CHIUSI, LA MAGGIORANZA SCRICCHIOLA (PARECCHIO) PRIMA DI COMINCIARE. MA LE OPPOSIZIONI NON STANNO MEGLIO

CHIUSI – E’ passata una settimana dalla seduta inaugurale del nuovo Consiglio Comunale eletto il 4 ottobre. Del quarto assessore annunciato dal sindaco Sonnini come “figura di alto profilo” da pescare all’esterno del consiglio stesso, cioè non tra gli eletti, ancora nemmeno l’ombra. Non che se ne senta la mancanza, anche nella precedente consigliatura, gli assessori erano solo 3 e tutti e tre eletti.
Ma se Sonnini lo ha annunciato, avrà avuto le sue buone ragioni. Prima fra tutte quella di dare un segnale, forse un contentino, alle forze che della coalizione di centro sinistra che sono rimaste fuori dall’esecutivo e che – a giudicare dalle facce, dai mugugni e dalle fughe di sabato mattina alla seduta del consiglio e dalle assenze alla Cena della Vittoria di sabato sera – sono tutt’altro che quiete e soddisfatte. La corrispondenza di amorosi sensi all’interno della coalizione è già finita come certe lune di miele che finiscono durante il viaggio di nozze.
La mancata nomina dell’assessore esterno da parte del sindaco (chi glielo ha fatto fare di annunciarla? poteva limitarsi a dire che c’era questa possibilità, in caso di bisogno. Ma se lo ha fatto significa che lo ha dovuto fare. Altrimenti non si spiega) è un segnale di debolezza. Di contrasti ancora latenti. Di accordi non trovati, di una “quadra” che non c’è.
Certo aver sbandierato la nuova e inedita coalizione di centro sinistra con Pd, Psi, Podemos, M5S e Sinistra Civica ed Ecologista, come “un modello da proporre a livello regionale e nazionale” e ritrovarsi immediatamente in queste condizioni, non è una bella partenza. E il silenzio totale – diremmo tombale – di tutti i comparenti sui social, sulla stampa, non è che la conferma delle difficoltà in cui si dibatte il povero Sonnini. Viene in mente il film “Il silenzio degli innocenti”. Quanti siano in realtà gli innocenti è cosa dubbia. Che ci sa qualche cannibale in giro no, quella è cosa sicura.
Qualcuno commenta sui social dicendo che in una coalizione larga ci sta che possano sorge in mente re frizioni e che è comunque “meglio una coalizione debole e dialettica che una oligarchia assolutista” come prima (ora che la giunta Bettollini, Micheletti, Marchini, Masci possa essere definita una oligarchia assolutista sembra francamente una forzatura). Tutte le opinioni sono legittime, ma è ovvio che una coalizione debole e già minata in partenza da contrasti non appianati, patti non rispettati, risposte mancate, si porti dietro un rischio latente: quello dell’immobilismo. Del non far niente per non creare dissapori o incazzature dentro casa… E questa è l’ultima cosa di cui una città come Chiusi ha bisogno.
Sonnini lo sa. Non viene da… Navacchio. Per questo i tre assessori li ha scelti lui, diciamo così, di sua fiducia, pescando tra gli eletti, anzi tra quelli più votati o più vicini a lui. Gli manca il quarto con cui accontentare gli altri. O far capire che l’importante è “fare squadra”, non solo chi gioca.
Difficile che qualcuno tra gli 8 eletti della maggioranza si metta subito di traverso. Ma se, per qualsiasi motivo (anche un patto non rispettato), i due consiglieri dei Podemos, per esempio, votassero per marcare la differenza con le opposizioni, in Consiglio avremmo un 6-6, con il voto del sindaco decisivo. E se oltre ai Podemos si smarcasse anche qualcun altro, ad esempio Valentina Frullini che è indipendente, Mattia Bischeri che è in quota Sce o uno qualsiasi degli altri consiglieri Pd, Sonnini andrebbe in minoranza.
Lo ripetiamo: questo ci sembra un rischio al momento piuttosto improbabile, perché chiunque si smarcasse, prendendo le distanze, di fatto ammetterebbe di aver fatto una cazzata ad allearsi con il Pd e a stare dentro la coalizione del centro sinistra. I Podemos, almeno all’inizio non lo faranno. Lo smacco sarebbe clamoroso.
Ma più avanti può succedere. Sonnini non è in una botte di ferro. Anzi rischia di fare il vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro, e di andare in frantumi al primo scossone…
“Paolo Scattoni che è iscritto al Pd scrive su Fb: “L’errore del PD è stato quello di non aver rotto con il periodo Bettollini non solo con il rinnovamento delle persone chiamate a gestire, ma anche sui contenuti. Io credo che la situazione sia recuperabile se questo chiarimento avviene senza ambiguità. Una volta che c’è un patto non ambiguo la nomina degli assessori è molto più semplice”. Ecco, ma il patto chiaro non lo hanno fatto prima del voto? E su cosa si erano messi d’accordo?
E’ evidente che la coalizione di centro sinistra è debole, ma non lo è solo perché non riesce a trovare un accordo sul quarto assessore. E’ debole perché costruita con un copia e incolla teorico sulla linea nazionale e soprattutto, sul “No-Bettollini” . Ora che Bettollini non è più neanche il nemico da battere ed è fuori gioco, l’alleanza si scopre nuda, senza alcun motivo unificante e senza collante per tenerla in piedi.
E più Sonnini aspetterà a nominare l’assessore “di alto profilo” che ha annunciato, più la situazione si ingarbuglierà, più emergerà la debolezza politica strutturale di un’operazione di “restaurazione” che è naufragata in parte nelle urne e in parte appena dopo l’esito del voto. Gianluca Sonnini a questo punto ha una sola chances per uscire dal pantano: tirare fuori gli attributi, assumere con decisione il comando della truppa e andare avanti mettendo Pd e alleati di fronte alle proprie responsabilità, fregandosene dei mal di pancia di questo e quello… Se qualcuno della maggioranza gli voterà contro, per ripicca, non sarà colpa sua. Ma di chi l’ha trascinato in un ginepraio del genere.
Se Pd e cespugli vari del centro sinistra sono già in ambasce (anche se fanno finta di no), sul versante delle opposizioni il quadro non è migliore. La lista Barbanera, sponsorizzata da Italia Viva, non ha detto mezza parola su niente. E non si sa se resisterà come aggregazione. I dubbi che in realtà si sia già sciolta come neve al sole sono molto forti. Anzi pare che all’interno del gruppo dei candidati qualcuno abbia già salutato la compagnia sbattendo la porta. Vedremo come evolverà la situazione.
All’interno di Chiusi Futura, il candidato sindaco Massimo Tiezzi, sui social, ha ripreso a parlare solo del Milan o di questioni nazionali… Si sa che la capolista non eletta Francesca Capuccini è piuttosto “avvelenata” con l’elettorato della Lega che non l’ha sostenuta minimamente nella battaglia comunale, e si sa anche che Fratelli d’Italia ha recentemente aperto un proprio circolo, capeggiato dall’ex consigliera comunale Cosetta Quiriconi. L’inaugurazione è avvenuta il 29 ottobre a Querce al Pino, Hotel Rosati. L’iniziativa anche in questo caso appare polemica: cioè in contrapposizione con il candidato della lista Tiezzi, Luca Morelli, anche lui abbandonato al suo destino alle elezioni comunali: solo 12 preferenze. Insomma la destra che a Chiusi ha votato compatta il candidato Marrocchesi Marzi alle suppletive (971 voti), alle comunali non ha sostenuto i candidati in quota Fratelli d’Itaia, Lega e Forza Italia della lista Chiusi Futura. E forse non ha gradito certe sottolineature dello stesso Tiezzi sulla caratteristica civica della lista e la non “ingerenza” dei partiti di destra su di essa.
I mal di pancia insomma ci sono e sono forti anche tra le due minoranze. E anche questo non è certo un bel segnale per il futuro della legislatura che parte davvero con il freno a mano tirato e in mezzo a un mare di nebbia. Fuori a dire la verità di nebbia non ce n’è. Ma nelle stanze di partiti e movimenti è fitta. Si taglia col coltello.
m.l.
Nella foto (Sienafree): la nuova maggioranza consiliare di Chiusi.
Forse in tutte le liste gli accordi, di vario tipo, c’erano chiari, evidentemente chi mugugna si lamenta di chi non li ha rispettati, e questo, come si dice nell’articolo, gioca a sfavore del paese, non credo però che Sonnini dovrebbe mostrare forza, così come nelle altre liste, dovrebbe prevalere la correttezza, questo in generale poi ci sarebbero tutta una serie di altre considerazioni, impossibili però da fare per chi non è addentro alle questioni.
In politica le “questioni” sono quelle che emergono da atti, dichiarazioni, documenti, ma anche quelle che emergono dal non detto, dai silenzi, dalle non scelte, tutte cose che contribuiscono a dare un’immagine, a creare sensazioni e impressioni… il più delle volte pesano più le seconde che le prime. Soprattutto quando durano parecchio…
Il non essere addentro alle questioni era riferito a me stesso. Nel senso che le impressioni sono quelle scritte nell’articolo e sicuramente bastano per esprimere un’opinione. Essere addentro aiuterebbe a capire i dettagli, sicuramente in tutte e tre le liste c’è chi non ha mantenuto la parola.
Certo nella lista di maggioranza che ha l’onere di governare, i mugugni rischiano di rallentare fortemente l’azione.
È esattanente quello che è scritto nell’articolo.
Tanto di cappello a Cosetta che,è riuscita ad aprire un circolo di Fratelli d’ Italia a Chiusi ! Sicuramente mancava una voce, un grido : ci siamo ! Siamo di destra e siamo convinti e contenti e orgogliosi di farci sentire !
Credo che il direttore nel suo articolo riporti un inesattezza : rappresentanti della destra e di FdI non c’erano o Comunque non riconducibili alla destra di sempre !
Mi dispiace per l ‘ avvocato Capuccini,che stimo, ma ,cosa ci faceva insieme ad ex di Potere Operaio, ex catto-comunisti,arrogantelli e ultras del calcio ? Come pretendevano i voti di destra ?
Una volta c’era un comico che aveva un tormentone che così recitava : l’ è tutto sbagliato ! L’ è tutto da rifare !
Niccolò, nella lista Tiezzi c’era anche il mio amico Luca Morelli, già consigliere comunale di AN all’epoca di Ceccobao e più recentemente unico referente riconoscibile di Fratelli d’Italia a livello locale.