DOMENICA 24 LA MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI: “FERMATEVI, LA GUERRA E’ UNA FOLLIA!”

Domenica 24 aprile, vigilia del 25 aprile festa della Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo, si terrà la Marcia della Pace Perugia-Assisi. Per la prima volta nella sua storia la marcia si concluderà in piazza San Francesco anziché alla Rocca di Assisi. Lo slogan scelto dagli organizzatori è “Fermatevi, la guerra è una follia”. Questo per dire basta al conflitto in Ucraina e a tutti gli altri in corso nel mondo.
“Marceremo con Papa Francesco” dicono Flavio Lotti, anima della PerugiAssisi, e padre Marco Moroni, custode del Sacro Convento, presentando l’appuntamento, anch’egli voce del “Tavolo ella pace” che organizza la manifestazione.
“Papa Francesco sarà con noi – sottolinea Lotti – con tutto il suo messaggio e il linguaggio dei segni che sta utilizzando in maniera così copiosa e significativa. Insieme a lui vogliamo dire la sola cosa che si può dire davanti a una guerra e cioè che bisogna fermarla. La sola cosa per la quale ci metteremo in cammino”.
Lotti e Moroni parlano di “una marcia necessaria per far crescere un movimento di cittadini e cittadine che si uniscano a Papa Francesco e al suo grido ‘fermatevi’. Abbiamo bisogno che dal basso cresca un movimento per evitare l’escalation della guerra e altre stragi come quelle delle quali veniamo a sapere ogni giorno. Abbiamo bisogno di evitare che questa guerra arrivi anche da noi perché questo è il pericolo del giorno prima. C’è stato il grido importante dei sindaci perché già i bilanci stanno soffrendo, non è solo il prezzo della benzina. C’è un’onda d’urto della guerra che rischia di mettere tantissime persone in grande sofferenza. La PerugiAssisi sarà quindi la marcia delle persone che si vogliono prendere cura le une delle altre”.
“Camminiamo con Papa Francesco e con Francesco” aggiunge padre Moroni, invitando tutti i partecipanti è “a recarsi, al termine della marcia, sulla tomba di San Francesco per implorare la pace, per chiedere, per noi, per chi guida oggi le Nazioni, lo stesso spirito che lo ha animato. Che lui, fratello di tutti può davvero donarci”.
La marcia della pace Perugia-Assisi fu ideata da Aldo Capitini, l’apostolodella non violenza, il Gandhi italiano, come fu definito, nel 1961, quando il mondo si trovò sull’orlo di una nuova guerra mondiale dopo la crisi dei missili a Cuba… Fu ripresa nel 1978, nel decimo anniversario della morte di Capitini, da allora ne sono state fatte altre 21.
Memorabili quella del 1985 che vide la presenza di oltre 50 mila persone, fatta con l’obiettivo di bloccare le spese militari italiane, quella del maggio 1999, contro la doppia guerra nel Kossovo i bombardamenti su Belgrado avallati anche dal governo italiano guidato da D’Alema, e quella del 14 ottobre 2001, dopo l’attentato alle torri gemelle e il G8 di Genova, cui parteciparono, secondo gli organizzatori, circa 400.000 persone. L’ultima si è svolta nel 2018 con lo slogan “Osiamo la fraternità”.
Per volontà degli organizzatori, da Capitini al “Tavolo della pace” la Perugia-Assisi non è mai diventata un appuntamento fisso, annuale, ciò, perché non diventasse uno “stanco rituale”. In sostanza la marcia si fa quando c’è bisogno, quando serve alzare la voce e farla sentire ai governanti. E dalla prima edizione all’ultima ha sempre visto sfilare, su quei 24 km dal capoluogo umbro alla città di San Francesco, il pacifismo italiano laico e cattolico: gli scout e i comunisti; i radicali e gli obiettori di coscienza insieme ai tanti movimenti del volontariato e della cittadinanza attiva; i comitati contro le basi militari e gli anarchici insieme a frati, suore, preti e pure qualche vescovo… La bandiera della pace coi colori dell’arcobaleno è stata utilizzata per la prima volta in Italia proprio alla marcia Perugia-Assisi organizzata nel 1961 da Aldo Capitini che la ripropose dopo averla sventolare in manifestazioni simili negli Usa e in Inghilterra, famosa una marcia promossa dal filosofo Bertrand Russel. Il drappo originale arcobaleno di Capitini è custodito nel palazzo dei Priori di Perugia. Chi può partecipi. Noi ci saremo.
m.l.
Dopo tante marce per la pace, a questa di oggi non me la sono sentita di partecipare. Nessun dolore reumatico intendiamoci, solo che la motivazione di fondo con la quale è stata indetta la marcia Perugia Assisi edizione 2022: “Fermatevi, la guerra è una follia”, con quei due proiettili dipinti sul manifesto che annunciava la marcia, di colore diverso che percorrevano una traiettoria inversa non mi ha convinto. Ho avvertito tanto ideologismo. Siamo tutti contro la guerra, ma quella di oggi è una marcia che cade in un periodo storico che vede nel concreto un conflitto dove da una parte ci sta un aggressore: la Russia con a capo un dittatore criminale di nome Putin, dall’altra un popolo aggredito. Far finta che questa particolarità non ci sia, disegnare vignette come quella disegnata da Vauro oggi, dove un militare con la clava, dice all’altro militare anche lui ridotto all’uso della clava: Ma chi di noi è l’aggressore e chi l’aggredito?. L’altro militare replica: “E chi se ne ricorda”. Ecco una forma di disinformazione peraltro odiosa perché qualunquista e non ce lo nascondiamo, filo Putin. Che bisogna lavorare affinché la diplomazia riesca a portare al tavolo delle trattative un riluttante Putin, ovviamente è un tentativo che va sostenuto. Ma deve essere chiaro che da un aggressore del peso militare come la Russia, tutti abbiamo il dovere di dare una mano agli ucraini a difendersi. Per farlo sia chiaro, non bastano le buone intenzioni, nemmeno mazzi di rose. Per fermare gli aerei e i missili, ci vuole una contraerea tecnologicamente avanzata. Il Tavolo della trattative si potrà gestire meglio da parte di tutti i protagonisti, se sul fronte militare la risposta degli ucraini è forte e capace di infliggere serie perdite all’aggressore. Dai tempi del Vietnam prima e del Cile poi, che sono stato sempre dalla parte dei sfruttati, dei più deboli. E proprio in Cile dove l’internazionalismo solidale non poté fare nulla, lì la Democrazia appena nata, fu soffocata. In Vietnam invece grazie anche ad un possente movimento internazionale e agli aiuti militari concreti che arrivarono dall’ex URSS, l’imperialismo fu sconfitto. Oggi far crescere quel movimento d’opinione in Russia è impossibile, ti arrestano per almeno 20 anni, se non si viene immediatamente uccisi dagli scagnozzi del criminale pelato. Tornando all’Ucraina, dobbiamo capire fino in fondo la portata dello scontro. Lì su quelle pianure ricche di materie prime, non si sta giocando solamente una partita per i confini, i cuscinetti territoriali per la sicurezza. Lo scontro vede da una parte tutto un di mondo governato da dittature più o meno sanguinarie, che ha deciso di dare una spallata alle poche democrazie che sul pianeta Terra esistono e operano. Certo pur tra mille difetti, ingiustizie. Quello che fa inorridire, che a questo disegno politico pericolosissimo per il genere umano e per la salute della Terra, abbiano prestato la loro manovalanza personaggi come Salvini, la bionda mascellata Le Pen e molti altri. I primi dati che stanno arrivando da Parigi, ci dicono di un Macron vincente, dunque sembrerebbe che la bionda con il ghigno incorporato, abbia preso una ennesima dentata.