TRASIMENO: CUCINELLI CHIAMA, I SINDACI CORRONO… LA RICETTA DEL RE DEL KASHMERE PER SALVARE IL TERRITORIO

MA C’E’ ANCHE CHI DISSENTE E ACCUSA I SINDACI DI ACCONDISCENDENZA…
PERUGIA – Un tempo erano i sindaci a convocare, se mai, gli imprenditori, per esporre loro dei progetti, delle idee. Adesso succede il contrario. E’ stato infatti il “re del kashmere” Brunello Cucinelli a convocare a riunire in un teatro, quello del suo borgo natìo, tutti i sindaci dell’area del Trasimeno, più la presidentessa della regione, qualche parlamentare, i giornalisti. Beh, certo, senza giornalisti la cosa avrebbe avuto poco senso. Cucinelli è il prototipo dell’imprenditore illuminato, del capitalista dal volto umano, quello che i sindacati in fabbrica non ce li vuole, ma poi divide gli utili con le maestranze. E se uno come Cucinelli chiama, i sindaci rispondono. Anche perché potrebbe essere lui il prossimo candidato Pd alla guida della regione. La presenza di madame Catuscia Marini sembrava il timbro ufficiale alla successione.
Ma cosa ha voluto dire Cucinelli ai sindaci dell’area lacustre? L’idea è quella di un progetto di lungo respiro. Un progetto non tanto di rilancio, ma di… “custodia” dei borghi, dell’ambiente, della cultura stratificata del territorio per i prossimi 50-100 anni… Non per la prossima legislatura, ma per le prossime venti legislature… Guarda lontano il re del kashmere. Mica dietro l’angolo. E così, i poveri sindaci che si dibattono su progetti che al massimo guardano al 2020, fanno la figura dei mentecatti. La linea la detta lui. Il re del kashmere. Che non vuol sentire più parlare di crisi, perché “spesso è solo una scusa per chi non sa fare“.
“In questo territorio – ha detto l’imprenditore – ci sono il silenzio e la semplicità della vita, che sono grandi valori apprezzati all’estero. Senza distinzioni politiche, siamo qui per salvaguardare questa zona, che in molti verranno a cercare per i valori che ho citato. In questo momento di risveglio mi piacerebbe di discutere con voi di ciò, di come custodire e abbellire i nostri luoghi, ripartendo dal basso, dalle case, dalle piazze, dai cittadini…” Rivolto ai sindaci li ha invitati a far togliere le capanne di bandone dalle campagne, i trattori abbandonati.. Il motore di tutto – dice – non deve essere più l’edilizia, ma la manifattura. Di qualità, naturalmente…
Idee che i sindaci lacustri hanno mostrato di apprezzare e condividere. Ma che avranno bisogno di soldi, di idee, progetti, normative… Intanto lo stesso Cucinelli ha annunciato che a questo primo appuntamento ne seguiranno altri, uno a primavera, “con la speranza che partecipino 2-3.000 persone“… Ma al di là delle proposte, ancora molto en passant e piuttosto banali del re del kashmere, resta il fatto che l’iniziativa l’ha presa lui, a casa sua (il teatro di Solomeo) e che i sindaci si sono tutti accodati, senza distinzione alcuna. Come facevano i contadini davanti alla chiamata del padrone. Per carità, in questo caso si tratta di un padrone illuminato, ma pur sempre di un esponente di spicco del capitalismo italiano 2.0. E se in Italia c’è la crisi non è che gli imprenditori siano senza peccato.
Insomma ben venga l’iniziativa e la sensibilità di un capitano d’industria che vuole custodire e salvare il passato per costruire il futuro. La classe politica del Trasimeno rappresentata dai sindaci (come partiti il piatto è scarso assai) ha fatto bene a recepire l’invito, per cortesia. Non poteva fare altrimenti. Ma l’allineamento univoco e generalizzato, senza neanche un dito alzato a difendere l’autonomia della politica, rispetto all’economia, non è un bel segnale.
E infatti c’è anche chi lo ha notato e sottolineato. Oscar Monaco, di Rifondazione Comunista, prende le distanze dall’iniziativa. E forse non ha tutti torti. Ecco la sua nota:
“Lottiamo per il pane, ma anche per le rose”, sono i versi del poeta inglese James Oppenheim, che messi in musica diedero vita alla splendida canzone “Bread and Roses”, interpretata tra gli altri da Joan Baez, è divenuto uno degli inni delle operaie tessili americane (e non solo) nel ‘900; il significato è semplice e diretto, anche in periodi di crisi e di difficoltà chi vive del proprio lavoro ha diritto ad accedere alla cultura, all’arte, alla bellezza, ha diritto a coltivarle per crescere e liberarsi. Tanta strada è stata fatta da quando la cultura era una gentile concessione del mecenate di turno al popolino ignorante, così come hanno smesso di essere gentili concessioni l’accesso alle cure mediche e all’istruzione. La Politica è lo strumento con cui questi obbiettivi sono stati realizzati ed è il campo su cui altri diritti possono essere rivendicati e conquistati; sempre che la Politica faccia la politica e non si rimetta in fila ad elemosinare due spiccioli dal signorotto locale. Perché al Trasimeno questo è successo sabato mattina, quando “l’imprenditore filosofo” Brunello Cucinelli ha chiamato a raccolta i sindaci dei nove comuni e la Presidente della Regione, Catiuscia Marini, per istruirli sulla necessità di tutelare la bellezza del paesaggio, la sua dimensione aulica, tanto cara ai sui ricchi clienti, tra una citazione di Ghoete e una di Platone. Un minimo senso del pudore, se non di amor proprio, farebbe ritenere imbarazzante un contesto simile, dove chi riceve il mandato democratico e popolare per tutelare il bene comune ringrazia ossequioso chi per definizione rappresenta il bene privato, il profitto; nessuno che si sia alzato e abbia detto “signor Cucinelli, noi rappresentiamo i cittadini, la ringraziamo per l’invito, ma casomai dovremmo essere noi a convocare lei e non il contrario”. Nulla di tutto ciò, lodi sperticate, ossequi e ringraziamenti nella tacita speranza di essere i fortunati beneficiari di qualche generosa elargizione per il proprio comune; perché sarà anche vero che Renzi idolo del buon Cucinelli, al netto della propaganda a reti unificate, taglia servizi e Stato sociale come un macellaio, con la Regione Umbria che acconsente tacendo, ma denunciarlo, dire come stanno le cose sarebbe troppo scomodo per la tutela della propria carriera politica”.
”Quando c’è un potere costituito, la vera lotta è per la conquista dell’anticamera del sovrano”.(karl schmidt, filosofo anni ’50).Concordo pienamente col quanto detto da Oscar Monaco.
C’era una volta un bel castello che si rispecchiava nelle acque di un lago dai colori cangianti, nel castello… https://t.co/OkBlot2UQp
il medioevo prossimo venturo
Devo dire la verita’:non ho capito molto di questa convocazione dei Sindaci e della Presidente della Regione,Marini,da parte dell’industriale Cucinelli.
Non ho letto proposte o progetti ma generiche raccomandazioni.Forse il potere politico dovrebbe convocare una riunione piu’ articolata in sede istituzionale,per esaminare meglio il tutto.
Si mormora,comunque,da qualche tempo,a Citta’ della Pieve di un acquisto,od interesse, effettuato da societa’ di Cucinelli di aree industriali dismesse a Ponticelli;forse un preludio a verifiche con la regione per aiuti economici per questi investimenti?
Se Cucinelli fosse interessato ad aree industriali dismesse a Ponticelli, perché convocare anche i sindaci di Corciano, Passignano e Tuoro, per dire? Forse l’imprenditore si è reso conto che il vuoto della politica non serve e non è utile all’economia quindi vuol riempire quel vuoto… Si sta assumendo un ruolo di supplenza insomma. E detta la linea… Il bello è che i sindaci applaudono…
In ogni caso, magari Cucinelli fosse interessato davvero all’area industriale di Ponticelli… Il suo “modello di impresa” si può discutere, ma che ci sappia fare è indubbio. Per Città ella Pieve e il territorio sarebbe un bel colpo.
Beh,Prima Pagina glie lo potrebbe chiedere formalmente.
Semprechè fosse vero-come si dice nel post- che la politica industriale e relazionale di Cucinelli riguardo alle relazioni sindacali sia quella di evitare il sindacato in fabbrica,trovo che solo per tale comportamento le istituzioni non dovrebbero assolutamente relazionarci,poichè questo è un fatto che investe in concetto di democrazia congiunto a quello di dignità ed è una grave violazione di questa.poichè il denaro non compra tutto,ancor meno la dignità, anche se a fine mese od a fine anno divida una parte dei profitti con le maestranze.E non si chiuda il discorso dicendo la qualunquistica frase”lui è un imprenditore e tira l’acqua al proprio molino”…perchè è a tale logica che le forze politiche del territorio tramite i sindaci e le giunte s’inchinano sperando che dalla tavola cada loro qualche briciola.Una volta era l’inverso e la gente meno abbiente lottava e faceva progressi, oggi è il contrario ed il segnale del cammino sbagliato dovrebbe essere soprattutto questo..Da questo si evince cosa ci sia dentro le forze politiche che ci comandano e che ridotte ad un nulla politico siano in balia da ormai molto tempo di tali logiche. E non ci meravigli che siano proprio loro, come succede anche nel territorio, che in nome di una concezione distorta dello sviluppo cerchino di risolvere per esempio le problematiche dei rifiuti,dell’inquinamento,della edificazione(solo per dirne poche) ritenendo che così facendo il lavoro che si crei sia perorato e premiante il sistema. Io credo che si sottostà ad un ricatto palese e non nascosto, che solo chi non lo vuol vedere non lo vede: in nome dello sviluppo o del suo equilibrio vengono intaccate delle condizioni di vita che il nostro territorio poteva vantare rispetto ad altri, almeno fino a quando non si scoprano casi come quello delle cenerib di Fabro ecc ecc, ma credo comunque che andando avanti ce ne siano sempre di più di questi casi. E’ l’uomo che in base al profitto ottenuto con i mezzi che servono a pochi per disegnare la vita di tanti, rovina il mondo.Extrapolando dal discorso, personalmente credo che Cucinelli abbia senz’altro un genuino piacere a contribuire al restauro di beni pubblici ed anch’io nei suoi panni se avessi facoltà economiche di quel livello farei sicuramente quello che fa, ma ciò che stona è il codazzo della politica che ha intorno e che gli si genuflette.Questo vuol dire che da parte di quegli entourage politici di qualsiasi partito essi siano,-ma che in effetti è quasi un monocolore- non si possieda più il senso della dignità politica e del rispetto di un mandato dei cittadini.Non c’entrano nulla i sentimenti come possono essere l’orgoglio od altro, ma c’entra che al posto della dignità politica,oggi in ogni angolo siano entrate le ragioni della sottomissione culturale od al potente di turno o della speranza che altri risolvano i problemi che la politica dovrebbe risolvere e che non po’ più farlo perchè proprio è rappresentata da persone o prezzolate che hanno devoluto ogni cosa alla speranza di carriera o incapaci di vedere e leggere che la loro funzione dovrebbe essere ben altro.Questo vuol dire il ritorno al Medio Evo,e chi fa finta di non capirlo e frappone discorsi basati sul pragmatismo, bara sapendo di barare.Oggi siamo a questi punti e se non l’ha capito la gente ”normale” che vota tali partiti vuol dire che da questi si deve aspettare solo una cosa : che il degrado continui, infatti ne ho altre volte parlato di come si chiami tale condizione: DECRESCITA LENTA. Ed a nulla valgono le corse a dire che l’Italia riparte., perchè entrano in campo nuove condizioni, nuove popolazioni che si sormontano le une con le altre, che scardinano vecchi equilibri e che puntano all’egemonia, anche a quella del mondo.Per fermare questo percorso il sistema ha alla fin fine solo una chanche: La Guerra ! Sarebbe nella logica umana non farsi fagocitare ed assorbire da questo meccanismo,ma la storia parla al contrario, purtroppo….ed allora se è la gente, le sue organizzazioni, la politica che la stessa gente contribuisce ad erigere, che nel loro complesso producono questo,facciano mea culpa i cittadini che non sanno organizzarsi e dire basta a quei politici che lavorano per tale andazzo! Essere di sinistra oggi credo voglia mettere l’accento su questo, non su quello che producono tali politici, che sono il contrario della sinistra anche se si fanno chiamare con quel nome e che hanno in poche decadi accettato tutto acriticamente e che governano per tale sistema Questa è la realtà..
http://www.umbrialeft.it/notizie/cucinelli-azienda-non-sono-mai-entrati-sindacati-illuminato-o-padrone
Ho letto il link ma non avevo dubbi che le cose fossero in tal modo, e non avevo dubbi che le risposte su quel dibattito del link fossero di quel genere.La gente può pensare in modi diversi, ma si evince una identificazione su quello che si ritiene giusto di quel processo ed anche se non ci fosse ciò che viene paventato dall’articolo del link( e cioè l’obbedienza assoluta in fabbrica ed anche i comportamenti che ne derivano) ciò che emerge è che da parte delle maestranze la contraddizione fra capitale e lavoro culturalmente non viene presa in alcuna considerazione,anzi sembra non esisteree ).Quindi al magnate tutto è dovuto perchè in tale condizioni la ripartizione del denaro che soddisfa i bisogni sopisce ogni eventuale rivendicazione di diritti).L’ingraziarsi per la mancia, qualunque essa sia, dico qualunque, è considerata una fortuna visto che viene data credo a tutti chiaramente,mentre il diritto legale di ciò che spetta una variabile indipendente.Chissà se le maestranze che non vogliono il sindacato in fabbrica se si sentano libere di chiedere ciò che spetta loro dalle regole nelle contrattazioni integrative ed altro, e si vedono ripagato il loro sacrificio da più soldi del normale, se pensano se sia giusto o meno che il mondo funzioni solo con la magnanimità del capo.sarebbe una bella concezione della democrazia…..ed è per questo che non mi stupisce”la magnanimità del capo” ma mi stupisce l’inconsistenza di chi sbava per accattivarselo.
Secondo me le maestranze non hanno molta scelta.O così o… pomì. Se poi siano soddisfatte o no, questo non saprei dirlo…
Una signora che di definisce appassionata lettrice di primapagina mi bacchetta con sdegno perché cashmere si scrive con la c e non con la K come ho scritto nell’articolo. Vero. Ne prendo atto e chiedo venia per l’errore imperdonabile. Ma… cambia qualcosa nei termini della questione?
No, invece codesto discorso lascia il tempo che trova. Il lavoro come creazione di ricchezza dovrebbe essere un concetto alla cui accessibilità tutti hanno diritto e non può essere ridotto solo ad una accettazione di quelle maestranze che individualmente od in gruppo possa piacere o non piacere organizzato in quel modo.Il lavoro è un diritto perchè è un diritto anche la dignità.Mettersi nella posizione di chi riceve una gratificazione che dipende dalla magnanimità o meno di chi te la dà equivale quasi a ricevere una mancia, corposa o meno corposa di quanto possa essere, perchè dipende sempre dall’intenzione di chi te la dà. Altra cosa sono i diritti che non possono essere elusi e che come etica e processo di formazione debbono essere conquistati (è la storia inequivocabile dell’uomo nel suo percorso verso la dignità) perchè nessuno te li regala.Ben altra cosa invece sarebbe la partecipazione alle decisioni amministrative ed alla ripartizione degli utili da parte delle maestranze che le debba vedere incluse in un processo decisionale della produzione, organizzato in maniera intelligente e con l’indirizzo e la presenza di chi dirige una strategia, sia un singolo imprenditore insieme ad un gruppo contenente la rappresentatività delle mastranze Un direttore di banca una volta che insieme affrontava con me ed il sindacato una possibile partecipazione ad un processo decisionale per la formazione di una piattaforma,mi proferì le seguenti parole che non mi dimenticherò mai” in casa mia la mortadella la affetto come mi pare”.Risposi che quella mortadella era il risultato del lavoro prodotto anche da altri che non facevano parte del comparto direttivo ma facevano parte della generalità di chi lavorava, e quindi anche della proprietà di quella che lui considerava come casa sua .Mi disse che non era d’accordo e lo credo bene che non lo fosse, la sua ripartizione a fine mese non era come quella di un impiegato, quindi difendeva il suo status ma se crediamo che i diritti siano sempre garantiti credo che ci si possa sbagliare, i diritti si raggiungono con la conquista dei medesimi che deve entrare a far parte di uno status legale permanente, anche se sono sottoposti all’economia generale. E tale economia generale vedrebbe molti meno scossoni se alla determinazione della stessa concorresse anche la decisione e l’intelligenza ed il modo di lavorare delle maestranze. Ecco perchè il capitalismo – che assurge a parola a tanti disgustosa e che si vuole oggi chiamare ” mercato”, impiega solo parzialmente le proprie risorse facendole deboli, attaccabili, e temporanee e quasi sempre per non dire sempre è alla ricerca del massimo profitto col minimo lavoro impiegato.E’ l’economia della povertà, ciclica, che tocca momenti di estrema espansione(poche volte per la verità) e sinusoidi di depressione.E dentro al sinusoide alternantesi ” fra pavimento e tetto”, le varianti possono essere anche molteplici e contenere anche il caso Cucinelli.Ma serve a Cucinelli,ossequiato e ricercato,che la mortadella a casa propria la taglia come vuole.E poi anche alla definizione di quel direttore di banca che disse ”a casa mia” ci sarebbe da dire molto di più. Questa è la dignità politica che in fondo oggi manca, ma gli effetti difatti si vedono.
Alla signora che dice che si scriva con la C bisognerebbe rispondere che ha ragione ma ha ragione anche chi la scrive con la K. Basta guardare e controllare la cartina geografica, appunto del Kashimir, e non come siano scritte le buste della pubblicità dei prodotti, quelle atte a contenere i manufatti di quella lana.Se per curiosità ed interesse voglia ,e se ti desse la sua mail le scannerizzo la cartina e gliela invio, sia scritta con la C che con la K. e questo nella letteratura e nella rappresentazione geografica esiste da più di 2 secoli.
Marco,vedo che spesso gli interventi vengono posizionati spostati dalla consecutività a cui fanno riferimento, per cui risultano non in consecuzione l’uno con l’altro e quindi mischiati.Forse è un errore di sistemazione che avviene dopo un po’ perchè almeno quando scrivo e posiziono la risposta, quest’ultima viene al posto giusto.La prima volta, poi successivamente quando apro nuovamente il post l’intervento figura ad un altra altezza sulla colonna degli interventi, sfalzando la consecuzione logica e le risposte.Perchè ?
Non lo so. I tuoi non hanno nemmeno bisogno di moderazione e approvazione in quanto di autore già noto al sistema…