SIENA E PERUGIA TRA LE 5 “FINALISTE” PER DIVENTARE CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019

Sono 5 le città che si giocheranno il ruolo di Capitale europea della cultura 2019. Si tratta di Perugia/Assisi, Siena, Matera, Lecce e Cagliari. Quindi sia il capoluogo umbro che la città del Palio sono entrate nella short list della finaliste. Non è stato semplice battere la concorrenza: le altre città inizialmente candidate erano Amalfi, Aosta, Bergamo, Caserta, Catanzaro, L’Aquila, Mantova, Palermo, Pisa, Ravenna, Siracusa, Taranto, Torino, Urbino, Venezia con Nordest.
Il verdetto è arrivato a distanza di due giorni, dalla presentazione del progetto alla commissione giudicatrice mercoledì 13 novembre. A conclusione dell’audizione di tutte le delegazioni delle candidate al titolo di Capitale europea della cultura, cominciata lunedì 11 novembre – l’annuncio è stato dato in una conferenza stampa, tenutasi nella sala del consiglio del ministero dei Beni e della Attività culturali questo pomeriggio.
Il titolo di Capitale europea della cultura può portare enormi vantaggi a una città in termini culturali, sociali ed economici sia durante l’anno della manifestazione che in quelli successivi. Si tratta di un’opportunità unica per rigenerare la città, modificarne l’immagine e farla conoscere meglio a livello europeo e internazionale allo scopo di sviluppare il turismo. Alcune città nominate Capitali negli anni passati hanno stimato che ogni euro investito nella manifestazione può generare da 8 a 10 euro e quindi la manifestazione può contribuire alla crescita e all’occupazione.
Esultano dunque Siena e Perugia (con Assisi) che adesso dovranno disputare la finale a 5 con Matera, Lecce e Cagliari… Tutte e 5 le città in lizza hanno buone chances di ottenere la nomination. Chi la spunterà?
Qualcuno sa dove potrei trovare i parametri di giudizio che riguardano tale assegnazione sia di Siena che di Perugia ?
Sarei curioso di sapere quali possono essere le qualità a farle divenire tali, anche perchè oltre alle qualità delle istituzioni contenute dentro tali città credo che dovrebbero essere pesati anche gli aspetti negativi, che possono essere non solo anche il fatto che in tali realtà vi sia un patrimonio storico di tutto rispetto ma anche come venga amministrato,come e di quale livello culturale sia la vita degli abitanti che si svolga all’interno, il suo territorio e come sia amministrato.Credo-senza pur non avendo visualizzato e presa conoscenza delle prerogative vantate, le regole che facciano sì che una città venga dichiarata capitale Europea della Cultura, debbano avere determinate caratteristiche, che a mia modesta conoscenza non possiedono nè Siena ed ancor meno Perugia.La prima è una città di grande bellezza per la struttura sostanzialmente integra che viene dal passato, di modesta grandezza e di un certo prestigio che vanta tradizioni com’è il Palio(che ha degli aspetti che personalmente giudico” medioevali” non come rappresentazione in se che può essere anche piacevole ed emotivamente coinvolgente, ma come contenuti culturali che passano in mezzo alla gente dei concetti di Contrada, di vita all’interno, di appartenenza, che ritengo discriminatori all’interno di una formazione culturale che giudico personalmente non aperta al mondo ma certamente di stampo conservatore e provincialistico e di discriminazione dei concetti come quello dell’appartenenza ed una Università praticamente allo sfascio.La cultura oggi non credo che si possa misurare col metro solamente di quanti musei ed opere d’arte contenga una città,anche quello beninteso,ma ci dovrebbe essere dell’altro che possa riguardare l’apertura mentale della gente, ed anche il giudizio oggettivo enon interessato sulla gente che vive in una contrada e che ritenga che la contrada possa essere una maestra di vita anche attraverso il confronto sociale. Per me (ma non pretendo che sia anche degli altri) tale concezione rappresenta una netta chiusura di fronte alle problematiche che poi sono anche quelle che esistono e che vivono le persone di questo mondo.Siena non ha una economia industriale, non ha una classe operaia come tante altre città hanno, non ha un modello se non quello del fine ultimo della mamma Montepaschi e crollato quello i limiti culturali si evidenziano ancora di più, perchè dentro contiene solo passato, arte, cultura,ma anche e solo passato.Perugia secondo me oltre ad avere una Università per Stranieri che anch’essa soffre di tutti i ridimensionamenti dovuti ai tagli, ha una composizione sociale promiscua, fatta di piccolo commercio, piccole fabbriche, poco turismo,problematiche di delinquenza dovuta alla presenza di droga oltre ogni limite di ogni città italiana considerate le dimensioni, un territorio letteralmente devastato da costruzioni nate come funghi negli ultimi 30 anni.Di quale cultura si parla non mi riesce n ben capire.Io credo che anche questo aspetto dimostri anche che fatti o sentenze evocati appositamente-come recita in parte il Post-vengano fatti per accaparrarsi titoli per fruire di soldi in maniera del tutto strumentale. Ma i soldi hanno per loro natura altri tragitti di beneficio e sempre di meno si estendono alle attività connesse ed al terziario come per esempio lo stesso turismo venga oggi erroneamente concepito. Io credo che occorra anche affrontare in maniera critica tali valutazioni.Il turismo per esempio crea ricchezza quasi esclusivamente per le attività che sono direttamente connesse: negozi, ristoranti, alberghi.L’indotto come assorbimento di manodopera ritengo che sia molto relativo ancor di più in periodi di crisi come questo.I benefici vengono perlopiù tutti assorbiti dalle aziende che impiegano la forza lavoro stagionale e non costituiscono una sicurezza per chi ci lavora di vedere il loro lavoro in maniera continuativa per una serie di motivazioni che sono i contratti,le retribuzioni, i benefici assistenziali ecc ecc..Io credo che anche una ridimensionata degli istituti preposti all’osservazione di tali prerogative e condizioni si debba fare perchè diversamente si rischia di prendere pan per focaccia, mentre tutto il resto sprofonda.Una Capitale europea della Cultura degna di tale nome dovrebbe essere un po’ diversa, e poter insegnare anche qualcosa agli altri soprattutto per quanto riguarda il domani della sua gente.
Le finaliste sono 6, c’è anche Ravenna.