L’UNIONE DEI COMUNI VALDICHIANA DICE SI’ ALLA STAZIONE IN LINEA A MONTALLESE. MA SIAMO SICURI CHE SIA UNA BUONA IDEA?

giovedì 03rd, ottobre 2013 / 12:00
L’UNIONE DEI COMUNI VALDICHIANA DICE SI’ ALLA STAZIONE IN LINEA A MONTALLESE. MA SIAMO SICURI CHE SIA UNA BUONA IDEA?
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MONTEPULCIANO – Il Consiglio dell’Unione dei 9 comuni della Valdichiana senese ha detto si all’unanimità all’ordine del giorno presentato dalla consigliera chiusina Pamela Fatighenti, a nome della maggioranza di centrosinistra per la realizzazione di una stazione per l’alta velocità a Montallese, frazione di Chiusi. “Un progetto che, se attuato, costerà tra i 20 e i 30 milioni di euro e contribuirà al rilancio dell’economia della Valdichiana, specie sotto il profilo turistico, e alla ripresa dell’occupazione. L’Odg è stato approvato da tutti i consiglieri, compresi quelli della minoranza di centrodestra”. Il sindaco di Chiusi Scaramelli ha dichiarato che non farà barricate se invece di Montallese il progetto dovesse scivolare a Montepulciano Stazione… “Sarebbe comunque un bene per il territorio, niente campanilismi”.

Dopo il sì del sindaco di Siena Valentini e del suo assessore Maggi, il progetto stazione in linea a Montallese trova altri sostenitori. E il sì unanime dell’Unione di Comuni mette all’anglo chi, nelle settimane scorse, anche dalla Valdichiana si era espresso a favore di altre soluzioni, come l’ex sindaco di Sarteano Paolucci il quale aveva spezzato una lancia a favore di Farneta, più baricentrica di Montallese…

Ma al di là dei sì istituzionali e politici siamo proprio certi che una stazione in linea per l’alta velocità, sarebbe una buona soluzione? E’ vero che porterebbe un po’ di lavoro nella fase di costruzione, ma il conto costi-benefici sarebbe davvero di segno positivo? E l’impatto ambientale che tale struttura avrebbe sul territorio è stato messo nel conto? Una stazione in linea, costruita in mezzo alla campagna avrebbe bisogno di altre infrastrutture, come posteggi scambiatori, strade di accesso adeguate. In 13 anni non si è stati in grado di garantire un collegamento decente all’ospedale di Nottola e al momento non ci son i soldi nemmeno per riparare le frane e le voragini… che infatti son lì da mesi.

E inoltre: quanta gente di questo territorio usa l’alta velocità e quanta invece usa i treni del trasporto locale, quelli per Firenze, Roma Siena, Perugia? Avendo la possibilità di far uscire ed entrare i treni AV a Montallese e Ponticelli per consentire fermate ala stazione di Chiusi, c’è davvero bisogno di una stazione in linea che taglierebbe definitivamente fuori la stazione di Chiusi-Chianciano (ma anche quelle di Terontola e Arezzo) relegandola ad un ruolo sempre più marginale. I numeri forniti da Fs e NTV dicono che la stragrande maggioranza dell’utenza ferroviaria è ancora quella dei treni “normali”, dei Regionali. Quanti pendolari e studenti potrebbero permettersi di prendere un treno AV per andare a Firenze o Roma?

Sul sito Rfi leggiamo che le stazioni per l’Ala Velocità, già funzionanti o n via di realizzazione sono quelle di Torino Posta Susa, Reggio Emilia, Bologna, Firenze Belfiore, Roma Tiburtina, Napoli Afragola e Vesuvio Est. Tutte si trovano in areee metropolitane con milioni di abitanti.

L’unica “in linea” è quella di Reggio Emilia progettata dall’archistar Santiago Calatrava, che serve un’area a forte mobilità da e verso Milano, ma anche tra città comunque importanti come Reggio Emilia, Modena, Mantova…

L’utenza della stazione Media Etruria (così l’hanno chiamata i due assessori regionali dell’Umbria e della Toscana che hanno lanciato l’idea) sarebbe sufficiente a giustificare un investimento di tale portata? Perugia, Siena e Arezzo insieme arrivano più o meno a 300 mila abitanti. E mica tutti prendono il treno…

Altra piccola considerazione: il recente scandalo della Tav fiorentina che ha portato all’arresto, tra gli altri della presidente di Italfer ed ex governatrice Pd dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti, dice operazioni del genere scatenano appetiti e interessi occulti, manovre spregiudicate con rischi anche per la sicurezza ambientale e la salute delle persone.

Insomma, chi crede nel progetto fa bene a sottolineare ogni punto a favore. Ma farebbe bene anche a valutare attentamente e da più angolazioni la questione, senza farsi prendere la mano da facili entusiasmi.

A Chiusi, tra l’altro, di opere faraoniche finite male o rimaste opere fantasma ce n’è più d’una. Prima di avviarne un’altra sarebbe forse opportuno definire il futuro di quelle.

m.l.

 

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