CHIUSI: E’ MORTO EVANDRO LANZANI, UNO DEGLI IDEATORI DELLA STAFFETTA MILANO-BRESCIA-BOLOGNA PER NON DIMENTICARE LE STRAGI

CHIUSI – Ieri a Milano è morto Evandro Lanzani. A molti lettori, il nome dirà poco o nulla. Ma era un amico. Padre di un amico e collaboratore di primapagina. E anche un personaggio che in questo territorio non era del tutto sconosciuto. Iscritto al Pci dal 1946, poi al Pds, ai Ds e al Pd, negli anni ’80 e ’90 partecipò attivamente a molte feste de l’Unità e portò il podismo nelle feste del suo partito. Aveva una passione forte per il ciclismo, poi per il podismo e organizzò raduni, gare, meeting a Chiusi, a Villastrada a Moiano… Ma Evandro Lanzani insieme ai figli Alessandro e Edoardo e ad un piccolo manipolo di appassionati è stato soprattutto l’ideatore della staffetta Milano-Brescia-Bologna, con partenza da Piazza Fontana, tappa in Piazza della Loggia e arrivo in Piazza della stazione a Bologna. Una staffetta per non dimenticare le stragi che fecero decine e decine di morti tra il 1969 e il 1980. La prima edizione si tenne nell’84, quarto anniversario della strage di Bologna. Da allora ogni anno l’evento si è ripetuto e si ripeterà, con arrivo il 2 agosto alle 10,25 (ora precisa in cui scoppiò la bomba assassina) a Bologna alla presenza di autorità e parenti delle vittime. Evandro Lanzani ha partecipato, correndo, finché la salute glielo ha consentito. Poi come organizzatore-spettatore. Solo all’ultima, quella del 2015, non ha voluto partecipare, neanche da spettatore. Non ce la faceva più. Da podista non poteva presentarsi prostrato dalla malattia… A Chiusi e dintorni aveva molti amici, per decenni vi ha passato le ferie estive e spesso le festività natalizie. Il caffè al Bar del Bersagliere e l’acquisto de l’Unità all’edicola di via Leonardo da Vinci erano le prime cose che faceva. Che ha sempre fatto da buon milanese metodico e preciso. Ci mancherà il compagno Lanzani. Ci mancherà quella flemma, quella sua faccia pallida, tipica di chi è cresciuto e vissuto nella nebbia più che al sole, che però, quando si metteva a correre diventava energia pura, volto e forza di leone. E ha lottato come un leone contro la malattia implacabile che alla fine lo ha battuto… Ma se n’è andato sereno a 84 anni. Ora corre lassù, su altre praterie.
Ad Alessandro che conosco, porgo le mie più vive condoglianze.
un saluto a Tutti I chiusini che lo conoscevano e un grazie a Marco Lorenzoni per queste belle parole.
E’ stato un grande piacere aver goduto della sua amicizia. Ricorderemo sempre la sua generosità e le belle discussioni al bar. Un abbraccio a tutta la famiglia dal bar del Bersagliere.
Quando qualcuno esce di scena c’è sempre il rischio di espressioni retoriche. Quando si tratta di un amico, e del padre di un amico, c’è anche il rischio di esaltarne oltremodo le qualità. Ma se si tratta di Evandro Lanzani il rischio si puo’ correre. Ricordo quando in estate passava molti giorni a Chiusi con la sua bella famiglia e parlava di politica con grande passione. Era un uomo mite dotato di una volonta’ di ferro. In sintesi una gran bella persona.