CHIUSI, CONTAMINAZIONE DA NICHEL: I CITTADINI SI RIVOLGONO AL MAGISTRATO

martedì 28th, gennaio 2014 / 17:03
CHIUSI, CONTAMINAZIONE DA NICHEL: I CITTADINI SI RIVOLGONO AL MAGISTRATO
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PRESENTATO UN ESPOSTO ALLA PROCURA, AL PREFETTO, ALLA FORESTALE E ALLA POLIZIA MUNICIPALE.

CHIUSI –  La questione della contaminazione da nichel della falda acquifera di Fondovalle resa nota da questo sito nell’ottobre scorso e dibattuta in Consiglio Comunale il 28 novembre è emersa a più riprese anche nelle recenti assemblee pubbliche del Pd e della Primavera e Uidù sullo stadio.  La preoccupazione dei cittadini cresce. E siccome nessuno, tra le autorità, ha attivato procedure concrete per capire l’entità dell’inquinamento, le cause che l’hanno determinato e per evitare possibili rischi per la popolazione e per l’ambiente, in questi giorni è stato depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Siena, firmato da una quarantina di cittadini residenti o domiciliati a Chiusi.

L’esposto è stato presentato anche al Prefetto di Siena, alla Polizia Municipale di Chiusi e al comando del Corpo Forestale dello Stato di Sarteano.

“Ora nessuno, potrà dire non sapevo”,  affermano alcuni dei firmatari con la speranza che finalmente chi di dovere si attivi per chiarire cosa è successo nella zona di Fondovalle, da dove è uscito il nichel che ha inquinato la falda acquifera  (che non alimenta acquedotti, ma può interessare colture agricole, pozzi e fonti di campagna) e anche per chiarire se si configurino reati ambientali e di omissione in atti dovuti.

Come abbiamo scritto più volte infatti il Comune di Chiusi e il sindaco in prima persona, avendo ricevuto da Arpat i dati realativi ad ogni controllo dal 2008 al 2013 avrebbero dovuto quantomeno investire della cosa la magistratura. L’inquinamento di una porzione di territorio o di una falda a acquifera è comunque un reato. La comunicazione di dati che certificano un inquinamento è di per sé una “notizia di reato”. L’inerzia e l’indifferenza mostrata in questi mesi rispetto al problema pone il Comune e il sindaco in una posizione scomoda: da parte lesa (in quanto rappresentante dei cittadini e garante della tutela del territorio) a parte negligente. E non si capisce nemmeno perché la stessa Arpat, una volta accertata la contaminazione non abbia a sua volta avvisato il magistrato.

Per la verità sfugge il perché del silenzio assordante dei partiti, delle associazioni imprenditoriali, dei sindacati su una questione che in ogni caso genera dubbi su potenziali rischi per la salute umana, per la sicurezza di luoghi di lavoro e per  l’integrità del territorio.

Ma sfugge soprattutto il motivo per cui nessuno abbia, per esempio,  cominciato a controllare, così come viene fatto al depuratore di Bioecologia, anche altre aziende che possono utilizzare prodotti contenenti nichel per le proprie lavorazioni, o  i pozzi privati che si trovano nella zona contaminata, o l’acqua e i pesci dei laghetti per l’irrigazione e la pesca sportiva,  gli ortaggi e i prodotti della colture agricole che si trovano tra Chiusi Scalo e Ponticelli, o abbia fatto dei saggi geologici per verificare la conformazione dei terreni. I cittadini che hanno firmato l’esposto si augurano che queste cose adesso le ordini il magistrato.  Come è avvenuto nella terra dei fuochi in Campania, o a Taranto per l’Ilva.

Ecco di seguito il testo dell’esposto inviato alla Procura:

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI SIENA;  AL SIG. PREFETTO DI SIENA; AL CORPO FORESTALE DELLO STATO – COMANDO DI SARTEANO; AL COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DI CHIUSI

I sottoscritti cittadini sotto generalizzati, residenti o domiciliati nel territorio del Comune di Chiusi, e nei comuni limitrofi, avendo appreso da notizie di stampa * (vedi allegati) di una contaminazione da nichel della falda acquifera a sud di Chiusi Scalo,

preoccupati per le conseguenze e i rischi di tale inquinamento sull’ambiente e sulla salute della popolazione

espongono quanto segue:

premesso che

– la contaminazione da nichel della falda acquifera è stata rilevata a seguito di controlli periodici al Depuratore della ditta Bioecologia Srl, situato in Chiusi Scalo, zona industriale Le Biffe (Area ex Centro Carni), controlli effettuati sia dal gestore dell’impianto che da ARPAT Toscana;

– nella medesima zona industriale Le Biffe e in quella contigua denominata Cardete (in comune di Città della Pieve, Pg) operano aziende che possono utilizzare prodotti contenenti nichel per le proprie lavorazioni (autocarrozzerie, zincheria, imprese metalmeccaniche ecc.)

– tale inquinamento risulta presente dal 2008 fino al 2013;

– il picco più elevato di contaminazione è stato rilevato nel 2013;

– l’inquinamento è stato certificato da Arpat Toscana che ha comunicato i dati relativi ai controlli al Comune di Chiusi e alla Provincia di Siena e li ha resi disponibili e consultabili sul proprio sito di informazione ARPAT NEWS e inviati per pubblicazione a primapaginachiusi.it;

– della questione si è occupato anche il Consiglio Comunale di Chiusi nella seduta del 28 novembre 2013, nella quale il vicesindaco Sig. Gian Luca Sonnini, in risposta ad una interrogazione del gruppo La Primavera, ha escluso il coinvolgimento di acquedotti e fonti di approvvigionamento idropotabile, ma ha confermato l’esistenza della contaminazione e che l’amministrazione ne era a conoscenza, confermando quindi il ricevimento dei dati inviati da Arpat.

Tutto ciò premesso e considerato che:

1- il nichel è metallo pesante pericoloso per gli effetti nocivi e anche cancerogeni che può avere sull’organismo umano;

2- il territorio interessato, situato al confine delle province di Siena, Perugia e Terni, è dichiarato per sua costituzione “territorio altamente vulnerabile” e che da Chiusi a Fabro ci sono molti pozzi utilizzati per irrigazione di orti e coltivazioni oltre ad alcune fonti di campagna e laghetti per uso irriguo e pesca sportiva;

3- che ad oggi nessuna informazione istituzionale è stata fornita alla popolazione sia per quanto riguarda l’estensione dell’area contaminata, sia per quanto riguarda i rischi per le persone, le colture e gli animali,

4 – nonostante le sollecitazioni dei mezzi di informazione, sui social network, e nella sede istituzionale del Consiglio Comunale, questo problema che è presente da oltre 5 anni, non ha visto azioni tese a individuarne le cause, l’origine, i possibili effetti e a bonificare la zona contaminata,

chiedono

alle autorità in indirizzo di attivarsi per rimuovere il problema e le cause che l’hanno determinato e verificare se sussistano gli estremi di reati ambientali e/o di omissione di atti conseguenti.

Chiedono altresì di essere informati dell’iter e dell’esito delle eventuali indagini …

In allegato: gli articoli di primapaginachiusi.it; la registrazione della seduta del consiglio comunale del 28 novembre; la tabella relativa ai controlli effettuati da ARPAT Toscana. ”  Seguono le firme.

 

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