CHIUSI, PRESENTATO IL FESTIVAL ORIZZONTI 2018: UNA RASSEGNA NAZIONAL POPOLARE, MA CON MESSAGGI CHIARI

domenica 24th, giugno 2018 / 17:53
CHIUSI, PRESENTATO IL FESTIVAL ORIZZONTI 2018: UNA RASSEGNA NAZIONAL POPOLARE, MA CON MESSAGGI CHIARI
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CHIUSI – E’ stato presentato giovedì scorso, 21 giugno, il festival Orizzonti 2018 che si svolgerà nel centro storico di Chiusi dal 5 al 12 agosto. Più una serata “fuori programma” il 13. La parola chiave di quest’anno è “senso”. Il senso della vita, il senso delle cose. Il senso delle parole. E della parola. Diciamolo subito: è un festival nella scia di quello dello scorso anno. E più simile alle edizioni firmate da Manfredi Rutelli che alle 3 edizioni diretta da Andrea Cigni. Non c’è la sperimentazione, la ricerca di linguaggi poco usuali, non c’è la “provocazione” di performance ai limiti dello scandalo. Che poi se si parla di arte lo scandalo non c’è, mai.  E’ un festival normale. Che tende ad un obiettivo in particolare: riempire le piazze e i luoghi di spettacolo per una settimana e fare in modo che anche i cittadini del posto non si sentano pesci fuor d’acqua rispetto alle rappresentazioni, che si sentano in qualche modo protagonisti o comunque compartecipi. Come già nel 2017, anche l’edizione 2018 proporrà spettacoli con artisti di livello nazionale e serate affidate alle “eccellenze” del luogo ovvero di Chiusi e dintorni. I sostanza un festival più “nazional popolare” rispetto al timbro dell’eclettico Cigni. Anche per questo motivo il festival chiusino non avrà da quest’anno, il contributo ministeriale. Ma come abbiamo già scritto, si tratta non di un fulmine a ciel sereno, quanto di una eventualità ampiamente prevista e messa nel conto dalla Fondazione che però ha ripreso fiato e ha trovato nuovi sponsor, e chiuderà il bilancio 2017 in attivo.

Ma veniamo al cartellone che presenta spettacoli di prosa, di danza, concerti e serate di teatro-canzone in varie location: dal Teatro Mascagni a Piazza Duomo, dalla tensostruttura San Francesco alla scalinata davanti al museo…

L’apertura il 5 agosto, ore 18,00 è affidata alla Filarmonica Città di Chiusi. Seguirà uno spettacolo di Danza sulle arie del Barbiere di Siviglia (piazza Duomo, ore 21,45).

Il 6 agosto “Qualcuno sulla terra”, concerto di Eugenio Bennato e del suo ensemble dedicato alla natività e all’accoglienza…

Si prosegue il 7 agosto, alle 19,00 con “Sinfonie etrusche”, concerto della corale J. Arcadelt con Gianni Poliziani e Ingrid Monacelli come voci recitanti (tensostrutura) .A seguire, alle 21,45 Deeply spettacolo di teatro-canzone.

Mercoledì 8 agosto alle 21,45, I performer nel musical “Disincantate”.

Giovedì 9 agosto ancora spettacolo delle 19,00 alla tensostruttura con “Sette ottavi” e ancora Gianni Poliziani e Ingrid Monacelli, “Il senso delle piccole cose”. In piazza Duomo alle 21,45 serata dedicata alla danza con Etymos.

Venerdì 10 agosto, pausa. Sabato 11 agosto, alle 18,00  il laboratorio teatrale per adulti diretto da Alessandro Manzini presenta al Mascagni “Il paesino di S. Ilario”, piece teatrale ispirata a Fabrizio De André e ad alcuni dei personaggi delle sue canzoni… Alle 21,45, in piazza Duomo DOC Donne di origine controllata di e con Francesca Reggiani, attrice comica romana e cabarettista che esplose ne “La tv delle ragazze”…

Domenica 12 agosto alle 11,30 concerto di Francesco Landucci (Museo Nazionale) e alle 21,45 Coast to Coast di e con Rocco Papaleo.

Come Eugenio Bennato, Francesca Reggiani e Rocco Papaleo sono i “volti noti” e nazionali. Gianni Poliziani è la star locale. Ingrid Monacelli è stata apprezzata l’anno scorso e sta diventando una presenza fissa del festival, meritatamente. Intelligente, a nostro avviso, la scelta dell’orario 21,45 per gli spettacoli serali: la gente avrà modo di cenare nei ristoranti e di “respirare” un po’ dopo il concerto o lo spettacolo delle 19,00…

Non c’è dicevamo, nella proposta artistica la tensione innovativa, né la carica dissacrante, antagonista e “rivoluzionaria” di certe performance proposte da Cigni dal 2014 al 2016, non ci sarà nemmeno l’invasione di personaggi certo un po’ fuori dalle righe e dagli schemi; non sarà – come scrivemmo all’epoca – una rassegna di incalliti comunisti. Ma anche il festival Orizzonti targato Roberto Carloncelli i suoi messaggi li lancia. E proporre in questo preciso momento, in cui in tutti i giornali e in tutti i tg si parla dei porti bloccati, delle schedature dei rom, dell’invasione dei migranti, spettacoli e testi come quelli di Bennato e Papaleo due alfieri del meridionalismo italiano in versione musicale e cinematrografica, o rispolverare i personaggi delle canzoni di De André o le riflessioni ironiche certamente ed esilaranti di Francesca Reggiani sul femminismo, significa che la barra si vuol tenere ben salda in una certa direzione. Che è la direzione giusta. Senza scivolamenti verso derive pericolose. Perché a forza di semplificare i messaggi politici, gli slogan, i programmi, si perde il senso delle cose e si finisce per avere al governo uno come Salvini.

Se a qualcuno il festival Orizzonti sembrerà un po’ troppo “normale”, un po’ troppo… pop, potrà sempre cercare un pizzico di adrenalina e di rabbia in più al Lars Rock Fest, che ormai si sta specializzando proprio nel genere di musica più antagonista, indignato ed arrabbiato che ci sia mai stato, ovvero il punk inglese che si affermò come colonna sonora delle proteste anti Tatcher tra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80. Non solo, ma al Lars ampio spazio ce l’ha anche la sperimentazione e la musica elettronica di nuovissima generazione. In silenzio e  senza tanti clamori Alessandro Sambucari sta facendo con il Lars Rock Fest ciò che Cigni aveva provato a fare con Orizzonti. Con una differenza sostanziale però, anzi due: un budget minore e una partecipazione del tessuto locale, soprattutto giovanile, decisamente più alta. E anche come pubblico, il Lars nelle ultime due edizioni è andato piuttosto bene.

m.l.

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