4 DICEMBRE. IL GIORNO DEL GIUDIZIO
Dopo l’estenuante e spesso confuso sciorinamento di ragioni per il Sì e per il No degli ultimi mesi, domenica 4 dicembre gli Italiani esprimeranno il verdetto. Ma non sulla Riforma però. La ministra Boschi ha consumato i suoi migliori rossetti glossati ripetendo ad ogni occasione che “questo referendum non è su Renzi ma sulla Riforma”.
E invece, cari concittadini, questo Referendum è proprio su Renzi e/o di chi ne farà le veci. Che ci piaccia o meno, la faida partitica ha avuto il sopravvento. In gioco c’è la presa della Bastiglia altro che la Costituzione più bella che ci sia. Il voto del Sì è indissolubilmente legato al trionfo di Renzi e dei suoi sostenitori. Il voto del No all’ascesa di Salvini, forse di Berlusconi, magari dei 5 Stelle. Quindi, come di costume, si voterà per il “meno peggio” o perché il peggio non accada.
Si voterà, insomma, per timore dell’incerto, della catastrofe, come pronosticano alcuni, o per consolidare il Governo in carica che, storto o morto, qualche stabilità la garantisce. Di quei 47 articoli che la Riforma intende modificare ci abbiamo capito poco. Abbiamo una vaga idea di quello che dovrebbe essere il nuovo Senato, dei rapporti tra Governo e Regioni, della riforma della legge elettorale, della presunta riduzione dei costi della politica, dell’abolizione del Cnel.
Per contro, conosciamo a perfezione il voto di tutti i nomi noti della politica, dello spettacolo, della cultura, del mondo imprenditoriale, di amici, conoscenti e parenti. Dato fondamentale perché dopo il Referendum, tanto per restare in quel clima di tensione e spaccatura che tanto ci piace, sapremo contro chi puntare il dito. E potremo allegramente continuare a scannarci. Che poi è quello che ci interessa di più. E che fa più notizia.
O no?
Ritratto: Aurora Stano
Grafica: Lorenzo Poggioli
Governo Renzi, referendum, Riforma Costituzionale 2016
A parte che sempre in un referendum, per il solo fatto di dover scegliere tra si è no, ti trovi in compagnia di gente disparata con ragioni e motivazioni diverse, immaginare chissà quali scenari se vincesse il no, fa parte della scorretta propaganda che sta accompagnando questa campagna elettorale. Se vincesse il no, la maggioranza resterebbe, si sarebbe costretti a modificare la legge elettorale, costretti probabilmente dalla corte costituzionale e andare finalmente a votare sulla base di programmi e coalizioni che si creerebbero, sono stufa di votare per il meno peggio, credo che una riforma della costituzione vada votata solo se convincono davvero le modifiche che introduce, al di là di tutte le altre considerazioni!!
Bisognerebbe vedere però cosa significhi il meno peggio, tutto lì.Infatti, quelle introdotte secondo me non convincono, e chi penserebbe di prendere la scorciatoia, rimestando tutto e tirando fuori quello che vuole lui/lei alla fine è accomunato nella schiera di chi pensa teniamoci il meno peggio.Ed infatti a forza di tenerci il meno peggio si vede a che punto è arrivata l’italia.E’ che al peggio però non c’è mai fondo…..