CITTA’ DELLA PIEVE, SI CANDIDA ANCHE BERNA: “A NOI LA VITTORIA!”

mercoledì 19th, marzo 2014 / 19:20
CITTA’ DELLA PIEVE, SI CANDIDA ANCHE BERNA:  “A NOI LA VITTORIA!”
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CITTA’ DELLA PIEVE –  Dopo Fausto Scricciolo che guiderà il centro sinistra e Gioia Clavenzani che capeggerà la lista dei 5 stelle, ecco anche il terzo candidato che proverà a diventare sindaco. Si tratta di Lorenzo Berna, che dopo qualche titubanza, scioglie gli indugi e con un comunicato piuttosto “bellicoso” che nei toni ricorda un po’ l’armamentario retorico del ventennio (ci manca solo “a noi!” e il grido “Vincere! e Vinceremo”) lancia la sua sfida.

Una battaglia che Berna dichiara di voler combattere sulla scorta della sua storia personale e non in nome di partiti e movimenti. “Non ho padroni, partiti o superiori a cui devo rendere conto”, dice prendendo le distanze anche dai simboli ufficiali del centro destra. Opposizione dura e senza sconti al potere costituito, questo il suo programma.

Eccola, la nota diffusa da Berna:

Berna si candida o no?  Fino ad oggi ho mantenuto irrisolto il quesito cui oggi rispondo con questa dichiarazione che, in uno solo, è un atto di intenti, di idee e di azione.

In questo recente passato mi ero domandato: debbo parlare o tacere?

Conviene che mi ritiri sotto la tenda come un soldato stanco e deluso o è invece necessario che io prosegua?

In un’epoca in cui tutto è in liquidazione generale, come la presente, era opportuno che gettassi al macero senza tanti pensieri un patrimonio di sacrifici, esperienze, relazioni e fiducia accumulati con pazienza nel corso di questi ultimi venticinque anni della mia vita oppure è necessario persistere?

Ma, soprattutto, visto che tutto il mio operato è sempre stato guidato solo dal bene per Città della Pieve e dei Pievesi, mio unico pensiero fisso, e non da tornaconti personali avrei potuto risolvere la cosa come si trattasse di questione di secondaria importanza?

Ebbene adesso vi dico che sento il bisogno, meglio, il dovere, di rompere ogni indugio ed agire.

Sono in ballo i destini Città della Pieve e per questo non posso lasciare il campo alle forze della conservazione.

Disinteressarsi da questa nuova avventura sarebbe come distaccarsi dalla storia e dalla vita, lavorare per la reazione e non per il vero ed unico cambiamento possibile nell’orizzonte futuro di Città della Pieve.

Non riconosco dogmi, sfuggo a qualunque tentazione di pregiudizialismo, ho eletto a stella polare della mia vita politica solo e soltanto Città della Pieve.

Combatto da sempre le mummie perennemente immobili a guardia di un sistema costruito sulle ideologie che mortificano le idee, sui privilegi per pochi a danno dei più, sui favoritismi oltraggiosi dei diritti di tutti, sulle spartizioni di benefici che offendono la democrazia e gli interessi del popolo.

Chi altri può vantare questi meriti all’infuori di me? Nessuno! Chi mi ha attaccato e mi attaccherà lo ha fatto e lo farà solo per difendere l’indifendibile.

Lo dice la storia Pievese degli ultimi venticinque anni. Se oggi a Città della Pieve qualcosa può cambiare sarà stato solo per merito delle lotte che dai banchi dell’opposizione io ed i miei compagni abbiamo condotto.

Se domani ci sarà più libertà, uguale dignità per tutti, pari opportunità per chiunque sarà solo perché io sarò diventato sindaco. Da questo ferreo dilemma non si esce: o il vecchio sistema che ha governato con facce diverse ma senza interruzione Città della Pieve dal dopoguerra ad oggi o la rivoluzione del cambiamento.

O il passato o il futuro: la morte di Città della Pieve o la sua vita! Questa è l’ora delle scelte.

Questo che io compio è l’ennesimo atto d’audacia della mia vita e non mi nascondo le difficoltà dell’impresa. Sono molte e complesse, ma ho la ferma fiducia di superarle.

Anche perché so di non essere solo. L’obiettivo è chiarissimo: rendere Città della Pieve libera dalle catene di un sistema politico amministrativo che l’ha logorata e ridotta in una condizione di triste declino.

E di questo ne risponderò solo ai Pievesi ed a nessun altro perché non ho superiori, padroni o partiti a cui devo rendere conto. Dei malvagi e degli idioti non mi curo. Restino nel loro fango i primi, crepino nella loro nullità intellettuale gli ultimi. Io cammino e proseguo la marcia. Mi rivolgo, pertanto, ai giovani d’anni ed ai giovani di spirito: siete voi quelli cui il destino ha dato la possibilità di fare la storia. E’ a voi che io lancio il mio grido augurale, sicuro che avrà nelle vostre file una vasta risonanza di echi e di simpatie.

Alla vittoria!” (Lorenzo Berna)

 

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