sia svelata od ipotizzata una verità od un fatto. Ben altro è l’uso che se ne fà a mezzo mediatico che è un altro paio di maniche sempre poi questo dovuto alla proprietà interessata dei media.Dall’altra parte se guardiamo alla storia di questa diatriba chi viene inquisito si appella al fatto che la Magistratura sia usata a scopi politici per colpire l’altra parte politicamente avversa.La storia di Berlusconi parla chiaro ed è anche destabilizzante proprio dell’etica dello Stato ed a pannaggio di credibilità ed a favore spesso solo a chi se lo possa permettere a suon di soldi ma che rimane comunque vada un elemento ed un momento di destabilizzazione, quindi a coloro che invocano il liberalismo in forza della procedura della giustizia credo che ci sia poco da dare ragione poichè un povero diavolo accusato di colpevolezza è cosa difficile che si possa difendere per dimostrare la sua innocenza, quindi di quale liberalismo si tratta ? Liberalismo a parole e basta ed anche a misura dei soldi perchè i fatti sono diversi ed i tre gradi di processi storicamente la maggior parte delle volte spesso sono serviti a poter fruire dell’impunità data la dilatazione dei tempi e quindi della prescrizione(rivedi il nostr’omo di Arcore ma non solo lui chiaramente).C’è poi da dire che chi ha peso politico ed influenze e possiede comparti mediatici possa con gli strumenti che ha in mano influenzare anche l’opinione publica e guarda caso non l’influenza mai a favore dell’etica dei poteri separati dello stato bensì li evoca uno ad uno e li usa corampopulo costruendo tesi di strumentalizzazione politica (che attenzione io non nego che tale strumentalizzazione vi possa essere in qualunque casistica giudiziaria ma un tale discorso è destabilizzante e picconatore anche della stessa giustizia liberale alla quale ci si appella poichè toglie l’autorevolezza di giudizio ad un pilastro fondamentale su cui si basa la nostra Costituzione e la nostra Repubblica, quindi in tutti i casi diventa cosa molto più facile per un potente dire e dimostrare davanti ad una corte di giustizia che non sia colpevole ). Di questo insieme ultimo che ho citato ne ha fruito sia la destra chè la sinistra ma soprattutto il centro chè se si facessero per bene i conti quest’ultimo vedrebbe parecchi dei suoi adepti a giuocare a scacchi col sole ancor oggi.Da che mondo è mondo il potere politico di qualsiasi tipo ha influito sul potere giudiziario e non è un segreto per nessuno e spessissimo la dizione dei tre gradi di giudizio propria di uno stato liberale risulta essere alquanto ipocrita nella misura in cui si affermi come cartello democratico da ostentare, e spesso nel tempo risulta essere più ”velenoso” questo chè il suo contrario proprio di uno stato autoritario.In Russia se vai oltre il limite di critica consentito al governo di Putin tanto bene non ti trovi, come ugualmente negli Stati Uniti se fai un passo al di là della linea gialla a livello organizzativo soprattutto politico contro il sistema ti può anche essere riservato di marcire in galera, ma se la tua critica rimane all’interno delle tue idee personali e ti comporti senza impensierire il sistema puoi fare ciò che vuoi senza temere nulla. Il dramma esiste quando porti in piazza la gente e ti organizzi per contare come peso politico,allora la ”liberal democrazia” non è più liberale ma mette in atto un sistema a suo modo repressivo: le differenza di status economico alla fine non vano messe in discussionee se lo fossero guarda caso si evoca la forza, o dello stato o dei gruppi legati a chi governi. Per il giustizialismo rivoluzionario ritengo anche che nel piatto della bilancia vi possano stare altre considerazioni il cui peso possa essere da una parte giustificazionista e dall’altra azzeratore in maniera violenta di un regime che prima comprimeva al punto che poi si è arrivati alla deflagrazione sia dei diritti sia delle ragioni ma sia anche ripagatore e compressore degli abusi quasi sempre grondanti sangue,eliminati non con le chiacchiere ma con la violenza. Visto per esempio da un angolo critico di sinistra potremmo dire che lo stesso Mao disse al suo popolo che la rivoluzione non è un invito a cena nè un pranzo di gala e che non si possa fare con delicatezza ed eleganza,con tanta grazia e cortesia…….” ed in quella frase sono anche contenute le ragioni certamente del sangue sparso ma che si sono sormontate ad altre che pre-esistevano ed hanno sconfitto altrettante condizioni spesso peggiori di altrettanto sangue, avvenute per secoli nella Cina dei mandarini, degli imperatori e dei signori della guerra che da circa 3-4 secoli collaboravano con gli occidentali.A tal sangue versato per far terminare il flusso si è dovuto purtroppo contrapporre senza pietismo altro sangue, diversamente la storia di quei paesi sarebbe continuata sullo stesso binario e la dimostrazione di questo è stata data dalla storia recente.Oggi, in un periodo relativo di pace per l’occidente stiamo affibbiando tale epiteto di ”giustizialismo” ai regimi autoritari che hanno la facoltà di decidere senza avere ostacoli e contraddizioni interne.Ed è per questo che noi siamo portati a dire che la nostra che viviamo sia libertà nei confronti di tali regimi ma finora poche volte ci sono state critiche che tale libertà nostra l’abbiamo avuta appoggiandosi sul sangue e sul sacrificio di altri. E allora chi parla di liberismo spesso fa un discorso teorico ed a metà, perchè i fatti li copre, anche se li conosce e Camillo d’Avigo quì c’entra poco…..che può aver detto anche una cazzata ma non sempre è una cazzata, mentre la cazzata più grande è quella che a noi ci è dato da sapere e conoscere che è quella della libertà e del liberalismo contrapposti alla visione dello stato autoritario e di natura-diciamo noi- che sia nettamente migliore…ed in tal considerazione forse non si pensa e non si valuta quanto sangue di altri sia costata la nostra libertà.Pensate forse che la vittoria attuale del Labour Party contro i Tories di ieri in Inghilterra abbia ribaltato il sistema come vorrebbero far intendere i maggiori mass media occidentali e gli stessi del Labour Party ? State tranquilli che i poveri di quel paese rimarrano pressochè invariati perchè ambedue i partiti in contesa useranno lo stesso sistema ripartitorio della ricchezza e l’economia varierà di poco ma sarà quel poco che permetterà all’una o all’altra parte di cantare vittoria.Disse proprio bene Karl Marx quando la situazione di ieri era molto più grave di oggi per le masse lavoratrici europee: ”l’unico modo che possa spezzare questo sistema è una rivoluzione ! ” Ed oggi,almeno per oggi, nella testa di chi avrebbe maggiormente bisogno, tale idea non si ripropone, ma anzi spesso sono proprio loro che frenano,almeno in casa nostra perchè spesso basta cambiar nome e non politica..e come si diceva una volta:”le luci attirano gli allocchi ! ”…Che poi la progressione verso una implementazione del benessere e della libertà sociale ed individuale sia una questione che prenda un tempo lunghissimo siamo tutti d’accordo e siamo tutti d’accordo che intorno a tale movimento si dipanino le critiche anche asperrime al sistema, ma come viene riconosciuto attualmente anche da molte trasmissioni in TV di carattere documentaristico-storico,il senso della storia mi sembra che sia in progressione positiva nella divulgazione e nella conoscenza di tutti, in base al principio che non si possa criticare senza conoscere.Mi sembra-almeno a me- che sia di nuovo partita una nuova tendenza che guardi alla consapevolezza della conoscenza storica degli eventi, quegli stessi eventi che una scuola -che comunque è stata di classe per decenni ed ancora continua ad esserlo poichè in diretta dipendenza con l’economia- non ci ha mai fatto conoscere e chi li conosca oggi ha dovuto informarsi con le proprie forze e volontà ed in maniera limitata, poichè ancor oggi una parte della popolazione giovanile è costretta a disertarle per ragioni soprattutto economiche. La differenza fra un sistema privato di dare cultura ed un sistema pubblico-tanto per fare i raffronti- si poteva vedere anche dagli anni 50-60 del secolo scorso fra i due massimi sistemi : negli Stati Uniti con grandi investimenti privati la ricerca è proceduta in maniera veloce e redditizia e tecnologicamente all’avanguardia procurando di inviare ai vertici politici dello stato nei suoi pricipali gangli, persone formate nei Campus Universitari la cui frequentazione di studi a tutt’oggi è arrivata a costare a seconda di dove si studi a 150.000 dollari all’anno ma anche all’epoca degli anni 50-60 era in proporzione ad oggi, mentre in Unione Sovietica anche un semplice contadino se meritevole aveva possibilità di elevarsi culturalmente ed essere utilizzato per la socialità, la cui socialità lo ripagava con mezzi e misure abbastanza diverse da quelle della popolazione normale.Era l’utilizzo delle possibilità anche intellettuali racchiuse in un popolo che venivano utilizzate per costruire senza barriere una società che avrebbe in poco tempo raggiunto anche l’alta tecnologia e scienza degli USA ed in diversi campi anche a superarla. ecco quindi da qui il principio che per interpretare e criticare occorra conoscere e su certi fatti non si può criticare rimanendo nella superficialità,perchè oggi và di moda ed è di uso comune tutto questo.
Come al solito,la magistratura ” DEMOCRATICA ” ,fa una piccola lavata di testa ai suoi ragazzi !
Alla ” bulletta ” viene, quasi, annullata la pena !
LA magistratura a servizio della sinistra !
X Niccolò Martinozzi.Può anche essere ciò che dici tu Niccolò, ma dicendo così strutturi il fatto che o non debbano più esistere i poteri separati degli organi dello Stato e che quindi dipendano per conseguenza reale dal Governo in carica oppure lasci ad ogni piè sospinto che la Magistratura venga intesa come un organo ”colpevole” che giudichi con criteri politici gli inquisiti. Nel caso di cui si parla pur non essendo dentro le carte giudiziarie tu ti erigi a giudice di ciò che giudichi la Magistratura e lo fai a seconda della parte politica che intendi sostenere, invece dovrebbe essere tutto il contrario e cioè che le sentenze si accettano perchè basate su prove non su immaginazioni.Questo dice la legge! Questa è la vera giustizia e se tutti facessero come faceva il padrino di Arcore che quando veniva inquisito lo inquisiva la Magistratura Rossa e quando veniva assolto questo era il giudizio della ” Magistratura indipendente” lo capisci che non si và da nessuna parte ? Ecco il motivo per il quale le sentenze si accettano, poi si può fare ricorso ed esiste il terzo grado di giudizio per il quale l’imputato non sia colpevole se non condannato definitivamente ma lo capisci o no che come sia stata costituita la politica nel corso dei decenni dopo la guerra tutto questo diventa un guazzabuglio dove prevalga il più forte e non il più giusto ? E allora di quale democrazia ci dobbiamo far portatori se si arriva a questi punti ? Fin’ora nelle aule dei tribunali c’è scritto che la legge è uguale per tutti ma a me sembra che se uno venga condannato ed alzi il ditino e dichiari che viene condannato perchè politicamente lo si voglia annullare ed escludere dalla competizione politica, allora la legge che rimane è quella del più forte come piace a diversi al giorno d’oggi, o no ? In pratica sono le organizzazioni criminali che vincono in italia e l’Italia tu mi insegni che di queste abbondi e tali organizzazioni pesano sulla politica, eccome se pesano perchè la organizzano a pro loro….come sempre è stato e chi ne è stato permeabile a tutto questo ? Tutti ? Proprio tutti ? Mi sembrerebbe proprio di no a quanto ne sappia, perchè ci sono stati partiti politici che si sono retti principalmente su questo come tu ben conosci, su questo e sulla propaganda dell’oltre Tevere e la conseguenza è quella anche che la gente normale non creda più a nulla mentre nello stesso tempo di questa situazione c’è chi ne approfitta calando il qualunquismo in mezzo alla gente e siccome sono anziano a me avrebbero anche insegnato che bisogna sempre chiedersi ”per quale interesse si abbiano certi comportamenti”…cosa difficilmente smentibile quest’ultima.