CHIUSI, LO SPAZIO ULISSE RENDE OMAGGIO AL SUO FONDATORE VASCO NASORRI. UNA MOSTRA DAL 14 APRILE AL 4 GIUGNO

martedì 11th, aprile 2017 / 18:14
CHIUSI, LO SPAZIO ULISSE RENDE OMAGGIO AL SUO FONDATORE VASCO NASORRI. UNA MOSTRA DAL 14 APRILE AL 4 GIUGNO
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CHIUSI – Lo “Spazio Ulisse”, ovvero la galleria d’arte in via Porsenna nel centro storico della città, prende il nome da una scultura dell’artista Vasco Nasorri, che aprì quei locali come atelier alcuni anni fa. Ora la gestisce il figlio di Vasco, Simone. Che ne ha fatto un centro espositivo. Dal 14 aprile al 4 giugno, lo Spazio Ulisse torna a rendere omaggio al suo fondatore, con una mostra molto particolare.

Saranno esposti infatti per la prima volta al pubblico i cartoni preparatori utilizzati per “Ite ad Jospeh” la grande ceramica policroma che oggi si trova nell’abside della chiesa di San Giuseppe all’Aurelio a Roma.

Si tratta di due imponenti disegni su carta in cui sono narrati alcuni episodi della vita di San Giuseppe. Lo spazio della galleria sarà occupato da un serrato susseguirsi di figure, definite con tratti veloci e sicuri. Si potranno apprezzare i corpi sinteticamente tratteggiati a carboncino; corpi che hanno poi acquisito volume e dettagli attraverso la modellazione della creta, evolvendosi nel bassorilievo ora all’Aurelio. Ma è nei disegni, in quei tratti a carboncino, più che nel lavoro finito in ceramica, che si scorge la modernità, al limite dell’avanguardia, dell’arte di Nasorri. Sono dsegni che ricordano Emilio Greco, forse Manzù e perfino Augusto Murer. Ma con un cifra autonoma e originale. Arte sacra che diventa quasi neorealismo, e come “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, cambia i connotati dell’iconografia classica e stantìa, per renderla viva, realistica, attuale…

“Per chi visiterà la mostra – si legge nella presentazione di Mario Consiglio – non sarà difficile riconoscere i momenti della narrazione evangelica: l’annuncio dell’angelo a Giuseppe; lo sposalizio della Vergine; la Natività; la fuga in Egitto; Gesù tra i dottori. Scene che si succedono compatte, senza soluzione di continuità, con una cadenza monumentale che non priva l’insieme di delicatezza e trasporto. I disegni in mostra, pur nella evidente rapidità di esecuzione, rimandano a una classicità primigenia e senza tempo, frutto di un gusto asciutto che pesca nelle radici popolari dell’arte italiana depurata da anacronistiche leziosità”.

Una curiosità: il grande cartone è sì lo studio fedele del lavoro ora nella chiesa di San Giuseppe all’Aurelio ma l’episodio del ritrovamento di Gesù al Tempio è presente solo sul cartone visibile a Chiusi, venne infatti sostituito dall’immagine di Gesù nella bottega di San Giuseppe nella versione destinata a Roma. E questa è una ragione in più per visitarla. Ma a ragione principale per visitare la mostra allo Spazio Ulisse è quella di rendere il giusto riconoscimento ad un grande artista. Diciamo pure il migliore che Chiusi abbia avuto e che adesso, causa malattia, è lontano col pensiero dal suo vecchio atelier.

m.l.

 

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