CHIUSI: SONNINI-BARBANERA, LA SFIDA DELLA PIAZZA…

martedì 14th, settembre 2021 / 16:42
CHIUSI: SONNINI-BARBANERA, LA SFIDA DELLA PIAZZA…
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CHIUSI – Venerdì scorso lo ha fatto Gianluca Sonnini, presentando la lista del “Centro sinistra per Chiusi” in Largo Giulio Cacioli, che per chi non lo sapesse è stato un sindaco socialista di Chiusi, prima della presa del potere da parte del Fascismo. Piccolo bagno di folla, anche per i candidati, dopo quello vissuto da Sonnini con Enrico Letta. Una iniezione di entusiasmo l’ha definita l’ex vicesindaco di Scaramelli, ora front man di una alleanza larga che vuol far dimenticare l’era Bettollini.

Ieri, lunedì 13 è stata la volta di Massimiliano Barbanera, che ha voluto sfidare Sonnini presentando la sua lista dieci metri più in là… in Piazza Duomo. Ed essendo Barbanera presidente dell’Opera della Cattedrale si può anche facilmente comprendere il motivo. A dire il vero le due “piazze” si sono pressoché equivalse. Non si è notata la differenza che dovrebbe esserci di default tra chi rappresenta la maggioranza uscente, per di più, in questo caso corroborata dalle due forze di opposizione, e uno sfidante.  Cento, centocinquanta persone all’una e all’altra iniziativa. Tutti compresi: adepti e supporters, curiosi, avversari e famigliole di passaggio.

La prima cosa che è emersa dalle due “presentazioni” è che se finora tutti hanno fatto a gara a chi era più antibettolliniano e a chi marcava la differenza più netta rispetto all’amministrazioe uscente, adesso, Sonnini ha cambiato registro passando dal “ripartiamo da un nuovo metodo” al “ripartiamo dalle cose fatte dall’ultima amministrazione e da quelle precedenti”, con buona pace dei Podemos e M5S che dovranno ripartire da quello che hanno sempre contestato, mentre Barbanera ha in tutta evidenza cercato di accreditarsi come il più vicino tra i candidati a sindaco al sindaco uscente e alla sua esperienza di governo… Non solo non l’ha demonizzata, ma ne ha valorizzato alcune scelte (quella del palasport per esempio). Si è capito (lo avevamo già scritto, ma ieri se ne è avuta piena conferma) che Barbanera punta a catalizzare il consenso dei bettolliniani, peraltro presenti in forze in piazza Duomo. Lo ha fatto però senza mai nominare Bettollini, senza neanche apprezzarne la presenza, per cortesia, e – forse per non essere da meno degli altri – in alcuni passaggi ha provato pure a smarcarsi come quando ha chiesto che l’Hub vaccinale venga chiuso per ridare il Palasport di Poggio Gallina alle società sportive… Cosa che a Bettollini non è senz’altro piaciuta dopo l’impegno e la fatica che ha profuso per farlo aprire, l’Hub Vaccinale…Tant’è che in piazza c’era, ma se ne è andato presto non proprio sorridente.

Sul piano dei contenuti programmatici è uscito poco o niente dalla presentazione della Lista Sonnini, e poco o niente da quella della Lista Barbanera. Enunciazioni di principio, qualche banalità e poco altro. Tipo l’impegno di Barbanera per portare Chiusi a 10 mila abitanti. Sono 40 anni che di vaneggia di questo obiettivo e qualcuno su di esso aveva provato anche a far passare colate di cemento a go go, fortunatamente stoppate.

Giocano tutti a nascondino, in questa campagna elettorale chiusina. Ieri per esempio né Barbanera, né nessuno dei suoi candidati ha accennato al sostegno di Italia Viva. Neanche Francesco Cimarelli che ha lasciato il Pd da segretario dell’Unione Comunale per passare con Renzi o Davide Canini che è, al momento, il portavoce locale di Italia Viva… Il fatto che il segretario Canini e lo stesso Cimarelli siano in lista è un segno evidente e incontrovertibile dell’appoggio di Italia Viva alla Lista Barbanera.  Perché non dirlo? che problema c’è? Quale ancestrale paura impedisce ai candidati stessi di dichiarare la loro appartenenza e l’appoggio alla lista da parte del loro partito? Anche dai commenti sui social traspare chiaramente che Barbanera è il centravanti, ma l’allenatore della squadra è Stefano Scaramelli. Non c’è niente di male in tutto ciò, però andrebbe detto agli elettori.

L’unico intervento politico, di presa di distanze dalle altre due liste e in particolare da quella del Pd & C. l’ha fatto Alessandro Pallacci, ex segretario Pd di Montallese e amico da sempre di Bettollini, il quale ha sottolineato l’incongruità e l’insostenibile leggerezza dell’alleanza Pd-Podemos-M5s. A dire il vero cose simili le ha dette anche il candidato seriale Giorgio Socciarello, ma il “pulpito” è francamente poco credibile, qualunque cosa dica.  Per il resto voli a pelo d’acqua sul nulla o quasi.

Da parte dei candidati, che ad uno ad uno si sono presentati, sia venerdì per Sonnini, sia ieri per Barbanera, non è uscita mezza idea originale. Ci sono certamente persone per bene e anche qualificate e preparate nel loro mestiere, con molta voglia di fare. Ma la politica e l’amministrazione è un’altra cosa.

Vero che nessuno nasce “imparato” e che non si può chiedere esperienza (come ha detto lo stesso Barbanera) a chi si  affaccia alla politica per la prima volta… Ma la partita che si giocherà il 3-4 ottobre non è per la presidenza di una contrada, dell’Opera del Duomo o della Coopersport… è per amministrare la città. Con i suoi problemi, le sue complessità… La buona volontà del principiante potrebbe anche non bastare.  L’impressione che si ricava da queste prime uscite dei candidati è che non ci sia la conoscenza e la consapevolezza piena di quella che è la situazione reale, di quelle che sono le risorse e dall’altro lato le criticità della città,  ma anche i rapporti con il resto del territorio…

Manca all’appello la lista Tiezzi che pure è partita per prima e per prima ha presentato il proprio programma sui social. Che a dire il vero, non sembra un programma per governare, quanto, al massimo, per cercare di far passare certi concetti…

Quanto alla lista Sonnini, più d’uno tra gli osservatori fa notare che si tratta semplicemente della riproposizione a livello locale di quella che è la “linea nazionale” del Pd, di Enrico Letta e dell’ex premier Conte per conto dei 5 Stelle. Un copia e incolla fatto a tavolino, senza discussioni, senza confronto, senza valutazioni di merito… Le fusioni a freddo funzionano poco anche  tra le banche, figuriamoci tra partiti e sensibilità politiche diverse. Pert Sonnini il rischio bolla di sapone è alto, per sua fortuna, però, gli altri non sembrano intenzionati a giocare per vincere.

m.l.

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