DUEMILA MILIARDI DI DOLLARI PER INFRASTRUTTURE, CASE, SCUOLE E OSPEDALI. IL COMPAGNO BIDEN FA SUL SERIO

Quando qualche settimana fa il nuovo presidente americano Joe Biden ha dato l’ok al bombardamento delle milizie filoiraniane in Siria in molti hanno pensato che non fosse cambiato niente, che gli Usa sono sempre gli stessi… e che le speranze per una presidenza americana più liberal, più democratica e più di sinistra (si può dire?) si erano infrante sul primo scoglio, appena dopo l’uscita dal porto…
E in effetti quel bombardamento non è piaciuto nemmeno a noi, che pure abbiamo continuato a dare credito allo zio Joe quando ha platealmente accusato Putin, perché tra i due, e al netto della realpolitik, noi siamo ancora tendenzialmente più inclini a riporre speranze nella sinistra americana (con tutti i suoi limiti) piuttosto che nel sovranismo russo…
Ora, non sappiamo se il suo Piano per uscire dalla crisi indotta dalla pandemia avrà successo e verrà approvato, ma quello presentato da Joe Biden è qualcosa che può addirittura superare il New Deal di Roosevelt degli anni ’30.
Ed è un piano di interventi e investimenti talmente di sinistra che quasi si stenta a credere che lo abbia deciso un presidente degli Usa. Si tratta di un pacchetto da oltre 2.000 miliardi di dollari che Biden ha deciso di presentare non dal Madison Square Garden o dalla Casa Bianca, ma dalla città di Pittsburgh. Una città operaia di quelle che nel 2016 votarono pert Trump. Una di quelle città della Rust Belt, la “cintura della ruggine” dell’Ohio e della Pennsylvania simbolo dello smantellamento dell’industria pesante, della disoccupazione di massa, dove l’odore di ruggine, fuliggine e carbone è tutto ciò che è rimasto di un passato industriale recente. “E fu lavoro e sangue e fu fatica uguale mattina e sera, per anni da prigione, di birra e di puttane, di giorni duri, di negri ed irlandesi, polacchi ed italiani nella miniera, sudore d’ antracite in Pennsylvania”, per dirla con Guccini.
Ma Springsteen è stato ancora più esplicito e chi ha visto lo spettacolo teatrale “On the road. Again” allestito da primapagina nel 2019, sa di cosa stiamo parlando…
Insomma Joe Biden è andato a presentare il suo Piano a Pittsburgh, che è come se Draghi andasse a parlare e a spiegare il recovery plan a Sesto San Giovanni. O a Mirafiori.
La proposta Biden prevede l’investimento di 621 miliardi di dollari in infrastrutture di trasporto come ponti, strade, trasporti pubblici, porti, aeroporti e sviluppo di veicoli elettrici, mentre circa 300 miliardi saranno destinati ad infrastrutture per l’acqua potabile e il potenziamento delle reti elettriche e della banda larga. Altrettanti miliardi andranno all’adeguamento degli alloggi popolari, alla manutenzione e costruzione di nuove scuole.
A ricerca e sviluppo e alla formazione professionali andranno 580 miliardi, mentre circa 400 miliardi andranno alla cura degli americani anziani e disabili.
“Un aumento dell’aliquota dell’imposta sulle società al 28% e misure volte a prevenire l’offshoring dei profitti finanzieranno la spesa. La Casa Bianca vuole anche aumentare la tassa minima globale per le multinazionali e garantire che paghino almeno il 21% di tasse in qualsiasi paese. Biden spera che il pacchetto crei posti di lavoro nel settore manifatturiero e salvi le infrastrutture americane in fallimento, con le risorse che saranno da spendere entro otto anni” scrive Milano Finanza, che non è un giornale comunista.
Nel piano c’è anche un bonus di 1.400 dollari per centinaia di milioni di americani, sussidi di circa 300 dollari a settimana fino al 6 settembre per chi ha perso il lavoro, fondi aggiuntivi per i vaccini e poi altri provvedimenti sulla scuola, le famiglie, il lavoro.
La testata on line “linkiesta” riporta il commento di Adam Tooze, professore di Storia e direttore dell’Istituto di studi europei alla Columbia University:«È un grande esempio di forza democratica da parte dell’amministrazione Biden, che affronta la crisi economica e sociale dando prova di una leadership che stimolerà la domanda globale e aiuterà la ripresa in tutto il mondo nel 2021».
Tra i commentatori c’è chi parla di “bazooka economico” di Biden, spiegando che il Piano potrebbe non piacere a tutto il Partito Democratico, in particolare alla parte più moderata e più legata alle lobbies economiche… Ma allo stesso tempo in molti sottolineano come con una riforma del genere gli Usa a guida democratica possono tornare ad essere il faro del “mondo liberal e democratico”, ruolo che con Trump ha perso (ma forse lo aveva perso anche prima) e che va ben oltre quello di “gendarme del pianeta”…
Nel piano Biden c’è una nuova centralità del lavoro e c’è attenzione alla fasce più svantaggiate della popolazione e delle stesse classi lavoratrici. E c’è anche una attenzione all’ammodernamento del Paese in senso green per quanto riguarda le infrastrutture, il che significa sicurezza, ma anche lavoro, reddito e maggiore competitività.
«Spendere denaro ora per ottenere la ripresa più rapida possibile è l’imperativo di questa fase. È un bene per l’economia a lungo termine, ma è anche il presupposto essenziale per una politica orientata alla giustizia sociale e in particolare alla giustizia razziale. L’obbligo di piena occupazione sancito dall’Humphrey-Hawkins Act del 1978 è un’eredità del movimento per i diritti civili: l’amministrazione Biden è probabilmente la prima a prendere quell’impegno sul serio, così come dovrebbe essere sempre» dice Adam Tooze.
Una tale iniezione di risorse pubbliche nell’economia è un fatto senza precedenti. Ed è anche – probabilmente – il tentativo di consolidare la vittoria dei Dem ed evitare che alle elezioni di Mid Term l’amministrazione Biden si trovi in minoranza al Congresso, come successe con Clinton nel ’94 e Obama nel 2010. Ma il messaggio che Biden lancia sul fronte interno è senza dubbio un messaggio di speranza per tutta la sinistra mondiale. La via keynesiana all’uscita dalla crisi. Spendere soldi, aiutando il lavoro e le persone per migliorare il Paese e assicurare la tenuta sociale e la ripresa economica.
Se ne saranno accorti quelli del Pd?
M.L.
Yes we can….., anche Obama ”Yes we can” era tranquillo e con lui tutta la sinistra europea e figurati quella italiana, ricordi Veltroni come e quanto aveva investito in tale discorso? La tua esortazione finale credo che sia proprio limitata oltre che anti-storica:”…se ne saranno accorti quelli del PD”.Chi sia del PD oggi se n’è accorto da un pezzo, e fà parte di tutto quell’entourage che al suo fallimento epocale si rifiuta di vedere che per far passare le politiche della destra abbia scelto la sinistra, ed il giuoco è fatto. Ecco perchè,altre senz’altro all’alternativa a questo che tutti dicono che manchi, si ripropone la stessa via keinesiana per prolungare i tempi di deflagrazione del sistema e quindi di rimandare il suo cambiamento facendo pagare il prezzo agli abitanti del pianeta.I rattoppi quando un sistema produttivo è allo sfascio e mostra i limiti,ripetono solamente quello che ormai è acclarato dalla politica statunitense come politica leader dello sviluppo-sottosviluppo mondiale. I risultati di tutto questo sono sotto gli occhi di tutti:Il problema non è che quello che se ne sia accorto il PD o meno, il problema è nel fatto che la pompa aspirante-premente del keinesismo capitalista dove vicino alle corporation vengono gettati nella pentola i soldi pubblici per cercare di mantenere l’occupazione, i cui profitti si pappano le multinazionali, è fatta solamente per mantenere un equilibrio che sanno tutti che non possa reggere sotto i colpi dell’automazione e della cacciata delle persone dai processi produttivi. Ed ancora tu insisti con Biden e con il Keynesismo e con i suoi interventi nell’economia. Si, hai detto proprio bene alla fine: l’avranno capito quelli del PD,ma anche tu compreso ? Io alla fine- con tutto il rispetto- credo che tu scriva per porre problematiche per pienare le pagine, perchè nella mia limitatezza, altro non sò vedere. Ma come sempre dipende dai punti di vista, ma oltre ai punti di vista ci sarebbe anche un altro punto da tener presente che è quello della storia degli ultimi 30-40 anni.Ricordi il plauso ad Obama che nella sinistra era generale? ”il primo Presidente Americano di colore”….. Guarda la sua politica dove è finita, specialmente quella sociale e scardinata anche e soprattutto dall’azione di Biden che nella politica sanitaria ha messo i paletti agli stanziamenti di capitali da parte dello stato. Forse non entra nella testa delle persone ancora, ma come ho sempre detto chi è ai vertici del governo degli Stati Uniti si pensa forse che non sia messo a capo dall’establishment economico di quel paese? E quali interessi faccia prevalere, quelli della gente comune? E’ la storia specialmente di tutti i presidenti che gli stat Uniti d’America hanno avuto. Sembra un discorso liquidatorio il mio ma non ci vorrebbe tanto a capirlo ed anche a pensarci bene quando si scrive quali siano le problematiche del sistema economico statunitense: i paragoni che ami fare e portare sono quelli del livello di cosa si preferisca: se Putin o Biden, Se Trump od Obama, se il capitale oppure il lavoro in una società come quella americana dove i diritti delle persone tanto osannati in Europa ed in italia siano rispettati. Basterebbe questo, ma ancora si richiama Keynes. Auguri ! Si paragona un paese di un miliardo e 400 milioni di persone nel campo dei diritti umani come la Cina quando la nostra storia da un secolo non ha risolto il problema sociale e politico del Sud italia. E’ questo di cui non ci si rende conto quando si parla.E purtuttavia si scomoda keynes.Io penso veramente che si insista nel pienare le pagine al fine di apparire consensienti alla politica di una democrazia cristiana che dice di essere sinistra e nello stesso tempo autoconsiderasi chi scriva di sinistra. Scusa la durezza ma ogni tanto qualche rigurgito è umano ed anche fisiologico, ed anche salutare. e se permetti, da quando mi conosci ho sempre detto la stessa cosa, lo stesso pensiero, perchè veramente personalmente la penso così.Ed i riscontri nella realtà mi sembra che mi diano ragione,diversamente dovrò rifarmi gli occhiali e la testa che ammetto è sempre difficile rifarsela, mentre altri se la rifanno a ciò che passa nel salone di bellezza alla moda.E subito si adeguano.