A CHIUSI IL REDDITO PRO CAPITE PIU’ ALTO DELLA VALDICHIANA. MA SOLO PERCHE’ E’ UN PAESE DI PENSIONATI (NON AL MINIMO)

CHIUSI- Sui giornali e sui social network è uscita la notizia che Chiusi è al primo posto, tra i comuni della Valdichiana senese, per reddito pro-capite. Naturalmente i supporters più accalorati del sindaco Scaramelli ci si sono buttati a pesce, esaltando le scelte dell’amministrazione locale. Cosa che hanno fatto anche i giornali. Tutto fa campagna elettorale…
Ma è tutto oro quello che luccica?
A parte il fatto che il dato stride con la fotografia del luogo, che evidenzia soprattutto i cartelli “vendesi” e “affittasi” attaccati alle saracinesche abbassate e chiuse da mesi, o da anni, a ben guardare la cosa può anche non stupire.
Il reddito medio dei chiusini sarebbe di 17.700 euro all’anno. Dato riferito al 2013. Bene. Non è male, ma…
Diciamo che è in linea con la media nazionale (17.875), ma al di sotto della media regionale. In Toscana infatti il reddito pro capite è di 19.394 euro. Quello della Provincia di Siena di 20.260 euro. E Siena è seconda dietro Firenze (22.486).
Chiusi risulta avanti nel reddito dei propri cittadini rispetto al primo Comune della Valdichiana aretina (Civitella Valdichiana, con 17.300 euro circa) e rispetto al primo Comune della regione Umbria (Città di Castello con 17.100 euro circa). Per quanto riguarda i Comuni della Valdichiana senese la città di Porsenna è seguita da Montepulciano (17.400 euro circa) e Sinalunga (17.000 euro circa).
I 17.700 euro di reddito pro-capite dei chiusini non sono certo disprezzabili. Sono, anzi, un segnale, che la città “tiene” nonostante la crisi. Ma la cifra parla da sola: 17.700 euro è più o meno il reddito medio di un impiegato o di un pensionato non al minimo. E infatti Chiusi “tiene” per il semplice fatto che ormai la popolazione è costituita in massima parte da pensionati. E da pensionati delle F.S., delle banche, della pubblica amministrazione, cioè persone con pensioni “non al minimo”. Pochissimi sono gli operai e i pensionati con pensioni da lavoro dipendente nel settore produttivo privato. Pochi, e residuali, ormai, anche i lavoratori autonomi, che negli anni ’80-90 erano diverse centinaia. Adesso non si produce più nulla a Chiusi. E anche le aziende di servizio sono drasticamente calate: sono scomparsi i calzaturifici, i mobilieri, i falegnami, i fabbri, i ceramisti, i meccanici, gli impiantisti, i tipografi, i camionisti… Per non parlare delle imprese edili e affini… Sono rimasti i lavoratori dipendenti e soprattutto i pensionati.
E’ tutta qui la spiegazione di quei 17.700 euro. La politica dell’amministrazione comunale (quella di Scaramelli, ma anche le precedenti), c’entra poco o nulla. Chiusi, come città e come polo di attrazione commerciale, produttivo e turistico, non è certo una realtà in ripresa. Meno che mai in crescita. Forse la ripresa arriverà, ma per ora Chiusi appare come una città in disarmo, in crisi di identità, e con un “appeal” molto inferiore a quello che aveva 20-30 anni fa.
Il reddito “regge” perché è in larga misura reddito fisso e garantito. Quando finirà quello saranno dolori seri…
Giorgio Cioncoloni, Juri Bettollini, Stefano Scaramelli
Il dato invece è molto significativo perché testimonia proprio il venire meno della parte produttiva infatti il reddito è più alto del 2007, in cui era di 15.600 euro. Questo non significa che siamo più ricchi ma che coloro che abbassavano la media, e cioè gli imprenditori artigianali e commerciali in difficoltà, hanno chiuso e quindi la media si è alzata essendo rimasti attivi principalmente gli impiegati pubblici o i bancari.
Se poi i 17.000 euro sono lordi allora significa che ci sono molti che sono al di sotto della soglia minima di vivibilità perché una retribuzione lorda media è di 30.000 euro e quindi c’è chi vive con 13.000 euro lordi che di questi tempi non sono molti se riferiti a una famiglia media di tre persone che magari deve pagare anche il mutuo o l’affitto.
C’è venuto un 1 di troppo perché se la retribuzione di un impiegato è 30.000 e la media verificata è 17.000 c’è chi vive con 4.000. Scusate il refuso.
Un dato essenziale del detrimento di Chiusi è stata la considerazione e l’impostazione che è passata su tutti e su tutto sull’identità fra sviluppo e progresso.Hanno contribuito a tale identificazione che in fondo è apparsa erroneamente la stessa per un lunghissimo periodo di tempo (almeno 30-40 anni ) in primo luogo la politica dell’ente pubblico Comune, quella delle Banche che hanno contrassegnato la direzione del credito e l’influenza che hanno avuto quest’ultime sulla politica e le modalità di come questo intervento ha avuto sul comparto privato ma anche pubblico, e che ha influenzato il modo di sentire ed intendere le cose dei cittadini.Un groviglio armonioso che ha determinato direzioni precise anzichè altre, che hanno portato a positività e negatività, ma che si può dire tutto fuorchè non abbia influenzato e contrassegnato la vita di Chiusi e quello che è stato il suo sviluppo, che ha coinciso con progresso solo in certe occasioni.
Molte questioni su tale tema dovrebbero essere riviste ed analizzate a freddo e solo allora si capirebbero ruoli e politiche di influenza, risultati.e sotto tale luce andrebbero riviste molte considerazioni che andavano per la maggiore negli anni passati.Forse alla luce odierna ci accorgeremmo -causa anche la crisi generale dell’Italia- che anche qui nel nostro piccolo è stato dato valore a certi aspetti interventistici anzichè ad altri e che tutto questo è stato esaltato fino a far raggiungere valori che non erano tali.Anche la tematica del post in questione appare- al di là di quelli che possono essere i dati ed i numeri forniti come statistica- influenzata da quanto dicevo prima e le considerazioni di come abbia interagito la politica rispetto al reddito delle persone o dei gruppi familiari si mischia e si confonde col peso che ha e che continua ad avere l’attività creditizia che per sua natura non è mai ininfluente, anzi tutt’altro.Quindi per finire secondo me occorrerebbe distinguere appunto i due concetti : sviluppo e progresso e si vedrà che spesso ciò che ci hanno raccontato è in realtà una bella favoletta che ha fatto sì che la gente credesse che le due cose potessero coincidere.Mi sembra che l’attualità smentisca tutto questo, ed allora come si mette la questione ?
Certo che andrebbero fatti alcuni ragionamenti sugli indirizzi ecinomici che la politica, le amministrazioni, le banche, le associaziini di categoria hanno fornito o hanno avallato. O anche sugli indirizzi che NON hanno dato… ma l’articolo riguarda solo una questione, quella del reddito pro capite dei chiusini. Che “regge” solo perchè costituito per la maggior parte da pensioni non al minimo e reddito da lavoro dipendente impiegatizio… come osserva anche Cioncoloni, i redditi da lavoro autonomo sono pressochè scomparsi. Dal punto di vista sociale e come “indicatore” rispetto al futuro non è incoraggiante. Sbandierarlo propagandisticamente come un successo di chi governa la città è semplicemente un errore, anche politico. Ma ormai la politica locale è talmente poca cosa che non si accorge nemmeno degli scivoloni che fa….
Le classifiche piacciono sempre molto però è utile forse fare una valutazione dei dati.http://economia.leonardo.it/stipendi-medi-in-europa-costo-della-vita-e-stipendi-nei-paesi-europei/