CHIUSI: CONSULTAZIONI PD, MONTALLESE CHIEDE LE DIMISSIONI DELLA SEGRETARIA DEL PARTITO

sabato 10th, ottobre 2020 / 17:21
CHIUSI: CONSULTAZIONI PD, MONTALLESE CHIEDE LE DIMISSIONI DELLA SEGRETARIA DEL PARTITO
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CHIUSI – Adesso il 3-0 è conclamato e non è stato decretato a tavolino, come qualcuno ha scritto con una battuta acidula. E’ maturato sul campo. Ed è stato anche il gol più netto e più lineare quello messo a segno ieri sera dal circolo di Montallese, per la squadra del sindaco. Che non c’era. Anche in quello che era il suo circolo ha fatto il convitato di pietra.

La segretaria del partito Simona Cardaioli, in questo caso, giocava fuori casa, nel campo più ostico del campionato e probabilmente ha subito un po’ la situazione ambientale, perché – dice chi c’era – non è riuscita a mantenere lo stesso aplomb glaciale delle due serate precedenti a Chiusi Città e Chiusi Scalo, e alla fine, dopo che il dibattito era scorso in maniera serena e pacata, c’è stato un po’ di parapiglia.

Ma l’assemblea nel circolo della frazione maggiore del comune era comunque cominciata con il botto. Prendendo la parola per primo il consigliere comunale Marco Vannuccini, dopo aver elencato tutte e opere e le iniziative realizzate e o portate avanti dall’amministrazione, dopo aver espresso un giudizio positivo sul sindaco, sulla giunta e sulla compagine consiliare e dopo aver rimarcato il proprio disagio per la situazione che si è venuta a creare tra sindaco e partito, ha senza affondato il colpo chiedendo, senza mezzi termini le dimissioni della segretaria dell’Unione Comunale Cardaioli. Lo ha fatto leggendo un intervento scritto che ha poi consegnato ala segretaria stessa, affinché fosse messo agli atti. “chiedo le dimissioni, come avrebbe fatto il partito vero, quello che alcuni di voi sbandierano tanto, sella segretaria dell’U.C. per aver tenuto un comportamento indisponente, irritante, rancoroso, tanto da far allontanare il sindaco dal partito, senza attivarsi per far sì che ciò non avvenisse; per aver usato e usare il partito per obiettivi personali e non decisi dagli iscritti e inoltre (..) per aver perso nel comune oltre il 30% dei propri elettori, toccando il massimo nella sezione di Montallese con -42%”. Così ha scritto Vannuccini. E la platea (una decina di iscritti al circolo), ha applaudito e poi ha fatto proprio il documento.

Altro intervento corposo, a difesa dell’operato dell’amministrazione e a favore della ricucitura e poi della ricandidatura di Bettollini, con accenti molto critici verso la direzione del partito, quello di Luciano Ceccuzzi  figura rilevante dell’associazionismo locale (che partecipò con Bettollini al summit con la segreteria del partito a inizio settembre).

Il Pd di Montallese insomma sta con Bettolini e addirittura chiede la testa della segretaria. Una richiesta che alza inevitabilmente i toni, che esce dal solco del confronto politically correct dei primi due circoli e mette di fatto in mora la conduzione del partito, in questa vicenda…

D’altra parte è stato il gruppo dirigente del partito, la segretaria Cardaioli e  il capogruppo Agostinelli, a chiedere, dopo l’assemblea degli iscritti comunale di 15 giorni fa, un pronunciamento dei 5 circoli. E tre circoli hanno risposto in maniera se non proprio univoca, molto maggioritaria, che la base del Pd sta con Bettollini, ne apprezza l’operato e vorrebbe che rientrasse nel partito e fosse lui il candidato a sindaco del centro sinistra alle prossime elezioni comunali. Qualche voce contraria non fa primavera.  Forse nemmeno lo stesso Bettollini si aspettava un risultato del genere.

A leggere certi commenti sui social (e anche su questo giornale) sembrava che ci fosse un Pd ormai deciso a cambiare cavallo e anche a cambiare strategia, abbandonando per sempre la stagione cominciata con l’ascesa del renzismo. Il corpo attivo del Pd ha detto il contrario, fino ad ora. Vedremo gli altri due circoli, ma come abbiamo già scritto, l’esito della partita non può più essere ribaltato.

Per la segreteria del Pd che dalla fine di luglio, quando esplose la guerra fredda con il sindaco, si è sempre trincerata dietro i tempi e le modalità del partito, dietro la consultazione degli organi e degli iscritti, le prime tre assemblee di circolo sono state una debacle, su tutta la linea.

Il gruppo dirigente del partito ha dimostrato di non avere il polso della propria base. Né al centro, né in periferia. La richiesta di dimissioni avanzata da Vannuccini e dal circolo di Montallese non ne è che l’inevitabile conferma. Era prevedibile, dato il clima. Ed è arrivata. E non potrà essere ignorata.

Qualcuno dirà che la consultazione nei circoli ha coinvolto e alla fine coinvolgerà poche decine di persone, ma è una consultazione di partito e il Pd questo è. Ma- abbiamo già scritto anche questo – il fatto che  abbiano parlato quasi tutti gli iscritti che hanno partecipato alle assemblee, che abbiano preso la parola anche quelli che lavorano alle feste, che distribuiscono i volantini, ma non parlano mai, è un fatto straordinario. Segno che la questione è arrivata ad un punto limite. Gli iscritti si sono in sostanza ripresi il partito (tutti, quelli a favore di Bettolini e quelli contro). Ma attenzione: non è la rivolta dei peones, o la mobilitazione delle truppe cammellate. Nelle tre assemblee di circolo fin qui svolte, c’è gente che si è preparata e ha letto un intervento scritto. Ha lavorato non per fare bella figura, ma per esternare la propria posizione, senza il rischio di sbagliare, magari per l’emozione o la scarsa abitudine a parlare in pubblico. I gregari hanno vinto tre tappe, lasciando il commissario tecnico basito…

Il Pd chiusino dovrebbe brindare a champagne per questo, le tre assemblee hanno dimostrato che il gruppo dirigente non ha il polso della situazione, ma il partito c’è. I militanti non sono figure di cartone. 

Nel merito di quello che è il nodo del contendere non è chiaro ciò che succederà. Da un lato il pronunciamento, quasi plebiscitario dei circoli a favore del sindaco, mette anche Bettollini davanti ad un dilemma:  con il Pd dalla sua, può pensare di fare una lista civica personale? Come la prenderebbero i militanti che ne hanno preso le difese?

E Simona Cardaioli che farà, prenderà atto della sconfitta e si dimetterà? In questo momento la sua non è certo una posizione comoda. Si ritrova con il partito contro e pochissimi l’hanno seguita. Chiaro che il pronunciamento degli iscritti, per come sta emergendo, mette in discussione anche i ragionamenti, che finora sono rimasti sottotraccia, ma ci sono stati, sulle possibili alleanze del Pd con Podemos e 5 Stelle… Restare in sella in queste condizioni sarà piuttosto complicato. Il dato elettorale non aiuta, anche se il trend al ribasso è cominciato prima che si insediasse questa segreteria. Ma un Pd che alle ultime elezioni prende meno voti di quanti ne prese la Primavera nel 2011, non può non far riflettere.

La segretaria ha fatto intendere più volte che a lei non piace l’uomo solo al comando e che non ama neanche “il partito dei sindaci” e per questo rivendica l’autonomia forte del partito rispetto agli amministratori. Una delle accuse rivolte a Bettolini dai suoi detrattori è proprio quella di aver appiattito e piegato per anni il partito sull’amministrazione, da qui un certo ostracismo nei suoi confronti.

Ma la stessa Cardaioli non viene dalla luna e non è spuntata due giorni fa. Viene anche lei da lontano. E’ stata assessore e segretaria del partito, nell’era Ceccobao. E anche allora il sindaco faceva l’uomo solo al comando. E guai a chi dissentiva. Non solo: il “partito dei sindaci” non è una invenzione dei renziani o ex renziani, è in voga dal 1975, da quando il Pci conquistò le grandi città: Roma, Firenze, Napoli, Torino…  Napolitano ci scrisse anche un libricino per Editori Riuniti: “Il partito di lotta e di governo“. E a Chiusi anche Canestrelli, Laurini, Ciarini, Ceccobao orientavano e determinavano più di altri la linea del partito di maggioranza… Lo fecero un po’ meno Poggioni e Peppicelli, il primo perché oggettivamente debole, il secondo perché era quasi un corpo estraneo rispetto all’establishment locale del Pci e si trovò spesso isolato.

Un rapporto chiaro, basato sulla reciproca autonomia tra partito e amministrazione sarebbe cosa auspicabile, che aiuterebbe anche il sindaco, chiunque sia. Bettollini, oggettivamente, un partito vero (e autonomo) alle spalle non l’ha mai avuto, ma non ha creato lui questa situazione. Forse ci si è adagiato. O adeguato. Ma l’andazzo era questo già da un pezzo.

Intanto segnaliamo anche una precisazione del Comitato Aria che dopo aver dato dell’inadeguate a tutte le componenti consiliari, spiega che non ha alcuna intenzione di presentarsi alle elezioni, ma tutto il diritto di esprimere pareri e giudizi e di misurare le forze politiche dalle risposte che queste danno. Una piccola marcia indietro dopo le reazioni stizzite di Podemos e 5 Stelle, falcidiati dal fuoco amico che ha sparato su di loro ad alzo zero. Sarà stato mica un autogol?

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