LO SCIVOLONE DELLE SARDINE. MA NEL 2011 A CHIUSI, LA PRIMAVERA…

martedì 04th, febbraio 2020 / 10:47
LO SCIVOLONE DELLE SARDINE. MA NEL 2011 A CHIUSI, LA PRIMAVERA…
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Le sardine sono pescetti simpatici. Che vogliono nuotare in acque più pulite e depurate dalle scorie che l’ammorbano. E in Emilia Romagna hanno dato un bel contributo alla vittoria elettorale di Bonaccini e  del centro sinistra. Senza le sardine e quelle piazze piene forse sarebbe andata diversamente e il vento salviniano avrebbe sfondato anche nell’Emilia Rossa, che sarà un po’ meno rossa che in passato (e questo è un fatto, come è un fatto che il rosso residuo tenda al rosa grigiastro e poco abbia a che vedere con quello del partito di Peppone e spesso si addica di più al verbo d Don Camillo), ma quel vento ha deciso di fermarlo. Sono simpatiche e una ventata di aria nuova le sardine.

Ma se le loro piazze si sono riempite anche di 60-70enni, i leaders del movimento sono ragazzi di 30 anni, forse anche un po’ ingenui. E qualche cazzata la fanno. Una l’hanno fatta nei giorni scorsi, facendosi fotografare insieme a Luciano Benetton e Oliviero Toscani.

Niente da dire sul fotografo che si è speso in battaglie contro il razzismo, per la difesa dell’ambiente (di recente anche contro la centrale di Sorgenia in Val di Paglia, per dire) e se anche si è fatto strumento di campagne pubblicitarie, quindi di un certo capitalismo è per storia personale una figura “progressista”. Benetton che ha fatto lavorare molto Toscani, invece è una cosa diversa. Non solo perché le sue aziende sfruttano e cacciano gli Indios sudamericani dalle loro terre, il che già non depone a favore, ma anche per una questione tutta italiana e di grande attualità. Benetton è titolare di concessioni autostradali e la sua società è sotto accusa per il crollo del Ponte Morandi a Genova, che causò 43 morti nel 2018.

Ecco farsi fotografare in questi giorni e di questi tempi a fianco di Luciano Benetton, da parte di Mattia Santori & C. è stata una leggerezza. Una colossale, sesquipedale cazzata  direbbero quelli del Trio Medusa. Perché quella foto dà l’idea che le sardine non sappiano con chi hanno a che fare, non sappiano come vanno le cose in Italia. In definitiva non sappiano bene da che parte stare o non abbiano capito chi sta da una parte e chi dall’altra.

Certo, non sono mica un partito le Sardine, né tantomeno un partito di governo. Sono, per ora, un movimento che si guarda intorno e deve ancora decidere cosa farà da grande, però quelle piazze piene in tutta Italia, non solo in Emilia Romagna, ne hanno fatto volenti o nolenti, un soggetto politico. E chi fa politica, anche se da poco e in modo un po’ improvvisato e naif, deve stare attento a dove mette i piedi, perché il rischio di pestare una merda è alto…

Da queste colonne noi abbiamo salutato il movimento delle sardine come, appunto, una ventata di aria nuova, come un monito ai partiti e in particolare alla sinistra affinché si svegli dal torpore e torni a parlare alla gente, come hanno fatto loro, tornando nelle piazze vere da quelle virtuali. Ma quella foto con Toscani (passi) e con Benetton non ci è piaciuta. Ci è sembrato uno scivolone che potevano evitare. E avrebbero fatto bene ad evitare.

Ci auguriamo che sia un errore di gioventù e che serva alla crescita, come le sbucciature delle ginocchia in seguito a certe cadute da bambino…

Abbiamo visto, sui social, commenti sarcastici all’indirizzo delle sardine, che avrebbero così mostrato il loro vero Dna, quelle dei soliti ragazzotti, figli di papà pronti a entrare nel circo dei grandi, ma sempre e solo dalla porta principale… Il volto insomma di chi vuol solo fare da stampella al Pd. E al capitalismo, senza alcuna velleità antagonista.

Può anche essere che questo sia l’obiettivo dei “liderini” delle sardine. Ma che i movimenti si guardino intorno e cerchino contatti anche laddove farebbero bene a non cercarli è sempre successo.

Qualche anno fa, era il 2011, durante la campagna elettorale comunale di Chiusi, il nascente movimento della Primavera che intendeva strappare al Pd la rappresentanza del centro sinistra, si trovò a discutere e a dividersi sulla opportunità di incontrare gli operai della Lodovichi e dell’Edilcentro, i ferrovieri  oppure alcuni esponenti dell’imprenditoria locale, quelli tra l’altro al più alto livello e più rappresentativi di un certo capitalismo. Ci fu anche chi tentò una mediazione proponendo di fare uno sforzo per incontrare tutti, gli operai e gli imprenditori. Invece la Primavera andò in delegazione ad incontrare il vivaista Margheriti, ma non incontrò mai gli operai della Lodovichi, né gli altri…

E tra i fautori dell’incontro con Margheriti c’erano proprio coloro che oggi si scandalizzano di più per la foto delle Sardine con Benetton. C’era in quella diatriba uno scontro politico tra due fazioni: una che voleva dare alla Primavera una veste marcatamente di sinistra e popolare, e un’altra che invece puntava ad un soggetto più trasversale, né di destra, né di sinistra.  La primavera ottenne un buon risultato elettorale, ma non vinse e poi si è dissolta, come neve al sole, imprigionata in un corpo ibrido, senza anima e senza bandiera.

Alle elezioni successive (2016) la prima fazione si è ritrovata coi Podemos, la seconda, quasi tutta con i 5 Stelle. Non a caso.

Oggi, guardando la foto delle sardine con Toscani e Benetton viene da dire: a parte la concessione autostradale (che ovviamente non è poco), c’è poi molta differenza tra Benetton e Margheriti? Sono entrambi grandi imprenditori, leader nei loro settori. Capitalismo all’ennesima potenza. Campioni di un certo mondo.

Le sardine faranno bene a stare più attente, d’ora in avanti. Ma anche altri, dovrebbero avere più memoria. In Italia quello di mettere alla gogna gli altri è uno sport molto popolare, ma in questo Paese, in politica non si inventa mai niente, c’è sempre stato da qualche parte, qualcosa di simile, prima.

m.l.

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