6 GIUGNO 1944: 70 ANNI FA LO SBARCO IN NORMANDIA. UNA CARNEFICINA PER LA NOSTRA LIBERTA’
6 giugno 1944: 70 anni fa la carneficina in Normandia. Nel primo giorno dello sbarco, vi furono 4.400 morti e quasi 8.000 feriti fra le forze alleate. Per i nazisti la stima è di 4-9 mila vittime, fra morti e feriti. Fino all’arrivo in agosto dei liberatori a Parigi vi furono 70 mila morti fra gli alleati e 200 mila fra i tedeschi. In Normandia i combattimenti dello sbarco causarono 20 mila morti fra i civili…. Molti dei soldati americani, inglesi e canadesi sbarcati a Omaha Beach e falciati a migliaia dalle mitragliatrici tedesche avevano solo 19 anni…
Quello fu un giorno fatidico,un giorno nel quale si ebbe il segno che forse il destino dell’uomo sarebbe cambiato profondamente.Venne impiegato un potenziale bellico incredibile e forse mai nessuno in Europa era stato testimone di quella quantità di forza che era stata messa in campo.Era come una di quelle decisioni che si prendono dopo anni, dove ci si misuri con il nemico che si ha di fronte sul fatto di chi dovrà vincere e chi sia quello che dovrà soccombere.Da quel ”D day”.sarebbe dipeso l’esito delle nostre vite a seguire per generazioni,ed oggi giustamente i grandi della terra ricordano con grande enfasi quei momenti cruciali.Sarebbe però doveroso anche chiedersi che cosa ne è stata di quella libertà riconquistata dopo un ventennio di buio e barbarie,alla quale infine il popolo festante della Francia, degli Stati Uniti d’America e dell’Inghilterra non risparmiava giustamente i doverosi riconoscimenti. E’ sempre molto arduo stabilire come sia stata impiegata quella riconquista della libertà nel suolo di quell’Europa ma anche delle altre parti del mondo dove era stato sconfitto il disegno nazifascista e quale spazio abbia dato tale conquista agli altri popoli, ma anche quale resistenza abbia trovato la decolonizzazione dell’africa e dell’asia che ne seguì, e come si consolidò l’imperialismo di chi aveva vinto il secondo conflitto mondiale.Non sono cose queste di secondaria importanza quando si vada a valutare le conseguenze politiche economiche e sociali che hanno investito le vite dei vari popoli interessati.Rimane un punto fermo però, ed è quello che se tale sbarco non avesse avuto successo i destini del mondo probabilmente sarebbero stati più foschi, e non di poco, anche tenendo presente il buio e le lotte che si sono protratte fino ad oggi nel terzo mondo che danno comunque il segno che la battaglia per la libertà vera sia molto lunga, e non credo di esagerare quando si dice che la prima battaglia per la libertà sia quella di essere liberi dal bisogno.Le altre cose vengono dopo,e perchè forse è un destino della condizione umana quello che non si possa avere contemporaneamente libertà e benessere.Lo vediamo dalla storia sia del nostro popolo sia degli altri popoli che sono ancora più martoriati di noi.Segno questo che spesso la parola libertà è abusata ed imbrigliata per scopi di dipendenza e di prevaricazione al fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.Ed allora è bene chiedersi sempre, in ogni momento ed aver presente il famoso detto che la libertà propria finisce dove inizia quella degli altri e che nessuno tranne le istituzioni democratiche possono stabilire dove regni tale confine.Su questo aspetto oggi credo che si debba ragionare, perchè un altro regime, più subdolo e strisciante di quello nudo e crudo nazifascista che è stato relegato nella ”Pubelle dell’histoire” per dirla alla francese, sta sovrastando nuovamente tutto e tutti e determina più velocemente ancora le nostre esistenze: è la disumanizzazione prodotta da un sistema economico impostato sul denaro e sulla tecnologia impiegata per scopi di dominio e di funzionamento economico dei sistemi politco-sociali di qualsiasi genere essi siano.Un volto globale del sistema che uniforma tutto e tutti e che piega le differenze degli uomini ad un unico credo:quello del denaro e del possesso. Per chi e per cosa sono morti quei 60 milioni di uomini da ambo le parti, di ogni classe sociale ma più che altro dei ceti meno abbienti ? Oggi ci viene detto ” per la libertà”,ma Il problema è sempre lo stesso : non senz’altro per la libertà dal bisogno, perchè i vincitori tale problema non l’hanno risolto.Non solo in Europa ma in tutto il mondo…..ed allora si dovrebbero fare tutti-nessuno escluso-un esame di coscenza sul sistema economico che interessa ed avviluppa tutti e sulle critiche che da decenni e decenni gli vengono rivolte.Guarda caso molte meno da chi di tale sistema se ne serve, molte di più da chi ne rimane soggiogato.Allora il lapalissiano detto: ” chi ha è libero, chi non ha non è libero” diventa attualità che segna la vita dei nostri simili.
Va beh..Carlo. Lo sbarco fu una carneficina programmata. Ma servì in modi decisivo a spazzare via il nazifascismo. Come è stata impiegata quella “riconquistata libertà”? ti chiedi. Certamente anche per imporre un sistema economico e politico che oggi fa acqua, ma è anche indubbio che il cuore dell’Europa ha vissuto un periodo di pace che dura dal 1945… Il periodo senza guerra guerreggiata più lungo della storia. La parte Est dell’Europa è stata un po’ meno fortunata e di guerre, guerriglie e guerricciole ne ha viste parecchie… In passato però ancora di più..Questa Europa può non piacere (e a me non piace) ma il fatto che per 70 anni Francia, Germania, Italia e Inghilterra le battaglie più dure tra loro le abbiano fatte sui campi di calcio, non mi sembra una cosa da poco…
Sarebbe interessante conoscere anche per sommi capi la storia fotografica di quel D day, attorno al quale intere generazioni di fotografi, registsti.,storici della fotografia e scrittori si sono impegnati a descrivere e rappresentare.Quella fatidica mattina dello sbarco ad Omaha Beach c’era anche Robert Capa fra coloro che presero parte alla prima ondata e che saltarono fuori dai mezzi anfibi sotto il tiro delle mitragliatrici. E’ incredibile la descrizione che ne fa lo stesso Capa del suo avvicinamento alla spiaggia e le difficoltà per eliminare i cavalli di frisia che i tedeschi avevano posto a difesa del bagnasciuga, mentre le granate scoppiavano da ogni parte e molti uomini cadevano sotto il piombo tedesco che partiva dalle mitragliatrici poste nei fortini sovrastanti la spiaggia.Le ricostruzioni dei film Overlord e salvate il Soldato Ryan sono fedeli a quei momenti e molte foto di Capa sono mosse e fuori fuoco per l’agitazione e le condizioni con le quali doveva operare lo stesso fotografo.Non esistono molti fotogrammi dello Sbarco ad Omaha Beach fatti da Capa per la semplice ragione che fra i films andati distrutti perchè caduti in acqua e quelli distrutti durante il processo di essicazione una volta ricevuti a Londra, pochissimin fotogrammi restano a testimonianza di ciò che successe ad Omaha Beach quel giorno.Capa aveva con se due Contax ed una Rolleiflex ( il mio archivio possiede una ristampa tratta da negativo originale di david Sherman dove Capa è immortalato il giorno prima dello sbarco a Weymouth.Queste macchine erano protette in borse di tela impermeabile per salvarle dall’acqua che sarebbe entrata una volta messo il corpo al di fuori del mezzo anfibio.Le due Contax erano caricate con pellicola Kodak Super XX pancromatic safety film da 35 mm,. mentre la Rolleiflex era caricata con pellicola 6×6 standard ma Capa non la usò per il fatto che a detta sua era pericoloso chinare la testa sul sistema reflex della fotocamera in momenti come quelli dove si è sotto tiro.Usò quindi le Contax.Si fermò sulla rampa del mezzo anfibio per scattare una fotografia ed il timoniere che giustamente aveva una grande fretta di tirarsi fuori da quell’inferno dove fioccavano a più non posso proiettili e granate scambiò l’attimo che prese Capa per fotografare per una sua esitazione e gli tirò un calcio nel sedere mandandolo in acqua sino alla vita.SI diresse poi verso una barriera di acciaio posta a mezz’acqua dove si liberò del suo impermeabile Burberry che Ernest Hemingway gli aveva consigliato da portare dietro per un occasione del genere ed incominciò a scattare.Purtroppo le sue immagini andarono pressochè tutte distrutte tranne mi sembra 4 fotogrammi poichè bruciati tutti da un assistente di camera oscura durante lo sviluppo, anzi durante l’essicazione.del film per la precisione.Questo assistente si chiamava Larry Burrows ed aveva 18 anni e sarebbe in seguito divenuto negli anni 60 uno dei più grandi fotoreporter di guerra di Life, precipitato durante il volo di un elicottero colpito da soldati del Pathet Lao nel territorio Laotiano durante la Guerra del Vietnam insieme ad Henry Huet e Kent Potter e Kaisaburo Shimamoto.
Di Burrows ho avuto occasione di incontrare la consorte Barbara Burrows a San Marino alcuni anni fa ed il figlio e mi hanno raccontato tutta la storia di questo incredibile fotoreporter, che fra l’altro non si è mai dato pace dello sbaglio che è occorso ai film di Bob Capa. Ho visitato i fortini nella costa della Normandia due anni fa e veramente sembra di essere dentro un copione dei film anzidetti, da Arromanches a Saint Mere Eglise, quest’ultima divenutà località dove a testimonianza dello sbarco esiste sempre un paracadute impigliatoo nella guglia del campanile con appeso il fantoccio di quel soldato pubblicizzato nelle foto ai margini della piazza, e morto alcuni anni fa.
Questo episodio appare anche nel Film dello sbarco di Robert Ryan. Una saga dello sbarco è presente in tutte le località della costa dove si effettuò il ”debarquement”, fatta di Musei, opere militari che ancora resistono alle intemperie e che mettono bene in evidenza ciò che sono stati quei momenti tragici ed esaltanti dove centinaia di migliaia di uomini hanno combattuto per una idea: salvare il mondo dalla catastrofe che il Nazifascismo aveva posto davanti al genere umano.
Non sono molto d’accordo con codesta posizione Marco, essenzialmente perchè in Europa non ci saranno state guerre ma gli avvenimenti nel mondo man mano che il tempo è trascorso si sono resi sempre più interdipendenti e le crisi si sono sempre di più estese.Le guerre l’occidente specialmente l’ha portate e veicolate e guidate nel terzo mondo, dove le superpotenze si sono confrontate senza esclusione di colpi. In italia Francia ,Inghiletrra, Germania, Stati Uniti non sono successe le carneficine che erano successe con le due guerre mondiali ma il dominio globale dei mercati ha prodotto milioni di morti e di sofferenze e forse se ci si fa bene il conto molto più delle due guerre mondiali.E chi è che ha comandato ed indirizzato principalmente il dominio globale dei mercati, lo sfruttamento delle risorse, messo gli stati l’uno contro l’altro perchè serviva che si facessero le guerre ? Se vediamo il problema dal punto di vista eurocentrico in casa del ”padrone” nulla è successo, mentre ” le case degli altri” sono state rase al suolo.Per esempio Africa, Asia, America latina, tranne in pochissimi casi a quale strategia globale hanno servito ? E’ sempre il solito discorso del padrone e dell’operaio e del perchè l’uno sia il padrone e l’altro l’operaio.L’operaio ne conosce 100 di parole, il padrone invece ne conosce 1000,per questo lui è il padrone.La conoscenza in questo caso è il modo e la ragione di come la torta(ricchezza globale)venga ripartita.Acqua calda ma è il processo che fin’ora ha segnato il mondo ed ancora lo determina.
Certo. Ma prima della seconda guerra mondiale le superpotenze, che erano anche potenze coloniali facevano le guerre altrove (in Africa, in Asia, in America Latina) e pure tra loro, in casa propria. Quindi, nonostante tutto, qualcosa è cambiato… Fermo restando il giudizio sulle potenze, sulla politica di rapina che hanno portato avanti nel terzo mondo, sulle disuguaglianze che tale politica ha generato, giudizio sul quale concordo.
Voglio dire che non si può sminuire la portata dello sbarco in Normandia o della resistenza di Stalingrado in relazione alla vittoria sul nazifascismo, per il fatto che poi il mondo uscito dalla guerra ha generato o mantenuto un sistema che ha favorito i ricchi ed i banchieri rispetto alle popolazioni e ai lavoratori…
No, non l’ho sminuito affatto e aggiungo come del resto mi sembra che traspaia dal mio articolo:’meno male che ci fu e meno male che gli alleati furono vincitori, perchè se fosse andata diversamente quella grande prova di forza sarebbe stata un salto ancora più indietro per l’Europa, un salto nella barbarie, perchè i precedenti segni non erano stati altro che ventennale barbarie. altro che barbarie.