STAZIONE IN LINEA: I DUBBI DI UN ESPERTO. E ANCHE IL PD VALDICHIANA COMINCIA A RAGIONARE

STAZIONE IN LINEA: I DUBBI DI UN ESPERTO. E ANCHE IL PD VALDICHIANA COMINCIA A RAGIONARE
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CHIUSI – A sostenere che l’ipotetica stazione in linea per l’alta velocità, dovunque venisse realizzata, sarebbe un’opera inutile e dannosa per i territori adesso c’è anche qualche esperto. E’ il caso dell’ingegnere Luca Scateni. Aretino, docente, matematico, da anni  impegnato in tema di trasporti con interventi e proposte sulle principali arterie ferroviarie in tutta Italia. In una intervista a Perugia Today l’ingegner Scateni parla delle ricadute negative, che sarebbero più di quelle positive, dei rischi per i pendolari e facendo una analisi dei costi e dei benefici boccia l’atteggiamento della politica sull’argomento, sia sul versante umbro che su quello toscano. “Guardi –  risponde all’intervistatore – io non credo di dover insegnare nulla alla politica. Però è un fatto che la nostra politica locale, tanto quella umbra quanto quella toscana, ci hanno abituato negli anni ad abbagli, chimere e iniziative non certo brillanti”. Parole che lasciano poco spazio all’interpretazione. E si spiega meglio: “Se fosse possibile considerare intelligente una stazione Alta Velocità, che dovrebbe sorgere in una posizione grosso modo baricentrica tra le province di Siena, Arezzo e Perugia, in una serie di location che però non sono funzionali a nessuna delle tre province a causa della totale mancanza di efficienti collegamenti stradali e ferroviari in queste zone, ma che vengono spacciate come bacini di utenza potenziali che a momenti nemmeno città come Roma o Firenze potrebbero avere (l’assessore regionale umbro alle infrastrutture Melasecche addirittura parlava della provincia di Grosseto), allora significa che la politica stavolta ci ha offerto una primizia di rara lungimiranza”. L’ing. Scateni non si dice contrario alle opere pubbliche, tutt’altro. “Qui però – afferma –  la questione non è se questa opera vada fatta, quanto a chi risulterebbe veramente utile. Nel caso specifico, come già detto precedentemente abbiamo un’opera che dovrebbe sorgere in quello che, infrastrutturalmente parlando, è un deserto, a servizio presunto di ben tre province (se non quattro). Dato che basta raffrontare i numeri proposti della potenziale utenza con quelli della popolazione locale delle zone direttamente interessate per capire che praticamente ci mancava poco che si contassero anche i neonati e i defunti tra i potenziali utenti, è necessario dunque andare oltre a questi numeri”.  E a questo punto, nella citata intervista, l’ingenere artino ricorda che la linea AV nella tratta Firenze-Roma è stata realizzata 50 anni fa, non è potenziabile strutturalmente, e la stazione “volante” servirebbe solo a Trenitalia per consentire scambio e sorpasso e magari l’inerimento di nuove tracce orarie. A danno però di tutti gli altri servizi ferrovieri. Perché come è già avvenuto negli i20 anni, per privilegiare l’alta velocità, prima sono stati soppressi i merci, poi gli intercity, con una stazione in linea a metà strada il gestore ferroviario potrebbe sostenere che non servono più neanche i regionali veloci. Quelli per capirsi che prendono i pendolari… Quindi la stazione in linea finirebbe per concludere il lavoro dello scippo del servizi ferroviari per la ma maggior parte dell’utenza dei territori.

Quanto alle ricadute sbandierate dalla politica, l’ing. Scateni taglia la testa al toro, prendendo ad esempio l’ipotesi più accreditata come location, quella di Rigutino, vicino ad Arezzo:  “Sì. Avremmo certamente tante ricadute positive. Ma, di nuovo, per chi? Forse che la piccola cantina di vini vedrà gente venire con il Frecciarossa espressamente da Milano per acquistare del vino da loro? Possibile, ma improbabile non crede? O forse ne avrà beneficio il piccolo negozio alimentare, la bottega artigiana, il libero professionista? Certo, ma parliamo di numeri talmente risicati che è evidente che i benefici per il territorio siano pressoché ininfluenti con una stazione progettata in questo modo. Chi vorrà venire ad Arezzo prevedibilmente preferirà il cambio a Firenze per giungere in pieno centro. Chi vorrà venire a Perugia o Siena si ritroverà a scendere in mezzo ad un campo. Peraltro un campo la cui posizione più accredita parrebbe essere Rigutino, a 12 chilometri da Arezzo, cioè dove insiste, fin dalla costruzione della linea Direttissima, una interconnessione che collega la città direttamente con la linea Alta Velocità, ed è oggi utilizzata dal Frecciarossa Perugia – Milano. Questa considerazione ci porta ad ipotizzare che la realizzazione di questa Stazione Alta Velocità potrebbe addirittura rappresentare una minaccia per i pendolari della Toscana aretina e cortonese, tanto quanto per i pendolari umbri”.

“(…)  Sembrerebbe – dice ancora Scateni – che l’alta velocità sarà alla portata di tutti. Ma di tutti chi? Forse quelli della Valdarno che si dovranno fare un’ora di autobus per venire a prendere il treno a Rigutino? Per gli aretini che oggi hanno i Regionali Veloci in centro città beneficiando di parcheggi e mezzi pubblici? Per quelli dell’Umbria che si vedranno costretti anche loro a un’ora di autobus come minino quando la strada regionale che collega Rigutino con l’Umbria non sia intasata dal traffico”… 
Evidente che il discorso – questo lo diciamo noi – è perfettamente sovrapponibile e applicabile anche all’ipotesi Farneta e a quella di Salcheto (o Montallese-Tre Berte che dir si voglia). In entrambi i casi infatti la stazione sorgerebbe ugualmente “in mezzo ad un campo” e in assenza di connessioni. Connessioni che invece esistono e funzionano presso le stazioni attuali di Arezzo e Chiusi, dove i treni AV già si fermano.
L’esperto aretino non risparmia critiche alla politica che è salita sul carro della Medio Etruria troppo entusiasticamente e senza porsi la fatidica domanda “cui prodest?”
Per fortuna anche nella politica qualcuno, sia pure con qualche titubanza e un certo ritardo comincia forse a rendersene conto e ad aggiustare il tiro.  E’ di due giorni fa una presa di posizione del Pd della Valdichiana senese, che modifica un po’ l’atteggiamento del partito di maggioranza sulla questione e sembra puntare più decisamente verso il potenziamento e la valorizzazione (in sostanza per le stesse ragioni addotte dall’ing. Scateni e nel nostro piccolo anche da questo giornale, e non da adesso) della stazione di Chiusi, dei servizi ferrovieri “normali” e sull’adeguamento indispensabile della rete stradale di collegamento anche verso Perugia e l’Umbria, con chiaro riferimento allo “sfondamento” verso Chiusi della Pievaiola già ammodernata fino a Tavernelle.  Il Pd Valdichiana torna a parlare anche del Centro Merci rimasto incompiuto a Chiusi e del “passante di Terontola” che in realtà sarebbe una bretellina ferroviaria di pochi km (meno di 10) fra Tuoro e Castiglione del Lago, per consentire ai treni da e per Perugia di non arrivare a Terontola e poi tornare indietro per raggiungere Chiusi.
Il testo del Pd Valdichiana ricalca la posizioni più volte espresse personalmente nei mesi scorsi dal coordinatore Marcello Fallarino che però predicava nel deserto.  Adesso diventano la posizione del partito che invece sembrava straconvinto della necessità della Medio Etruria.  Ben vengano i ripensamenti e gli aggiustamenti di tiro. Il Pd comincia a ragionare. E’ un fatto positivo. Ecco la nota del Pd Valdichiana:
NUOVE STRADE PER LE FERROVIE
Il Partito Democratico della Valdichiana, vista la proposta per “Un nuovo progetto di sviluppo del trasporto ferroviario nella Toscana del Sud” presentata da alcuni Comuni del Senese, ripreso anche dalla direzione provinciale del PD, fà proprie alcune proposte ed indicazioni, a partire dalla richiesta di modernizzazione ed efficientamento della linea Siena-Chiusi, con una possibile revisione del tracciato e la sua elettrificazione. Le esigenze dei pendolari (studenti e/o lavoratori) vanno di pari passo con un rilancio per uso turistico del treno, come elemento di conoscenza ed integrazione del territorio.
La ferrovia può diventare strategica per avvicinare Siena ad Arezzo, tramite il nodo di Sinalunga, o Firenze, con il completamento del raddoppio della Siena-Empoli ed anche la vicina Umbria, valorizzando la stazione di Chiusi-Chianciano Terme.
I collegamenti ferroviari, soprattutto per il loro minor impatto ambientale, impongono una sfida che dobbiamo saper cogliere.
La stazione in linea AV Media Etruria fa tanto discutere. Il piano strutturale di area della Valdichiana Senese ne ha individuato la possibile collocazione in zona Montallese, tra la linea di Siena e la Direttissima. Tale proposta, insieme alle altre poste sul tappeto, dovrà essere valutata attentamente in base a costi- benefici, tenendo conto delle compatibilità ambientali, economiche, tecniche, i tempi di realizzazione ed il miglioramento effettivo del servizio alle persone. Nella scelta devono pesare non solo le problematiche tecniche ma la necessità di investimenti strutturali prioritari in gran parte dei nostri territori perché non si può rischiare di isolare ancora di più comunità che già sono lontane dalle principali vie di comunicazione, sia su gomma che su ferro.
Vogliamo sottolineare con forza (messo in secondo piano nei media dalla scelta della stazione AV) il bisogno, fin da subito, di maggiori servizi di qualità nelle stazioni che già sono adeguate alle fermate, come Chiusi ed Arezzo. Sono stati fatti investimenti milionari per renderle agibili alle fermate dell’AV; senza attendere studi che confermino o meno la necessità della stazione in linea, che rimanda in là nel tempo nuovi servizi di mobilità è auspicabile agire subito per migliorare la qualità e quantità dei servizi (treni e fermate).
La soluzione c’è ed è immediata: confermare le fermate dei treni AV nella stazione di Chiusi-Chianciano Terme per tutto l’anno e non solo stagionalmente, come servizio turistico; prevedere almeno una coppia di treni in più verso nord e verso sud in modo da garantire andata e ritorno nella stessa giornata; garantire ed aumentare la presenza di treni Intercity, sia nelle fasce orarie scoperte dal servizio AV sia per fornire una alternativa, anche economica, piu’ accessibile. Il bisogno di collegamenti più efficienti che chiedono i Cittadini di un vasto territorio dall’Amiata al Trasimeno va reso più agevole.
In termini di tutela dell’ambiente dovremmo considerare la possibilità che Chiusi potrebbe offrire con l’interporto per lo scalo merci, mai completato, che insieme a quello della Valdelsa garantirebbe qualità negli scambi gomma-rotaia per tutta la provincia e non solo. Chiusi potrebbe diventare ancora più strategica per i collegamenti con Perugia e con il vicino aeroporto di Perugia, via ferro con il passante di Terontola e con il completamento della statale Perugia Chiusi della Val Nestore, progetti appoggiati e proposti dal Pd del Trasimeno.
Partito Democratico Valdichiana
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