LETTERA APERTA A WALTER VELTRONI CHE STASERA SARA’ AL MASCAGNI DI CHIUSI PER IL SUO LIBRO “CIAO”

martedì 17th, novembre 2015 / 12:33
LETTERA APERTA A WALTER VELTRONI CHE STASERA SARA’ AL MASCAGNI DI CHIUSI PER IL SUO LIBRO “CIAO”
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Caro Walter…

Scusa se uso un “tu” confidenziale, ma… io e te abbiamo praticamente la stessa età. Siamo entrambi di quella generazione che ha creduto e sperato di cambiare il mondo e che si è appassionata ai testi di Pasolini, ai film di Kosta Gavras e Scola e alla note dei Led Zeppelin o degli Area… Una generazione che ha creduto e sperato di cambiare il mondo a non ce l’ha fatta. Ha ascoltato belle canzoni, questo sì. Ma il mondo è rimasto com’era. Anzi è peggiorato. Se ci avessero detto 40 anni fa, quando in Italia cominciava a impazzare il terrorismo rosso e nero, che saremmo tornati a parlare di guerra e di guerre di religione, di fondamentalismi ci saremmo messi a ridere. “Ti drogano di sesso, religione e televisione”… cantava John Lennon nel ’71, molto prima di Berlusconi e Murdoch, prima di Bin Laden e del Califfo dell’Isis, molto prima delle crociate di Salvini…
E noi, sia io che te, la pensavamo probabilmente come John Lennon. Lui sì, era uno dei nostri “profeti”. Anche se poi cantavamo pure nei cortei le canzoni degli Inti Illimani o di Ivan della Mea…
Eravamo entrambi, in quegli anni, nel Pci. Io mi sono fermato al grado di segretario di sezione… Poi me ne sono andato. Mi sembrava una gabbia stretta. Tu hai fatto carriera. Eri certamente più bravo.
Entrambi abbiamo fatto il giornalista. Tu a livelli alti, hai diretto l’Unità quando ancora era un giornale serio e ti inventasti cose straordinarie come la ristampa degli album delle figurine Panini o le videocassette dei film allegate. Ce le ho ancora tutte, nella libreria. Io no, sono rimasto in provincia, a fare e dirigere un giornale locale che adesso come molti altri, dopo più di 20 anni di presenza in edicola è solo on line… E non è la stessa cosa.
Insomma storie parallele, per certi versi simili.  Ma credo che sia abbastanza frequente tra gente di quella generazione…

In seguito hai detto di non essere mai stato comunista. Io no, non l’ho mai detto. Sono stato comunista. Mai filosovietico o stalinista. Ma comunista sì. Per cultura e formazione, probabilmente lo sono ancora.

Ho visto (e rivisto) il tuo docu-film su Berlinguer. Mi è piaciuto. Mi è sembrato un tributo serio, non agiografico o sdolcinato. Mi sono pure commosso. Non solo perché “Berlinguer era una brava persona”, o uno sconfitto (ho una strana predilezione per i perdenti, figurati che tifo per la Fiorentina e tifavo per Gimondi…), ma perché credo che molte delle speranze di vedere una sinistra vincente e capace di cambiare le cose in Italia finirono quella sera dell’84 a Padova…
Mi sono piaciuti i tuoi libri. Mi piace il tuo modo di raccontare. Ti ho citato come sindaco di Roma in un mio romanzetto. Ho sempre apprezzato quella tua capacità di parlare con pacatezza anche di fronte alle cose più tremende…
Dico di più, in quell’eterno dualismo tra te e D’Alema io parteggiavo per te.

Poi però molte scelte che hai fatto mi hanno lasciato perplesso.
Non solo quella frasettina “Io? Mai stato comunista” che detta da uno che la politica nel Pci l’ha fatta di mestiere mi suona un po’ stonata… Mi sembrò stonata la tua ubriacatura per Blair e Clinton…
Non mi è piaciuto il modo in cui tu hai creato il Pd. Una creatura che ti è venuta veramente male. E se oggi c’è Renzi (che mi sembra Fonzie al potere circondato dalle Giovani Marmotte che, essendo appunto giovani marmotte, obbediscono a chi ne sa di più e sono alla fine sempre i soliti) alla guida del Pd e dentro ci trovi pure Bondi… Beh, credo che molto si debba al vizio iniziale di fabbricazione del partito che non è l’Ulivo, né tantomeno l’edizione moderna del compromesso storico berlingueriano. Mi sembrò u suicidio politico quella tua dichiarazione (fatta ad Orvieto) sulla “vocazione maggioritaria” del Pd, seguita poi dal “voto utile” che decretò la fine della sinistra a sinistra del Pd… E se oggi in Italia una sinistra vera, non dico vincente, ma almeno presente, non esiste più credo che alcune responsabilità siano proprio da attribuire a te.

Poi, caro Walter, questa storia di Mafia Capitale… Con quei personaggi che circolavano anche nella tua amministrazione.

Questa sera sarai a Chiusi, il mio paese, per presentare il tuo ultimo libro. Che è un tributo tenero, struggente, alla figura di tuo padre, che di fatto non hai mai conosciuto… Un bel libro. Di sicuro.
Ma io – te lo dico con tutta sincerità, da compagni, come si diceva una volta – avrei preferito che tu stasera a Chiusi fossi venuto a parlarci di Odevaine. Che a differenza di tuo padre hai conosciuto benissimo, probabilmente. Di come sia stato possibile per personaggi dal pedigree nero come la pece, entrare negli ingranaggi di una amministrazione di sinistra come erano la tua e quella di Rutelli e dettare legge su appalti, convenzioni, servizi…
Avrei preferito sentire dalla tua viva voce, cosa ne pensi oggi del Pd, di Renzi e del renzismo, dei venti di guerra e magari pure del giubileo straordinario…

Mi risponderai che sei stato invitato per parlare di un libro. Non per parlare di politica.  Vero (e qui ritornano le giovani marmotte). Ma tu sei Walter Veltroni. Non uno scrittore qualsiasi. E per tua fortuna o sfortuna non hai fatto nella vita solo lo scrittore. E se mi trovo Veltroni davanti, io faccio fatica a parlare di un libro…
Parlare solo di “Ciao”, che pure è un ottimo libro, insomma mi sembra un’occasione sprecata.
Forse non verrò alla presentazione al Mascagni. Perché da cronista potrebbe scapparmi una domandina su Odevaine e non ho alcuna intenzione di rovinare la serata.

In bocca al lupo per il libro. Cordiali saluti.

Marco Lorenzoni

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