IL LIBRO-INTERVISTA DI STEFANO SCARAMELLI E UN TITOLO AUTOGOL: L’AQUILONE NON E’ MAI LIBERO, VOLA ATTACCATO AD UN FILO…

SIENA – Stefano Scaramelli sta girando come una trottola per la Valdichiana (e non solo). Qualche incontro sulla sanità, in veste di presidente della Commissione, una visita a sostegno dei lavoratori del’Autogrill di Montepulciano, sull’A1 chiuso da un anno (e qui ha fatto bene a farsi vedere e a portare la solidarietà della Regione alle maestranze), ma soprattutto incontri per presentare il suo libro-intervista. Domenica prossima lo presenterà “in casa”, a Chiusi Scalo, bar Golosia, nel pomeriggio.
Più che un suo libro è un libro su di lui. Sulla sua esperienza politica, che dura da quasi 20 anni. Era il 2002 quando Luca Ceccobao, candidato alle elezioni comunali per il Pds lo volle nella sua squadra. Da allora ha fatto l’assessore, poi il sindaco, infine il consigliere regionale (dal 2015). Certo 20 anni non sono pochi, ma Scaramelli è giovane, non ne ha ancora 45, forse è ancora presto per stilare un bilancio del tipo “le mie memorie”. E questo lo avevamo già scritto in un articolo precedente, in occasione dell’annuncio dell’uscita del libro, per Grifo Edizioni. Libro-intervista, dicevamo, che si intitola “Libero aquilone”. Ecco, nel titolo Stefano Scaramelli ha preso un granchio.
Libero aquilone è un ossimoro. Una contraddizione in terminis. L’aquilone è bello a vedersi quando volteggia nel cielo, ma è la cosa meno libera che esista. Un aquilone non è e non può essere mai libero, perché è attaccato ad un filo. Ed è “pilotato” da qualcuno che tiene in mano quel filo. Se il filo si spezza o viene lasciato andare, l’aquilone non vola più, diventa un oggetto in balia del vento, delle correnti, come una foglia secca, una carta sporca, un palloncino sfuggito ad un bambino… E si perde. O si aggroviglia e cade…
Scaramelli è evidentemente per le cose volanti. Qualche anno fa voleva costruire una stazione volante sopraelevata… ora eccolo che se ne esce con l’aquilone. Per un politico in carriera, paragonarsi e definirsi un libero aquilone però è un errore. Un autogol alla Niccolai. E’ come dire libero aeroplano… Esistono i liberi aeroplani? No. Anche i droni senza pilota volano a comando. C’è sempre qualcuno che li guida, a distanza. Da lontano, da una consolle.
Ecco, al momento non si capisce bene quale sia la consolle dell’ex sindaco di Chiusi. Per ora, lui che è stato un renziano della primissima ora (gli va dato atto di essersi schierato per e con Renzi quando ancora c’era poco da guadagnare) e leader indiscusso dei renziani senesi, non ha seguìto Renzi nel nuovo partito Italia Viva, è rimasto nel Pd, ma si ha l’impressione che stia solo aspettando di vedere come si metterà la partita delle candidature per le regionali della prossima primavera. Renzi ha già detto che Italia Viva non si presenterà. Per cui meglio stare al coperto, dove qualche chance di fare il bis ci può anche essere. Fuori dal Pd di chance non ne avrebbe. O ne avrebbe molte di meno.
Detto questo, va apprezzato, a nostro avviso, il tentativo di tornare a parlare di politica. Scaramelli lo fa a modo suo, da giovanotto un po’ viziato e molto sicuro di sé. Lo fa da un piedistallo che si è costruito da solo e sul quale gli piace tremendamente issarsi a benedire… Come se uno, a 40 anni, potesse dare lezioni come un ottantenne che ne ha passate di cotte e di crude. Oggi a 40 anni si è ancora ragazzi, e il vento può pure cambiare. Anche Ceccobao, come lui ha fatto il sindaco di Chiusi e in Regione è stato addirittura assessore e non solo presidente di commissione, ma a Chiusi nessuno lo nomina, neanche per sbaglio, nessuno lo cerca. Sembra che nessuno lo conosca. Per dire…
Ma, come dicevamo, il tentativo di parlare in qualche modo di politica, anche di ideali, di valori di riferimento, di come uno intende l’impegno civile e sociale è una cosa da non buttare via. Il che non vuol dire condividere i valori, le scelte, i metodi o le idee di Scaramelli. Il libro può essere utile comunque per stanare Scaramelli e per fare dei ragionamenti sui vari temi. Verba volant, scripta manent dicevano i latini. E un libro è scritto, nero su bianco. Rimane a futura memoria. Certe cose che dice nell’intervista gli potranno essere ricordate, all’occorrenza.
Fino ad un annetto fa, forse anche qualche mese fa, in provincia d Siena il giovane Scara aveva un certo seguito. Era un punto di riferimento per una parte almeno del Pd. Una parte rilevante. Adesso questo seguito non si sa esista ancora oppure no. La sua parte all’interno del Pd se ne è andata, altri che lo osannavano e lo seguivano hanno preso via via le le distanze attestandosi su posizioni diverse e spesso anche lontane (vedi Bettolini sull’alta velocità e altre questioni) anche prima che Renzi e la Boschi salutassero la compagnia.
Ora anche Scaramelli è in mezzo a guado. Orfano – politicamente parlando – del suo mentore, del leader cui si è votato anima e corpo dal 2012 in poi… Adesso, con Renzi fuori dal Pd, anche Scara nel partito rischia di ritrovarsi come un separato in casa. Ospite quasi, più che dirigente riconoscibile e riconosciuto. Ammesso che il Pd esista ancora e sia ancora un partito e non solo una sigla che prende dei voti alle elezioni. E li prende un po’ per tradizione e per inerzia e un po’ perché a sinistra non c’è altro.
Staremo a vedere se a primavera, quando si stileranno le liste per la Regione, l’aquilone volerà ancora e in quale direzione, o sarà già in balìa del vento, abbandonato a sè stesso e alle correnti gravitazionali… Il problema è che al momento non si capisce nemmeno chi è che tiene in mano il filo.
m.l.
Aquilone, …one
Mah, innanzitutto non concordo l’interpretazione che si dà nel Post dell’aquilone che come tutte le creazioni umane è legato anch’esso indissolubilmente all’uomo che le concepisce e che le usa (la corda che lo tiene legato in questo senso non è un vincolo ma un mezzo proprio usato per comandare le nostre azioni )ma di per se stesso l’aquilone è un oggetto che rappresenta il desiderio del volo, dello spaziare,del pensare a librarsi in uno spazio desiderato, in pratica alla fine ”un bisogno” tutto umano e concepibile. E’ come un desiderio espresso in una condizione dalla quale non si possa sfuggire,per esagerare quasi da ”una prigione materiale” ed è per questo che ci si impersonifica concependo un aquilone, un oggetto che si libra nel vento e che dà una sensazione a chi lo comanda di poter fruire ed essere ”aquiloni” noi stessi, e se ci si pensa è una bella sensazione, quasi liberaroria. Ora- intendiamoci bene- io non ho letto il libro di cui si parla e non ho difficoltà a convenire certi aspetti delle vicissitudini legate all’autore che tu descrivi e figurati se non le condivido, ma almeno credo che occorrerebbe leggerlo il libro prima di sfornare fotografie già sviluppate, stampate, fissate, lavate e ritagliate e consegnate ai clienti…ed anche fare i paragoni e gli accostamenti.Cosa ne sappiamo delle ragioni per le quali l’autore ha sentito tale bisogno se non ce le dice espressamente lui con le proprie parole? Se si danno giudizi in qualche modo già schierati e prefabbricati si rischia di cadere in un terreno che si chiama ”prevenzione”. Ed io se pur essendo in disaccordo quasi completo con la politica del renzismo, mi sembra che in questi anni abbia anche espresso senza reticenza alcuna ed in maniera estremamente chiara i miei pensieri su tale condizione e tali personaggi,ma attenzione anche a quelli ad esso legati che come si dice in politica volgarmente hanno fatto il salto della quaglia anche se ci si aspetta adesso e per un futuro-non sò quanto immediato o meno-un altro salto di quest’altro volatile.Ma comunque è bene giudicare dagli atti ed è proprio da questi ( è bene ricordarsi i followers di entrambe le quaglie come si comportavano dopo le elezioni che portavano i migliaia di voti a farli scrivere sulle vetrine a caratteri cubitali preceduti dai ”Grazie” ma non solo da questo).Si dice sempre- e giustamente- che in politica occorra anche concepire e riconoscere le idee degli altri, ma quando queste contrastano con i comportamenti rispetto ai valori (salto della quaglia oppure l’attesa della groppa del cavallo vincente per saltarci sopra) allora la musica del giudizio che credo debba venir dato è un altra. Tu stesso-e mi ricordo benissimo che nelle colonne del tuo giornale usasti un modo di intendere la politica che non ho mai condiviso nemmeno ai tempi d’oro del PCI pensa un po’- che dicesti che comprendevi che Scaramelli avesse scelto di lasciare la carica di Sindaco per la quale era stato eletto per andare in Regione Toscana e motivasti tale comportamento dicendo che ”quel treno passa solo una volta e se si perde si perde anche una occasione che non tornerà mai più”.Questo è il concetto che esprimesti.Beh, io sono il nepote di mio zio che tu hai ben conosciuto come tanti altri hanno conosciuto e riguardo alla ” politica” anche se sono stato un semplice militante di strada a quel tempo,ho mangiato un altro pane che ” quella del treno che passa solo una volta”.Io non sono così e non essendo così una tale visione non l’ho condivisa.Ma oggi invece è quasi tutto così caro Marco e sembra ed appare agli occhi della gente che tali comportamenti siano comportamenti ”normali”.Per me non lo sono perchè lasciano intravedere visibilmente i gangli perversi della politica che dovrebbe essere una cosa seria perchè i mandati che ti dà la gente debbono venir rispettati ed in politica non si inseguono nè traguardi di sucesso nè di scalate sociali nè di natura economica ma la politica dovrebbe essere fatta facendosi apprezzzare dalla gente che ti ha eletto e non saltare dal treno in corsa per salire su quello che passa accanto in quel momento.Se passerà quel treno che si spera che passi e se avremo terminato il nostro mandato quel treno si può anche pensare a prenderlo ma prima in tutti i casi c’è la gente e la scortciatoia di dire che da quella postazione del rapèido che passa si faccia ancor dipiù l’interesse della gente, oggi come oggi non la posso condividere.Ci si potrebbe anche far male a saltare da un treno all’altro ed è solo il tempo che potrà suggellare tali cose e tali risultati anche dal punto di vita individuale non solo da quello politico, ma chiaramente tutto questo per chi ha memoria.Per coloro che memoria non hanno come tanti che battono le mano, la cosa è normale questa che ho detto.Ma ammetto che oggi a pensarla così sono in pochi ma non m’interessa di essere solo con tale pensiero perchè sono soddisfatto ugualmente, anzi sarei insoddisfatto e sentirei che mi mancasse qualcosa se pensassi l’inverso.Ma intendiamoci, non dico questo per apparire ”pulito” o fare il ”moralista”ma per me l’aspetto prioritario della politica anche quella diretta verso le singole persone a cominciare dai rapporti personali io l’ho sempre concepita fatta ”per gli altri” ed è questo che mi hanno insegnato e non me lo posso dimenticare, e non credere dal momento che anche hai criticato sia prima che dopo il mio comportamento che si è risolto nel dare il mio consenso diversamente da come l’ho sempre dato,tutto questo non mi sia costato sacrificio o riflessione.Sbaglieresti se la pensassi in questo modo.Non lo sò se sono stato nella mia vita aderente ed ho adempito pienamente a tale regola e pensiero,senz’altro non sono stato tale,ma quando si fa politica attiva è richiesta credo una dose superiore di responsabilità.Non sò se nel libro in questione si parli di tali responsabilità, degli intenti e dei desideri reconditi o di quelli espressi e forse lasciami dire che se si prende il referimento all’aquilone forse se ne parlerà, ed è per questo che credo occorra prima leggerlo e poi parlarne, ma se non si fà questo si assume la parte di un giudice che pur leggendo il passato che è già stato prodotto( e che a grandi linee condivido il giudizio che dai come del resto ce lo siamo detto mille volte non condivido quello che hai sempre dato sull’attuale sindaco e giunta) credo che in tutti i casi l’azione politica comporti anche il dare dei giudizi ed anche esprimerli liberamente stando ben attenti a non ferire.