“ON THE ROAD. AGAIN” AL MASCAGNI: UNA BELLA ESPERIENZA. SUL PALCO TUTTI MOLTO BRAVI!

domenica 26th, maggio 2019 / 00:43
“ON THE ROAD. AGAIN” AL MASCAGNI: UNA BELLA ESPERIENZA. SUL PALCO TUTTI MOLTO BRAVI!
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CHIUSI – Parlare su queste colonne di un evento pensato e organizzato da Primapagina non è facile. Il rischio di parlarsi addosso è dietro l’angolo. Però se trattasi di un evento che smuove un certo numero di persone, che fa parlare, che insomma in qualche modo lascia un segno, è anche difficile non parlarne. E poi c’è il dovere di cronaca. Che per un giornale è un dogma.

E allora parliamone. Ieri sera, venerdì 24 maggio, al teatro Mascagni di Chiusi è andato in scena lo spettacolo teatral-musicale “On the road. Again”. Essendo un evento di produzione nostra, in collaborazione con la Fondazione Orizzonti d’Arte, non daremo giudizi. Non spetta a noi darne. Racconteremo però cosa ha rappresentato per noi. Come lo abbiamo vissuto.

Diciamo subito che nonostante la serata di venerdì e non di sabato e una serie di concomitanze pesanti (per esempio la chiusura della campagna elettorale per le europee e soprattutto per le amministrative in molti comuni dei dintorni, che ha impedito a molti potenziali spettatori di partecipare. Parliamoci chiaro chi fa politica attiva sono spesso gli stessi che vanno di più a teatro, al cinema, ai concerti, alle presentazione di libri… Ma anche prove di altri spettacoli imminenti, qualche iniziativa di disturbo ecc.) il pubblico ha fornito una buona risposta in termini di biglietti staccati, ha seguito attentamente lo spettacolo, ha applaudito e mostrato apprezzamento. E questo per noi era alla fine l’obiettivo.

Ma dal nostro punto di vista, è andata bene, anzi molto bene, anche sul palco. E anche questo era un obiettivo. Nessuna sbavatura nella lettura dei brani, nell’interazione testo-musica, nella musica o negli intermezzi danzati. Tutti hanno dato il massimo e hanno fatto egregiamente la propria parte. Siamo soddisfatti. Molto. E siamo anche contenti di aver fatto scoprire al pubblico del Mascagni due attori che il teatro chiusino aveva visto poche volte in scena:  Martina Belvisi e Alessandro Manzini. Una bella ragazza che somiglia a Amy Winehouse, ma anche senza dubbio una voce e presenza scenica femminile tra le più rilevanti nel panorama teatrale del territorio; l’altro un eccezionale istrione, con i crismi dell’attore di rango. Di mestiere insegna teatro a bambini e adulti, ma sul palcoscenico è uno che ci sa stare, lo respira, lo divora…  Insomma due professionisti. Molto bene anche i due volti più noti in loco, i quali pur avendo alle spalle altre esperienze teatrali, sono comunque meno avvezzi alle luci della ribalta: Massimo Giulio Benicchi e Luca Morelli…  

I Dudes, la rock band che ha fornito il supporto musicale,  hanno supportato tutti e quattro con una performance straordinaria, che ha sorpreso tutti. Non tanto perché non fossero conosciuti, ma per il fatto che di solito eseguono musica propria, mentre stavolta li abbiamo costretti a misurarsi con testi e musica di tre giganti: Woody, Bob e Bruce. Quando si parla di mostri sacri è sempre complicato. Qualcuno, quei tre li ha definiti la “Santissima trinità” del folk-rock mondiale. Sempre sia lodata, verrebbe da dire. Ma noi siamo pienamente soddisfatti anche della prova offerta dai Dudes. Sia nell’esecuzione riarrangiata dei brani di Woody Guthrie (roba del 1940 che sembra scritta un mese fa), Bob Dylan e Bruce Springsteen, sia negli intermezzi, nelle incursioni, nelle sovrapposizioni e nei “tappeti” forniti ai narratori. Certe cose non le puoi fare se non padroneggi lo strumento che hai in mano e i 4 Dudes i loro strumenti li padroneggiano e mostrano un affiatamento tale che ormai sono un tutt’uno. Dove ognuno però pesa e non poco sul risultato finale… 

I dancers della scuola “In punta di piedi” hanno conferito al tutto una nota di colore, di movimento. Con tocchi di armonia e sensualità che non guastano mai e sono un piacere per chi guarda (forse anche per i Dudes che li avevano davanti).

Una nota di merito anche a Daniele e Maurizio, i tecnici che hanno allestito e curato luci e fonica. Professionalità molto alta.

Come dicevamo, i giudizi sul testo e sul “risultato finale” non possiamo darli noi. Non abbiamo visto però gente annoiata, schifata o perplessa (talvolta è capitato, anche al Mascagni e anche con compagnie professionali). Abbiamo ricevuto molti complimenti, che naturalmente fanno piacere. Come fanno piacere gli apprezzamenti degli “addetti ai lavori”, ovvero amici e colleghi della stampa, della Tv, delle radio, da Andrea Chioini (Rai3 Umbria), a Charlie Del Buono (Radio Trasimeno Web), da Riccardo Lorenzetti (Tele Idea) a  Tommaso Ghezzi (La Valdichiana)… E anche quelli di altri “teatranti” e musicisti più o meno navigati…  Dal nostro punto di vista siamo molto soddisfatti.

Qualche teatro dei dintorni (e non solo dei dintorni) ha già chiesto una replica dello spettacolo, qualcuno ha proposto dei matinée nelle scuole, nel prossimo anno scolastico “perché è una storia che merita di essere raccontata”. Sarebbe bello, in effetti. E noi cercheremo di riproporlo.

Anzi, ci piacerebbe riproporlo, in una sorta di mini rassegna, ancora a stretto giro con “Quando Sognavamo la California” e con “7 Minuti”. E magari anche coin “Bambini” , tutti andati in scena dal 27 aprile al Mascagni e a Moiano. Sono tre spettacoli diversi, sì, ma affini, contigui, per approccio e contenuti, ad On the road. Again…

Vedremo. Intanto ci godiamo gli applausi e gli apprezzamenti, contenti di aver dato un contributo a questo piccolo risveglio teatrale (che tanto piccolo non è), a questo piccolo nuovo rinascimento chiusino.  Sperando che come nel Rinascimento vero, spunti fuori anche qualche committente e qualche mecenate che abbiano voglia di investire nella cultura, per mettere a frutto il “giacimento” che  questa serie di spettacoli ha portato in superficie.  Alcuni sponsor, a dire il vero, noi li abbiamo avuti e li ringraziamo per averci dato la possibilità di allestire lo spettacolo. La Fondazione stessa ha mostrato attenzione e interesse. Il Comune pure. Ma serve ancora  qualcosa in più. Una attenzione più vasta, più generalizzata. Insieme ala consapevolezza che dal giacimento può uscire metallo grezzo di poco valore, ma possono uscire anche diamanti e pepite…

Come primapagina ringraziamo tutti coloro che hanno dato una mano, anche prestando un microfono, la Fondazione che ha voluto proporre il nostro spettacolo e tutti i ragazzi (anche quelli di 60 anni) che sono saliti sul palco e hanno dato tutto, Noi da ieri sera, siamo molto più ricchi. Abbiamo trovato nuovi amici. E nuovi stimoli. Siamo certi che sia stata per tutti una bella esperienza. E questo alla fine è ciò che conta.

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