CHIUSI CITTA’ EUROPEA DELLO SPORT: MA COME STA LO SPORT A CHIUSI? IL CALCIO NON BENE, IL RESTO…

giovedì 16th, gennaio 2020 / 12:34
CHIUSI CITTA’ EUROPEA DELLO SPORT: MA COME STA LO SPORT A CHIUSI? IL CALCIO NON BENE, IL RESTO…
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CHIUSI –  Città Europea dello Sport 2020. Per Chiusi l’anno appena cominciato sarà un anno importante dal punto di vista sportivo: c’è da onorare un titolo. Una sorta di “premio” alla vitalità sportiva, alla qualità delle strutture, al lavoro di tanti appassionati e volontari che portano avanti squadre nelle discipline più varie. Ma come va e come sta lo sport a Chiusi? Diciamo tra alti e bassi.

BASKET E VOLLEY, GRANDE ENTUSIASMO  – Per esempio, con la neonata San Giobbe (formazione di serie C Gold del sindaco di Venezia Brugnaro in orbita Reier, campione d’Italia) la città sta scoprendo il basket ad un livello mai visto a queste latitudini. La squadra è prima in classifica e schiera giocatori di categoria superiore che è un piacere vedere, anche per chi non sa molto di pallacanestro.

Gli appassionati di volley sono senza dubbio di più, per una questione di storia, di tradizioni. A Chiusi adesso la formazione di punta nel volley è quella femminile della Vitt che finora ha sempre giocato al massimo in serie C, con la trasferta più lontana a Ponte Felcino e ora invece va a giocare in giro per l’Italia nel campionato di B2. Ed è una soddisfazione. Ma in tanti  stanno ritrovando entusiasmo anche per le imprese della Emma Villas (che si chiama Siena, gioca a Siena, ma è nata a Chiusi, è guidata da un presidente chiusino) che è prima in classifica in A2 e ieri sera ha conquistato l’accesso alla semifinale di Coppa Italia.

CANOTTAGGIO E CICLISMO SUGLI SCUDI – Poi il nome Chiusi si sta facendo strada anche in altri sport, come il canottaggio, conquistando titoli e “prestando” atleti a sodalizi blasonati come il Cus Pavia. Poi quest’anno, insieme a Chianciano  ospiterà i campionati italiani giovanili di ciclismo, disciplina che con la Coppa Bologna ha già una sua “classica” per la categoria Under 23… Buon seguito ce l’ha anche il calcio a 5, che tra l’altro serve pure a tenere in attività giocatori che per un motivo o per l’altro non possono più giocare il calcio vero.

IL PALLONE SGONFIO – Il pallone, quello che si gioca con i piedi, invece è un po’ sgonfio. Dopo la retrocessione subita ingiustamente nel 2017 in seguito ad una combine, accertata anche dalla giustizia sportiva, la prima squadra locale non si è più ripresa e ha sempre faticato anche in Promozione. Attualmente i biancorossi di mister Parretti sono con i piedi nella sabbie mobili della zona play out con 20 punti in 18 partite: 6 vittorie, 2 pareggi e 10 sconfitte. Nelle ultime 7 gare il Chiusi ne ha perse 4, le ultime 3 giocate fuori casa e una in casa. 7 punti in 7 gare. Un punto a partita. Poco. Situazione dunque complicata, dopo la terza giornata di ritorno. Lo dice anche il tabellino dei gol: 15 fatti e 26 subiti. Di questo passo è più facie retrocedere che risalire la china.

La seconda squadra, quella degli Autarchici ha un solo punto in più in classifica (21), ma in  17 partite. E in classifica è messa un po’ meglio: attualmente è decima, ma a +5 sulla zona rossa dei play out. Non solo, ma la ASD Città di Chiusi non perde dal 1 dicembre, nelle ultime 5 ha fatto sempre risultato utile: 2 vittorie e 3 pareggi, per un totale di 9 punti. 1,8 a partita e perfetta media inglese con vittoria in casa e pareggio fuori.

Tra le due formazioni, insomma quella degli Autarchici sembra stare un po’ meglio, sia come classifica che come trend. Il Chiusi di Promozione sta invece annaspando in acque limacciose e pericolose. Un’altra retrocessione sarebbe un disastro sportivo, anche perché la società rischierebbe di perdere appeal anche come “società di riferimento” per tanti campionati giovanili, con centinaia di ragazzi in campo, dai “primi calci” alla Juniores… Con una situazione così, al limite della depressione, anche il tifo langue, l’entusiasmo e il supporto scemano, mentre gli Autarchici continuano ad avere un bel seguito. Non solo perché vanno meglio, ma anche perché la squadra è vissuta di più come “squadra del posto”, come espressione più genuina del calcio made in Chiusi…

Anche queste sono cose che contano quando si parla di sport a livello locale.

Vola il Montallese, che è in testa alla classifica con 27 punti: 8 vittorie 3 su 12 gare, ma in Terza Categoria, che è come dire nel sottoscala. Però meglio vincere in Terza che essere ultimi in Seconda, come l’anno scorso… Infatti il popolo della frazione apprezza, la squadra si diverte, e la Seconda è nel mirino..

IL PESO DEI RISULTATI E IL RISCHIO DESERTIFICAZIONE – Certo, i grandi risultati, le vittorie, le cavalcate trionfali, i salti di categoria aiutano sempre a far salire la febbre, creano entusiasmo spesso  troppo facile, fanno appassionare anche persone che non avevano mai seguito prima quello sport o quella squadra. Creano attenzioni nuove, creano anche appeal, per cui i genitori magari iscrivono i figli alle giovanili (se ci sono) sperando che diventino campioni… Ma c’è sempre un rovescio della medaglia, che è la… desertificazione di tutto il resto. La difficoltà a tenere in piedi tutto ciò che sta sotto quel livello.

Il basket per esempio, a Chiusi può solo crescere, perché finora non esisteva o  quasi. E’ un fenomeno nuovo che è partito dall’alto, non dal basso. La Emma Villas invece è partita dal basso rilevando la storica formazione maschile della Vitt Chiusi in serie C e da lì ha poi scalato il cielo, vincendo un campionato dietro l’altro fino ad approdare all’Olimpo della Superlega, risultata però troppo complicata. Tutti a Chiusi e dintorni seguivano la Emma Villas, tutti si erano appassionati alla pallavolo, anche gente che non aveva mai visto una partita in vita sua e non sapeva niente di opposti, centrali, ricezione, muro o aces… Tutti erano diventati esperti e tutti conoscevano i nomi dei giocatori… Quando la squadra si è trasferita a Siena in centinaia hanno continuato a seguirla anche al Palaestra, ma oggi quanti sono? in apertura abbiamo scritto “in tanti”… ma sono sicuramente meno di 3-4 anni fa. Oggi a Chiusi, per dire, quanti conoscono i nomi e i ruoli dei giocatori della Emma Villas? E’ normale, non è una colpa di Bisogno o della Emma Villas, è il prezzo di una scelta che alla società sta dando dei frutti. Ma…

Ma a Chiusi non c’è più il volley maschile che aveva una tradizione di 60 anni. La società Emma Villa ha fatto altre scelte. Del tutto legittime, ma in loco nessuno ha colmato il vuoto, una volta che Bisogno ha traslocato… C’è una formazione di serie D, in egida Vitt-Emma Villas, ma di fatto è una giovanile, funzionale al progetto, ma non una squadra del luogo. Alcuni giocatori del posto o dei dintorni, dignitosi giocatori di serie C, tra i 26 e i 33 anni adesso giocano per puro divertimento in campionati Uisp o Csi, o in Prima divisione, per mancanza di squadre. Un patrimonio sportivo disperso nel nulla, insieme all’humus che l’aveva alimentato per decenni, quel giacimento, formando decine e decine di ragazzi.

Se le ragazze della Vitt che adesso sono in B2 dovessero retrocedere (ci auguriamo di no, ma non è escluso) anche il volley femminile subirebbe un colpo e anche la Vitt dovrebbe ridimensionare i propri orizzonti…

IL CALCIO IN CERCA DI NUOVI ASSETTI –  Il calcio è sport più popolare, forse anche più semplice da capire e seguire. Ma se la logica è quella della tendenza al semiprofessionismo per ciò che riguarda stipendi e operazioni di mercato, ma senza avere basi professionali (non professionistiche) nella gestione dei vivai, del parco giocatori, delle stesse strutture, è davvero difficile tenere il passo ed è invece molto facile scivolare sempre più in basso. E’ per questo, forse, che tra i tifosi e appassionati del pallone più d’uno comincia ad interrogarsi su come ricucire lo strappo tra Polisportiva e Autarchici, e magari anche il Montallese. Su come ricreare un ambiente “unitario” più solido e con radici ben piantate nel territorio. Qualche movimento è in atto. Per ora sono parole, abboccamenti, piccoli passi diplomatici…

Certo parlare di questi aspetti con le squadre invischiate nella lotta per non retrocedere è difficile. La priorità per entrambi i sodalizi è la salvezza matematica, poi si potrà parlare anche d’altro. La situazione ricorda quella della Fiorentina: parlare di Stadio e centro sportivo adesso, con la squadra a 21 punti sembra quasi una bestemmia…

Detto questo, però, forse una riflessione collettiva, tra addetti ai lavori e non solo, sullo stato dello sport a livello locale non farebbe male.

m.l.

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