MANUTENZIONE SCARSA SUL FIUME NESTORE, PIEVAIOLA A RISCHIO ESONDAZIONI

MANUTENZIONE SCARSA SUL FIUME NESTORE, PIEVAIOLA A RISCHIO ESONDAZIONI
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Quello che le foto ritraggono, è lo stato attuale della Pievaiola nei tratti non interessati dai lavori di ristrutturazione e del fiume Nestore.  La Pievaiola oramai da mesi, dopo lungo penare, ha visto l’aprirsi dei cantieri che alla fine riconsegneranno ai cittadini umbri  l’importante arteria per larga parte rinnovata in molti suoi tratti. Una arteria importante per tutto il territorio che si trova ad Ovest di Perugia e che corre verso  Città della Pieve. Ma anche con la deviazione del “Fornello, da Piegaro e Moiano, verso Chiusi. 
Ma la manutenzione delle cunette di scolo dell’acqua piovana di questo importante tracciato stradale, da sempre  è caratterizzata da un abbandono pressoché totale. Il risultato di questa incuria, lo si vede ogni qualvolta la pioggia cade giù nemmeno in quantità abbondante.  L’arteria stradale si trasforma in pochi minuti in molti tratti in un fiume di fango limaccioso. Complice anche la mancata manutenzione di molti torrenti che l’attraversano e che esondano in poco tempo. Siamo com’è noto il Paese delle emergenze, non certo quello della prevenzione, della cura del territorio. Gli ennesimi allagamenti prodotti dal fiume  Sarno di questi giorni, lo testimoniano. 
Lo stesso si può dire del fiume Nestore. Già tre anni fa denunciammo attraverso degli articoli, lo stato di abbandono in cui versa il torrente. Da quel tempo nulla è stato fatto in termini di manutenzione delle sponde.  Nessuna ripulitura dell’alveo che decenni fa risultava assai più largo.  Oramai la vegetazione di alto fusto, così come quella minore, ha invaso tutto il letto del fiume. Un tempo i contadini frontalieri, ma anche semplici cittadini, potevano svolgere operazioni di pulizia, di rimozione di piante cadute. Oggi in nome di una mala interpretazione di quello che è considerato ambiente, nessuno può toccare più nulla. Multe salatissime per chi asportasse anche un tronco caduto o rami secchi.  Insomma nessuno può fare più niente. Le autorità preposte sembrano, a quanto documentano le foto, un poco distratte. Nel lontano 2012 il consigliere regionale del PRC Luca Baldelli, fece un’interrogazione denunciando lo stato di abbandono e di particolare degrado in alcuni tratti del corso d’acqua che a Marsciano si tuffa nel Tevere. 
Il  consigliere chiedeva  di sapere se sono stati predisposti interventi, concertati tra le istituzioni competenti, volti al risanamento delle aree del Nestore maggiormente interessate da fenomeni di degrado e inquinamento, anche con il concorso finanziario di quelle attività economiche che concorrono, e non poco, a determinare la grave situazione riscontrata. “Vorrei sapere – queste le parole di Baldelli – se sono stati fatti nuovi monitoraggi e controlli del fiume in questione da parte dell’Ente Provincia e delle istituzioni competenti e , se sì, quali risultati hanno fornito.
La risposta dell’allora assessore Roberto Bertini sapeva di burocratese: “Le competenze relative ai monitoraggi dei corsi d’acqua sono in capo all’ARPA Umbria – spiegava  in consiglio Bertini – Eventuali situazioni di inquinamento e di degrado del Nestore e dei suoi affluenti Genna e Caina sono trattate dal Piano di Tutela delle Acque, approvato dalla Regione Umbria con D.C.R del 1 dicembre 2009, n. 357, che prevede alcune misure di risanamento. In particolare pone misure finalizzate ad ottenere uno “stato ambientale” del corso d’acqua sufficiente e consistono: nella riduzione dei prelievi per uso irriguo dai corsi d’acqua mediante l’ottimizzazione dei sistemi di irrigazione; nel potenziamento delle reti fognarie pubbliche; nel potenziamento e adeguamento degli impianti di depurazione esistenti”.
In aggiunta a queste dichiarazioni oramai un po’ datate, si possono aggiungere altre considerazioni che l’ARPA ha fatto più recentemente.  “Il corpo idrico – si legge in una documentazione ufficiale – è caratterizzato da condizioni ecologiche scadenti determinate sia dalle  alterazioni  della  comunità  bentonica  sia  dalle  elevate concentrazioni  di nutrienti: i tenori di azoto ammoniacale e nitrico e di fosforo totale, quasi sempre critici,  evidenziano  infatti  condizioni  trofiche  importanti.  Lo  stato  di  qualità risente  sicuramente  degli  apporti  negativi  dei  bacini  contribuenti,  tra  i  più compromessi del territorio regionale”. Dunque a quanto si può apprendere, c’è la consapevolezza che il Nestore non gode di buona salute.
Quanto ai depuratori, il Comune di Panicale  oltre a quello già in funzione da 40 anni, ha completato un nuovo impianto. “Si informa – sottolineava a quel tempo l’assessore-  che la Regione Umbria con recenti normative, sia relative al Catasto degli scarichi che alla verifica dello stato dei corsi d’acqua ha ribadito le competenze assegnate all’ARPA. Ad oggi non risulta allo scrivente Servizio che siano stati posti in atto ulteriori monitoraggi da parte di ARPA. Tuttavia questo Servizio, nell’ambito delle proprie funzioni, effettuerà i controlli di competenza in materia di scarichi idrici”.
Ecco appunto, atti burocratici ce ne sono, ma i risultati sono quelli testimoniati dalle foto. Fino ad ora è andata bene, le alluvioni che anche in questo ultimo periodo hanno interessato vari territori d’Italia, hanno risparmiato la Val Nestore. Non è detto che la fortuna assista per sempre questa parte del territorio umbro.
Renato Casaioli
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