PO’ BANDINO: UN PARCO COMMERCIALE CON 10 MEGASTORE… MAZZATA O OPPORTUNITA’ PER LE AZIENDE LOCALI?

PO’ BANDINO: UN PARCO COMMERCIALE CON 10 MEGASTORE… MAZZATA O OPPORTUNITA’ PER LE AZIENDE LOCALI?
0 Flares 0 Flares ×

CITTA’ DELLA PIEVE – La pandemia con i ripetuti lock down generali e locali, con le restrizioni per tante attività, le chiusure dei confini tra regioni e tra comuni ha fatto un strage nel commercio, nel settore della ristorazione e dell’intrattenimento, e pure nel tessuto produttivo del territorio. Per molte aziende è dura anche solo alzare la saracinesca. Le spese sono più degli incassi, le scadenze corrono, la clientela non può circolare, quindi latita. Lo smart working ha ridotto la mobilità, quindi di conseguenza anche molti consumi, facendo venir meno delle esigenze: la benzina, il meccanico, il gommista, la colazione al bar, il pranzo volante, perfino il parrucchiere… Per alcune attività l’e-commerce è una alternativa, una scappatoia, ma non per tutte. Ci sono beni e servizi che non si possono vendere o comprare on line. Il clima generale, se si parla di economia, anche nel nostro territorio, è di sfinimento generale e di ulteriore sfilacciamento del poco che era rimasto. Perché la crisi c’era già prima, non l’ha creata la pandemia, che però l’ha amplificata e resa più pesante. Difficile, in un quadro del genere anche solo ipotizzarla una ripresa in tempi brevi. La sensazioni, anzi, è che la desertificazione avanzerà inesorabilmente, prima ancora che arrivino i famosi “ristori” o i fondi del Recovery Plan promessi dall’Europa.

Però, seppure il quadro è cupo, c’è anche qualche segnale in controtendenza. C’è chi nonostante la crisi indotta dalla pandemia sembra aver voglia di investire e di scommettere anche su un territorio come questo, a cavallo tra Umbria e Toscana. Che evidentemente, nonostante tutto ha ancora un suo appeal, una certa attrattività.

E’ comparso da qualche giorno sui social un banner promozionale che pubblicizza la “prossima realizzazione” di un “Parco Commerciale” a Po’ Bandino. Non sarebbe l’ennesimo supermercato (ce ne sono già 4: Gala, Lidl, Conad ed Eurospin, oltre ad alcuni store di discrete dimensioni come Brico, Binaglia, Eti, Soldini e un paio di negozi cinesi), ma una struttura moderna in cui dovrebbero trovare posto 10-15 megastore, di famosi e consolidati marchi. Negozi tipo Mediaworld, Euronics, Leroy Merlin… per intenderci. E anche una grande struttura di ristorazione, stile Mc Donald’s sempre per capirci.

Il Parco commerciale si chiamerebbe “Le Fontane” e non sarebbe una novità assoluta. un fulmine a ciel sereno. L’idea è in campo da anni e il nome pure. L’aveva avuta un’impresa locale, la Bacci Group quando rilevò il complesso della vecchia Cabina elettrica della Terni, quel rudere rossastro, in stile razionalista, anni ’30, dove un tempo c’era, appunto una famosa “fontanella” che rilasciava acqua ferruginosa. Naturalmente, il complesso sarebbe già previsto nel Piano Regolatore di Città della Pieve.Usiamo il condizionale, perché al momento di sicuro c’è solo quel banner pubblicitario. Ovvero un annuncio. Ma pare che la cosa stia procedendo.

A realizzare il Parco Commerciale Le Fontane sarebbe una grande Holding immobiliare di Pescara, il Gruppo Maresca Spa che si propone come “general contractor” per edilizia commerciale, industriale, direzionale e alberghiero e opera sia nel settore delle energie rinnovabili (parchi eolici e fotovoltaici) sia in quello della costruzione e gestione di strutture turistiche: gestisce infatti 10 villaggi a 4 stelle, 2 resort a 5 stelle con 11 mila posti letto in Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e Piemonte. Ed ha anche un’azienda agricola.

Riguardo all’intevento a Po’ Bandino, la Holding Maresca Spa una volta acquisita l’area (cosa probabilmente già fatta) si occuperebbe della costruzione della struttura, con demolizione della ex cabina Terni, per poi vendere i vari “lotti” interni, tutti dai 1.000 ai 2.000 mq di superficie utile e tutti serviti da energia solare con pannelli di nuova generazione praticamente invisibili, sul tetto. Anzi, a quanto pare, la vendita dei vari lotti avverrà prima, sulla carta. E l’intervento partirà solo quando almeno l’80% dei locali sarà stato piazzato. Intanto la Maresca Spa ha incaricato della progettazione alcuni professionisti del luogo come  l’architetto Emiliano Rossi e i geometri Alessandro Lasagna e Lorenzo Frosoni. L’investimento complessivo, per la realizzazione del complesso, compresa viabilità, posteggi, alberature ecc. potrebbe superare i 10 milioni di euro.

La notizia che potrebbe nascere a breve questo nuovo parco commerciale con dentro aziende di grandi dimensioni e di gran nome ha ovviamente messo in allarme gli operatori locali, sia quelli dell’area commerciale-produttiva dio Po’ Bandino, sia quelli dell’altra area pievese in località Cardete, sia quelli della contigua Chiusi, che sarebbe il centro abitato più vicino, quindi quello deputato a dover fornire la maggior parte della clientela.

Ci si chiede se ci sia ancora lo spazio commerciale per iniziative del genere e soprattutto se il bacino di utenza sia sufficiente. Nella zona di Magione-Corciano, ad esempio, alcuni megastore hanno chiuso i battenti negli ultimi due anni… E lì si parla di una zona a due passi da Perugia che fa 165 mila abitanti. Più di 200 mila con l’hinterland immediato.

Il Gruppo Maresca avrà fatto i propri conti e le aziende che sta contattando per convincerle a insediarsi a Po’ Bandino pure. Già il fatto che qualcuno si sia mosso e si stia muovendo per un intervento del genere però è già una “manifestazione di interesse” per un territorio che è sì in crisi, ma è e resta centrale e tutto sommato ancora ben servito dal punto di vista delle infrastrutture. Salvo, naturalmente, non si tratti di una mera speculazione edilizia. Ma anche a questo proposito la progettazione affidata a tecnici del posto (Lasagna è proprio di Po’ Bandino) depone a favore e non instilla dubbi: nessuno vorrà mettere a repentaglio la propria reputazione professionale e personale.

Insomma la vicenda è da tenere d’occhio, perché il nuovo Parco Le Fontane a Po’ Bandino, ma a meno di un km da Chiusi Scalo, può sparigliare le carte della distribuzione commerciale, con conseguenze pesanti sulle aziende già presenti, ma può anche rappresentare una nuova opportunità. D’altra parte questo è il… mercato. E il mercato è una bestia feroce.

Magari quando si prospettano iniziative di queste dimensioni, un minimo di concertazione tra le amministrazioni comunali confinanti, anche se di regioni diverse, sarebbe opportuna. Come sarebbe opportuna anche una maggiore chiarezza sulla tipologia del progetto, da parte del Comune direttamente interessato. 

Intanto il sindaco di Chiusi Bettollini (o chi verrà dopo di lui, dal prossimo autunno) una chiacchierata con il Gruppo Maresca potrebbe anche farcela.

Per due motivi: 1) la Holding si occupa anche di energie rinnovabili e di costruzione di parchi fotovoltaici ed eolici e proprio Bettollini a fine 2019 propose ad Acea di realizzarne uno, al posto dell’impianto per i fanghi, nell’area ex Centro carni, che è all’altro capo della “bretella” Po’ Bandino-Fondovalle a un km e mezzo di distanza, forse meno; 2) il gruppo Maresca a Pescara ha la propria sede in un complesso edilizio ricavato dalla riqualificazione di una vecchia Fornace Hoffman situata al centro della città, esattamente come la ex fornace di Chiusi in via Oslavia. Insomma la Holding abruzzese che si propone come general contractor, potrebbe essere un partner sia per Acea che per la proprietà della fornace; potrebbe avere idee interessanti…

Poi, en passant, anche una telefonata a Risini, nei suoi panni noi la faremmo.

m.l.

 

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica