CENTRO MERCI DI CHIUSI, LA PRIMAVERA TIRA FUORI I CONTI DELLO SCANDALO

Quella strada e’ costata davvero troppo cara!
CHIUSI – A distanza di circa 3 mesi dalle polemiche e dai vari articoli di stampa (era la fine di giugno) sul caso del Centro merci di Chiusi, finanziato per 2 milioni e 685 mila euro dal Patto territoriale e dalla Fondazione Mps, ma praticamente inesistente, si torna a parlare dell’argomento. In attesa che il sindaco risponda in Consiglio ad una interrogazione della Consigliera Fiorini (nell’ultima seduta lo avrebbe fatto, ma a consigliera Fiorini era assente e il punto fu riandato), a prendere posizione è la Primavera. Che, con un comunicato, tira fuori i conti dell’opera. Così come Primapagina, che aveva sollevato lo “scandalo”, l’aveva invitata a fare, visto che lo stesso capogruppo Cioncoloni aveva affermato di aver chiesto e ottenuto tutta la documentazione relativa.
Ecco, di seguito il testo del comunicato della primavera, firmato dal portavoce Luca Scaramelli:
“Il Centro merci di Chiusi si configura, ad oggi, come uno dei più grandi scandali della nostra città. Dopo oltre un decennio e dopo che vi sono stati affossati quasi 2 milioni e 700.000 euro l’area non solo non è mai stata utilizzata ma si presenta semplicemente come una strada (non percorribile) tra i campi, che finisce nel nulla.
Questa, come altre operazioni di sperpero di denaro pubblico, non sembra però indignare i nostri concittadini.
Nessuno dei responsabili viene chiamato a render conto del fiume di denaro che negli anni passati si è riversato sulla nostra città senza produrre alcun apprezzabile miglioramento del livello economico, della funzionalità e della vivibilità di Chiusi.
Il sindaco Scaramelli, non contento di essere tra i protagonisti della deprecabile vicenda (è stato otto anni assessore mentre venivano dilapidati allegramente tutti quei soldi) ci ha recentemente anche regalato una inaugurazione fasulla di quell’area.
La maggioranza dei cittadini di Chiusi sembra continuare ad apprezzare questo modo di condurre gli affari della città ma noi NO! E continuiamo a pensare che se Chiusi è oggi il comune della zona con le maggiori difficoltà economiche e sociali lo si deve in modo particolare a chi ha governato e governa la città da oltre un decennio.
Per chi non vuol continuare a ignorare le questioni riportiamo di seguito l’elenco dettagliato delle spese che sono state fatte nell’area del centro merci e i relativi finanziamenti. Suggeriamo anche una visita dell’area per rendersi conto “de visu”di ciò di cui si parla. L’area è situata tra la stazione ferroviaria e la bretella di fondovalle ed è facilmente raggiungibile dalle rotonde di Po’ Bandino.
LAVORI: Scortico e sbancamento, Scavi di sbancamento per tubazioni, Compattazione piano di posa del rilevato stradale, Fornitura e posa in opera geotessuto e sabbia, Formazione rilevato stradale, Fondazione stradale e massicciata, Fornitura e posa in opera pozzetti, Realizzazione scaricatore in alveo fosso Chianetta, Fornitura e posa tubazioni, Impianto di illuminazione completo. IMPORTO LAVORI: 1.320.689,30
FONDO INCENTIVAZIONE ART. 18 L. 109/94: 4.566,65
FRAZIONAMENTI E RILIEVI IVA COMPRESA: 9.342,23
RETE METANO IVA COMPRESA: 27.612,29
ACQUISIZIONE AREE COMPRESO ARBITRATO E ONERI ACCESSORI: 885.858,3
SPESE PER CONTRATTI PROCEDURA ESPROPRIATIVA: 14.376,25
SPESE PER SPOSTAMENTO LINEE ENEL: 24.734,09
SPESE TECNICHE: 134.640
SPESE PER ASSISTENZA PROGETTUALE FINANZIAMENTI: 14.400
IVA SU SPESE TECNICHE: 26.928
SPESE PER COLLAUDI E ACCERTAMENTI TECNICI: 7.473,33
IVA SUI LAVORI: 132.068,93
SPESE DI GARA: 2.936,84
BONIFICA PROFONDA ORDIGNI INESPLOSI: 79.666,79
TOTALE: 2.685.293
FINANZIAMENTI:
CONTRIBUTO DEL MINISTERO: 1.807.293,86 (attraverso Patto territoriale Umbro Toscano)
CONTRIBUTO FONDAZIONE MPS: 788.692
ONERI DI URBANIZZAZIONE COMUNE DI CHIUSI: 89.307,14
TOTALE: 2.685.293.
Fin qui la nota della Primavera. Che bene ha fatto a fornire le cifre.
Come si vede, la spesa più consistente è stata quella per la realizzazione della strada di accesso, che per metà circa risulta a tutt’oggi chiusa e inutilizzata. Segue l’importo per l’esproprio, che come spiegato più volte dal sindaco e dal presidente del Patto Ciarini e come risulta dalla carte, riguarda solo i terreni su cui insiste la strada di cui sopra, più una fascia di rispetto per le casse di espansione del canale Chianetta. Non riguarda i terreni su cui avrebbero dovuto sorgere capannoni e strutture del centro merci. Il resto, compresa la bonifica da ordigni bellici, lo spostamento dei tralicci, è poca cosa, oggettivamente.
Quindi i 2 milioni e 685 mila euro, praticamente 5 miliardi delle vecchie lire, sono andati tutti nella costruzione di ciò che si vede: una strada lunga poco più di 1 km, per metà chiusa e inutilizzata. Punto. Anche se tutto è stato fatto secondo le regole e non ci sono state “distrazioni di fondi” , è del tutto evidente che quella strada che non porta da nessuna parte è costata piuttosto cara. Quale impresa privata pagherebbe 5 miliardi di vecchie lire per un’opera del genere?
Va detto che lo “scandalo” (anche la Primavera, usa questo termine, noi lo avevamo già fatto) non riguarda solo il Comune di Chiusi, che nella faccenda è solo l’ente esecutore dell’opera (perché l’opera ricade nel suo territorio). Il Centro Merci infatti fu finanziato dal Patto Territoriale Umbro-Toscano in quanto progetto di area, che vedeva coinvolte le province di Siena, Perugia e Terni, il comuni di Chiusi e tutti quelli limitrofi, le associazioni di categoria, la Lfi, alcune banche…
Chiusi ha ottenuto e speso finanziamenti che erano destinati ad un progetto elaborato e presentato da più soggetti che adesso sono sul piede di guerra. Quei soldi non possono finire utilizzati per una struttura del solo comune di Chiusi. Verrebbe meno il presupposto del finanziamento erogato dal Patto, con il rischio di doverli restituire.
A questo punto, cifre alla mano, sarà bene che si verifichi la congruità dei costi sostenuti in relazione alle opere realizzate, si stabilisca come procedere e cosa fare del “centro merci” quale “progetto di area”.
Tanto per fare un esempio: la proprietà del contiguo Centro Itermodale Etrusco, privato, ha operato delle modifiche sul terreno, ha realizzato una strada di accesso, con tanto di rilevato, ha costruito una piattaforma di carico e scarico… Lavori di una certa consistenza, per i quali ha speso qualche centinaio di migliaia di euro. Non più di 3, in ogni caso. Rispetto ai 2 milioni e 685.000 spesi dal Comune ci corre più della fatidica fila di case…
Lo “scandalo”, come dice la Primavera, è sotto gli occhi di tutti. Chiunque può andare a verificare. Ma servono anche risposte.
DALLA LEGA NORD DI SIENA RICEVIAMO E PUBBLICIAMO:
In questi giorni, grazie all’interessamento della lista civica “Primavera per Chiusi”, è ritornato di attualità il progetto incompiuto del Centro Merci a Chiusi. Uno dei tanti progetti incompiuti in Toscana. L’area concepita come scalo merci risulta essere infatti ancora non utilizzata, benché i lavori siano stati conclusi, o quasi. Più di un anno fa la questione era stata oggetto di dibattito tra i gruppi di opposizione ed il Sindaco Scaramelli, che tranquillizzava tutti dicendo che mancava soltanto l’asfaltatura finale e che “avrebbe stupito” gli scettici del progetto. Bhe, in effetti a distanza di oltre un anno ad essere stupiti siamo in parecchi, soprattutto lo sono i cittadini di Chiusi. Peccato che lo siano in negativo, visto che la situazione è ancora ferma e non ci sono previsioni vere di una conclusione positiva. Gli errori che sono stati fatti sono macroscopici e con una spesa che sfiora i 2 milioni e 700 mila euro, non si può far finta di non vedere. Il “peccato originale” è sotto gli occhi di tutti. Si è voluto portare avanti un progetto a metà, monco, nel quale mancava la parte più importante di tutte: il coinvolgimento degli utilizzatori finali fin dal primo momento. Ogni persona che abbia un minimo di familiarità con il project management infatti, sa bene che la ricerca dei privati disposti ad usufruire dell’area andava fatta in sede di programmazione iniziale e non quando l’area sarebbe stata conclusa. Ma, visti i fatti, probabilmente a Chiusi l’amministrazione non ha la benché minima idea di cosa stiamo parlando e di cosa siano gli stakeholder. Gli errori non finiscono qui purtroppo, come evidenzia anche la messa in liquidazione della società di gestione dello scalo denominata SMEC srl, costituita con un capitale sociale di 357.693,00 € che non si sa ancora che fine abbiano fatto e quanto sia costata alla collettività in termini di compensi agli amministratori dal momento della sua fondazione nel lontano 1999, quando ancora il progetto era solo una chimera ed ha visto muovere i primi passi soltanto a metà degli anni 2000. Adesso Chiusi si ritrova con un eco-mostro improduttivo, in barba alle politiche sinistroidi dello stop alla cementificazione ed al consumo di suolo, in un periodo nel quale l’iniziativa imprenditoriale privata è mortificata da politiche economiche nazionali e locali suicide appoggiate anche dal PD, come l’introduzione dell’IMU sui capannoni industriali ed il paventato spauracchio dell’aumento dell’IVA al 23%, che Fassina va ripetendo alle feste dell’Unità come un mantra. Con queste condizioni è difficile trovare privati disposti a fare non una semplice impresa, come sarebbe naturale, ma piuttosto un’impresa “titanica”.
Lega Nord
segreteria provinciale, Siena
Il Pd e le altre forze di maggioranza non hanno nulla da dire in proposito? Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano. Aspettiamo fiduciosi.
[…] e detto parecchio negli anni passati e anche le cifre, nel medesimo dettaglio, erano già state pubblicate nel 2013 da Primapagina ed era stata la Primavera a renderle note. Quindi non è una scoperta dei 5 Stelle. Ma resta una […]