LE SUORE TROPPO SOCIAL DI PIENZA E LA LORO STRENUA “RESISTENZA” ALLA CURIA E AL VATICANO

giovedì 23rd, febbraio 2023 / 11:46
LE SUORE TROPPO SOCIAL DI PIENZA E LA LORO STRENUA “RESISTENZA” ALLA CURIA E AL VATICANO
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PIENZA – Probabilmente era dal 1626 che un convento di suore toscano non faceva parlare di sé con tanto clamore e non assurgeva agli onori delle cronache. Quattrocento anni fa succedeva per le visioni mistico-erotiche di una giovane badessa e per la condanna che la stessa subì per eresia e per aver intrattenuto una relazione omosessuale tra le mura del convento. Ne abbiamo scritto proprio ieri, annunciando l’uscita del film del regista olandese Paul Verhoven su quello spinoso caso che si verificò a Pescia. Adesso a riempire le pagine dei giornali è il convento delle monache di clausura di Pienza. La città del papa umanista Pio II, nella Toscana del sud. Valdorcia per la precisione.

“Altro che monache di clausura, le tredici «sorelle» di Pienza sono diventate pop, anzi social. E nei cinque anni di «regno» di suor Diletta, la madre superiore con un passato da marescialla delle Guardie Forestali, hanno aperto il monastero a Facebook, con annunci dal sapore pubblicitario. Con tanto di slogan mediatico: «Vuoi sperimentare una nuova avventura? Vieni cinque giorni in clausura», si legge in un post con indirizzo e numero di telefono cellulare che però adesso squilla invano” scrive il Corriere della Sera.

Non solo: sempre da quanto riferisce il quotidiano più letto d’Italia “le ex riservatissime religiose dello straordinario borgo in provincia di Siena, hanno anche deciso di organizzare mercatini e trasformare gli spazi che forse un tempo sarebbero stati destinati a celle di meditazione, in una sorta di B&B” con tanto di cucina componibile in legno…

Mercatini che avrebbero suscitato qualche perplessità e pure qualche verifica sul campo da parte del sindaco per accertare il rispetto delle norme di igiene e sicurezza…

Ma la condotta un po’ troppo social e imprenditoriale delle religiose del convento pientino ha smosso anche la Curia arcivescovile di Montepulciano-Chiusi e Pienza che le ha più volte richiamate all’ordine, finché non è intervenuto direttamente il  Vaticano, con la mano pesante. Via la Madre Superiora, Suor Diletta, rimossa e sostituita con motivazioni coperte da segreto. Di fatto un vero e proprio commissariamento del monastero.

Ma le suore, compatte come un collettivo studentesco o un presidio di fabbrica occupata, si sono tutte schierate a fianco di Suor Diletta facendo quadrato contro ogni tipo di trasferimento o sostituzione. Una vera e propria azione di “resistenza” verso il potere costituito. Con le monache di clausura pientine che adesso rischiano però l’anatema e addirittura la “riduzione allo stato laicale”. 

Il Decreto del Vaticano (precisamente del  Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica), con cui si dispone la sostituzione della Badessa, è del 13 febbraio scorso.  Poco dopo, il vescovo aveva diffuso una nota in cui auspicava un “accordo che preservi il bene di tutti”.  Speranza vana, perché suor Diletta e le sue consorelle hanno alzato un muro che i centrali della Emma Villas Siena se lo sognano.

Le suore infatti contestano duramente sia la Diocesi che la stessa santa Sede: «Questa comunità monastica respinge ogni accusa – si legge – anche solo remota, di disubbidienza e resistenza, ai comandi dei legittimi Superiori». Però le 13 sorelle non accettano il trasferimento della madre superiora e la sua sostituzione con una nuova badessa.

Alcune indiscrezioni parlano di ulteriori richiami ufficiali da parte delle autorità ecclesiastiche, ma se le suore non cederanno scatterà il provvedimento più drastico: la riduzione allo stato laicale. 

La vicenda sembra un storia di altri tempi. Ma anche questa, nel mondo globalizzato e social del 2023, assume contorni inusitati, perché è inusuale assistere alla contestazione dei superiori e alla “resistenza” agli ordini da parte non di un reparto militare o di una squadra di operai, ma di un convento di suore. Di clausura per di più. E a noi viene spontaneo parteggiare per le suore. Per la loro resistenza.

In ogni caso, se la questione dovesse davvero mettersi male (dal punto di vista religioso) per loro con la riduzione allo stato laicale, da laiche un lavoro non solo lo troveranno, ma ce lo hanno già: sanno come si realizza, si gestisce e si promuove un Bed & Breakfast. A Pienza e in Valdorcia ce ne sono tanti, ma non bastano mai…

m.l.

Nella foto (Corriere.it): le suore di Pienza

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