PARRANO, IL SINDACO TARPARELLI GETTA LA SPUGNA E SI DIMETTE: “COSI’ NON E’ POSSIBILE ANDARE AVANTI”

ADDIO ANCHE AL PD: NON MI HA SOSTENUTO
PARRANO – Qualcuno se lo ricorderà, quando qualche mese fa la trasmissione Tv Ballarò, lo seguì mentre armato di scala andava in giro per il suo paese insieme all’unico operaio del comune a cambiare le lampadine dei lampioni. All’epoca era sindaco. Certo il sindaco di un comune minuscolo, il più piccolo dell’orvietano. Il Comune di Parrano, 600 abitanti, un castello e una fonte termale…
Da adesso comune senza sindaco, perché lui, Vittorio Tarparelli si è tolto la fascia e ha presentato le dimissioni. A suo dire irrevocabili. Per stanchezza e anche un po’ per incazzatura con una politica che non dà più certezze, né sostegno. Eletto nelle amministrative del maggio 2012, con la lista “Uniti per Parrano”, Tarparelli ha assunto la carica di sindaco con 287 voti a favore pari all’81,76% (la sfidante Laura Miscetti, in campo con la lista “Alternativa per Parrano”, di voti ne aveva raccolti 64, pari al 18,23%), ha anche abbandonato il Pd. “La mia tessera scadeva nel 2014, non credo che la rinnoverò. Ho dato le dimissioni dal Coordinamento Comunale e dall’Intercomunale del PD – dice – perché la situazione all’interno del partito non offriva a mio avviso spiragli. Discussioni per tutto e su tutto, discussioni che non hanno concretamente portato a nulla. Niente – dice – lasciava più intravedere la voglia di tornare a fare politica al servizio delle gente.Ho più volte manifestato al Partito Democratico le mie perplessità e le difficoltà – dice – ho persino indetto una riunione con il responsabile PD degli enti locali umbri, ma quello che ho ottenuto è stato un misto tra ‘vedremo’, ‘faremo’, ‘non si preoccupi. Per il comune che ho avuto l’onore di rappresentare ho dato tutto me stesso – racconta – ho rinunciato all’indennità di sindaco e ho sostenuto a spese mie tutti i miei spostamenti e le necessità dell’ufficio del sindaco. Ora basta.” Insomma Tarparelli faceva il sindaco, l’impiegato e all’occorrenza anche l’operaio elettricista del Comune. Non ce l’ha fatta più e ha detto stop.
Ora le sue dimissioni aprono una crisi politica nel piccolo comune, che sarà commissariato, fino a nuove elezioni. Che potrebbero svolgersi in autunno oppure nella tornata amministrativa della primavera del 2016. E’ vero che Parrano, coi suoi 600 abitanti soltanto, è poca cosa ma il lancio della spugna del sindaco è un segnale. Un campanello d’allarme per il Pd e il centro sinistra e anche, forse, la riprova che l’accorpamento dei Comuni, bocciato da un referendum esattamente un anno fa, non era del tutto una forzatura…
Ed allora che il Sindaco mediti sulla natura del partito che ha scelto. Non lo dico io, ma molte persone autorevoli che sono in politica e che in Italia si oppongono a questo PD, perchè sotto l’etichetta di ”sinistra” ha fatto e sta facendo politiche che con la rivitalizzazione dell’Italia non hanno nulla a che vedere.Politiche totalmente farcite di liberismo economico e di propaganda che secondo il mio parere sono il contrario esatto a ciò che serve ai cittadini comuni ed alla loro speranza di poter trovare un lavoro e di rifondare una Italia più giusta e più umana.Una prassi questa ormai sperimentata da anni quando le politiche economiche del partito di maggioranza relativa chiamato Democrazia Cristiana, le politiche del lavoro più dure a digerire per il mondo del lavoro le faceva fare alla sinistra con l’enfasi che tutti dovevano fare i sacrifici, stando ben attenta che se non poteva battere il proprio nemico ci si doveva alleare,in un abbraccio mortale. Tali poliche non sarebbero passate se le avesse fatte lei con i suoi alleati perchè esisteva una forte opposizione, con idee chiare e non come quella sedicente di oggi.Oggi tale partito mutato nei contenuti di sinistra ma che si fregia dello stesso distintivo, dicendo come Renzi proclama” una sinistra che non si aggiorna è destra” basandosi sulle parole e dando colpi alle parti più deboli della società e nello stesso tempo governando con la destra e con i suoi rimasugli dal MSI a Forza Italia ,avendo stretto un patto che ha retto giusto giusto per spalmare di vasellina il ”tergo dei poveri”.con la teoria portante dell’Amministrazione della Complessità,che guarda caso porta sempre l’acqua al mare togliendola da quella dei fiumi e dei laghi.Ed il PD, quel partito che intende abbandonare il nostro sindaco è proprio di quella natura lì, creato a tavolino col messaggio di rinnovare l’Italia arrivato alle menti ed alle coscenze dei cittadini che ci hanno creduto, ai quali è bastato ben poco : credere di rottamare il vecchio e di sveltire la politica in processi di ristrutturazione dello Stato, ottenendo la maggioranza all’interno senza chiedersi ”per quale politica”.Chi possiede il dominio dei media non fatica molto a far passare tali messaggi nella società ed i più abboccano ed in effetti sono stati milioni.Questo che vediamo intorno a noi è il risultato . una lotta frantumante, invalidante, che ha frantumato la sinistra e l’ha portata ad accettare il liberismo tanto caro a quell’altra parte che ci governa insieme: il centro destra insieme ai rimasugli del Movimento sociale e di Forza Italia.E questi milioni che dicevo prima ,anche se individualmente persone perbene, si fanno adesso venire le cosiddette crisi esistenziali ? E dove pensavano che sarebbero arrivati ? Le cose ed i fatti non gli avrebbero richiesto il conto, in primis a loro stessi ? Un modesto messaggio a tale Sindaco :dal momento che non è mai troppo tardi, si guardi intorno e la società politica brulica di necessità, che va dai frati ai cinque stelle ed oltre.C’è una varietà di schieramenti ed un guazzabuglio di diversità che certamente la buona volontà che ha dimostrato come quella di rinunciare ai compensi ed anche quella di rimettersi in giuoco in prima persona, troveranno certamente prima o poi una collocazione si spera secondo le sue credibili ed oneste aspettative.Rifletta però politicamente sule sue scelte passate.Senza tale riflessione sarà -parafrasando Dante – come foglia ad ogni vento.
E’ il sistema che abbisogna di persone oneste che mettendoci la faccia per politiche per le quali teoricamente non dovrebbe essere tanta fatica a riconoscerle contrarie all’interesse pubblico che fa si di portarle a tali disillusioni.Vorrei che si riflettesse su questo e sul perchè succeda, e che da questo se ne ricavi un ragionamento non superficiale.Personalmente riconosco ed identifico anche se non approvo le spinte ad applicatre politiche che la destra-se pur frantumata-mette in campo poichè il suo fine è quello di lavorare per mantenere, preservare e dare l’illusione che sviluppo e progresso possano coincidere. La sinistra invece ha l’etica opposta, quella di riconoscere da quale realtà partire e lottare e combattere per un elevazione morale ed economica della gran massa delle persone che vivono del loro lavoro. Se si percorrono e si mischiano fino a non riconoscerle più tali istanze, ciò che ne esce è distruzione delle forze più deboli e vanificare sempre di più la loro lotta.A questo è servito e serve il PD. Il capitalismo così funziona.Scopo lecito senza dubbio, ma da lì a chiamarlo ”sinistra” ce ne corre.Ed a dimostrazione di questo, guarda caso osserviamo i certi sociali che l’anno votato quel partito dal quale il Sindaco oggi prende le distanze,da chi sono composti, quale sia la loro etica ed il loro pensiero e come votavano prima.Credo che il nostro sindaco abbia materia e tempo su cui riflettere parecchio.
Mi pare Carlo che il sindaco di Parrano (ex a questo punto) che tu inviti a riflettere sulla natura stessa del Pd, qualche riflessione l’abbia già fatta, traendone anche le conclusioni: dimissioni da sindaco e mancato rinnovo della tessera Pd, con dimissioni dagli organismi di partito. Che deve fare di più? andare in giro con un cartello al collo con su scritto “Sono un coglione che aveva sperato nel Pd”? E siccome non è il primo caso di “fuga dal Pd” in Umbria e in Italia, per di più in pieno periodo di campagna elettorale per le regionali, mi sembra anche un segnale piuttosto forte…
Non estremizziamo la faccenda Marco.Il mio intervento tende a mettere in evidenza il perchè di tali scelte e quello che ne può star dietro le scelte iniziali che sia lui che tanti altri uomini di politica hanno fatto e perchè siano stati attratti da un siffatto partito.Io non classifico le persone e dico che debbano andare in giro con i cartelli che dici tu.Il sindaco certamente ha già fatto la propria scelta ma il mio lungo-come al solito- intervento tende a far riflettere soprattutto i lettori su quali siano le esche che vengono esposte a fior d’acqua perchè i pesci abbocchino. Ed i pesci che militano dentro le giovani generazioni oggi non hanno il sentore della natura nè ideologica tantomeno politica delle scelte di fondo che la loro funzione comporti.Sono generazioni abituate a ragionare con lo spettacolo che riserva loro la politica, molte parole e pochi fatti.E se la politica è questa è logico che alla fine i nodi vengano al pettine. Lui ha scelto di abbandonare e secondo me ha fatto proprio bene,ma pur non conoscendo a fondo i motivi che lo hanno indotto a tale scelta 8 e credo che ce ne siano ben consistenti)lo capisco benissimo che alla fine dentro di lui sia scoppiata la contaddizione fra le istanze che si credeva di poter portare avanti e la politica che aveva intorno. Il mio intervento tendeva a far comprendere ai lettori che speso quanto passa oggi dentro questo aspetto fra ”il personale ed il politico” mette gli uomini in contraddizione con se stessi, spesso in maniera insuperabile.A concorrere a tale crisi di valori ha contribuito -credo- moltissimo la visione che ha assunto un partito nato a tavolino e non dalle vere istanze del mondo del lavoro a cui dice di riferirsi. Una nuova DC nei fatti e nelle conclusioni.Pertanto credo che la lezione che ne esca da tutto questo ( ed il Sindaco non sarà nè il primo nè l’ultimo) è quella che alla fin fine ponga in evidenza che ci sia un rifiuto crescente a stare dalla parte di coloro che per etica sono venditori di fumo.O mi sbaglio ? Che poi non sia mai troppo tardi quando si tratti di prenderne coscenza questo è pur vero.
Meglio tardi che mai, certo. Ma le dimissioni di Tarparelli non sono motivate solo dalla delusione per la deriva presa dal Pd (che pure c’è, mi par di capire), ma anche dalle condizioni in cui devono operare i sindaci dei piccoli e piccolissimi comuni, che forse non hanno più ragione di esistere e andrebbero accorpati, ma finché esistono non possono essere gestiti da giunte di due persone, con un apparato ridotto al lumicino, con scarsissime risorse… Tutte cose anche queste frutto di una certa concezione della politica, della pubblica amministrazione e, diciamolo, anche del furore anti-casta che ha delle giustificazioni, ma non può essere generalizzato senza fare danni incalcolabili alla democrazia, alla rappresentanza sociale, alla storia stessa dei comuni… In questo, personalmente mi sento di condividere l’amarezza del sindaco dimissionario di Parrano, lasciato solo, anche a cambiare le lampadine dei lampioni… E non è una battuta.
Il discorso è troppo lungo Marco per esaurirlo nelle righe di un giornale.Tu dici del ”furore anti-casta”, ma tale furore che pur c’è ha ed ha avuto una ragione per formarsi e per permanere latente nella società.E la ragione è quella che si poteva leggere fra le righe della mia risposta che è quella inevitabilmente che una politica di sinistra abbia abdicato per compromesso alla propria funzione storica. Il concetto di ”casta” e non hai certo tu bisogno di fartelo ricordare è dovuto soprattutto all’isolamento dai ceti piu popolari, messo in atto da chi ha diretto la politica non salvaguardando e non perorandone le istanze.L’arroccamento nei personalismi ha fatto sì che si leggesse da parte della base sociale di un paese che una volta arrivati a maneggiare le leve di comando anche coloro che prima inneggiavano alla riscossa dei deboli si siano imborghesiti dimenticandosi di tutto ed allontanandosi progressivamente dagli stessi scopi che dicevano di perseguire. Questo è chiaro che si sia maggiormente notato nella sinistra che per concezione ed etica era più distante dalla destra o dal centro nel raggiungimento del privilegio personale.Oggi si assiste a gente che per pur di non saltare l’accaparramento della pensione non chiuda le legislature in stato comatoso per assicurarsi laute pensioni permesse dalla continuazione delle loro funzioni parlamentari e non dal merito di ciò che si esamini in Parlamento:Nella sinistra ci sono casi di persone alle quali è stato riconosciuto dai partiti il privilegio di partecipare anche a 4 legislature continue.Esempi di questo ce ne sono, anche nella nostra Toscana.Da tale politica cosa bisognava aspettarci se non la tedenza alla continuità ad insistere sul proprio cammino intrapreso ormai da tempo? Ed anche nelle amministrazioni periferiche dei nostri paesi circonvicini tale politica ha segnato una continuità, basta vedere anche Chiusi stessa: le grandi cose sbandierate all’inizio sono andate avanti per slogan ed alla fine ciò che è stato fatto od è stato il completamento dei compiti già impostati da prima (piano strutturale, stadio ecc ecc ecc ) generando poi marciapiedi, luci nelle scalette, giuochi per bambini e fra l’altro dando una pompa magna a tutto questo, esaltando oltre ogni limite il magro risultato.Allora se è la gente stessa che li elegge la colpa-se colpa si può chiamare- di chi è indipendentemente se qualche sindaco creda fermamente alla politica sbandierata a livello centrale che poi non corrisponde in periferia a quello che si dice ? Rivoluzionari in periferia e conservatori al centro.Dimmi te Marco se non sia sempre tardi quando se ne prenda atto ? Nell’altro commento ho concluso ”meglio tardi che mai”pensando alle vicissitudini del sindaco ed a quale conclusione egli sia arrivato,ma una riflessione sulla credibilità del partito in cui militava credo che fosse stata doverosa anche prima.Anche e soprattutto perchè sebbene la politica italiana sia povera di personalità politiche affidabili, la gente normale in periferia ritiene che domani possa essere un altro giorno e va avanti così perchè il mondo intorno funziona così, e le contraddizioni tendono a non scoppiare perchè lenite da quella quotidianità della politica che fa sperare sempre che qualcosa cambi.La forza di quel partito è questa. Ma probabilmente vediamo che la genteb invece si sbaglia e quando ne prende atto ne trae tali conclusioni come forse quella del sindaco in questione.I media su questo danno una buona dose di forza a tale politica che entra in ogni testa.Oggi a Firenze hanno fatto vedere in TV che la gente si tassa per fare i fuochi artificiali di San Giovanni che costano più di 120.000 euro non più sopportabili dagli enti pubblici.Hanno detto che così la tradizione non viene scalfita e che questo porti la gente ad aggregarsi.Io a differenza non credo che la gente con i tempi che corrono si debba aggregare intorno ai fuochi di San Giovanni , ma dovrebbe aggregarsi per mandarne parecchi a casa.Guarda come la penso……e nei piccoli comuni è uguale, pur con le caratteristiche personali di tutto rispetto dovuto giustamente alle persone coinvolte, di qualunque partito siano. Il vero scossone di cui ha bisogno la politica è quello che la gente rifletta sulle cause politiche del fallimento dei partiti e di quello che questa involuzione ha prodotto nella società, in tutto quell’apparato egemonizzato da questi stessi partiti che hanno dominato per decenni.Questa è la cosa da cambiare e purtroppo la storia non solo della nostra Toscana e non solo dell’Italia intera ma di tutto il mondo ci dice che il vero cambiamento non è indolore.Sembra un concetto pregnato di tragicità ma la vera tragicità è quella della via che è stata percorsa dalla politica da 30 anni a questa parte e che ha influito sulla gente riducendola così com’è.A questa situazione e per il cambiamento purtroppo alternative soft non ce ne sono, od almeno non me le aspetto da coloro che hanno militato in partiti che hanno sposato da decenni le tendenze che ci hanno portato sin qui.Quelli perorano il sistema dicendo che lavorano per cambiarlo, e non è un estremismo.Estremismo è forse di chi li valida.