LUGLIO E AGOSTO: L’EMERGENZA COVID HA FAVORITO IL TURISMO SLOW E A KM ZERO… CHE FARE PER CONSOLIDARE LA TENDENZA

LUGLIO E AGOSTO: L’EMERGENZA COVID HA FAVORITO IL TURISMO SLOW E A KM ZERO… CHE FARE PER CONSOLIDARE LA TENDENZA
0 Flares 0 Flares ×

Quale è il paese dei dintorni che se l’è cavata meglio e ha reagito meglio all’emergenza covid nei mesi clou dell’estate, ovvero luglio e agosto? Il taglio e la soppressione di eventi e manifestazioni ha penalizzato indubbiamente un po’ tutti. Più degli altri quei paesi che le manifestazioni le avevano in programma da giugno al 15 agosto. Poi è arrivata la “seconda ondata” di contagi e anche gli altri hanno subito contraccolpi. Qualcuno ha dovuto fare marcia indietro (Città della Pieve con il palio dei Terzieri), qualcun altro ha aspettato fino al’ultimo, poi ha alzato bandiera bianca (Chiusi Scalo con i Ruzzi). Alla fine si è salvato chi qualcosa ha fatto comunque anche se in forme e modalità conformi ai protocolli.

E’ andata discretamente al festival Orizzonti di Chiusi, per esempio, che pur in edizione ridotta e quasi autarchica e in sede decentrata, ha sempre riempito la platea e ha ricevuto critiche favorevoli… E’ andata bene, anzi benissimo a Trasimeno Blues, rassegna itinerante che ha addirittura rilanciato, dopo qualche anno di galleggiamento in acque bassine e anche a Trasimeno Prog, nuovo Festival dedicato al Progressive Rock che ha portato a Castiglione del Lago buona musica e alcuni mostri sacri del genere come Bernardo Lanzetti.

Ma al di là degli eventi, diciamolo, è andata bene, molto bene a Montepulciano, che ha continuato nonostante la frenata dell’immediato post lockdown, a riempirsi di turisti fino all’inverosimile. E anche Città della Pieve, dopo qualche titubanza e qualche inusitata chiusura, ha visto alcuni locali riaprire le saracinesche e la gente tornare come ai bei tempi… ad agosto, in particolare, di turisti nella città del Perugino se ne son visti parecchi, più italiani che stranieri, più gente dei dintorni e delle città più vicine che non di chissà dove, ma alla fine bar, ristoranti, pub, pizzerie hanno lavorato tutti e parecchio, come gli agriturismi e le case vacanze.

La riscoperta delle piccole città d’arte, e dei luoghi tranquilli, causa covid, ha favorito anche Chiusi, che ha registrato più presenze degli anni passati, sia nei musei, alle catacombe, che negli alberghi, nei ristoranti e nella case vacanze… E pure in piazza. Molto turismo slow (bici, treno) e anche più stranieri degli anni scorsi. Soprattutto francesi.

Parlando di piazze, un vero e proprio exploit lo ha fatto senza dubbio quella, splendida, di Cetona, sempre piena, dalle 18 alle 24, tutti i giorni della settimana. Merito certo della location, vera piazza-salotto all’italiana… Ma merito anche dell’intuizione di mettere in piazza, uno accanto all’altro tre-quattro locali, più uno poco distante, con offerta gastronomica interessante: tipica certo, ma adatta ad un pubblico variegato, dai giovani alle famiglie. Locali attigui, che si integrano e non si fanno concorrenza spietata e di fatto si configurano come un “unicum”, ma con offerta diversificata. Non si capisce bene, appena si percepisce dove comincia l’uno e finisce l’altro, ma questa è la forza dell’intuizione. Che ha pagato e bene. L’unione che fa la forza. Chapeaux.

San Casciano Bagni con gli incontri sulla “Terrazza” con politici, registi, attori, scienziati (Veltroni, Ozpetek, Castellitto, Rappuoli…) ha mantenuto il suo standard di località da Vip. Aveva temuto per la chiusura prolungata delle terme, ma a luglio sono state riaperte e adesso, da settembre in poi, comincerà il loro momento… Con 40 gradi all’ombra l’acqua a 40 gradi anche in piscina non è il massimo. Meglio d’autunno…

Chianciano è tutt’altra storia rispetto alla sua storia, è un altro posto, ormai, rispetto agli anni 50-60-70 del ‘900… Chi ha conosciuto quella Chianciano cara a Fellini e alla dolce vita, può non riconoscerla e non orientarsi adesso. La cura della destra non ha fatto miracoli. Sembra che il lockdown sia ancora in corso. Ma qualcosa si è mosso anche nella cittadina del Fegato Sano. Che però non è una città d’arte, né un borgo suggestivo, era una specie di Las Vegas, ora è una ghost town ma è nel cuore di un territorio ricco dal punto di vista ambientale, storico, archeologico, architettonico ed è piena (ancora) di alberghi e pensioni e qualche iniziativa la tira fuori. E’ ancora una base da cui muoversi.

Agriturismi sold out in Valdorcia (San Quirico, Pienza, Radicofani) e buona estate anche a Sarteano, dove tra serate musicali in piazza e teatro al castello, seppure in versione massima sicurezza, c’è stato fermento e clima frizzante nonostante la cancellazione del Saracino.

Quello che a inizio estate, dopo il lockdown, da queste colonne auspicavamo e proponevamo come possibile via d’uscita, ovvero il “turismo a km zero” a casa nostra, in qualche modo e in una certa misura si è visto, anche se non tutti i residenti nella zona si muovono alla stessa maniera. C’è chi si muove di più e chi invece resta abbarbicato dentro le mura della propria città… Però in linea di massima qualche movimento in tal senso, più che in passato, c’è stato. E le differenze, fino ad un anno fa evidentissime, a volte impietose, tra un paese e l’altro, quest’anno si sono affievolite. C’è stata più uniformità, più… trippa per tutti. Ovvio che parliamo per alcune realtà di numeri ancora piccoli, di piccoli passi, non di salti in avanti. E di passi dovuti ad una situazione di emergenza e particolare…

Però va anche detto che la bellezza dei centri storici e dei paesaggi, l’offerta variegata di arte, cultura, tranquillità e buona tavola insieme a qualche evento hanno fatto la loro parte.  Il bel tempo pure.

A questo proposito appare sempre più evidente come l’olio, i vini, la cucina tipica del territorio, costituiscano un valore aggiunto e un elemento di identità. Tanto che sarebbe opportuno che certi piatti e certi prodotti si trovassero in tutti i ristoranti, anche in forma rivisitata.

I pici, il tegamaccio con il pesce di lago, la bistecca di Chianina, l’oca arrosto, il vino Nobile di Montepulciano, per dire, dovrebbero essere presenti in tutti i menù. Il brustico dove possibile dato il particolare tipo di cottura che richiede. Non perché non esista altro al di là delle tradizioni, ma perché la cultura materiale, e il cibo ne fa parte, è appunto un pilastro dell’identità, del Dna di un territorio al pari delle opere d’arte, delle torri civiche, delle chiese, del dialetto. 

E chi sta in prima linea nell’offerta turistica dovrebbe contribuire, per contratto, a mantenere vivo e divulgare quel patrimonio di colori, sapori e saperi. I ristoranti coi piatti tipici e i vini della zona, i cittadini facendo turisti a casa propria, e i promoters del territorio e dei suoi tesori (che siano risorse architettoniche, paesaggistiche, o anche risorse umane, ovvero musicisti, teatranti, scrittori, pittori, scultori…).

Perché quando l’emergenza covid finirà, lascerà comunque un sacco di macerie e di feriti sul campo. Molte attività faranno fatica a rialzarsi e a riaprire le saracinesche. Qualcuna non riaprirà. Il sistema produttivo così come lo abbiamo conosciuto, questo tipo di capitalismo, stanno saltando in tutto il pianeta e la salvezza – lo dicono in molti –  potrebbe essere anche in termini duraturi e non solo emergenziali, proprio la riscoperta delle campagne, dei luoghi periferici rispetto alle metropoli, e uno stile di vita diverso, più umano, più lento, più rispettoso dell’ambiente.

Zone e territori come il nostro, a cavallo tra Toscana e Umbria, tra città d’arte straordinarie e paesaggi ancora non del tutto massacrati dal cemento e dall’antropizzazione, possono vivere un nuovo rinascimento. A patto che facciano le cose con intelligenza, con misura, che non si facciano prendere la mano dalle invasioni barbariche che già oggi qualche problemino lo creano (vedi Montepulciano) e che non si facciano la guerra, ma al contrario facciano sistema e si mettano in rete valorizzando il meglio che abbiamo, non il peggio.

m.l.

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube