CHIUSI, PARTE LA DEMOLIZIONE DEL CENTRO CARNI

SCARAMELLI, DA ROTTAMATORE A DEMOLITORE
Entro fine anno l’area del Centro Carni di cui è proprietario il Comune di Chiusi sarà rasa completamente al suolo e quindi pronta a nuove progettualità industriali e di sviluppo del territorio”. Comincia così un comunicato stampa diffuso oggi dll’aamministrazione Comunale per annunciare l’inizio dei lavori di demolizione della struttura.
Comunicato che così prosegue: “Dopo quaranta anni, dunque, oltre 30 mila metri quadrati, pensati negli anni ’60 come spazio per un frigo macello di riferimento per l’intera Regione Toscana e non solo, ma mai decollata veramente come attività industriale, finalmente inizia a vedere all’orizzonte una possibilità concreta di futuro. A lavori finiti il Comune di Chiusi avrà speso circa 500 mila euro (fondi regionali) che libereranno oltre 10 ettari di terreno da circa 80 mila metri cubi di materiale fatiscente, degradato e pericoloso”.
“Quello del centro carni–dichiara il sindaco di Chiusi Stefano Scaramelli – è il più grande progetto di recupero e sviluppo di un’area non solo nella storia del nostro Comune, ma anche nella storia recente della provincia di Siena. Negli ultimi quaranta anni siamo stati i primi a prendere seriamente in considerazione la questione e finalmente dopo quattro decenni i risultati si iniziano a vedere. Uno spazio del genere non poteva più essere lasciato al degrado e all’incuria del tempo sia perché brutto da vedere e anche pericoloso sia perché può diventare per la nostra città un grande incubatore di ricchezza. Fin’ora nessuno aveva osato sporcarsi seriamente le mani con questo progetto perché di fatto faceva paura e sembrava una sfida impossibile, noi con l’inizio del lavori stiamo dimostrando al contrario che, con tanto lavoro ed umiltà, le sfide impossibili nonesistono, ma che anzi si possono pensare anche grandi progetti risparmiando tantissimo denaro…“.
Ora, al di là della solita enfasi, non è esatto dire che dopo 40 anni l’area del centro carni inizia a vedere possibilità di futuro… Perché per circa 20 degli ultimi 40 anni, il Centro Carni in qualche modo ha funzionato, mai a regime, ma ha lavorato occupando anche decine di persone… Dalle parole del sindaco sembra che il complesso “pensato negli anni ’60” sia rimasto sempre completamente inattivo…
Non è così. E anche riguardo al “più grande progetto di recupero e sviluppo”, non è che ci sia granché di concreto.
Per ora c’è solo un piano di demolizione delle strutture inutilizzate. Quindi da complesso industriale dismesso e degradato, l’ex centro carni di Chiusi diventerà un… piazzale. Punto. Altro non esiste, né sul piatto, né all’orizzonte.
E anche l’ipotesi che Scaramelli rilancia dell’uso dell’area per realizzarci una stazione in linea per l’alta velocità è solo un’idea, peraltro in contrasto con il protocollo d’intesa tra le Regioni Umbria e Toscana firmato due settimane fa ad Arezzo, protocollo che prevede la costruzione della stazione non a Chiusi, ma nella zona più baricentrica di Terontola-Farneta.
Quindi la demolizione serve a togliere di mezzo strutture fatiscenti e a creare spazi per le imprese, ma in questo momento il problema non è la mancanza di spazi, quanto la mancanza di imprese e di soldi da investire. Che poi è il problema che ha fatto naufragare un altro “mega progetto”, quello del Centro Merci, rimasto incompiuto e abbandonato dopo aver speso 2 milioni e 685 mila euro tra finanziamenti del Patto e contributi della Fondazione Mps e del Comune di Chiusi (l’Interporto Etrusco che sta muovendo i primi passi è alra cosa: è una struttura privata solo adiacente all’area pubblica del fantomatico Centro Merci e con essa non c’entra niente).
L’enfasi del comunicato appare dunque quantomeno esagerata e fuori luogo. Non è così che si possono attrarre imprese ed investimenti. Se poi, come dice l’Amministrazione l’operazione ha portato e porterà dei vantaggi anche in termini di risparmio per le casse comunali, tanto meglio.
Scrive il Comune: “Un primo successo di questa operazione sta proprio nel costo dei lavori visto che, secondo le prime stime, in sintesi recuperare l’area sarebbe dovuto costare 3 milioni di euro (metà Regione e metà Comune) oggi, i lavori costeranno appunto solo 500 mila euro senza contare che dalle alienazioni il Comune ha già ricavato introiti per 950 mila euro e quindi tra minori costi di esecuzione e nuovi introiti il risparmio per le casse pubbliche ammonta già a circa 3 milioni e mezzo di euro. La prima fase dei lavori ha permesso di liberare e vendere una notevole quantità di materiale ferroso ricavando circa 350 mila euro che sono già stati rinvestiti nella città ad esempio acquistando un trattore per il taglio delle erbe e la manutenzione del sentiero della bonifica o ancora finanziando il progetto di realizzazione di un nuovo parco giochi per bambini nel cuore di Chiusi Scalo”.
Il sindaco ricorda infine che “dopo vari incontri è stato deciso (con voto unanime in consiglio comunale) di suddividere la struttura in sei lotti di varia grandezza e valore ed i risultati non sono tardati ad arrivare, due lotti sono stati, infatti, già venduti per un valore intorno ai 600 mila euro, soldi che hanno permesso l’avvio dei lavori per il nuovo grande parcheggio di Porta Lavinia a servizio del centro storico“.
Il Comunicato termina facendo sapere che “le ruspe hanno già iniziato a lavorare e ad abbattere la parte di proprietà comunale tra l’altro sotto l’occhio attento sia del sindaco che dell’assessore al bilancio Juri Bettollini che sono andati a monitorare a sorpresa i lavori per vedere che tutto si svolgesse nel rispetto delle norme e nei tempi prestabiliti“. Chissà se stavolta hanno messo il casco…
m.l.
In un mondo globalizzato com’è oggi, da circa 25 anni in india sono scomparsi gli ”snake charmers”( alias incantatori di serpenti).Non ci sono più oggi nemmeno a cercarli con il lanternino,forse saranno emigrati. Quando vedevano un turista occidentale agli inizi degli anni ’70,veniva fuori un uomo dalla folla e da una balla di juta estraeva un serpente di poco conto e di poco valore, poi a distanza di qualche minuto un altro si presentava ed estraeva una mangusta da un altra sacca di juta, ed il turista era servito.Foto a non finire.La mangusta attaccava il serpente di poco conto e non velenoso e s’inebriava del suo sangue.L’eccitazione cresceva negli animali e nella folla presente. A questo punto entrava in scena un altro che da un altra balla estraeva un cobra (ed il cobra costava parecchio perchè di non facile reperibilità ed anche reputato pericoloso fra l’altro,anche se i denti veicolatori del veleno gli erano stati estratti in precedenza.La gente questo non lo sapeva ma il padrone del cobra non era stupido, mica avrebbe potuto rischiare la vita maneggiando un serpente velenosissimo… ).La danza iniziava fra la musica di tamburi ed il suono del ciufolo ed il cobra che seguiva il colore delle canne dello strumento a fiato che ondulava davanti alla sua testa suonato dall’uomo.Il cobra iniziava a fare quella che hanno da sempre chiamato ”la danza del serpente” e muovendosi a scatti ma anche con movimenti flessuosi, ondulava fornendo la ”poesia giusta” per tale
situazione.Era una cosa un po’ sui generis,costruita ad arte per turisti increduli e curiosi, ma sia la mangusta sia il cobra alla fine non si mordevano ed ognuno veniva rimesso nella propria balla. Morale della favola: gli attori del teatrino raccattavano qualche rupia dai presenti,gli animali eccitati(cobra e mangusta) non morivano e venivano rimessi nelle loro sedi e parecchi degli spettatori andavano via credendo che comunque si fosse consumata la volontà degli dei.Un bel gemellaggio
di Chiusi con Bombay non guasterebbe, ancor di più adesso che a livello politico dopo le elezioni centro destra e centro sinistra sono più vicini.
In India il partito del Congresso(sedicente socialista ed uno dei più corrotti al mondo è stato spazzato via dal centro destra nazionalista) ed Chiusi ha vinto la linea Renziana di centro,in un partito che era già al centro.E’ una metafora ,ma la similitudine se ci si pensa bene potrebbe tornare in un paese com’è il nostro.Fine della storia.
Incantatori di serpenti. La metafora ci sta. Ma a me il comunicato diffuso dall’Amministrazione ricorda, più che i tizi con il cobra e la mangusta, i cinegiornali della Settimana Incom. Qualcuno se li ricorda? Li davano al Cinema, prima del film ed erano sempre le stesse notizie: vari di navi e di ponti, inaugurazioni di autostrade. E lo speaker che con voce stentorea diceva cose del tipo “l’evento è avvenuto sotto l’occhio vigile del sindaco e dell’assessore…”. Strano però, perché il sindaco Scaramelli, l’assessore Bettollini (quelli con “l’occhio vigile”) e l’addetto stampa del Comune sono giovani e la Settimana Incom probabilmente non sanno nemmeno cos’è. Di sicuro non l’hanno mai vista. Gliel’avranno raccontata…
Al centro carni ho passato 15 anni della mia vita lavorativa. Posso solo dire “che tristezza veder finire tutto così. ….”