L’AMIATA SCENDE IN PIAZZA CONTRO LA CENTRALE SORGENIA. A CHIUSI STRANAMENTE NIENTE FESTE PER LO SCAMPATO PERICOLO CARBONIZZATORE. MA E’ GIA’ CAMPAGNA ELETTORALE…

giovedì 19th, dicembre 2019 / 15:58
L’AMIATA SCENDE IN PIAZZA CONTRO LA CENTRALE SORGENIA. A CHIUSI STRANAMENTE NIENTE FESTE PER LO SCAMPATO PERICOLO CARBONIZZATORE. MA E’ GIA’ CAMPAGNA ELETTORALE…
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CHIUSI –  Oggi pomeriggio, ale 17,00 ad Abbadia San Salvatore il Consiglio Comunale discuterà il progetto della centrale geotermica di Voltole (Val di Paglia) proposto da Sorgenia e nello stesso momento i comitati anti centrale di Abbadia e dell’Amiata terranno un sit in di protesta davanti al municipio. Di fatto, dopo varie assemblee pubbliche, incontri e convegni, si tratta della prima manifestazione di piazza. Gli amiatini hanno sempre avuto un’anima più radicale di altri, se c’è da manifestare non si tirano indietro. Anzi. Lassù, adesso il fronte è caldo e i comitati “No Centrale” mettono all’incasso anche l’appoggio convinto e incondizionato di Legambiente, associazione ecologista di cui il presidente di Sorgenia Chicco Testa è stato fondatore, segretario e presidente nazionale negli anni ’80, quando lo stesso testa era anche deputato del Pci.

Ora Chicco Testa che è stato anche presidente di Acea, di Enel, del gruppo Riello e del Forum Nucleare Italiano, si trova dalla parte scomoda della barricata. Poi, scomoda si fa per dire, perché probabilmente guadagna più lui da solo che tutti quelli che faranno il sit in oggi pomeriggio… Ma trovarsi la gente contro non è mai una situazione piacevole… Dagli anni della spinta propulsiva dell’ambientalismo ne è passato di tempo e anche di acqua sotto i ponti. Spesso acqua inquinata, peraltro. E Chicco Testa ha cambiato sponda.

Nel 2017, quindi recentemente, ha scritto con Sergio Staino, con il quale collaborava a l’Unità, giornale di cui diventò pure presidente della società editrice nel 2016, il libro Troppo Facile dire di no. Prontuario contro l’oscurantismo di massa (2017). Una sorta di manuale al contrario rispetto a quello da noi citato del pretore Gianfranco Amendola “In  nome del popolo inquinato” (edizioni Franco Angeli 1985).

Un libro, quello di Testa e Staino per dire che in Italia spesso prevale la logica del NO, la sindrome NIMBY (Not in may back Yard, non nel mio giardino) anche rispetto a impianti e soluzioni che tendono a risolvere problemi ambientali. Sembra scritto apposta per ciò che sta avvenendo ad Abbadia. E che è avvenuto negli ultimi tempi e a Chiusi. Solo che Testa lo dice dal pulpito di chi quelle soluzioni le propone e gli garantisce stipendi ed emolumenti faraonici… Insomma se un tempo era la voce del “popolo inquinato”, adesso si ritrova a rappresentare la voce del padrone. Su questo, crediamo che lo stesso Chicco testa, che è persona intelligente e colta, abbia poco da replicare. Lui fa il suo mestiere e come presidente di Sorgenia oggi ha l’obiettivo di realizzare quella centrale in Val di Paglia, con l’Amiata e Radicofani sullo sfondo e la Valdorcia, patrimonio Unesco, a un tiro di schioppo. 

Ma la popolazione, i sindaci della Valdorcia, molte associazioni e comitati sono contrari perché – dicono – sono meglio i cipressi che le ciminiere, perché la ricchezza della Valdorcia e dell’Amiata sta nel paesaggio, nella bellezza, non nella geotermia che è pure pericolosa. Perché di lì, in quella valle, passa la via Francigena, una strada antica che è percorsa anche oggi da migliaia di camminatori amanti del turismo slow, della storia assaporata a passo di lumaca, con un occhio rivolto al cielo e uno dentro se stessi…

Vedremo come evolverà la situazione ad Abbadia.

Intanto a Chiusi la vicenda Acea si sta sgonfiando. Dopo il ritiro del progetto da parte della società proponente, proprio sull’onda della contestazione generale, ci saremmo aspettati anche nella città di Porsenna, manifestazioni di piazza e di giubilo per lo scampato pericolo. Per aver evitato l’arrivo di un “mostro” che avrebbe ammorbato l’aria e l’acqua, avrebbe trasformato la città in un ricettacolo di rifiuti (o di fanghi) provenienti da varie regioni e avrebbe fatto calare il valore di case, terreni, attività economiche… Invece niente. Chi per un mese, dai primi di novembre, ha fatto un battage mai visto, ha esposto lenzuoli alle terrazze e alle finestre, ha riempito la sala San Francesco e il teatro Mascagni nelle 4 sedute dell’inchiesta pubblica, dopo l’annuncio della ritirata del nemico non ha battuto ciglio. Nessun brindisi, nessun festeggiamento, nessuna iniziativa, nemmeno per assumersi il merito della vittoria. Che sarebbe pure comprensibile.

Anche il più sanguinario dei capitani di ventura avrebbe preferito vedere il nemico ritirarsi prima della battaglia finale, piuttosto che combattere. E di sicuro avrebbe fatto festa e acceso falò di ringraziamento, per l’esito non cruento dell’assedio.

Ovvio che Acea – come abbiamo già scritto – ha preferito ritirare il progetto piuttosto che vederselo bocciare in sede tecnica (la Conferenza dei Servizi convocata per il 20 gennaio), con una relazione negativa anche da parte del presidente dell’Inchiesta Pubblica. Ha optato per la via d’uscita più onorevole e meno compromettente, anche in prospettiva futura.

Da parte dei Comitati e del “popolo del NO” i commenti sono stati finora tutti molto cauti, senza nessuna enfasi, ponendo l’accento non tanto sul fatto che la partita sia  chiusa, con l’esito auspicato e per il quale si sono strenuamente battuti, ma sulla possibilità che Acea possa riprovarci più avanti, magari dopo le elezioni regionali toscane della prossima primavera.

Adesso l’imminenza delle elezioni avrebbe potuto spingere la Regione stessa a dire di NO ad un progetto quantomeno dubbio, per non inimicarsi un territorio (e questo forse Acea lo ha calcolato), ma più avanti, senza il rischio di perdere voti lo scenario potrebbe cambiare. Questo dicono, tra le righe, i comitati. I quali adesso lanciano il nuovo mantra: “ci riproveranno, teniamo alta la guardia!” E tenere alta la guardia, di per sé è giusto.

Ma sembra quasi che non possano stare senza un nemico alle porte. Che il ritiro del progetto da parte di Acea abbia tolto loro il giocattolo prima del tempo…

Che Acea possa riprovarci non si può escludere, ma a Chiusi, dopo quello che è successo, con un progetto simile, sembra fantascienza.  O masochismo. Magari altrove…

A Chiusi, se mai adesso il problema è un altro: come assicurarsi che Acea possa e voglia  investire nell’area ex Centro Carni e nel depuratore esistente, con interventi utili e compatibili…

In una intervista rilasciata ad un quotidiano il responsabile di Acea, nello spiegare i motivi del ritiro del progetto, conferma la volontà di investire a Chiusi e anche nel depuratore, e di voler fare cose che non siano osteggiate dalla cittadinanza. Non fa cenno però alla proposta avanzata dal Comune di Chiusi (insieme alla richiesta di ritirare il progetto) di realizzare un grande parco energetico fotovoltaico…  Né alla proposta fatta dal PC della Valdichiana di costruire un “digestore anaerobico” per i fanghi di depurazione. Dovrebbe essere questo, adesso il terreno di confronto: che fare in quell’area (che è stata acquistata da Acea, non va dimenticato).

Ma i comitati e il popolo del NO, questo argomento non se lo pongono, per ora, preferendo continuare nell’attacco all’amministrazione locale, al sindaco in prima persona e alla stampa, ritenuta asservita o allineata e coperta…

Non a caso alcune forze politiche che prima hanno cavalcato l’onda della protesta e delle preoccupazioni dei cittadini, adesso puntano tutto sulla “distruzione” mediatica del sindaco e dell’amministrazione comunale, come se il ritiro del progetto non ci fosse stato o sia avvenuto solo grazie ai comitati e alle opposizioni (e non anche dei rilievi tecnici di Arpat, Asl, Regione e dei “paletti” fissati dal Comune stesso).

In questa operazione in prima fila troviamo la Lega che intravede la possibilità di fare come a Città della Pieve nella primavera scorsa: listone unico, di tipo civico, appoggiato da Lega, 5 Stelle, destra e transfughi della sinistra e conquista del Comune.

Anche sulla pagina del Comitato Aria, molti commenti invitano a prendere in esame l’ipotesi lista civica. Il caso Acea insomma come grimaldello per mandare a casa non solo Bettolini e Micheletti, ma la sinistra e una lunga storia…

Anche a Torrita di Siena, dopo il referendum del novembre 2018 sulla fusione del comune con Montepulciano, vinto dal NO, il comitato del No si è trasformato in lista civica, ma si è presentato separatamente dalla Lega, e le lezioni a maggio le ha rivinte il sindaco uscente Grazi, che al referendum era stato surclassato. La Lega ha già lasciato intendere che a Chiusi non farà lo stesso errore e sta “caldeggiando” e corteggiando i comitati per arrivare ad una lista unica e unitaria nel 2021. Facendo magari le prove generali alle regionali della prossima primavera. Si mormora che potrebbe candidare qualcuno che si è speso nella battaglia contro Acea.

Da qui alle comunali 2021 c’è ancora un anno e qualche mese… vedremo se i 5 Stelle, oggi alleati del Pd nel governo nazionale, saranno disponibili ad allearsi con la Lega, se lo saranno anche i podemos che sul No Carbonizzatore lo hanno fatto, se alcuni esponenti dei comitati che hanno la tessera o votano Pd preferiranno la Lega a Bettollini o chi per lui…

Ma sul fatto che sulle ceneri del carbonizzatore mai nato si stiano giocando già oggi i preliminari della campagna elettorale amministrativa, non vi è alcun dubbio.

m.l.

 

 

 

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