CHIUSI: SONNINI-BARBANERA, LA SFIDA DELLA PIAZZA…

CHIUSI – Venerdì scorso lo ha fatto Gianluca Sonnini, presentando la lista del “Centro sinistra per Chiusi” in Largo Giulio Cacioli, che per chi non lo sapesse è stato un sindaco socialista di Chiusi, prima della presa del potere da parte del Fascismo. Piccolo bagno di folla, anche per i candidati, dopo quello vissuto da Sonnini con Enrico Letta. Una iniezione di entusiasmo l’ha definita l’ex vicesindaco di Scaramelli, ora front man di una alleanza larga che vuol far dimenticare l’era Bettollini.
Ieri, lunedì 13 è stata la volta di Massimiliano Barbanera, che ha voluto sfidare Sonnini presentando la sua lista dieci metri più in là… in Piazza Duomo. Ed essendo Barbanera presidente dell’Opera della Cattedrale si può anche facilmente comprendere il motivo. A dire il vero le due “piazze” si sono pressoché equivalse. Non si è notata la differenza che dovrebbe esserci di default tra chi rappresenta la maggioranza uscente, per di più, in questo caso corroborata dalle due forze di opposizione, e uno sfidante. Cento, centocinquanta persone all’una e all’altra iniziativa. Tutti compresi: adepti e supporters, curiosi, avversari e famigliole di passaggio.
La prima cosa che è emersa dalle due “presentazioni” è che se finora tutti hanno fatto a gara a chi era più antibettolliniano e a chi marcava la differenza più netta rispetto all’amministrazioe uscente, adesso, Sonnini ha cambiato registro passando dal “ripartiamo da un nuovo metodo” al “ripartiamo dalle cose fatte dall’ultima amministrazione e da quelle precedenti”, con buona pace dei Podemos e M5S che dovranno ripartire da quello che hanno sempre contestato, mentre Barbanera ha in tutta evidenza cercato di accreditarsi come il più vicino tra i candidati a sindaco al sindaco uscente e alla sua esperienza di governo… Non solo non l’ha demonizzata, ma ne ha valorizzato alcune scelte (quella del palasport per esempio). Si è capito (lo avevamo già scritto, ma ieri se ne è avuta piena conferma) che Barbanera punta a catalizzare il consenso dei bettolliniani, peraltro presenti in forze in piazza Duomo. Lo ha fatto però senza mai nominare Bettollini, senza neanche apprezzarne la presenza, per cortesia, e – forse per non essere da meno degli altri – in alcuni passaggi ha provato pure a smarcarsi come quando ha chiesto che l’Hub vaccinale venga chiuso per ridare il Palasport di Poggio Gallina alle società sportive… Cosa che a Bettollini non è senz’altro piaciuta dopo l’impegno e la fatica che ha profuso per farlo aprire, l’Hub Vaccinale…Tant’è che in piazza c’era, ma se ne è andato presto non proprio sorridente.
Sul piano dei contenuti programmatici è uscito poco o niente dalla presentazione della Lista Sonnini, e poco o niente da quella della Lista Barbanera. Enunciazioni di principio, qualche banalità e poco altro. Tipo l’impegno di Barbanera per portare Chiusi a 10 mila abitanti. Sono 40 anni che di vaneggia di questo obiettivo e qualcuno su di esso aveva provato anche a far passare colate di cemento a go go, fortunatamente stoppate.
Giocano tutti a nascondino, in questa campagna elettorale chiusina. Ieri per esempio né Barbanera, né nessuno dei suoi candidati ha accennato al sostegno di Italia Viva. Neanche Francesco Cimarelli che ha lasciato il Pd da segretario dell’Unione Comunale per passare con Renzi o Davide Canini che è, al momento, il portavoce locale di Italia Viva… Il fatto che il segretario Canini e lo stesso Cimarelli siano in lista è un segno evidente e incontrovertibile dell’appoggio di Italia Viva alla Lista Barbanera. Perché non dirlo? che problema c’è? Quale ancestrale paura impedisce ai candidati stessi di dichiarare la loro appartenenza e l’appoggio alla lista da parte del loro partito? Anche dai commenti sui social traspare chiaramente che Barbanera è il centravanti, ma l’allenatore della squadra è Stefano Scaramelli. Non c’è niente di male in tutto ciò, però andrebbe detto agli elettori.
L’unico intervento politico, di presa di distanze dalle altre due liste e in particolare da quella del Pd & C. l’ha fatto Alessandro Pallacci, ex segretario Pd di Montallese e amico da sempre di Bettollini, il quale ha sottolineato l’incongruità e l’insostenibile leggerezza dell’alleanza Pd-Podemos-M5s. A dire il vero cose simili le ha dette anche il candidato seriale Giorgio Socciarello, ma il “pulpito” è francamente poco credibile, qualunque cosa dica. Per il resto voli a pelo d’acqua sul nulla o quasi.
Da parte dei candidati, che ad uno ad uno si sono presentati, sia venerdì per Sonnini, sia ieri per Barbanera, non è uscita mezza idea originale. Ci sono certamente persone per bene e anche qualificate e preparate nel loro mestiere, con molta voglia di fare. Ma la politica e l’amministrazione è un’altra cosa.
Vero che nessuno nasce “imparato” e che non si può chiedere esperienza (come ha detto lo stesso Barbanera) a chi si affaccia alla politica per la prima volta… Ma la partita che si giocherà il 3-4 ottobre non è per la presidenza di una contrada, dell’Opera del Duomo o della Coopersport… è per amministrare la città. Con i suoi problemi, le sue complessità… La buona volontà del principiante potrebbe anche non bastare. L’impressione che si ricava da queste prime uscite dei candidati è che non ci sia la conoscenza e la consapevolezza piena di quella che è la situazione reale, di quelle che sono le risorse e dall’altro lato le criticità della città, ma anche i rapporti con il resto del territorio…
Manca all’appello la lista Tiezzi che pure è partita per prima e per prima ha presentato il proprio programma sui social. Che a dire il vero, non sembra un programma per governare, quanto, al massimo, per cercare di far passare certi concetti…
Quanto alla lista Sonnini, più d’uno tra gli osservatori fa notare che si tratta semplicemente della riproposizione a livello locale di quella che è la “linea nazionale” del Pd, di Enrico Letta e dell’ex premier Conte per conto dei 5 Stelle. Un copia e incolla fatto a tavolino, senza discussioni, senza confronto, senza valutazioni di merito… Le fusioni a freddo funzionano poco anche tra le banche, figuriamoci tra partiti e sensibilità politiche diverse. Pert Sonnini il rischio bolla di sapone è alto, per sua fortuna, però, gli altri non sembrano intenzionati a giocare per vincere.
m.l.
C’è anche caso che ” la gattina frettolosa fece i gattini ciechi…..”
e chi sarebbe la gattina frettolosa? mancano meno di 20 giorni al voto… e ancora non si vede niente… Altro che frettolosa, qui l’hanno presa comoda, tutti e tre…
“Non si è notata la differenza che dovrebbe esserci di default tra chi rappresenta la maggioranza uscente, per di più, in questo caso corroborata dalle due forze di opposizione, e uno sfidante.”
Per lei non era facile notare la differenza visto che venerdì non c’era.
Se fosse una persona attenta dovrebbe sapere perché non c’ero (in questo caso non era neanche necessario leggere, bastava guardare le figure)
Perché non c’era lo so, ma non essendoci sarebbe coerente astenersi da certi commenti, o ha guardato le figure?
Siccome ieri non ero a Malmoe, non potrei parlare della Juventus? Lei non ha idea di cosa parla…
Sollevi delle questioni reali. L’amministrazione di una città non passa solo per il volontarismo etico: richiede competenze, flessibilità e, soprattutto, organizzazione. E’ la marcia in più di Sonnini: il supporto di gruppi organizzati su scala nazionale e regionale ha un valore aggiunto che i nostri competitors non possono raggiungere. Non perché siamo più bravi, ma perché la città è parte di un contesto più ampio che richiede una visione strategica di scala almeno comprensoriale. Significa che quasi tutte le questioni che ci troveremo ad affrontare andranno gestite e governate facendo sistema. Nel quadro in rapido cambiamento in cui troviamo a muoverci, l’esercizio dell’amministrazione viene sicuramente dopo rispetto al momento “politico” di progettualità e negoziato con gli altri Comuni della nostra Provincia e della nostra Regione e dell’Umbria. E puoi ragionare “in grande” se sei organizzato, altrimenti rischi di rimanere legato a progetti e interventi piccoli e di corto respiro. Nel nostro mondo che cambia devi tener conto delle indicazioni del PNRR, che ti obbliga a ragionare in termini di macroarea e su prospettive che solo l’organizzazione politica più articolata ed estesa è capace di “vedere”, armonizzare e portare a massa critica. Il patrimonio ideale che accomuna la coalizione di Centrosinistra, oltre che cemento che consentirà di superare le difficoltà che l’azione di governo normalmente porta con sé, è un patrimonio che condividiamo come cultura di governo con i Sindaci dei Comuni vicini. Questa cultura è quanto si intende con “partire da qui”. Certo, poi l’azione di governo svolta fino ad oggi obbliga a fare i conti con l’eredità che lascia. E su questo nessuno ha fatto il “gradasso”: tutti i candidati sottolineano la necessità di misurarsi con l’esistente. E’ una lezione di realismo che ci accomuna tutti e che ci fa ben sperare per un futuro condiviso e non diviso.
Sul fatto che il poter contare su “gruppi nazionali e regionali” sia un valore aggiunto concordo, Enzo. Perché non ci si improvvisa. Bisogna vedere però se quell’appoggio è reale, se i gruppi nazionali esistono nella realtà o solo nella fiction mediatica o nella testa di qualcuno… Sul futuro apporto di Letta, per esempio, io sarei molto, ma molto cauto. Non ci scommetterei 50 centesimi, per capirci…
Beh, salvo Possiamo che è una (bella) realtà locale, gli altri componenti della coalizione sono realtà territoriali strutturate su scala almeno regionale. Poi l’apporto del singolo deputato ha poco significato se lo inserisci nella gestione di un pollaio. Ma può essere pesante se lo “sfrutti” per un progetto di area che punti a riequilibrare ad es. il peso specifico di Firenze. In questo quadro, la possibilità di lavorare su un bacino che faccia polo su Siena-Perugia_Arezzo è davvero una possibilità stimolante: avremmo l’aeroporto, la stazione nodale di transito dei tav, l’autostrada da integrare con linee di collegamento veloce verso le due “periferie” Siena e Perugia. Davvero potrebbe essere il modo per ribaltare la tendenza alla marginalizzazione del territorio. E questa è solo una delle possibili direttrici di movimento. Immagina se riuscissimo a dare peso a un progetto che, su Siena, punti alle nuove tecnologie vaccinali per la produzione in loco del vaccino. Significherebbe far fare un balzo in avanti all’intero ateneo senese. Insomma, avere dimensioni grandi ha il suo “peso” 🙂 🙂
Vincenzo (Sorbera) ha colto con precisione gli aspetti salienti di questa fase. Aggiungo che la coalizione di Centrosinistra che sostiene Gianluca Sonnini non è stata una fusione a freddo, bensì un’alleanza meditata, voluta, discussa tra gli scritti, tra i militanti di ciascun partito e movimento, che ha comportato anche dolorosi strappi. E’ stata indubbiamente una discussione strozzata dall’impossibilità, per molti mesi, di organizzare un vero dibattito pubblico in presenza, ma è difficile parlare di fusione a freddo quando una simile alleanza nasce dal basso, nel territorio.
È certamente vero che questo momento della discussione è ancora troppo improntato sul particolare, sul contingente, ancorata al presente o proiettata su aspetti tutto sommato marginali.
Sappiamo che nei Prossimi mesi saremo chiamati a scelte nette, in cui dovrà emergere la prospettiva e la visione.
L’Amministrazione comunale e la politica dovranno lavorare per far tornare Chiusi protagonista di una nuova progettualità di area vasta, insieme a tutti i comuni della Valdichiana e dell’Umbria, oltre a ricostruire collaborazioni e intese con le istituzioni regionali provinciali e nazionali.
Nei nuovi strumenti di programmazione, dal Recovery, al PNRR e non ci sarà più posto per le vecchie idee, i vecchi progetti se sono di scarso respiro o rispondono alla sola logica di far prosperare il proprio orticello.
Dovremmo alzare di molto l’asticella quando parliamo del sistema infrastrutturale, di interventi per riqualificare il centro storico, di valorizzazione e salvaguardia del nostro lago e del nostro ambiente.
Questi temi dovranno essere ricollocati dentro i nuovi scenari e una nuova programmazione, altrimenti saremo destinati alla marginalità.
Serve dunque la politica a supporto dell’amministrazione con le sue forze organizzate per ridare vigore al dibattito. Ci dovremo riabituare al ragionamento, all’analisi della realtà, alla comprensione di cosa si muove intorno a noi.
La coalizione di Centrosinistra, che ha una forte impronta progressista e ambientalista, ci pare essere attrezzata a poter cogliere queste sfide. Per questo ci siamo uniti, per rendere più coese le componenti e le energie della città. Sarebbe stato miope restare alle vecchie divisioni maturate in un contesto completamente superato.
Chi oggi dice di essere libero e indipendente, senza politica alle spalle, domani si accorgerà di essere semplicemente solo o con qualche compagno di viaggio interessato a ben altro.