11 GIUGNO 1984: TRENT’ANNI FA MORIVA ENRICO BERLINGUER

“… Berlinguer sul compromesso storico non ci aveva convinto, ma sull’austerità e sulla questione morale andava dicendo cose che ci sembrarono al livello del sogno di Martin Luther King, delle “lettere” di Don Milani, della lucidità e lungimiranza di Gramsci e Gobetti, delle invettive d Pasolini… E anche delle analisi letterarie fulminanti di Bianciardi….” (da “Il Vortice -Quando eravamo bianchi, rossi e neri”- Ed. Del Bucchia, 2014)
Per noi questo fu Enrico Berlinguer. Ci piace, a trent’anni dalla morte, ricordarlo così.
….ed oggi parecchi che hanno abbracciato i nuovi corsi hanno il coraggio anche di ricordarselo e lo tirano fuori dal cilindro per cercare di appropriarsene e di veicolare al popolo che lo ha sempre amato per la sua onestà e schiettezza morale, ed anche diciamolo per la sua signorilità ed il suo non arrivismo e la sua semplicità ,se ne fanno quasi un modello da ostentare, mentre il suo messaggio morale nei fatti viene ampiamente disatteso e chissà se fosse vivo oggi cosa penserebbe della ”questione morale” che investe quelli che sono i residui del suo partito, che si è trasformato in una febbre guidata dal pragmatismo da una parte e dall’abbandono degli ideali dall’altra, dall’ abbattimento dei paletti che chiamano burocratici per sveltire i processi di trasformazione e redistribuzione ma che sono dighe all’imperversare delle mafie locali e nazionali.Quei paletti vengono tolti, nelle disposizioni di governo, nelle leggi regionali, nei comuni e nelle provincie in nome di una economicità di costi, di eliminazione di quella che chiamano burocrazia, che esiste effettivamente ma che molta riguarda e fissa e salvaguarda il doveroso rispetto delle leggi e del cammino contro le prevaricazioni politiche, di schieramento, di clientelismo, di gruppi di pressione e di potere. Eliminano tutto via via sotto gli sguardi di un popolo imbelle e silenzioso. Chissà da che parte starebbe Enrico Berlinguer con la sua risoluta volontà di considerare ormai obsoleta la questione che fu dell’URSS ma anche e decisamente fermo nel perorare i valori dell’onestà e nel disprezzare
lo sfrenato capitalismo che ha investito la società.Forse nell’etica sua possiamo ben dirlo c’erano anche i valori cristiani, non cattolici,ma anche quelli di un socialismo dal volto umano. Sarebbe stato probabilmente il politico che avrebbe servito l’Italia tutta.Questi lo ricordano ma guidano una macchina che produce il contrario, che diventa semprepiù tutta protettiva di se stessa, dove dentro c’è gente che al confronto della statura politica non solo di Berlinguer ma di tutta la sua generazione ed anche di altri partiti, sarebbe oggi come confrontare un gigante con un nano.Ed i risultati però si vedono.Ho sempre ritenuto vero il fatto che non ostante i tempi che cambiano perchè è la vita che cambia ed è la legge della vita che lo impone, le cose stesse della vita degli uomini, quelle fondamentali rimangano sempre ferme e basilari, insostituibili come il diritto alla vita, alla salute, al lavoro ed alla felicità.Lui sapeva dare una speranza anche a chi non la pensava come lui. Questi oggi balbettano e guidano soprattutto per le loro scelte dissennate una nave senza timoniere, e la fanno avvicinare pericolosamente al precipizio della cascata. Dopo
il precipizio c’è il buio.Dicono spesso ricorrentemente che c’è gente che ”gufa” come se la stragrande maggioranza della gente si divertisse a mandare male le cose, intanto così facendo fanno passare tale concetto ed affibbiano le colpe che sono della loro guida e delle loro teorie ad altri che trent’anni fa nemmeno esistevano.L’elenco è immenso ed ancora è destinato a crescere.Se non altro Enrico e la sua politica, i suoi discorsi, ha fatto partecipe una generazione intera, che ha avuto una grande fortuna: quella di vivere la grande emozione e la grande certezza che sapeva trasformarsi in forza ai suoi appelli per cambiare le cose.perchè la vita stessa è cambiamento, ma non come lo vogliono e programmano questi che lo hanno sostituito,che si fanno chiamare sinistra ma usano strumenti che la sinistra non sanno nemmeno dove stia di casa, e sono proni a far funzionare il capitalismo perchè ancora credono e pensano che sia quello il veicolo del benessere.Anzi,per la verità non lo credono, lo sanno bene che non ha futuro, purtuttavia non si oppongono a quelle che sono le sue politiche.Il bello e che fa sorridere è che anche coloro che si dicono sinistra più marcata li seguono nelle giunte, nelle associazioni, nelle politiche che di sostanza vengono messe in atto.