E ALLORA LE FOIBE? COME IL RICORDO DI UNA TRAGEDIA E’ DIVENTATO PROPAGANDA E “ORGOGLIO FASCISTA”

mercoledì 10th, novembre 2021 / 10:29
E ALLORA LE FOIBE? COME IL RICORDO DI UNA TRAGEDIA E’ DIVENTATO PROPAGANDA E “ORGOGLIO FASCISTA”
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LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DELLO STORICO ERIC GOBETTI A CITTA’ DELLA PIEVE
CITTA’ DELLA PIEVE – “Incontro molto partecipato quello di oggi pomeriggio che ha visto lo storico Eric Gobetti illustrare il contesto dei fatti in cui è maturata la vicenda delle foibe. A dialogare con lo studioso, il giornalista Marco Lorenzoni e Carmine Pugliese, organizzatore, con Arci note, dell’evento.
Il titolo dell’agile libello “E allora le foibe?” recupera in senso ironico la domanda polemica che spesso si ripete sull’argomento, tra i più divisivi della nostra storia contemporanea. 
Il tema è scottante ed è trattato come solo uno storico può fare, evitando l’uso distorto del passato e la strumentalizzazione a fini politici, in un’opera dal taglio divulgativo, adatta ad un pubblico ampio, interessato al racconto dei fatti, degli antefatti e delle conseguenze.
L’autore ha iniziato col distinguere le foibe del ’43 da quelle del ’45, spiegando, tra le altre cose, come l’espressione “pulizia etnica” in ogni caso non sia adeguata perché non c’è stato l’obiettivo di colpire gli italiani in quanto tali ma si è trattato di stragi e violenze, non certo giustificabili, legate ad una contrapposizione politica e ideologica in un contesto di guerra.
Tra gli argomenti affrontati, ovviamente, anche il grande esodo giuliano dalmata – che vide esuli le vittime della sconfitta dell’Italia in guerra, doppiamente vittime anche perché esuli in patria – e il cosiddetto “controesodo” di alcune migliaia di comunisti italiani che andarono in Jugoslavia nel dopoguerra nell’intento di “costruire il comunismo” e incorsero nella repressione titina.
Molto interessante l’analisi dei motivi per cui a lungo in Italia non si è parlato delle foibe: Gobetti ha parlato dei meccanismi per cui uno Stato sceglie di fare, attraverso precise strategie, una “politica della memoria”, mostrando come la vicenda delle foibe non sia stata evidentemente strumentale al tipo di memoria che il Parlamento italiano, in cui i partiti anticomunisti hanno sempre avuto la maggioranza, voleva tramandare.
Il discorso più volte è tornato sulle pesanti ripercussioni dell’assenza in Italia di un processo contro i criminali di guerra e sulla continuità con il regime fascista che ha caratterizzato, in età repubblicana, tutti i campi dell’amministrazione statale. La legge 92 del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo semplifica la vicenda delle foibe e la riduce a uno scontro di slavi contro italiani, acquisendo in modo acritico il punto di vista neofascista. E così è accaduto che oggi il Giorno del Ricordo è, in sostanza, divenuto una giornata di orgoglio fascista.
In conclusione, non un libro di ricerca ma un’opera che punta a sintetizzare una ricostruzione su cui gli storici sono sostanzialmente d’accordo, un libro molto utile a fare chiarezza su fatti storici senza faziosità.
Lucia Annunziata
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