I SENESI DI SEL LASCIANO IL PARTITO. NON VOGLIONO ROMPERE CON IL PD

mercoledì 30th, luglio 2014 / 13:26
I SENESI DI SEL LASCIANO IL PARTITO. NON VOGLIONO ROMPERE CON IL PD
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SIENA – Adios Nichi! I senesi di SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) lasciano il partito di Vendola. Non vogliono rompere con il centro sinistra e quindi con il Pd. Né adesso, né tantomeno in vista delle prossime elezioni regionali in programma nella primavera 2015.

La pattuglia senese dissidente rispetto alla linea nazionale è guidata dal segretario provinciale Simone Ceccherini ed è composta in larga misura dai consiglieri e assessori di SEL presenti nei vari comuni, dal sindaco di Monteroni d’Arbia Gabriele Berni al chiusino Andrea Micheletti, all’amiatino Renai, tanto per fare qualche nome. Tutti resteranno dunque al loro posto nei consessi elettivi e nelle giunte senesi. Non ci saranno dimissioni o scossoni. Il documento di “scissione” è stato votato all’unanimità dall’assemblea provinciale del partito. Fuori da Sel i dissidenti si costituiranno in associazione autonoma che continuerà ad operare “nell’ambito del centro sinistra” e non fuori di esso. ceccherini sel

partendo dall’analisi del voto europeo, il  documento dà atto al centrosinistra di Renzi di aver contenuto il grillismo e la destra populista ed è quindi all’interno di questo centrosinistra, riconoscendo il ruolo di soggetto più rappresentativo al Pd, che “si deve riaprire la partita, far vivere i nostri valori, quelli di una sinistra vocata a dare respiro alle tensioni positive di cambiamento che vivono nella società”.

Sinistra Ecologia Libertà – continua il documento – ha rinunciato in questo scenario a recitare un ruolo propositivo: nell’affannoso tentativo di criticare il sistema e ritagliarsi uno spazio alla sinistra della contestazione grillina  ha dimenticato le ragioni per cui era nata e si è chiusa in un arrocco incomprensibile e dannoso, riproponendo logiche della vecchia politica rese visibili dalle scelte e dalle decisioni relative alle candidature al parlamento europeo”. Ma anche la scelta di aderire e sostenere a lista Tsipras e quella conseguente di non entrare a far parte del gruppo del socialismo europeo, distinguendosi in questo al Pd, non è stata gradita. E secondo alcuni va in una direzione diversa da quella auspicata in partenza…

“Sel – si legge ancora nel documento dei dissidenti senesi – non era nata con un intento autoconservativo di un frammento della sinistra del passato, quello che invece si è concretizzato con la formazione di un cartello elettorale attraverso una sommatoria di soggetti che seppur legittimamente non condividono la prospettiva del centrosinistra come campo di lotta, contraddittorio e vitale, per far fiorire i semi di una nuova sinistra e che rappresenta invece per noi, ancora, l’unico campo possibile in cui recitare una partita di innovazione e cambiamento”.

L’assemblea di Sel ha quindi lanciato la costituzione di un’associazione libera, “che non è una mozione e neppure una corrente, ma uno spazio di riflessione e approfondimento in cui ciascuno può essere tesserato al partito che vuole, che riconosce nel Partito Democratico il soggetto più rappresentativo di questo campo, e dove ciascuno sarà legato solo all’idea che il centrosinistra è il campo dell’azione politica, alla ricerca del futuro per la sinistra italiana ed europea, alla volontà di innovare la società a partire da noi stessi”.

Insomma da ieri, SEL a Siena non esiste più. O quantomeno il partito di Vendola non ha più un gruppo dirigente. Gli ex di Sel fuoriusciti faranno parte di un’associazione che si configura in partenza come una appendice del Pd, come del resto è stata anche SEL fino ad ora, ma senza più nemmeno la foglia di fico della bandiera diversa.

Naturalmente c’è anche chi non è d’accordo con la scelta operata dall’assemblea provinciale. Che non è “tutto il partito”.

Michele Logi, esponente storico del partito di Vendola fa presente che ” alla riunione convocata per le 21 di ieri, poi in giornata spostata alle 19,30, a Monteroni, erano presenti solo 15 dei 40 membri dell’assemblea provinciale SEL.. Hanno deciso che il gruppo dirigente (?) di Sel abbandona il partito (e sembra abbiano perfino chiesto i rimborsi chilometrici con arretrati..) Alla loro testa ci sono i soliti noti, allergici al lavoro, che restano su poltrone e strapuntini ottenuti grazie ai nostri voti!”.

Giudizio duro quello di Logi, che annuncia un imminente comunicato stampa e il ricorso agli iscritti: “Sel continua la sua battaglia unitaria per il centrosinistra, senza subordinazioni al PD. Convocheremo un’assemblea provinciale degli iscritti per reintegrare gli organismi dirigenti”.

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