IL PD SECONDO STEFANO (E SECONDO MATTEO): MA COSA C’ENTRA LA CARITA’ CON LA SINISTRA?

IL SINDACO DI CHIUSI ALLA FESTA PD DI SIENA SPIEGA I VALORI FONDANTI DELLA SINISTRA CHE HA IN MENTE RENZI. INTANTO ALCUNI LO DANNO GIA’ “CANDIDATO” AL PARLAMENTO. CHIUSI TORNERA’ PRESTO AL VOTO?
“La sinistra che abbiamo in mente è una Sinistra del cambiamento che cerca di superare le disuguaglianze, che vuole cambiare l’attuale società e, per farlo, concetti come solidarietà, carità, uguaglianza e merito vanno ricondotti ad una unità di intenti nella proposta di Partito Democratico. Un Partito fondato sulla partecipazione e non più sull’apparato. Per noi democratici il riferimento alla carità è da intendere come dimensione umana rivolta ad accogliere l’ultimo, l’indifeso e il debole. Vogliamo attuare azioni finalizzate a difendere tutti gli strati della società, per farlo, occorre fare politiche solidali in cui equità, giustizia e corretta ripartizione delle risorse vengano ridistribuite su basi sociali capaci di comprendere il disagio e stare al fianco di chi soffre. In questo senso offriamo il nostro impegno politico a favore di una società più giusta, in cui la carità si sposa con il merito: il punto di riferimento indispensabile per dare nuove opportunità ai giovani, per costruire le condizioni grazie alle quali possano esprimere i propri talenti, sapendo che partono tutti dalle stesse condizioni, indipendentemente dalle famiglie di origine e dalle condizioni sociali”. Così il sindaco di Chiusi e coordinatore provinciale senese dei renziani Stefano Scaramelli ha spiegato alla festa Pd di Siena quale sia l’idea di sinistra che ha in mente Matteo Renzi.
Carità, solidarietà, uguaglianza e merito. Questi i punti cardine della proposta politica renziana. I punti su cui – secondo Scaramelli – dovrebbe fondarsi la sinistra… Ora, Scaramelli viene dai Ds, ma si è formato in parrocchia. E’ di estrazione cattolica, praticante, come Renzi che però viene dalla Dc… Probabile che abbia una forte considerazione del concetto di carità, molto caro ai cristiani. Ma se parole come solidarietà, uguaglianza e merito, possono a buon diritto figurare nel lessico fondamentale della sinistra (erano già nel vocabolario del Pci, del Psi e di altri movimenti di sinistra, del resto), appare un po’ più ardito il riferimento alla carità, che per definizione è un atteggiamento sì di attenzione verso chi ha più bisogno, ma rappresenta spesso solo una cura palliativa, che allevia il disagio momentaneamente, ma non risolve il problema alla radice. Anzi tende a perpetuare e a lasciare il problema così com’è. La “carità” insomma può aiutare chi è a disagio, ma soprattutto aiuta a scaricare la coscienza di chi la fa. Che c’entra la “carità” con la sinistra, con i valori della sinistra? Accogliere i migranti e non sparargli addosso o gettarli a mare (come molti vorrebbero fare) è semplicemente gesto di civiltà, di solidarietà, dovere politico per uno Stato democratico, non è “carità”. Garantire condizioni dignitose nei centri di accoglienza agli stesi migranti, nelle carceri ai carcerati, nelle periferie urbane ai diseredati non è carità, è dovere civico. Gli aiuti a popolazioni afflitte da carestie, alluvioni, terremoti o da guerre è azione umanitaria, non è carità. Non si possono criticare le commistioni tra politica e religione negli Stati islamici (e certe commistioni sono sempre pericolose) e poi pensare ad una politica basata su principi che sono più religiosi che civili…
La “carità” è, come il credere in Dio, una questione privata. Un moto dell’anima, un gesto intrinsecamente personale, non può diventare principio politico. Tanto meno principio politico di una forza che si propone come forza di cambiamento, che intende in qualche modo migliorare le condizioni di vita e di lavoro della gente. La solidarietà c’è sempre stata tra le classi popolari (oggi ce n’è un po’ meno, per la verità), tra i contadini che lottavano per la terra, tra gli operai delle fabbriche, tra gli artigiani che pure sono individualisti per natura… La solidarietà ha contribuito a sostenere battaglie lunghe e dure. Con la semplice “carità” quelle battaglie non non sarebbero state vinte e nemmeno combattute.
Le parole di Scaramelli – che sembrano sincere – dette peraltro ad una Festa del Pd, dimostrano come il Pd non abbia ben chiaro quale sia e debba essere il suo orizzonte. Lasciano intendere che ci sia ancora molta nebbia intorno al progetto Pd, ammesso che esista un progetto Pd. Lui, come Renzi, ha forse voluto tentare di alzare l’asticella, provando per una volta a non parlare di Imu e tasse, per fissare almeno qualche paletto ideale cui aggrapparsi… Un modo per dire: anche noi abbiamo dei valori. Solo che ha fatto un po’ di confusione. Alcuni li ha azzeccati e uno no. Ma anche Mario Gomez ha preso solo il palo. Succede. Ci rifletta il sindaco di Chiusi. E rifletta bene anche sulle sue prossime mosse.
La sua presenza alla festa senese del Pd lo consacra come number one dei renziani senesi e – secondo voci bene informate interne al partito – anche come possibile candidato al parlamento in caso di elezioni anticipate. Ipotesi questa tutt’altro che remota. E una candidatura Scaramelli in quota Renzi, esporrebbe Chiusi alla stesa situazione in cui la città si trovò dopo la chiamata di Ceccobao in Regione per fare l’assessore ai trasporti (poi si è visto come è finita). Scaramelli di questa eventualità per ora non parla. Ne parlano gli altri. Sia i suoi compagni di cordata, sia gli avversari. E nemmeno troppo sottovoce. Secondo alcuni i confini chiusini comincerebbero a stargli stretti, lui guarda già altrove… Insomma avrebbe già la valigia in mano. Destinazione Roma. Più che Gomez sembra Ljajic…
Nel caso, Chiusi dovrebbe anticipare il voto per l’ennesima volta. Per il Pd potrebbe essere una debacle. Forse è per questo che Scaramelli parla di “carità”… Chi lo salverebbe il Pd dopo una mossa del genere?
Marco Lorenzoni
Caro Marco, non capisco il tuo scandalo per l’uso del termine carita’. Se fosse stato utilizzato il concetto “fregarsene dei piu’ deboli” credo avresti avuto ragione ad indignarti. Capisco che qualunque cosa dica Scaramelli deve essere criticata a prescindere, ma se in gioco c’è il tentativo di una parte della sinistra di rinnovarsi, credo sarebbe utile riflettere prima di emettere sentenze frutto di un riflesso condizionato. La sinistra pura alla quale fai spesso riferimento nei tuoi articoli è qualcosa che alla maggior parte degli italiani non interessa, forse fa anche un po’ paura. Se qualcuno tenta di uscire dal “recinto” alla ricerca di nuove contaminazioni non è detto che sia un “nemico di classe” e forse puo’ dare anche qualche prospettiva alle nuove generazioni. Con sincera amicizia.
Carlo Lele, a me francamente pare che ci sia poco di nuovo nel termine “carità” che è e resta un atto individuale, personale, non può essere un valore politico… Personalmente resto anche contrario alla carità come metodo per affrontare o risolvere il problema del disagio dei più deboli. Preferisco altri metodi e altri concettti: solidarietà, cooperazione, uguaglianza, parità di trattamento e di opportunità ecc… la sinistra a cui penso io non è certo quella sovietica, stalinista o veterocomunista… piuttosto quella dell’austerità di cui parlava Berlinguer o quella ispirata da Don Milani e magari anche Martin Luther King due reverendi che insegnarono ribellione e nonviolenza, rispetto alle diseguaglianze e ai soprusi, non certo carità… Se un Comune, per fare un esempio, intendesse risolvere i problemi delle fasce più deboli della popolazione, con la carità, io mi preoccuperei…
E se la prospettiva per le nuove generazioni fosse basata sulla carità d qualcuno dal buon cuore mi preoccuperei ancora di più…
Quanto a Scaramelli, non mi pare di criticarlo a prescindere. Tutt’altro. Solo che a volte le spara un po’ così… E invece è bene che rifletta anche lui, su quello che dice… Poi ognuno rimane della sua opinione, con identica e sincera amicizia…
A Madre Teresa di Calcutta tanto di cappello per il suo eterno ed individuale impegno verso gli ultimi ma checchè se ne dica non si è mai occupata delle cause della miseria che sono politiche,economiche e culturali .Continuiamo a girare intorno ai massimi sistemi mentre il sistema affonda e mentre si assiste a goffi tentativi di tirare da una o dall’altra parte i valori da una parte morali e di fede e mischiarli quando convenga -ma solo quando convenga-con quelli politici, propagandarli e renderli veri agli occhi dei più. Io non credo che persone adulte anche se formate nel terreno della chiesa non sappiano distinguere le differenze.E’ che oggi a far questo dentro ci provano parecchi perchè serve imbarcare tutti e chi si oppone è succube dell’etere sparso perchè siamo al punto che le distinzioni che ha fatto Lorenzoni sembrerebbero troppo ”raffinate”.
La carità è frutto della fede e chi ha fede non potrebbe non essere caritatevole.Con tale concetto s’imbarca tutto e si contribuisce al rafforzamento di coloro che pensano che le cose possano cambiare con la carità,se tutti lo fossero.
Un elemento che dovrebbe distinguere chi teorizza il rinnovamento, più che la carità, sulla quale concordo con Lorenzoni, dovrebbe essere la coerenza intesa come corrispondenza tra ciò che si dice e ciò che si fa.
Senza la coerenza, Battilana, il tentativo di rinnovarsi diventa strumentale al raggiungimento dei propri obiettivi personali e fa perdere credibilità. E’ facile infatti, tra le altre cose, teorizzare il merito come “punto di riferimento indispensabile per dare nuove opportunità ai giovani sapendo che partono tutti dalle stesse condizioni”; più difficile praticarlo, come dimostrano molti atti compiuti, a meno che il merito non sia quello valutato a insindacabile giudizio di chi dispensa incarichi. I fatti ci dicono che la discriminante non è “la famiglia di origine o la condizione sociale” ma l’appartenenza, più o meno interessata o la piaggeria.
Premetto di non conoscere il Sindaco di Chiusi, se non attraverso le notizie ed i commentI di Chiusiblog e di Primapagina. Conosco invece un po’ meglio i criteri di selezione della “classe dirigente” (anche se la locuzione mi sembra un po’ pomposa) chiusina del PCI prima, poi PDS, poi DS. Da quanto leggo i metodi sono rimasti gli stessi anche nel PD. I migliori vengono allontanati. Se fosse stata presente una cultura del merito anche all’interno del Partito forse avrebbero prevalso persone diverse. Detto questo non si puo’ misurare la coerenza di chi “teorizza il rinnovamento” di tutto il PD d’Italia con quella del rappresentante renziano della Provincia di Siena. Mi sembra francamente riduttivo. Per quanto riguarda il merito (perche’ meritocrazia e’ francamente una brutta parola) io credo che dovrebbe essere rivendicato proprio da chi intende rappresentare anche, se non soprattutto, gli strati piu’ deboli della societa’. Come puo’ fare altrimenti il figlio di un operaio a diventare dottore? Che poi sia difficile misurarlo il merito e’ sicuramente vero. Ma se in altri Paesi piu’ evoluti di noi ci riescono, forse non e’ nemmeno impossibile.
Raffaele(Battilana) sono d’accordo al 100% su quanto dici sulla selezione del personale dirigente PCI, PDS,DS che veniva fatta a Chiusi ma credo che vista l’attualità, la natura di tale selezione stia continuando su altri livellli, e tali livelli sono pari pari il riferimento delle discrasie della politica ammalata che vediamo in Italia.Ripeto AMMALATA ! Prima il mondo funzionava in blocchi ed adesso la società integrata risente sia delle insufficienze che c’erano allora e che non sono state sanate, sia di quelle odierne dove non esistono più parametri, rapporti e sono cambiati i metodi di approccio anche ai fondamenti valoriali della politica. Con tutti i limiti del caso ma una volta i partiti avevano le loro scuole, dove si insegnava l’etica della politica, la storia, le leggi democratiche scaturite dal Parlamento e costantemente si avevano tali riferimenti.Oggi queste sono state allontanate dall’attenzione della gente, se ne tiene conto quando servono a scopi di parte(gli stessi vincoli legislativi in tante materie segnavano ostacoli insuperabili dall’accaparramento privato dei beni pubblici per esempio).Oggi questi sono vissuti in maniera limitante la libertà del singolo e valgono via via sempre di meno.Così è anche per l’etica della politica e la conoscenza delle differenze -nel caso in questione- fra carità e politica. Non fanno parte tutte e due dello stesso fascio anche se possono sembrare parallele nella loro essenza e nella loro evoluzione. Tutto questo non è che non si sappia specialmente da parte di chi è preposto ad una funzione pubblica giuridico-amministrativa e politica, ma si ”emette fiato fuori” perchè non c’è più l’attenzione ai contenuti, prevale la non conoscenza se non il buttar là una cosa per un altra,tanto oggi chi se ne accorge delle differenze…” magari anche fatto senza cognizione di causa. Ma nel silenzio assenso delle truppe cammellate , ancora qualcuno c’è che sa leggere le differenze e quando si rilevano come vedi si mobilita qualcosa dentro noi stessi che fa dire la cosa che appare più semplice, più lapalissiana,che sembra agli occhi del pubblico che legge o ci ascolta come quella che hai detto:”frutto di un riflesso condizionato’… No, non è un riflesso condizionato è proprio un riflesso che tende a riportare su un piano di oggettività il significato della differenza fra carità e politica. Posso capire che chi sia stato educato ai valori religiosi abbini tutto questo e lo tinga dentro se stesso di un colore solo,unidirezionale tale che via via porta a non comprenderne più le differenze ma sommessamente ti ricordo che anche diversi dirigenti della DC al tempo in cui noi stessi eravamo più giovani tale differenza la tenevano presente,sia nei loro discorsi sia nei loro intenti.Oggi per una tale uscita non c’è più nessuno che faccia vedere che ci si sta muovendo su un binario fuorviante, e questo succede proprio perchè la forza del rifiuto del cambiamento vero viene smorzata, corroborata e consumata attraverso messaggi senza contenuto alcuno.Una frase pronunciata come quella racchiusa nei primi tre righi fra virgolette del discorso del sindaco l’avrebbe potuta benissimo dire anche il PDL all’interno del loro stesso partito, ed infatti spesso le dicono e la loro gente applaude.
All’amico Carlo Sacco dedico queste due estrapolazioni da Wikipedia sul significato delle parole carita’ e solidarieta’. Carita’: …dal latino caritas, benevolenza….Amore disinteressato nei confronti degli altri. Piu’ in generale si usa a proposito di ogni forma di volontariato”…..Solidarieta’: …Benevolenza e comprensione, ma soprattutto sforzo attivo e gratuito atto a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che ha bisogno di aiuto”….. Questo per dire che i due concetti non mi sembrano lontanissimi. Semmai un politico serio dovrebbe stare molto attento ad utilizzare parole cosi’ impegnative perche’ consapevole che la politica, anche quella buona, ha dei limiti ( compresi quelli delle risorse economiche) che impediscono di eliminare completamente la poverta’, il disagio, la sofferenza.
Verissimo. La carità presuppone un atto di magnanimità da parte di chi sta sopra, verso chi sta sotto. È in realtà una legittimazione della disuguaglianza. La sinistra non puó parlare di carità, ma deve perseguire il riconoscimento di diritti. NON CI DEVE ESSERE CHI CHIEDE E CHI FA LA CARITA’! Questo deve perseguire la sinistra, il resto è roba da democristiani, che a noi non interessa.
No Raffaele, sono le politiche che sovrantendono alla spartizione della torta per la quale conseguenza poi esiste la carità,ed esiste gente che vicino al tavolo di chi mangia raccoglie le briciole ed esiste gente che mangia anche per chi fruisce della carità. L’esempio personale di Madre Teresa che ho citato nell’altro intervento -ma anche di tanti altri come lei – è emblematco di tale differenza.Il mondo Raffaele non è mai cambiato con la carità ma i cambiamenti avvenuti in avanti od all’indietro sono stati realizzati con le lotte. ”Al povero non regalare il pesce,insegnagli a pescare”,poichè del pesce domani ne avrà ulteriore bisogno e se non incontrerà altri che daranno a lui il pesce lui morirà di fame.Questo lo sanno molto bene anche tutti coloro che la celebrano ogni giorno la carità.Fra questi vi sono persone convinte di ciò che fanno perchè spinte da un sentimento interiore di umana fratellanza ma spesso tantissimi invece anche troppo spesso da un bisogno di scarico di coscienza e di far pesare la loro forza in politica a loro esclusivo vantaggio.Quando i contadini che si appizzavano di fame andavano dal padrone col cappello in mano a chiedere per fame, la carità stai tranquillo che molti di quei padroni gliela facevano,ma la intendevano come carità e non come diritto dell’altro ad una vita migliore.Non sono cose ” parallele e non lontanissime” come dici tu . Poi sul fatto di Vikipedia potremmo discutere,sui diritti all’esistenza davvero no ! Credo che tu sia d’accordo con me,o no ? Trovo che l’espressione di Francesco Storelli ”legittimazione della disuguaglianza” sia identificativo della condizione.Il concetto di sinistra non c’entra nulla con la carità, anzi…. e se qualcuno poi in politica apre bocca e gli dà fiato esprimendo tali concetti è geneticamente un altra cosa, ma di sinistra non senz’altro. Ma oggi ci sono moltissimi che di questo se ne beano e sono contenti che sia così mentre non vedono che in tal modo pensano i dispensatori della fede,anzi li condividono e li seguono credendosi di sinistra,.ma spesso al fondo delle cose sono come i cocomeri : la polpa sembra rossa,ma i semi neri od almeno quando sono acerbi i semi sono bianchi, che è il loro colore più vero….ma al mondo non si può essere tutti euguali,sarebbe la fine….
sono d’accordo con Marco
Qualche anno fa’ è venuto a Chiusi il giornalista e scrittore Ettore Masina, cattolico convinto e padre della Rete Radie’ Resch, durante le interessantissime conversazioni che abbiamo avuto, ha tenuto a ribadire che loro attraverso la Rete non fanno carità ma “restituzione”. Restituiscono cioè a chi è più sfortunato un po’ di quello che ingiustamente altri hanno avuto o potuto avere in più.
Su questo concetto ho riflettuto molto! Sicuramente è un passo in più rispetto alla carità.
Su Scaramelli non ho pregiudizi e non mi scandalizzo che lui usi certe parole anzi è “umanamente” apprezzabile. Ciò che non si può accettare e passare sotto silenzio è il fatto che ci sia confusione tra privato e pubblico. Non è una posizione per la sinistra, è una battaglia per lo Stato Laico.
A Lorenzoni va riconosciuto il merito di segnalare le incoerenze di una classe dirigente che accresce la confusione già evidente tra i cittadini.
Mi intendo poco di carità, ma so che cosa è la Carità! Siccome si tratta, di una virtù Teologale, cioè proveniente, come la Fede e la Speranza, direttamente da Dio, non è qualcosa di immediatamente disponibile o spendibile sul piano politico. Essa può solo essere invocata con la preghiera e vissuta con purezza di cuore. Il che non vuol dire che essa sia senza conseguenze, anche politiche, nell’ agire di chi la pratica. Anzi! Dal punto di vista politico avremmo, secondo l’ Apostolo Paolo (1 Cor. 13,1-13) politiche che non si schiacciano sul consenso immediato, orientate al bene comune, consapevolezza del proprio limite che apre spazi anche agli altri, linguaggi non violenti, capacità di perdonare, cioè di rimettere in gioco chi ancora può dare ma ha “rotto” ed è ai margini, competizione a mettere il meglio di sé, disinteresse, ambizione zero… ecc. Se Stefano intendeva dire questo ha ragione! E’ di politici così che abbiamo bisogno!