ADIOS MATTEO: VALANGA DI NO AL REFERENDUM. RENZI LASCIA. NELLA ZONA VINCE IL SI’, MA…

Caro Matteo #staisereno… ma levati dalle palle. Gli italiani hanno risposto così alla chiamata alle armi del premier Renzi e del suo governo. Il Referendum sulla riforma della Carta Costituzionale ha visto prevalere il NO. E non per il rotto della cuffia, ma per quasi 20 punti di differenza. Ha votato il 68,5 % degli aventi diritto (non male). E’ finita 60 a 40. Ovvero 19 milioni di voti contro 13 scarsi. 6 milioni di voti di differenza non sono bruscolini.
E Renzi, sportivamente, a mezzanotte e 25′ si è presentato davanti alle telecamere a Palazzo Chigi per dire: “l’avventura del mio governo finisce qui… Volevamo tagliare un po’ di poltrone, non ci siamo riusciti. la poltrona che salta è la mia”. Già oggi andrà dal Capo dello Stato Mattarella a rassegnare le dimissioni. La campagna forsennata basata sullo slogan “bastaunSì”, non è bastata. Renzi si è assunto tutta la responsabilità della sconfitta. Ha sbagliato clamorosamente a personalizzare il referendum, a farlo diventare un referendum sulla sua persona e sul suo governo. Ha seminato vento e ha raccolto tempesta. Gli italiani hanno detto, a voce forte e chiara, che la Costituzione va bene così com’è. E che cambiarla in peggio non era una buona idea. Hanno mandato un messaggio che è una lezione di storia alla ministra Boschi che ha giocato pure su partigiani, pur di accaparrarsi qualche voto.
Il Sì ha vinto in tre regioni soltanto: Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e in Toscana. E nel voto degli italiani all’estero. Ma ha perso in tutto il resto d’Italia, e, dai primi commenti, sembra che sia stato decisivo il voto (in larga misura espresso nelle ultime ore) dei giovani. In particolare quelli del Sud, i quali evidentemente non si sono fatti abbagliare dalle fritture di De Luca, preferendo il solito apericena…
La provincia di Siena si conferma roccaforte renziana, il Sì ha vinto praticamente ovunque. Anche a Cetona, il fortino meno renziano di tutti. Ma non a valanga. Il dato provinciale segnala il 57% per il Sì e il 43% per il No; a Chiusi, roccaforte delle roccaforti, paese di Scaramelli e Bettollini i due esponenti che più di tutti si sono spesi in campagna elettorale, l’affluenza è stata alta ( 4.991 votanti pari al 77,30% ), il Sì vince con con 2.781 voti pari al 56,30%, mentre il No si attesta a 2.159 voti pari al 43,7%. Un po’ di erosione nella percentuale di con senso del partito di maggioranza c’è stata… A Montepulciano, paese capofila della Valdichiana, 54,63% per il Sì, e 45,37% per il No. Chianciano vede prevalere il Sì con il 53,9% e il No al 46%. A Sarteano, 55,9 per il Sì, 44,1 per il No. A Cetona la minoranza Pd è agguerrita, ma comunque minoranza: sì 57,2%. No 41,6 %.
In Umbria ha vinto il no. Per un pelo in provincia di Perugia (50,21% contro il 49,8% di Sì); un po’ più nettamente in provincia di Terni (54 % contro il 46% dei Sì). A Città della Pieve ha votato il 76,58% degli elettori, ha prevalso il Sì con 2.431 voti, pari al 54,4%, mentre il No ha ottenuto 2.038 pari al 45,6%. A Panicale 55,5% di Sì, 44,4% di No, a Castiglione del Lago 57% al sì, contro il 43% al No. Controtendenza rispetto al panorama locale, Orvieto, dove prevale il No, con il 52,3% contro il 47,7 di Sì… A Fabro è quasi pareggio: 50,4% No, 49,6 Sì…
Alla fine, comunque è la somma che fa il totale. E a livello nazionale i NO sono stati una valanga. Un fiume in piena, oltre le più rosee aspettative, degli stessi comitati referendari antiriforma…
Renzi in queste re sta sperimentando sulla sua pelle, cosa vuol dire perdere il lavoro, cosa significa uno sfratto, una pacca sulle spalle accompagnata dal classico staisereno, con lettera di licenziamento appresso… Il rottamatore è finito rottamato.
Nel messaggio di questa notte non ha tradito l’emozione, il rimpianto, ha parlato con le lacrime agli occhi e la faccia dell’allenatore che becca un 4-0 senza appello. Ha cercato di rilanciare la palla nel campo avverso dicendo “ora tocca a chi ha vinto trovare la soluzione”, che voleva significare “ora voglio vedere come faranno quelli del fronte del No a trovarla, però…” E questo è vero, perché il “fronte del No” non è un fronte. Nei referendum, quando c’è da scegliere tra un sì e un No, è normale che i due fronti siano vasti ed eterogenei, anche contraddittori. E’ vero che non è esaltante vedere gente del Pd che esulta per la sconfitta del suo partito e del suo segretario… Ma chi ha per primo caricato il referendum di significato politico, con immediata ricaduta sul governo è stato proprio il premier e segretario Pd, quindi chi è causa del suo mal pianga se stesso…
Chiaro che il messaggio inviato dal popolo italiano (che è sovrano) è non solo una lettera di sfrato al governo, ma anche uno stop alla cultura di fondo del renzismo, alla fregola della “rottamazione”, alla volontà di prefigurare architetture istituzionali per blindare i poteri dell’uomo solo al comando… Le camicie bianche con cravattina nera ostentate come una divisa, per un po’ verranno messe nel cassetto… E anche nei territori dove pure il Sì ha vinto (come nella nostra zona) il renzismo non è più vangelo e i pasdaran di Matteuccio dovranno abbassare un po’ la cresta e rimettersi in gioco, con più umiltà, più apertura verso il resto del mondo…
Nel fronte del No, ognuno troverà delle ragioni per gioire della vittoria. Salvini, la Meloni, Belusconi avranno le loro… Grillo e i 5 Stelle ne avranno altre. La sinistra (quella interna al Pd e quella che sta fuori del Pd, quella che nel Pd non è mai entrata) ne avrà altre ancora. Non ultima la “frenata” che il voto popolare ha imposto all’idea del “Partito della Nazione”, cioè di un Pd sempre più democristianizzato. Chiaro che adesso nel Pd ci sarà una resa dei conti. E Renzi potrebbe perdere pure la leadership del partito. Molti, soprattutto tra quelli che speravano nella vittoria del Sì, adesso borbottano: “ecco, adesso l’Italia è senza governo, siete contenti?”In Italia non è certo la prima volta che accade. Non sarà neanche l’ultima. Non è stato il popolo del No a tentare di cambiare la Costituzione, di imporre nuove regole a colpi di maggioranza. La democrazia è bella perché a volte consente alla gente di decidere e scegliere in maniera diversa da chi comanda.
m.l.
Non ha perso il SI,ha perso l’arroganza,la prepotenza,l’ignoranza,la strafottenza ha perso il voler andare diritti a testa bassa pur sapendo di sbagliare,ha perso il non aver voluto ascoltare quelli che li avevano sostenuti all’ inizio.Ha perso il senso di onnipotenza che si era incancrenito in loro ! Di fatto comunque,da soli,hanno sempre rimediato un 45% ! Il problema sarà che quel 60% di NO è diviso tra irrimediabilmente ” DIVISI “. Chi vivrà vedrà !!
Chiusi alto (sez 1) ha resistito 🙂
storicamente la più di sinistra e meno allineata di tutto il comune. Onore al merito
La storia ci dira’ chi fosse veramente Renzi e quali realta’ interpretasse.
In un periodo di grave crisi Internazionale,invece di far passare riforme,ma puntasse contestualmente a ricomporre un paese esausto da anni e sfilacciato nella sua tenuta da Nord a Sud,ne ha avuto per tutti:dalle minoranze del suo Pd,ai Sindacati,all’Europa in maniera altalenante (diciamo a mesi alterni),da tutto cio’ che fosse vagamente in odore di sinistra.
Ammiratore di Tony Blair e delle sue politiche ,gia’sconfessate in tutta la Gran Bretagna,prima amico della Merkel e poi subito dopo oppositore,prima strafottente con Marchionne e poi subito dopo amico,si e’ comportato piu’ come un imbonitore che come statista.
Pronto ad attribuirsi i meriti ed ad addebitare ad altri i demeriti,mai ricoscendo almeno il famoso onore delle armi,ha trattato l’Italia come un covo di reazionari e parassiti da stroncare con forza e determinazione se non in linea con la sua azione.
Eppure,sono d’accordo con Travaglio,avrebbe potuto essere per energia e volonta’,una risorsa per il paese.
Ma ripeto: lo sapremo,forse,tra diversi anni.
Nell’articolo, in riferimento a Chiusi si parla di “un po’ di erosione percentuale nei consensi del partito di maggioranza”. In effetti a giugno alle comunali Bettollini prese il 64,33%. Ma in termini di voti la differenza è minima: 2.816 a giugno, 2.781 al referendum di ieri. Sono 35 voti. Questo per onore di cronaca…
Quelli delle opposizioni confrontati con il NO danno invece ben altri numeri.,,, sempre per onore di cronaca, visto che una sovrapposizione meccanica non è possibile.
Beh, i numeri questi sono… Il “movimento per il sì” era più o meno lo stesso che appoggiava Bettollini alle comunali: Pd + Socialisti. Il fronte opposto era più variegato: i podemos (600 voti), i 5 Stelle (600 voti) la lista Fiorini e la destra Lega-Fi.Fdi (400 voti)… Il No è andato oltre la somma algebrica delle minoranze, ma sono aumentati i votanti e, evidentemente , al referendum è tornato a votare anche qualcuno che a giugno aveva disertato le urne… soprattutto a destra, sembrerebbe… Resta il fatto che la coalizione di governo locale, pur perdendo quasi 7 punti in percentuale, in termini di voti rimane sulla stessa soglia, vicina alle 2.800 preferenze… Quindi Bettollini ha tenuto… Le opposizioni hanno trovato qualche spazio di manovra in più…
…. 598 in più
Sì vero… sono oltre 500 i voti in più del fronte del No rispetto al totale delle opposizioni alle comunali. Ma se coalizione pro Bettollini e area del Sì sono praticamente sovrapponibili, l’area del No è eterogenea e certo non certo identificabile come possibile schieramento politico. Credo. E poi… se la Cgil che più o meno apertamente aveva appoggiato Bettollini & C. alle comunali di giugno, stavolta era schierata per il No, chi ha votato per il sì, visto che Bettolini ha perso solo 35 voti? Possibile che la Cgil non abbia spostato nulla o quasi?
…io starei attento a fare conti esclusivamente matematici…era pur sempre un referendum, molto politicizzato ma un referendum costituzionale, per giunta…
fare due conti non gusta mai, senza per questo inficiare la vittoria del No o il significato del referendum e il tema sul quale si è votato… E secondo me è bene anche tener presenti le dinamiche e i risultati locali, nel quadro nazionale. Perché c’è una certa differenza e questa qualcosa vuol dire…
La Toscana è terra del Premier (ex) e Chiusi è una delle ciliegine della terra del Premier (ex) e quindi non può essere un osservatorio generalizzabile.
Io, per quanto posso contare in termini statistici, ho votato non contro Renzi ma dicendo NO, in parte, al merito del referendum e in parte al metodo con cui è stato proposto.
Se almeno il merito mi avesse convinto non avrei avuto problemi a votare SI; quindi se non solo proprio il solo ad essere così laico….E poi, in ogni caso, oggi l’elettore può essere davvero imprevedibile. Secondo a me anche a Chiusi
Paolo, non parlo di Chiusi, ma di un territorio. Il sì ha vinto a Chianciano (giunta di centro destra e Pd all’opposizione), a Pienza (giunta civica e Pd all’opposizione), a Cetona, che ha uno dei pochi sindaci non allineati e coperti sul renzismo; nei comuni umbri di Castiglione del Lago, Città della Pieve, Panicale… dove l’effetto Bettollini-Scaramelli non esisteva… a Chiusi, nonostante la Cgil che alle comunali era schierata con Bettollini, al referendum fosse schierata per il No, Bettollini ha perso solo 35 voti… Tutto questo per dire che in queste terre, non solo chiusine e non solo toscane, il modello Renzi, ancora tiene. E il dato va tenuto presente, al di là della vittoria larga e netta del No a livello nazionale. E mi pare che di imprevedibile, da queste parti, ci sia proprio poco. Purtroppo. (https://www.primapaginachiusi.it/2016/12/post-referendum-ce-pd-che-tiene-scaramelli-presenta-il-conto/)
..appunto…il Renzismo c’entra e non c’entra se mi parli di Chianciano, Pienza e Cetona…io, ripeto, non farei calcoli matematici così stretti di coincidenza con l’attribuzione politica; lo ricordava con esempi anche Bersani ieri sera da Floris. In più l’elettore è volatile ed emotivo (quindi inaffidabile nelle previsioni) molto ma molto di più che in passato.
A Chiusi poi, a mio modesto parere di “esterno”, la modalità di fare opposizione l’ho sempre trovata sbagliata, presumendo troppo di conoscere la propria realtà come nessun altro ed essendo spesso “più realisti del Re”. E siccome l’analisi era negativa sui concittadini, così lo era anche l’atteggiamento rinunciatario nel formulare una possibile alternativa. Ecco perchè si è sempre trattato di forze di Minoranza e mai di Opposizione. Ci sono località italiane in cui nessuno degli analisti e politici locali avrebbe scommesso in una vittoria dei 5 Stelle o come a Monfalcone della Lega ma, in fondo, anche a Torino dove la rimonta su Fassino è stata sorprendente.
A Chiusi manca una forza che si candidi a governare la città, che ci creda, che per gli anni che rimangono lavori con questa prospettiva e non solo che si affacci negli ultimi mesi costituendosi in modo avventuroso o affacciandosi solo per la raccolta finale.
Chissà, forse il chiusino aspetta anche una credibilità…e la credibilità si costruisce con fatica nel tempo e facendo crescere una riconoscibilità e una identificazione forte….comunque….
Io credo invece che il renzismo, nelle modalità di governo di questi territori, c’entri e parecchio. Perché è la cifra distintiva dei sindaci e della maggioranza delle amministrazioni. Perchè queste sono avamposti, roccaforti renziane. Salvo poi scoprire che il renzismo vince anche dove non lo è (vedi Chianciano, Pienza, Cetona o Castiglione del Lago…). Quindi il mio non è un discorso chiusino o chiusicentrico… Le minoranze sono “minoranze” e non opposizioni per scelta, per aver volutamente evitato alleanze, per aver candidato figure non riconoscibili e assolutamente fuori contesto, per aver evitato accuratamente contatti con chi invece sul territorio l’opposizione la faceva da anni, per aver preferito piazzare una bandierina o due, per aver scelto insomma il piccolo cabotaggio per contarsi, invece che provare a rovesciare il tavolo. E il referendum, da queste parti, ne è stata chiara e lampante conferma. Scaramelli che è un furbacchione lo ha capito e ha preso subito la palla al balzo, per giocarla soprattutto a suo vantaggio nel proprio schieramento (vedi articolo che ho segnalato nel post precedente). Altri mi sembra si ostinino a far finta di non capire e non vedere.
Questo renzismo ha contribuito a spaccare il paese, invece che unirlo.Ma questo deriva da una visione distorta della democrazia che si è formata nelle menti di coloro che si sono sentiti di dare fiducia al lider maximo.Il guaio è che alla disfatta subita non corrispondono le prese di coscenza di tutto questo, perchè vedo che si tenta ancora di dire che a livello locale tale partito conserva la sua forza…forse non si è anche capito che il 40% del SI non comprenda solo i renziani del PD ma anche altro, come ugualmente il NO non è solo 5 Stelle, FI, Fratelli d’Italia ma anche una maggioranza trasversale.Volete sapere come credo che finirà tale questione? : Col Governissimo a cui parteciperà oltre che al PD anche Berlusconi, che ”per amor di patria” e per amorte e ricerca di future surrettizie partecipazioni,sostenuto da chi li voterà sarà chiamato da Mattarella a compartecipare direttamente od indirettamente al Governo.Quindi se ci fosse questo caso non si farebbe altro che mettere in evidenza, come non fosse ormai da tempo assai chiaro, che PD e FI sono due facce della stessa medaglia e che già tutto questo era nelle cose.L’altro schieramento che Renzi ha chiamato ”accozzaglia” chiede le elezioni anticipate ed adesso i Renziani puntano a far vedere che alternative non esistono a tutto questo. Bene,poi ne riparleremo spero.E tu Marco pensi che in periferia valga il fatto che l’establishment renziano non sia battuto ma ancora sia determinante? E’ come atterrare su Marte, in una atmosfera priva di ossigeno, ed avere le bombole che consentono di durare poche ore.Lo capiscono tutti questo e capiscono tutti che da parte del PD si tenti sempre-essendo il partito di maggioranza relativa- che ha governato e che si è preso le responsabilità del malgoverno e per questo si è dimesso dopo l’insuccesso del referendum, di coinvolgere coloro che gli sono stati sempre contro.Trasportato il concetto in economia si chiama privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, in politica conosciuto come doppiogiochismo o equilibrismo fedifrago, perchè si pensa che con questo non si paghi il conto presentato dall’oste.Non faranno un governo senza coinvolgere tutti almeno così dicono. Caro Marco, che vale aver mantenuto la maggioranza in provincia di fronte a tutto questo ? Sono tre isole in un arcipelago di centinaia ed ancora la protervia pensa di poter avvalersi di tale maggioranza per infierire e spezzare le reni ai nemici annidati nel partito.Quando è la testa che manca il corpo fatto da una moltitudine di votanti, cittadini, che non capisce questo, è solo un ammasso che serve ad essere usato per la conservazione.Lo si capisce sentendo le espressioni della gente comune incazzata verso coloro che hanno votato NO che ancora insistono sui ”dinosauri”.Questo è il danno sociale che ha fatto la politica renziana evidenziata molto bene e succintamente da Marco Nasorri nel Post di Scaramelli dal titolo ” Scaramelli presenta il conto”.Bisognerebbe che il bonifico per saldarlo quel conto lo dovesse fare Scaramelli, ma in tutta sincerità credo che il conto lo paghino come sia giusto coloro che hanno rimesso le loro istanze nel renzismo, in parte sapendo che rappresentava la nuova democrazia cristiana che aveva bisogno di spargere etere per prevalere, dall’altra accettando acriticamente chi li ha condotti bendati e per mano verso il centro.Questo significa che dentro di loro erano già predisposti per tale accettazione e quindi credo sia giusto che se la prendano con loro stessi. Il tragico è che quando gli errori non servono ad imparare, la situazione non cambia.Anzi il prossimo loro futuro si chiama Berlusconi.E’ inevitabile se vogliono fermare i 5 Stelle.Questa è la realtà che ci stà di fronte Marco,altro che ”Scaramelli presenta il conto”…..quelli il conto lo dovrebbero pagare,ma tutti, in primo luogo i vertici e dietro un bel ”corso di rieducazione” a saper distinguere
le esche vere dai cucchiaini di metallo messi al posto dell’amo. I boccaloni, pesci neanche tanto commestibili,neanche il fior fiore del pesce,sono come i cinesi: mangiano tutto quello che si muove.