I RENZIANI CANTANO VITTORIA. MA IL PD COS’HA DA FESTEGGIARE?

martedì 19th, novembre 2013 / 19:36
I RENZIANI CANTANO VITTORIA. MA IL PD COS’HA DA FESTEGGIARE?
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RIFLESSIONE A VOCE ALTA SULLE CONSULTAZIONE DI DOMENICA SCORSA: TRA RENZI, CUPERLO E CIVATI… MEGLIO CAMILA

Il popolo renziano canta vittoria. Basta dare un’occhiata ai social network per imbattersi in decine di commenti entusiasti per i risultati delle pre-primarie di domenica. A settimo cielo i chiusini per l’esito “bulgaro” della consultazione nella cittadina di Porsenna, ormai assurta a roccaforte senese del sindaco di Firenze. Risultato citato anche da La Repubblica. Son cose che danno soddisfazione, certo. Un tempo dire “partito bulgaro” o “risultato bulgaro” non era un complimento, tutt’altro. Adesso sì. Ai giovani leoni pro-Matteo la cosa non dispiace affatto. Però a leggere i commenti e soprattutto i dati viene spontanea una piccola riflessione: ma cos’hanno da festeggiare i dirigenti Pd, i renziani, ma anche gli altri?

In Italia hanno votato meno di 300 mila persone. In provincia di Siena, che era la più rossa d’Italia, 3.600, in tutta l’Umbria, altra terra rossa terremotata anche polioticamente,  circa 6.000. Non sono numeri da sbandierare anche se riferiti ad una consultazione di partito. Leggo che a Foligno, città di 40.000 abitanti è finita 179 a 148 per Renzi (praticamente 2 condomini) a Città di Castello (altra città sopra ai 30.000 abitanti) Renzi l’ha spuntata per 99 a 89, qui un condominio solo. Ad Orvieto invece ha vinto Cuperlo per 66 a 49, un condominio solo e pure modesto…

Anche a Chiusi, nel “feudo” renziano dove pure la partecipazione è stata decisamente più alta, i votanti sono stati 270 (Renzi 245, Cuperlo 13, Civati 10, Pittella 1). Più o meno il 3% del corpo elettorale. E se il “corpo” attivo del partito di maggioranza è il 3%, non è “una cosa grande”.

Quindi se è comprensibile la soddisfazione di chi comunque ha vinto, credo che il trionfalismo sia quantomeno fuori luogo. Perché i renziani avranno pure battuto la concorrenza e conquistato il partito quasi ovunque, da molte parti senza nemmeno fare prigionieri. Però il Pd ha perso. Il Pd esce da questa consultazione interna come un partitino, ormai ridotto ai minimi termini anche in antiche roccaforti (come Gubbio o Orvieto), dove gli iscritti, tutti gli iscritti, potrebbero riunirsi anche in un garage.  E le elezioni in Basilicata dove ha votato solo il 47% degli aventi diritto. Il centro sinistra ha vinto  con il 60% (del 47, quindi con il 28% reale) e governerà la Regione. Il Pd è risultato il primo partito con il 25% (sempre del 47, cioè con il 12% reale).  Questa è la situazione. Non mi pare che ci sia molto da festeggiare per chi si propone come motore del cambiamento e come nuovo riferimento per il centro sinistra. Qualcuno, come il sindaco di Montepulciano, Andrea Rossi ha anche cercato in queste ore di spiegare il perché di una scelta di campo all’interno del Pd, nel caso specifico a favore di Renzi. E’ legittimo e forse anche doveroso per chi ha responsabilità politiche e istituzionali e soprattutto se prima stava con Bersani e D’Alema…

Per quanto mi riguarda non solo la cosa non mi ha entusiasmato per niente e per niente mi entusiasma la prospettiva che si apre. Se dico “sinistra” a me non vengono in mente Renzi o Civati, Cuperlo o Pittella. A me viene in mente se mai il presidente uruguaiano Pepe Mujica o Camila Vallejo, la giovanissima “pasionaria” cilena che ha capeggiato le rivolte studentesche e giovanili ed è stata eletta in Parlamento per il Partito Comunista… Non perché è giovane e bella, ma per le cose che dice. E che fa. Come Mujica. Da noi però imperversano le Santanché, le Cancellieri, e sulla sponda Pd, anche tra le giovani leonesse renziane, di Camile Vallejo  ne vedo poche…

marco lorenzoni

 

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