TORRITA DI SIENA: IL FRONTE DEL NO ALLA FUSIONE CON MONTEPULCIANO ALZA IL TIRO

venerdì 14th, ottobre 2016 / 18:28
TORRITA DI SIENA: IL FRONTE DEL NO ALLA FUSIONE CON MONTEPULCIANO ALZA IL TIRO
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TORRITA DI SIENA –  “Errare è umano, perseverare è diabolico”. E’ questo il titolo d un comunicato diffuso oggi dal Comitato cittadino torritese che si oppone alla fusione dei comuni di Torrita e Montepulciano e che annuncia una iniziativa pubblica per il prossimo 21 ottobre.  Iniziativa che prende le mosse dalla richiesta avanzata dal Comitato di fare una “pausa di riflessione, slittare di 6 mesi l’approvazione della delibera e quindi aprire un confronto ampio e “vero” con la popolazione. Ma l’Amministrazione Comunale ha risposto picche , non ha accettato la richiesta e il 12 ottobre scorso ha approvato, a maggioranza, la delibera che dà il via alla fusione. Secondo il Comitato, tale approvazione è stata frettolosa. E anche il segnale della volontà dell’amministrazione Grazi e del partito di maggioranza di andare avanti comunque, senza sentire le ragioni di chi si oppone o semplicemente nutre dubbi sull’accorpamento di Torrita a Montepulciano. Gli stessi membri del Comitato nutrono dubbi sulla possibilità che possa esserci un ripensamento e che si possa dunque tornare indietro, ma.m dicono “il dado non è ancora tratto”. E nel comunicato rilanciano la battaglia per il NO alla fusione. Una battaglia che a questo punto sarà soprattutto tra le gente. Per vincere il referendum consultivo del 2018:  “A noi torritesi resta solo far sentire sempre più forte la nostra voce di totale contrarietà. Non si può distruggere la storia millenaria di una comunità, per indirizzi politici del momento. Non sono le motivazioni di riduzione di sprechi che, come tutti sappiamo, sono nelle amministrazioni centrali e a Roma, che ci possono convincere a rinunciare al nostro Comune. Il referendum ci darà ragione!
Non ci spaventa il perseverare del sindaco che, anche in sede di consiglio comunale, continua a sostenere che l’esposto ai carabinieri è un atto dovuto. Quello che lui ritiene una falsità, cioè la chiusura del comune, è un dato di fatto. In caso di fusione il Comune sarà un altro, ha poco significato che rimanga nel Palazzo qualche ufficio decentrato, ai torritesi interessa che le decisioni politico-amministrative riguardanti la propria comunità vengano prese dai loro rappresentanti e non mediate da Montepulciano”.

L’intento del Comitato  si legge nella nota –  “è quello di informare la gran parte della cittadinanza, ancora all’oscuro del procedimento avviato, sugli effetti della fusione ed in particolar modo sulle conseguenze negative che andrebbero a gravare sulla popolazione; siamo convinti che i cittadini abbiano il diritto di partecipare attivamente ad un approfondimento che possa preparare le basi per una scelta consapevole”. L’iniziativa pubblica del 21 ottobre si terrà in piazza Don Giovanni Turchi (già piazza della Libertà).

Il manifesto che l’annuncia è inequivocabile: raffigura il palazzo comunale di Torrita con il cartello ‘vendesi’… Per il Comitato, questo significa la fusione. Al di là delle ragioni che possono indurre a considerare positivo un processo di accorpamento dei comuni, nel caso specifico è ovvio che tra Torrita e Montepulciano la parte del leone la reciterà inevitabilmente Montepulciano. Per questioni di dimensioni, di storia, di potere contrattuale e politico e se qualche ufficio resterà in in piedi anche a Torrita, nel giro di poco tempo il Comune unico sarà comunque Montepulciano. Come tra Montalcino e San Giovanni d’Asso sarà Montalcino.

Non è una fusione alla pari, tra due comuni di uguale forza e dimensione. Questo anche il sindaco Grazi lo sa. O dovrebbe saperlo. Per questo forzare la mano, non ascoltare le ragioni degli altri, andare avanti a testa bassa e lancia in resta potrebbe alla fine rivelarsi un boomerang anche per lui, per la sua amministrazione e per il Pd che potrebbe ritrovarsi isolato. In molte realtà (vedi i 5 comuni dell’alto orvietano nel 2014) la fusione al vaglio del referendum non passò. E il più delle volte non passa. Molto dipenderà però dalle modalità del referendum. Se verrà fatto, come è successo di recente ad Abetone, e come prevede la normativa regionale toscana, conteggiando la somma dei voti nei due comuni e non i voti comune per comune, ovvio che il NO ha poche chances. Perché il NO sarà soprattutto a Torrita e Torrita rispetto a Montepulciano è minoranza anche nei numeri, ha la metà degli elettori. Nell’orvietano 2 anni la somma dei voti nei 5 comuni avrebbe determinato la vittoria dei Sì, conteggiando invece i risultati comune per comune vinsero i NO perché in 3 comuni su 5 prevalsero i voti contrari.

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