A CHIUSI IL REDDITO PRO CAPITE PIU’ ALTO DELLA VALDICHIANA. MA SOLO PERCHE’ E’ UN PAESE DI PENSIONATI (NON AL MINIMO)

sabato 11th, aprile 2015 / 15:58
A CHIUSI IL REDDITO PRO CAPITE PIU’ ALTO DELLA VALDICHIANA. MA SOLO PERCHE’ E’ UN PAESE DI PENSIONATI (NON AL MINIMO)
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CHIUSI- Sui giornali e sui social network è uscita la notizia che Chiusi è al primo posto, tra i comuni della Valdichiana senese, per reddito pro-capite. Naturalmente i supporters più accalorati del sindaco Scaramelli ci si sono buttati a pesce, esaltando le scelte dell’amministrazione locale. Cosa che hanno fatto anche i giornali. Tutto fa campagna elettorale…

Ma è tutto oro quello che luccica?

A parte il fatto che il dato stride con la fotografia del luogo, che evidenzia soprattutto i cartelli “vendesi” e “affittasi” attaccati alle saracinesche abbassate e chiuse da mesi, o da anni, a ben guardare la cosa può anche non stupire.

Il reddito medio dei chiusini sarebbe di 17.700 euro all’anno. Dato riferito al 2013. Bene. Non è male, ma…

Diciamo che è in linea con la media nazionale (17.875), ma al di sotto della media regionale. In Toscana infatti il reddito pro capite è di 19.394 euro. Quello della Provincia di Siena di 20.260 euro. E Siena è seconda dietro Firenze (22.486).

Chiusi risulta avanti nel reddito dei propri cittadini rispetto al primo Comune della Valdichiana aretina (Civitella Valdichiana, con 17.300 euro circa) e rispetto al primo Comune della regione Umbria (Città di Castello con 17.100 euro circa). Per quanto riguarda i Comuni della Valdichiana senese la città di Porsenna è seguita da Montepulciano (17.400 euro circa) e Sinalunga (17.000 euro circa).

I 17.700 euro di reddito pro-capite dei chiusini non sono certo disprezzabili. Sono, anzi, un segnale, che la città “tiene” nonostante la crisi. Ma la cifra parla da sola: 17.700 euro è più o meno il reddito medio di un impiegato o di un pensionato non al minimo. E infatti Chiusi “tiene” per il semplice fatto che ormai la popolazione è costituita in massima parte da pensionati. E da pensionati delle F.S., delle banche, della pubblica amministrazione, cioè persone con pensioni “non al minimo”. Pochissimi sono gli operai e i pensionati con pensioni da lavoro dipendente nel settore produttivo privato. Pochi, e residuali, ormai, anche i lavoratori autonomi, che negli anni ’80-90 erano diverse centinaia. Adesso non si produce più nulla a Chiusi. E anche le aziende di servizio sono drasticamente calate: sono scomparsi i calzaturifici, i mobilieri, i falegnami, i fabbri, i ceramisti, i meccanici, gli impiantisti, i tipografi, i camionisti… Per non parlare delle imprese edili e affini… Sono rimasti i lavoratori dipendenti e soprattutto i pensionati.

E’ tutta qui la spiegazione di quei 17.700 euro. La politica dell’amministrazione comunale (quella di Scaramelli, ma anche le precedenti), c’entra poco o nulla. Chiusi, come città e come polo di attrazione commerciale, produttivo e turistico, non è certo una realtà in ripresa. Meno che mai in crescita. Forse la ripresa arriverà, ma per ora Chiusi appare come una città in disarmo, in crisi di identità, e con un “appeal” molto inferiore a quello che aveva 20-30 anni fa.

Il reddito “regge” perché è in larga misura reddito fisso e garantito. Quando finirà quello saranno dolori seri…

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