BANCA VALDICHIANA, DUE MESI DOPO LA FUSIONE IL DIRETTORE GENERALE BENICCHI LASCIA. I SOCI DELL’AREA CHIUSINA TEMONO CONTRACCOLPI

BANCA VALDICHIANA, DUE MESI DOPO LA FUSIONE IL DIRETTORE GENERALE BENICCHI LASCIA. I SOCI DELL’AREA CHIUSINA TEMONO CONTRACCOLPI
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CHIUSI – A meno di 4 mesi dal sì dell’assemblea dei soci e appena dopo due mesi dalla costituzione della nuova struttura unica, si profila già un terremoto ai  vertici tecnici della nuova Banca Valdichiana  nata dalla fusione tra le due Bcc di Chiusi e Montepulciano. Il direttore generale Fulvio Benicchi non concluderà il mandato conferitogli e dal 1 settembre andrà in pensione e sarà sostituito nell’incarico dal collega poliziano Beniamino Barbi.

Ora, l’avvicendamento di un direttore, anche se di massimo livello, di solito non fa notizia. Può avvenire per vari motivi ed è sempre una questione “tecnica”, che non attiene al management e alla governance politica. In questo caso però la vicenda, ancora non ufficializzata, ma sulla bocca di tutti, qualche risvolto non esclusivamente tecnico ce l’ha. Non solo si configura come un fulmine a ciel sereno, ma rischia di rinfocolare polemiche rimaste abbastanza sottotraccia, ma non troppo, sulla decisione della fusione. Soprattutto a Chiusi.

Secondo i patti sociali sottoscritti al momento dell’accordo di fusione, ribaditi anche pubblicamente peraltro nelle assemblee dei soci del maggio scorso (4 mesi, non un secolo fa), il direttore Benicchi avrebbe dovuto rimanere in carica almeno fino al 31 dicembre 2017. Insomma avrebbe dovuto gestire e dirigere la fase di decollo della nuova banca unitaria per poi passare la mano una volta messa a regime la macchina. Non solo, ma la direzione Benicchi, così come la presidenza Capeglioni, erano, nei “patti” anche il suggello e la riprova provata del maggior peso della consorella chiusina rispetto a quella poliziana.

Se Benicchi ha deciso di gettare la spugna anzitempo e di godersi la pensione con un anno e mezzo di anticipo, qualcosa deve essere successo. Ed è successo alla partenza, appena dopo il via.

Adesso, la base sociale della Bcc di Chiusi si sente visibilmente disorientata, e – diciamolo pure – anche meno “garantita”, venendo meno la figura del “suo” storico e apprezzato direttore. Dopo la bocciatura della ex presidente Mara Moretti entrata nel Cda come ultima degli eletti, con la defezione del direttore Benicchi viene meno l’asse che sul versante chiusino ha voluto, preparato e operato la fusione con Montepulciano. E non con altre Bcc ugualmente limitrofe.

Insomma la scossa è forte, non è una semplice scossetta di assestamento. E in questi giorni di post terremoto vero nel reatino si capisce bene cosa significhi.

Ci si chiede se il cambio della guardia alla direzione generale sia il preludio ad un cambio di strategia della banca rispetto alla clientela e al territorio. Se Banca Valdichiana sarà d’ora in avanti meno banca del territorio, come è sempre stata e più banca d’affari. Se prevarranno nelle politica bancaria logiche di sostegno all’economia locale e alle famiglie, come è successo anche negli ultimi anni segnati dalla crisi, oppure logiche essenzialmente mercantili, quindi più rigide, basate solo sui numeri e sui bilanci.

Banca Valdichiana, nella componente chiusina, fedele alle origine solidaristiche, una funzione di sostegno anche all’economia più minuta, alle famiglie in difficoltà, all’associazionismo locale lo ha sempre avuto. Ciò non le ha impedito di crescere ed allargarsi, pur rimanendo un presidio a sostegno delle attività sociali e di un’economia anche di semplice sussistenza sul territorio.

La componente poliziana, che ha una base sociale più ristretta, ma anche alcune aziende più robuste, molto robuste, tra i propri soci e clienti, ha avuto forse un atteggiamento un po’ diverso, avvertendo magari meno i morsi della crisi.

Possibile che una diversa concezione del “fare banca” sia entrata immediatamente in rotta di collisione. Ma questa al momento è solo un’ipotesi. Certo, nel Cda della banca unica, la componente espressione di Chiusi è in maggioranza (7 su 12) ed ha il presidente. Anche nel Comitato esecutivo, la maggioranza (3 su 5) è espressione chiusina. Lo sarebbe stato, fino al 31 dicembre 2017, anche il direttore generale.  Con Barbi al posto di Benicchi invece la guida operativa passa in mano a Montepulciano dove il direttore Barbi è apprezzato come Benicchi.

Solo un riassetto interno? un riequilibrio di poteri, di pesi e contrappesi?  I tempi rapidi in cui la cosa è avvenuta (o sta avvenendo) farebbero pensare che non sia solo questo. La fusione partita anche quella in tempi molto rapidi e con qualche mugugno, ma alla fine accettata come una opportunità di crescita e di tutela, trova subito una mina (non una semplice boa) da aggirare.

I soci, le imprese, i correntisti di Chiusi e dell’area di influenza della Banca Valdichiana pre fusione, aspettano spiegazioni e chiarimenti.

m.l.

 

 

 

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