ARRESTATI SCAJOLA, MINUCCI E PURE IL “COMPAGNO G”: L’ENNESIMA DEBACLE DELLA CLASSE DIRIGENTE ITALIANA

giovedì 08th, maggio 2014 / 16:46
ARRESTATI SCAJOLA, MINUCCI E PURE IL “COMPAGNO G”: L’ENNESIMA DEBACLE DELLA CLASSE DIRIGENTE ITALIANA
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Madonna che giornata! Sembra d essere tornati indietro di 20 anni, ai tempi di Mani Puite, quando Emilio Fede costringeva il povero Brosio a stazionare a giornate intere davanti al palazzo di Giustizia di Milano o davanti a San Vittore…

Ieri, un blitz che ha visto impegnati oltre 200 uomini della Guardia di Finanza, ha portato in carcere sei persone più una agli arresti domiciliari accusate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta, a margine dell’EXPO 2015 a Milano.  Tra questi vecchi e nuovi volti dell’affarismo e della politica italiana. Tra i “ nuovi” Angelo Paris, direttore della pianificazione acquisti di Expo e l’ex parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo. Tra i “vecchi” Primo Greganti, il famoso “compagno G” già arrestato durante l’inchiesta Mani Pulite per le tangenti al Pci e Gianstefano Frigerio, l’ex parlamentare della Democrazia cristiana, poi di Forza Italia,  già arrestato e condannato per Tangentopoli. Greganti, Frigerio… Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, evidentemente.

Sempre ieri  è stato arrestato a Roma l’ex Ministro degli Interni Claudio Scajola, accusato di aver aiutato Amedeo Matacena jr, imprenditore ed ex deputato di Forza Italia, a mantenere la sua latitanza dorata a Dubai, dopo la condanna inflittagli con sentenza definitiva a 5 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, progettando per lui un trasferimento in Libano. L’ex ministro dell’Interno e delle Attività Produttive è finito nella rete tesa dagli uomini della Dia, da tempo sulle tracce dei capitali riciclati al nord dalla ‘ndrangheta nell’ambito della complessa operazione “Breakfast”, da cui, fra l’altro, erano emersi anche particolari sui fondi neri della Lega Nord. Scajola, sfruttando i suoi contatti con figure di vertice dello stato libanese, si sarebbe attivato per aiutare Matacena a spostarsi nel paese dei cedri.  Gli uomini della Dia e della Dda di reggio Calabria parlano di una vera e propria associazione per delinquere, messa in piedi al fine di sottrarre l’ingente patrimonio di Matacena, figlio del fondatore della società che gestisce i traghetti nello stretto di Messina, al sequestro disposto dalla magistratura italiana dopo la condanna. E cosi’ e’ emersa una trama fatta di società fittizie intestate a prestanome. Otto le persone destinatarie di provvedimenti. Oltre a Scajola, tra gli arrestati figurano la madre dell’imprenditore reggino, Raffaella De Carolis; la sua segretaria Maria Grazia Fiordelisi, Martino Politi, Antonio Chillemi (pure vicini a Matacena), e la segretaria di Scajola, Roberta Sacco. Lo stesso Matacena è destinatario di un ordine d’arresto.
La moglie di Matacena, Chiara Rizzo, pure destinataria di un provvedimento di custodia cautelare, si trova a Montecarlo. Nel corso dell’operazione, sono stati sequestrati beni riconducibili all’ex politico latitante per un ammontare di 50 milioni di euro.

Finita qui? Neanche per sogno.  Nella operazione  ‘Time Out’ condotta dalla guardia di finanza di Siena, avviata nel 2012 e coordinata dal pm Antonino Nastasi, sono stati eseguiti sequestri patrimoniali per 14 milioni di euro e alcuni arresti. Tra le persone finite in manette (e poi ai domiciliari) figura Ferdinando Minucci,  presidente della Lega Basket ed ex numero 1 della Mens Sana Siena, la squadra che ha vinto 8 scudetti di cui 7 consecutivi negli ultimi 7 anni. Le altre tre persone per cui sono scattate le misure cautelari, tutte ai domiciliari,  sono Olga Finetti, già segretaria generale della società, Stefano Sammarini e Nicola Lombardini soci della Essedue Promotion e della Brand Management. Il Pm Nastasi nei primi giorni di aprile aveva chiesto il fallimento della Mens sana basket per bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali. minucci arresto
Ferdinando Minucci è stato prelevato  all’alba a Bologna dove si trovava per partecipare ad alcuni impegni con la Lega Basket. Secondo l’accusa  Minucci, come manager della Mens Sana  avrebbe pagato in nero parte degli stipendi dei suoi giocatori, versando il denaro sui conti esteri degli atleti anche mediante due società con sede a Rimini. Sulla testa di Minucci pendeva già da parecchi mesi un avviso di garanzia e un’indagine della Procura sui conti in rosso della società sportiva senese finita addirittura in fallimento per un buco di 5,4 milioni di euro…minucci-mussari

Nonostante l’inchiesta sulla Mens Sana, 14 dei 16 presidenti delle squadre di pallacanestro che giocano in serie A avevano deciso di promuovere Minucci a presidente della Lega Basket (la nomina sarebbe stata ufficializzata a luglio). Un po’ come Giuseppe Mussari, suo amico e main sponsor, era diventato e poi rieletto presidente dell’Abi, nonostante i guai del Monte dei Paschi…

E Minucci era uno di quelli che facevano parte della cerchia della Siena da bere, artefice certo dei successi della magnifica squadra di basket, assemblata e foraggiata naturalmente con i soldi del Monte dei Paschi, quando il Monte dei Paschi era ancora la banca più antica de mondo e non il buco nero che è adesso,  ma manager in rapporto stretto con la politica senese che dentro, intorno e all’ombra del Monte ha costruito carriere, fortune, scalate… Quanti baci e abbracci non solo con Mussari, ma anche con i vari Ceccuzzi, Cenni e compagnia cantante…

Strano paese l’Italia, dove tutti si indignano per Genny ‘ a carogna (che certo non è un’educanda), ma non si indignano altrettanto se il premier incontra e “parlamenta” con un pregiudicato, se quel pregiudicato condannato in via definitiva guida un partito, saltella da una tv all’altra un giorno sì e l’altro pure, contratta la riforma della Costituzione e la legge elettorale; non si indignano altrettanto se un ex Ministro degli Interni (quello preposto alla Sicurezza) viene arrestato per collusioni con latitanti condannati per mafia… Non si indignano altrettanto per gli appalti truccati dell’EXPO 2015; per le malversazioni di chi ha causato lo sfacelo del Monte dei Paschi; per le manovre spregiudicate di quel presidente arrestato che rischia di offuscare i successi di una squadra stellare come la Mens Sana Basket… Per l’intreccio che in tutte queste vicende viene fuori, tra politica, affari, malavita…

La giornata di ieri con l’arresto di Paris, Grillo, Frigerio, Greganti a Milano, di Scajola a Roma e  quella di oggi con l’arresto di Minucci a Bologna, segnano l’ennesima debacle della classe dirigente italiana,  ormai incapace di sottrarsi alla logica dell’intreccio mortale, asfissiante, tra economia, potere e mafie.

Indignarsi per Genny ‘a carogna è giusto, perché certe situazioni sono indecorose e specchio di un Paese allo sbando, ma è un po’ come passare due ore a “puliamo il mondo” con Legambiente e poi far finta di niente, minimizzare, o addirittura svicolare di fronte al disastro della terra dei fuochi o, per restare in ambito più vicino a noi, di fronte all’inquinamento da nichel di una falda acquifera e di decine e decine di ettari di terreno…

m.l.

 

 

 

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