LA VOGLIA DI “QUALCOSA DI SINISTRA”… A CHIUSI CI SARA’ UNA LISTA ALTERNATIVA A BETTOLLINI E AI 5 STELLE?

giovedì 19th, novembre 2015 / 17:00
LA VOGLIA DI “QUALCOSA DI SINISTRA”… A CHIUSI CI SARA’ UNA LISTA ALTERNATIVA A BETTOLLINI E AI 5 STELLE?
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Sabato 7 novembre a Roma è nato il gruppo parlamentare Sinistra italiana. “Lo avrete visto, letto sui giornali, o magari eravate tra quelli rimasti fuori dal Teatro Quirino, che è grande ma non abbastanza, e ha costretto i relatori (ben contenti, in realtà, di rappresentare plasticamente il successo dell’iniziativa) a fare due volte gli interventi. La prima dentro, per la composta platea, la seconda fuori, con gli appunti trasformati in comiziacci senza neanche l’aiuto del megafono”. Così scrive la rivista Left. Sinistra. Che sottolinea il “clima buono”, l’atmosfera da nuovo inizio. Tra i promotori i parlamentari di Sel, più alcuni fuoriusciti dal Pd (Fassina, D’Attorre, Gregori), alcuni transfughi del movimento 5 Stelle… Hanno partecipato anche figure nobili, o counque note della sinistra italiana, da Cesare Salvi a Fabio Mussi, da Salvatore Settis a Valentino Parlato, da Aldo Tortorella a Giuliana Sgrena, da Claudio Fava a Pietro Folena, all’ex antagonista Luca Casarini…

Insomma qualcosa si muove. Ma è nato solo un gruppo parlamentare, per ora. Non un partito. O un rassemblement. E la cosa è stata fatta notare e ribadita il 16 novembre a Firenze, ad un altro incontro “sulle ragioni e prospettive della sinistra”, con Norma Rangeri, direttore del Manifesto e Sergio Cofferati…  Due cose diverse, che si sono mantenute a distanza di sicurezza l’una dall’altra, ma comunque due segnali che vanno nella stessa direzione. Quella di ricostruire “qualcosa di sinistra”, che dia voce e rappresentanza a chi non si rivede (o non si rivede più) nelle posizioni e nella politica del Pd e del governo Renzi, né vuole rassegnarsi all’idea che l’unica alternativa al renzismo siano i 5 Stelle. Verso i quali comunque non c’è ostilità preconcetta.

Poi c’è pure Civati con la sua associazione “Possibile” che è un terzo soggetto, anche quello potenzialmente interessato all’evoluzione del progetto. E c’è la Fiom di Landini, che è il soggetto più strutturato ma anche il più “parziale” e settoriale.

E c’è la galassia delle associazioni e dei comitati come Libera, come Emergency, come i No Tav… Insomma c’è un modo a sinistra, ma è la sinistra che non c’è. O comunque non sa riconoscersi. Non più “a pelle” come un tempo, quando bastava indossare l’eskimo o portare in tasca l’Unità per segnalare da che parte stavi… Ora l’Eskimo lo chiamano Parka e lo vendono le boutiques a 340 euro… Non può essere quello il segno distintivo. Nè la sciarpa rossa. O lo giacchetta di velluto.

Serve qualcosa di nuovo. Che sappia riconoscersi nei valori di sempre, ma sappia anche parlare il linguaggio di oggi.  Insomma non una sinistra vintage, attanagliata dalla nostalgia di stagioni che non ci sono più… né un’accozaglia di sigle, movimenti e partitini, che proceda in ordine sparso. Non solo, dovrà anche evitare personalismi e protagonismi che spesso in passato ne hanno frenato l’azione e decretato la sconfitta. Per fare questo la strada più semplice è evitare che i “soliti noti” restino in sella e siano sempre loro a dettare la linea… Di danni ne hanno già fatti abbastanza, basta così, grazie.

Ripercorrere strade già battute e perdenti, come quella dell’Arcobaleno, nel 2008, sarebbe un delitto imperdonabile. Chi ne è rimasto scottato adesso si guarda bene dal fidarsi di gente come Vendola o Fassina. Anzi, diciamo pure che il “popolo di sinistra”, disperso, orfano, senza più voce né bandiera, non si fida affatto di chi per anni o è stato nel Pd o gli ha retto il sacco,  a livello nazionale e soprattutto nelle giunte locali. Spesso per puro tornaconto e per qualche strapuntino.

Quindi se qualcosa nascerà – ed è bene che nasca – dovrà essere qualcosa che somigli più a Podemos di Pablo Iglesias che non a Sinistra Ecologia e Libertà o a Rifondazione Comunista.

Il tempo a disposizione  non è molto, ha ammonito, a Firenze Norma Rangeri. L’obiettivo sono le elezioni politiche del 2018, se non si voterà prima. Ma già alle amministrative della prossima primavera (si voterà a Roma e Milano, ma anche a Chiusi, per esempio…) potrebbe venir fuori qualche primo tentativo.

A Chiusi il clima sembra tutt’altro che favorevole, il Pd è ridotto effettivamente a poca cosa, praticamente a nulla. Ma a sinistra del Pd ormai è solo deserto. L’ipotesi che l’unica alternativa possa essere rappresentata dai 5 Stelle è molto concreta. La Primavera, al di là dell’abbandono del consiglio comunale per protesta, si è sfilacciata e difficilmente tenterà un bis. Un “popolo di sinistra” di sicuro c’è. Come c’è un “popolo di destra” senza rappresentanza visibile e credibile. Ma se la destra può votare (e già vota in buona parte) per il Pd renziano, la sinistra dispersa è un popolo di senzatetto sfiduciati e incazzati, quasi rassegnati alla deriva che ha preso la politica. Ma se scatta la scintilla, di gente che ha cose da dire, da proporre e da fare ce n’è, forse più che altrove. Il problema è come far scattare quella scintilla. E chi, se mai, si prenderà la briga di provarci…

Avere un contraltare a sinistra potrebbe essere utile e stimolante anche per Bettolini e il Pd (o ciò che ne resta) e pure per i 5 Stelle che dovrebbero potenziare la loro azione trovando concorrenza sullo stesso terreno, o magari cercare sinergie e alleanze, cosa a cui sembrano piuttosto refrattari.

Qualcuno obietterà che un eventuale raggruppamento di sinistra sulla scheda elettorale potrebbe oggettivamente favorire il candidato Pd, creando una divisione della posta nel campo avverso. Questo è possibile. Spesso in passato è successo. Ma in realtà come Chiusi i 5 Stelle possono davvero sperare di vincere? Con un Pd ridotto come è ridotto (e Bettollini senz’altro ne è cosciente), una aggregazione alternativa più connotata a sinistra e robusta come figure di riferimento potrebbe avere addirittura più chances…

m.l.

 

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