I RENZIANI SENESI E IL “SENSO” DELLA LEOPOLDINA

mercoledì 27th, novembre 2013 / 21:47
I RENZIANI SENESI E IL “SENSO” DELLA LEOPOLDINA
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MONTEPULCIANO – I Comitati Renzi della provincia di Siena si ritroveranno sabato prossimo alla loro “Leopolda”. Anzi “La Leopoldina”.  Si tratta , spiega Stefano Scaramelli, sindaco di Chiusi e coordinatore dei renziani senesi, di “un meeting che nasce sul solco della Leopolda di Renzi, un evento aperto a tutti, che si terrà sabato 30 novembre a Montepulciano. Il luogo dell’incontro? “Non poteva che non avere un riferimento storico e un forte legame con la Toscana – spiega sempre Scaramelli – il meeting dei democratici senesi della mozione Renzi, infatti, si terrà al ristorante ‘I Chiari’, una delle tante ‘Leopoldine’, le tipiche case del settecento, ideate dal Granduca Pietro Leopoldo, che puntellano le terre della Val di Chiana”.contadina 1

Ora, se Matteo Renzi, a Firenze ha scelto quella che era una vecchia stazione ferroviaria diventata, come il Lingotto a Torino, un contenitore culturale, mantenendo però intatti i segni di quello che era, cioè un luogo di transito, di incontro e di lavoro, i giovani leoni senesi hanno scelto sì un luogo che simbolicamente e architettonicamente si può considerare elemento distintivo e identitario della Valdichiana che ora è un ristorante, ma in passato era, come spiega Scaramelli, una di quelle ‘Leopoldine’ , cioè i casali agricoli costruiti dopo la grande Bonifica della Valle a partire dalla fine ‘700.  Di quei casali se ne vedono tanti, in tutta la Valdichiana, da Arezzo fino a Chiusi. Anche quelli, come la Leopolda,  hanno visto passare tanta gente. E quei casali hanno visto anche le durissime lotte contadine dei primi del ‘900 e degli anni ’50, lotte che fecero storia anche a livello nazionale.  mezzadri 4

Hanno visto i contadini spezzarsi la schiena con la falce e la vanga, li hanno visti sudare e sputare sangue, li hanno visti incrociare le braccia davanti al padrone e al fattore, e prendere manganellate dai celerini chiamati per sfrattarli…

Poi però il boom economico spopolò le campagne, i mezzadri e i contadini che le abitavano andarono a vivere in paese o in città e diventarono muratori, artigiani, ferrovieri, operai e le figlie delle massaie cominciarono a lavorare in fabbrica anche loro…   E  quel movimento, nato anche nelle Leopoldine  della Valdichiana,  poi è diventato partito (più di uno),  sindacato,  forza di governo in Valdichiana e in tutta la Provincia di Siena. Ma dalle parole di Stefano Scaramelli (e dai commenti che popolano le pagine di facebook e twitter) traspare solo la volontà di richiamare la più famosa adunata fiorentina, e quello che è il simbolo storico e architettonico della Valdichiana. La Leopoldina, appunto. Senza il minimo richiamo però a ciò che le Leopoldine hanno significato in termini di sofferenze, lotte e sacrifici.

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Le Leopoldine da una cinquantina d’anni a questa parte sono tutte abbandonate o quasi. Restano, se vogliamo, un ‘monumento’ di archeologia agricola e in questo, solo in questo, forse somigliano alla Leopolda.

Qualcuna è diventata un ristorante. Altre una villa per ricchi…  Non vorremmo che i giovani leoni renziani, quando dicono di voler cambiare verso al loro partito, pensassero a come trasformarlo, al pari di qualche Leopoldina,  in una bella villa per ricchi… Magari per organizzarci dei simpatici aperitivi all’imbrunire…

Arriverebbero comunque secondi. A distruggere la memoria e il senso di una storia ci hanno già pensato quelli che li hanno preceduti.

Marco Lorenzoni

 

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