CHIUSI, BETTOLLINI MANDA UN MESSAGGIO AL PD E FISSA I SUOI PALETTI: ALLEANZA CON IL PSI E MAI COI 5 STELLE E PODEMOS

giovedì 21st, gennaio 2021 / 18:00
CHIUSI, BETTOLLINI MANDA UN MESSAGGIO AL PD E FISSA I SUOI PALETTI: ALLEANZA CON IL PSI E MAI COI 5 STELLE E PODEMOS
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CHIUSI – Il sindaco Bettollini è uscito allo scoperto. Il silenzio del Pd lo sta sfibrando. Così ha deciso di fare la sua mossa. Con un lungo post sul suo profilo facebook, ha voluto rimarcare quella che è la sua “formazione politica” per poi fissare i paletti del perimetro entro cui vorrebbe operare e con quali alleati, escludendone altri. In qualche modo ha fatto un’operazione di chiarezza.
Ma andiamo per ordine: Bettollini non rinnega il suo essere stato un renziano convinto, ricorda che con Renzi, anche a Chiusi il Pd nel 2014 prese il 68% dei voti, più di quanti ne ha avuti il Pci al massimo della sua popolarità (67%); non rinnega neanche la scelta di sostenere Zingaretti e di rimanere nel Pd, anche per rispetto degli elettori e del partito che lo candidò e lo elesse nel 2016… Fa capire che non ha grande stima del premier Conte e del governo Pd-M5S e che considera deprecabili le capriole dello stesso Conte, prima con Salvini, poi con il Pd, ora con una maggioranza ancora diversa, con dentro alcuni Forza Italia…
Vede una politica “che è solo far carriera” e che è attaccata alle poltrone, vede un Pd  “che anche a livello locale, ha perso coraggio, non ha più una visione, non suscita entusiasmo, ha rispolverato le vecchie e stantie liturgie, ha ritrovato un linguaggio tipico dei Ds del tempo che fu e perde ogni giorno l’occasione per mostrarsi come forza rinnovatrice capace di costruire un orizzonte politico”. Ma al tempo stesso riconosce al Pd di essere “per la forza del suo radicamento territoriale che ancora possiede, l’unica speranza per il futuro”.
“L’unica speranza – scrive Bettollini – se è capace di cambiare passo, di valorizzare le persone seguendo il loro merito, se è capace di generare classe dirigente affezionata a ricercare idee e non posti, se è capace di portare occasioni di sviluppo, se punta con audacia sull’innovazione, sulla digitalizzazione, sulla semplificazione, se è capace di progettare il futuro seguendo un ideale vero che possa far emozionare il popolo alla partecipazione, se non si dimentica di valorizzare i percorsi della memoria e di coloro che hanno combattuto per renderci liberi perché la deregulation in cui le nuove generazioni sono indotte si combatte solo e soltanto con la memoria!”. Quanto al “perimetro” entro cui vorrebbe muoversi e vorrebbe che si muovesse il Pd, il sindaco è chiaro: Mai coi 5 Stelle nemmeno con i Podemos…”Una alleanza del genere non rappresenta la mia idea politica a Chiusi”.
Scrive Bettollini che il Pd  è “inerme, arroccato su stesso e sulle proprie convinzioni. Incapace di dare una prospettiva, incapace di ricercare la vocazione maggioritaria che seppe raccontare sapientemente Walter Veltroni, incapace di sedersi al tavolo con il suo unico alleato storico che è il PSI, al quale va tutto il mio rispetto, partendo dal riconoscere il valore che questa coalizione politica ha avuto in questo quinquennio trascorso. Incapace in questo momento storico, di reagire e dare un orizzonte alla nostra Città”.
Eccolo il perimetro da cui il sindaco vorrebbe che il Pd ripartisse: dall’alleanza con il Psi. Cioè da quella che è a coalizione attuale. E qui vede anche un indietreggiamento rispetto alla “vocazione maggioritaria” che il Pd aveva e adesso avrebbe perso.
A questo proposito va detto però, che la vocazione maggioritaria il Pd può anche avercela ancora, sono i numeri che a Chiusi non ha più. Con i voti ottenuti alle ultime regionali, ad esempio, non è detto che vincerebbe le elezioni a mani basse, come è sempre avvenuto in passato, di fronte ad una coalizione avversa, magari trasversale.
Il richiamo che fa Bettollini al rispetto della coalizione attuale con il Psi, è di fatto anche una difesa della squadra che lo ha sostenuto e con la quale ha lavorato in questi 5 anni. Una difesa del gruppo consiliare. E forse, nel ribadire il rapporto privilegiato con il Psi, chiudendo la porta ai 5 Stelle, ha voluto anche sottolineare l’adesione ad una certa visione politica che è quella della sinistra riformista di governo (post comunista e postsocialista) e non velleitaria, movimentista. Forse anche una scelta di “laicità” più marcata rispetto allo stesso Pd.
Per quanto riguarda i Podemos, considerati alla stregua dei 5S, pesano probabilmente i 5 anni di opposizione spesso feroce, anche sul piano personale, che il gruppo di Luca Scaramelli ha fatto nei suoi confronti.
Non cita mai, Bettollini, neanche di striscio, Italia Viva o Stefano Scaramelli. Né come possibili alleati, né come avversari da battere o interlocutori poco affidabili. Nada de nada. Ignorati. E non fa cenno, il sindaco, ad una sua possibile lista civica o a iniziative trasversali.
Il messaggio è chiaramente rivolto al Pd, ad un Pd in cui non si riconosce del tutto, ma che ritiene, comunque “l’unica speranza” e quindi l’interlocutore principale, il soggetto che ha in mano il mazzo e deve dare le carte.
Il post di ieri di Bettollini può apparire a tratti anche un po’ confuso. Ma non si può chiedere ad uno che si è avvicinato e ha cominciato a fare politica 10 anni fa sull’onda della rottamazione renziana e su quella si è formato, di avere riferimenti diversi e più solidi.
Il post affidato a facebook è chiaramente la mossa del cacciatore per stanare il lupo dal bosco… Adesso tocca al Pd non tanto replicare, quanto prendere l’iniziativa, ovvero convocare gli organismi deputati e sciogliere i nodi. E poi aprire formalmente la campagna elettorale. Con Bettollini o senza Bettollini.
Questa mattina dagli schermi di una Tv toscana il capogruppo Pd in Regione Mazzeo ribadiva (citando la stessa segreteria regionale Bonafè)  la linea del partito che è quella di “cercare il più possibile l’unità e la continuità politico-amministrativa, a tutti i livelli, perché l’emergenza, con la campagna di vaccinazione da portare avanti e l’economia da rimettere in moto, non consente di fare salti nel buio o esperimenti”.
A Chiusi vorrebbe dire ripartite da Bettolini e dalla coalizione attuale. Magari allargandola, se possibile, potenziandone la rappresentatività e il peso politico. Lo stesso Bettollini tempo addietro faceva notare che per lui la sinistra a sinistra del Pd a Chiusi non si esauriva nei podemos e che c’è un’area di sinistra, laica, ecologista, radicale sui temi sociali e culturali, ma senza bandiera, che potrebbe dare una mano per costruire un progetto di città…  Così come il silenzio su Italia Viva potrebbe anche non essere un niet a prescindere… Del resto alle regionali la coalizione che ha sostenuto Giani era composta da Pd, Socialisti, ecologisti, pezzi di sinistra diffusa e Italia Viva.
Se il Pd locale dovesse invece cercare l’alleanza con Possiamo e 5 Stelle, sull’onda del governo nazionale, allora Bettollini si chiamerebbe fuori da solo. E il Pd andrebbe alle elezioni a braccetto con coloro che per 5 anni lo hanno sbeffeggiato e accusato, insieme alla giunta e al gruppo di maggioranza, di voler avvelenare la città e tutti i cittadini con il carbonizzatore. Il mondo è bello perché è vario. C’è perfino gente che paga una escort per farsi frustare…
m.l.
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